Durante il periodo ellenistico il momento di massimo splendore fu raggiunto quando sovrano dell’Epirus fu Pirro (306-300, 298-272 a.C.), che è noto per il tentativo fallito di espansione ai danni dei Romani. Nel 229 a.C., con la morte dell’ultimo erede di Pirro, il nipote Tolemeo, la famiglia si estinse e fu stabilita una forma repubblicana di governo che durò fino a quando i Romani conquistarono la Macedonia nel 168 a.C., a quel punto il senato romano promise all’esercito e a Lucius Aemilius Paullus 1, il comandante, di prendere come bottino tutto quanto trovassero nelle settanta cittadine presidiate dell’Epirus, intimando di rendere schiavi tutti coloro che sostennero l’avversario, Perseo (Liv. XLV, 34).
Seguì un lungo periodo di desolazione per il territorio, fino a quando Ottaviano (27 a.C.-14 d.C.), dopo la vittoria nella battaglia di Actium nel 31 a.C., quattro anni dopo, proprio per commemorare il trionfo, decise di fondare Nicopolis, una grande città costiera che fu da subito scelta come centro principale dell’Epirus e che tale rimase per l’intero periodo romano. Il territorio dell’Epirus fu incluso per la sua parte settentrionale nella provincia di Macedonia, per quella meridionale nella provincia di Achaia, coprendo un’estensione maggiore rispetto all’Epirus greco di epoca ellenistica, giacché comprendente anche la regione dell’Acarnania.
L’Epirus costruì la sua fortuna economica allora su almeno tre colonie portuali: Nicopolis appunto, Buthrôton (od. Butrint, in Albania) e Oricum. All’Epirus appartennero inoltre le isole ioniche di Corcyra (od. Corfù) a nord e di Zacynthus (od. Zacinto) a sud, fondamentali punti di approdo nella navigazione verso la penisola italica e lungo la costa.
Durante l’impero di Traiano (98-117), tra il 103 e il 114, l’Epirus divenne una provincia autonoma, separata da Macedonia e Achaia (Ptol. III 13,14.1-2), governata da un procurator Augusti.
Nulla mutò nel corso dei secoli imperiali fino a che la riforma territoriale dioclezianea non implicò una bipartizione della provincia: la sezione pianeggiante posta nella parte settentrionale inclusa nella Macedonia andò a costituire un’altra provincia indipendente, denominata Epirus Nova 2, gravitante intorno al centro urbano di Dyrrachium/Dyrrhachium (od. Durazzo, capitale dell’Albania), la restante parte meridionale divenna l’Epirus Vetus, entro cui rimase come centro governativo principale Nicopolis. Entrambe le province furono incluse nella ripartizione politico-amministrativa ed ecclesiastica della dioecesis Moesiarum.
L’impero di Giuliano (361-363) comportò una condizione particolarmente favorevole per le due province, la loro popolazione fu esonerata dagli obblighi fiscali e la città di Nicopolis, che si trovava in difficili condizioni economiche, poté risollevarsi (Pan. XI, 9).
Nel 369 la strutturazione territoriale in diocesi cambiò nuovamente, si costituirono una dioecesis Macedoniae e una dioecesis Daciae, Epirus Nova e Vetus furono inserite nella prima, sotto la giurisdizione del praefectus praetorio per Illyricum (Hier. Synekd. 638,1-657,9).
Non avvennero sostanziali modifiche nei due secoli seguenti, tuttavia Giustiniano I (527-565) decise di intraprendere un’ampia opera di fortificazione dell’Epirus, in conseguenza della situazione di continua minaccia di invasione di popolazioni straniere nell’Illyricum (Proc. Aed. VI, 4,33).
Nel tardo secolo VI tuttavia le due province furono in più occasioni percorse dagli Slavi che fecero numerose razzie, alcune città non furono mai più ricostruite.
La storia ecclesiastica dell’Epirus dal punto di vista organizzativo ricalcò ovviamente il modello politico-amministrativo di articolazione del territorio, comunque le evidenze architettoniche dimostrarono una precoce diffusione del cristianesimo nella provincia.
1 PIR² I A 391, pp. 66 s.
2 Il primo probabile governatore dell’Epirus Nova, noto per documentazione epigrafica (CIL III, 7320), fu Flavius Hyginius (PLRE I, s.v. Fl. Hyginius 4, pp. 446,1104), attivo tra il 324 e il 337.
3 Procopius, nella sua opera dedicata all’attività edilizia promossa dall’imperatore Giustiniano I in buona parte del territorio imperiale, enumerò la costruzione o restauro di cinquantanove fortezze nell’Epirus Nova, trentasei nell’Epirus Vetus.
ToposText (Aikaterini Laskaridis Foundation)
Idai (Deutsches Archäologisches Institut)
Vici (Archaeological Atlas of Antiquity)