Possediamo anche un’altra lettera dell’epistolario di Plinius nella quale traspare la stretta familiarità tra i due uomini e si esplicita la presenza anche della moglie e di un figlio di Calpurnius Macer: Bene est mihi, quia tibi bene est. Habes uxorem tecum, habes filium; frueris mari, fontibus, viridibus, agro, villa amoenissima. (Plin. Epist. libri V, 18).
Appare evidente anche la disponibilità terriera e di beni dei due illustri personaggi comensi.
Sempre grazie alla corrispondenza di Plinius apprendiamo altri particolari riguardo alla sua carriera, giacché in almeno due epistole destinate all’imperatore Traiano (98-117) menzionò l’amico definendolo clarissimus vir, ovvero senatore. Lo stesso Calpurnius fu citato in primis dall’imperatore a Plinius, in occasione di una precisa richiesta di quest’ultimo durante il suo governo in Bithynia: Traianus Plinio S. […] Poteris a Calpurnio Macro petere libratorem, et ego hinc aliquem tibi peritum eiusmodi operum mittam. (Plin. Epist. libri X, 42).
Plinius, dopo aver ispezionato la situazione anche urbanistica delle città della provincia a lui affidata, ebbe la necessità di numerosi tecnici per effettuare interventi edilizi di riqualificazione, nell’epistola suddetta si accennò infatti a un librator, livellatore, letteralmente misuratore dei livelli, una figura specializzata di cui dovrebbe disporre Calpurnius Macer secondo l’enunciato dell’imperatore.
Plinius colse l’occasione per ribadire la richiesta in seguito e, nell’occasione, si riferì a Calpurnius come clarissimus vir: Ego interim Calpurnio Macro, clarissimo viro, auctore te scripsi ut libratorem quam maxime idoneum mitteret. (Plin. Epist. libri X, 61,5). Pronta la replica di Traiano: Calpurnium Macrum credo facturum ut te libratore instruat, neque provinciae istae his artificibus carent. (Plin. Epist. libri X, 62).
In un’ultima circostanza Plinius scrisse di nuovo all’imperatore, ringraziando per il fatto che Calpurnius Macer avesse inviato un centurione legionario a Byzantium (od. Istanbul): Providentissime, domine, fecisti quod praecepisti Calpurnio Macro, clarissimo viro, ut legionarium centurionem Byzantium mitteret. (Plin. Epist. libri X, 77,1).
L’incarico di Calpurnius Macer non fu mai esplicitato nella corrispondenza, ma è evidente che la sua disponibilità a fornire tecnici e, da ultimo, ma ancor più significativo, un centurione legionario, consente di immaginare che si tratti di un ruolo e responsabilità pari a quella esercitata da Plinius, quindi il titolo di governatore. Probabilmente non in una provincia troppo distante dalla Bithynia amministrata da Plinius.
La più completa è una tavola scoperta circa una trentina di chilometri a nord ovest rispetto all’antica cittadina di Troesmis (in od. Dobrudja, in Romania), sito principale della regione denominata Scythia minor, amministrativamente inclusa nella provincia della Moesia inferior dal principato augusteo fino alla riforma provinciale dioclezianea della fine del secolo III.
Sulla tavola, oggi perduta ma della quale ci è pervenuta una trascrizione, fu riportata in latino la seguente iscrizione: Imp(eratori) Caes(ari) div(i) [Nervae] | fil(io) Nervae Traiano | Augusto Ger[m(anico)] Dacico | pont(ifici) max(imo) [tri]b(unicia) pot(estate) XVI | imp(eratori) VI co(n)s(uli) VI p(atri) p(atriae) | P(ublio) Calpurnio Macro Cau/lio Rufo leg(ato) Aug(usti) pro p[r(aetore)] | [— (CIL III, 777).
Il titolo onorifico riportò anche il formulario onomastico completo, Publius Calpurnius Macer Caulius Rufus, e permise una datazione al 112, sulla base della titolatura completa dell’imperatore Traiano, del quale si ricordarono espressamente tutti gli epiteti corrispondenti alle sue campagne militari vittoriose.
Molto più a sud, nella stessa provincia ma direttamente sulla sponda nord occidentale del mar Nero, presso l’antico sito di Tomis (od. Cumpăna, in Romania), fu trovata un’altra epigrafe in stato ormai assai frammentario, forse dedicata a una figlia di Calpurnius Macer: —](?) | [—]liae | [—]mae | Calpurn(i) | Macri | Rufi ANIA|[—]TA(?) [— (CIL III, 12496)1.
Si presume che l’epigrafe fosse databile allo stesso periodo di quella precedentemente considerata.
Dalla stessa regione pervennero due diplomi militari, uno quasi completamente mutilo, del quale si leggono unicamente quattro lettere —] P(ublio) Ca[lpurni]o [— (CIL III, p. 1974); l’altro invece un frammento più consistente da una tavola, recante il seguente testo ricostruito: [Imp(erator) Caesar divi Nervae f(ilius) Nerva Traianus Aug(ustus), | Germanicus, Dacicus, pontif(ex) max(imus), tribunic(ia) potestat(e) [—], | imp(erator) V]I, co(n)s(ul) [VI, p(ater) p(atriae)], | [equitibus et peditibus qui] militave[runt in alis [—] et cohortibus] | novem [quae appelantur [—] et I Ves]pasian[a Dardanorum et [—] et II | Hi]span[orum Aravacorum et [—] et sunt in Moesia Inferiore sub | Pompeio Falcone ? quinis et vicenis] p[l]uribusque [stipendiis emeritis | dimissi]s honesta [missione per Calpurnium Ma]crum quo[rum nomina | subscripta sun]t ipsis l[iberis posterisque eorum civitat]em ded[it et | conubium cum uxoribus qu]as tu[nc habuissent cum est civitas iis data | aut si qui caelibes essent cum iis quas postea duxissent dumtaxat singuli | singulas]. (AÉ 2008, 1721).
Il diploma riferì di una concessione di cittadinanza dell’imperatore Traiano, stipulata entro il 112, in favore delle unità dell’esercito stanziato in Moesia inferior; ancora si fece riferimento a Calpurnius Macer, certo in qualità di legatus nella provincia tra gli anni 110 e 1122, molto probabilmente indicato come predecessore di Pompeius Falco, legatus anch’egli nel 116-117.
1 Gli editori dell’epigrafe proposero anche la lettura: Calpurni Macri Rufiani, che ricondurrebbe al nominativo Calpurnius Macer Rufianus, forse un figlio di Calpurnius Macer Rufus (PIR² II C 274, p. 54), tuttavia quanto in nostro possesso non sembra sufficiente a dimostrarlo.
2 Cfr. B.E. Thomasson, Laterculi praesidum, vol. I, Goteburg 1972, p. 72, n. 20.
Index nominum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Publius Calpurnius Macer Caulius Rufus (Calpurnius Macer) |
CIL III, 777, III, 12496, III, p. 1974; AÉ 2008, 1721; Plin. Epist. libri V, 18, VI, 24, X, 42, 61,5, 62, 77,1; |
Nerva (divus) | CIL III, 777; AÉ 2008, 1721; |
Caius Plinius | Plin. Epist. libri V, 18, VI, 24, X, 42, 61,5, 62, 77,1; |
Pompeius Falco | AÉ 2008, 1721; |
Nerva Traianus (Imp., Aug., dom., pont. max., pater patriae) |
CIL III, 777; AÉ 2008, 1721; Plin. Epist. libri X, 42, 61,5, 62, 77,1. |
Index geographicus
Byzantium | Plin. Epist. libri X, 77,1; |
Dacicus (<Dacia) | CIL III, 777; AÉ 2008, 1721; |
Germanicus (<Germania) | Ivi; |
Larius (lacus) | Plin. Epist. libri VI, 24; |
Moesia inferior | AÉ 2008, 1721. |
Index notabilium
ager | Plin. Epist. libri V, 18; |
artifex | Id. X, 62; |
auctor | Id. X, 61,5; |
centurio legionarius | Id. X, 77,1; |
civitas | AÉ 2008, 1721; |
clarissimus vir | Plin. Epist. libri X, 61,5, 77,1; |
cohors I Vespasiana Dardanorum et II Hispanorum Aravacorum | AÉ 2008, 1721; |
eques et pedites | Ivi; |
filia ?/ filius | Plin. Epist. libri V, 18; CIL III, 777; CIL III, 12496; AÉ 2008, 1721; |
fons | Plin. Epist. libri V, 18; |
legatus Augusti pro praetore | CIL III, 777; |
librator | Plin. Epist. libri X, 42, 61,5, 62; |
maris | Plin. Epist. libri V, 18; |
missio | AÉ 2008, 1721; |
peritus | Plin. Epist. libri X, 42; |
provincia | Id. X, 62; |
stipendium | AÉ 2008, 1721; |
uxor | Plin. Epist. libri V, 18; AÉ 2008, 1721; |
villa | Plin. Epist. libri V, 18; |
viridis | Ivi. |
Sherwin-White 1966 ꞊ Adrian Nicholas Sherwin-White, The Letters of Pliny: a historical and social commentary, Oxford 1966, pp. 524-771.
Thomasson 1972 ꞊ Bengt E. Thomasson, Laterculi praesidum, vol. I, Goteburg 1972, p. 72, n. 20.