La provincia di nuova istituzione si estese fino al confine con il territorio siriaco presso il Rubrum Mare (od. Mar Rosso) a nord; includendo nella propria giurisdizione città come Gerasa (od. Jerash, in Giordania) e Philadelphia (od. Amman, capitale della Giordania).
L’antica cittadina di Petra invece, da ex capitale del regno nabateo, divenne parte del territorio della Palaestina o Palaestina III, che segnò il limite meridionale della provincia di Arabia.
Il contesto rimase difficile da controllare per i Romani, per questo fu richiesta la presenza costante dell’esercito e l’unità stanziata stabilmente fin dalla metà del secolo II, ossia la legio III Cyrenaica 3, anch’essa acquartierata a Bosra, fu da subito impiegata anche per la costruzione di una nuova arteria stradale, di collegamento tra la città e il Rubrum Mare. La via fu denominata via Nova Traiana e fu riconosciuta come via publica, mantenendo direzione e orientamento della precedente strada nabatea dei Re (Tab. Peut. VIII/IX). Oltre all’importante direttrice nord-sud, completarono l’assetto alcune vie secondarie con andamento est-ovest, che assicurarono il congiungimento con la Palaestina I e quindi permisero lo sbocco sul Mediterraneo4.
Il territorio della provincia di Arabia fu in seguito ampliato, soprattutto nella parte settentrionale, durante l’impero di Settimio Severo (193-211) (Dio Cass. LXXV 1,2)5; il governatore e le milizie presenti sul territorio infatti mostrarono massima fedeltà nei confronti del futuro imperatore africano durante la guerra contro l’altro pretendente alla massima carica, Pescennio Nigro, ex-governatore in Syria, e ne furono ricompensate. In breve tempo tutti i funzionari in Arabia che ebbero legami con la famiglia dei Severi acquisirono dignità di alto livello nel governo imperiale; a seguire le gentes di origine siriaca, provenienti dalle grandi metropoli come Antiochia, Berytus, Emesa e Heliopolis, con stretti contatti con la società araba inserita presso la corte imperiale trassero i maggiori vantaggi.
L’imperatore Elagabalo (218-222) conferì a Petra lo statuto onorifico di colonia, pari onore concesso a Bosra dal successore Severo Alessandro (222-235); benché la prima fra le due grandi città rimase l’unica ad essere riconosciuta come metropolis, soltanto con l’impero di Filippo l’Arabo (244-249) si raggiunse l’effettiva pari titolatura onorifica per i due siti.
Tuttavia fu specialmente sul finire del secolo III che in Arabia si verificarono le maggiori trasformazioni nell’assetto territoriale, infatti la riforma amministrativa e militare dioclezianea implicò un’espansione ulteriore verso nord, parimenti ritirando il confine a sud, a vantaggio della Palaestina che incluse nella sua amministrazione una città come Petra 6. Lo scopo principale di una simile riorganizzazione mirava al potenziamento della frontiera orientale della provincia, il limes Arabicus direttamente esposto alle incursioni dal deserto, che fu protetto da molti castra fortificati.
Come nella quasi totalità dei casi, l’organizzazione ecclesiastica si modellò su quella amministrativa, Bosra fu la sede metropolitica, sotto la giurisdizione del patriarcato di Antiochia; tra la metà del secolo V e la metà del seguente aumentò notevolmente il numero delle sedi vescovili, come documentano gli atti dei sinodi e dei concilî provinciali. Nella provincia di Arabia in epoca giustinianea operarono quattro vescovi, residenti rispettivamente in Philadelphia, Esbous, Gerasa e Madaba, tutti dipendenti da Bosra.
Dal punto di vista politico-militare invece la gestione delle popolazioni tribali situate oltre il limes Arabicus rappresentò una risorsa fin dal periodo tardo imperiale, giacché gli Arabi foederati spesso affiancarono l’esercito romano contro le mire espansionistiche persiane. Giustiniano (527-565) conferì a Aretas, filarca dei Ghassanidi, il titolo di “Re di tutti gli Arabi”, affidandogli incarichi di perlustrazione della steppa dal sud fino alla Mesopotamia (Proc. Bella I 17,45-48).
1 Il regno nabateo fu vassallo di Roma dal 63 a.C., quando le forze militari di Pompeo avanzarono nel territorio e lo condussero sotto il controllo romano; i Nabatei si allearono ai Romani concedendo propri uomini per rinfoltire le milizie romane su altri fronti.
2 Lo storiografo bitinico precisò anche il nome del legatus Augusti Syriae che guidò i soldati nell’invasione e successiva sottomissione del regno nabateo, ovvero Cornelius Palma. Tra il 106 e il 111 il territorio fece momentaneamente parte della provincia di Syria già istituita e fu incaricato della sua amministrazione il governatore di quest’ultima provincia.
3 Si veda all’interno della prosopografia la scheda di Marcus Iulius Maximus.
4 Tra i tracciati più rilevanti, attestati anche nella documentazione cartografica tardo antica e documentati dal rinvenimento di numerosi miliari, si segnalano Gerasa-Pella-Scythopolis e Philadelphia-Neapolis-Caesarea Palaestinae.
5La presenza costante romana in tutto il secolo II è attestata anche dai resti di edifici religiosi dedicati agli imperatori Marco Aurelio (161-180) e Lucio Vero (161-169) oltre che da iscrizioni onorifiche per governatori romani. La prosperità dell’Arabia in epoca post-adrianea è documentata anche da maestosi edifici costruiti a Gerasa e Bosra.
6 Alla metà del secolo IV risale la divisione della Palaestina in Palaestina e Palaestina Salutaris (Lib. ep. 334,3), cui seguì agli inizi del secolo succesivo la divisione in Palaestina I, II, III (CTh. VII,4,304, XVI,8,29). La Palaestina Tertia inclusa la parte meridionale tolta all’Arabia e nel secolo VI la capitale della provincia così costituitasi divenne Petra (Georg. Cypr., pp. 1043-1044).