In alcuni frammenti di Fasti consolari, su tavole in marmo rinvenute rispettivamente presso la località S. Maria in Potenza in Porto Recanati (Mc) e presso Ostia (od. Ostia antica, Roma), conservati nei locali depositi o magazzini della Soprintendenza, si individuò fra gli altri il nome dei consoli suffetti dell’anno 115: M(arcus) Pomp[eius Macrinus, T(itus) Vibius Varus (AÉ 1949, 23)/ [K(alendis) Sept(embribus) M(arcus) Pompeius Mac]rinu[s, T(itus)] Vibius [Varus] (AÉ 2005, 299).
Un’altra attestazione dell’incarico si potè recuperare grazie alla scoperta di un diploma militare mutilo, dal quale possiamo desumere soltanto il formulario onomastico e il periodo storico: [a. d. —] k(alendas) Dec[embres Vi]bio Va[ro co(n)s(ule)] (CIL XVI, 172).
Si riuscì a ipotizzare una ricostruzione di parte dello stemma familiare grazie a un titolo onorario, posto probabilmente alla base di una statua, che fu trovato a Brixia (od. Brescia) presso Torre d’Ercole. Nell’iscrizione il collegium centonariorum, ovvero probabilmente i pompieri, posero una dedica a Baebia Nigrina, ricordata come Titi Vivi Vari consularis sororis filia (CIL V, 4324).
L’epigrafe fu datata a un periodo approssimativamente intercorso tra il 134 e il 150; è possibile quindi che lo zio fosse Titus Vibius Varus, omonimo del protagonista di questa scheda, ma console ordinario quasi un ventennio dopo, con buona probabilità il figlio del Titus Vibius Varus che si sta considerando2.
1 Cfr. G. Alföldy, Senatores aus Norditalien. Regiones IX, X, und XI, in AA. VV., Epigrafia e ordine senatorio (EOS I), vol. II: Tituli, Roma 1982, p. 347; sull’importanza dei Vibi Varii in e per Brixia: G.L. Gregori, Brescia Romana. Ricerche di prosopografia e storia sociale, vol. II. Analisi dei documenti, Roma 1999, p. 120; S. Mollo, La mobilità sociale a Brescia romana, Milano 2000, p. 163.
2 Un’ipotesi dello stemma familiare fu presentata in PIR² VIII/2, p. 311.
Nel piccolissimo villaggio di Lappa (od. Argyroupolis, Creta), ormai più di un secolo fa, fu scoperto un frammento di iscrizione in latino, già allora in pessime condizioni di conservazione e oggi perduto.
Tutto ciò che ci fu trasmesso sono le due righe seguenti:[—]o Caesare A[ugusto —] | [—] T(ito) Vibio V[aro proconsule provinciae]. (ICret. II, 16,33, p. 209).
Non è stato possibile datare l’epigrafe, ma il confronto con gli elenchi di proconsoli già in nostro possesso e la comparazione con attestazioni simili convinsero l’esperto studioso Werner Eck a ritenere che Titus Vibius Varus svolse il suo incarico durante l’impero traianeo (98-117), probabilmente prima di ottenere il consolato1.
1 Cfr. W. Eck, Jahres-und Provinzialfasten der Senatorischen Statthalter von 69/70 bis 138/139, in “Chiron” 13 (1983), p. 192.
Index nominum – Index rerum notabilium
Index nominum
Baebia Nigrina | CIL V, 4324; |
Marcus Pompeius Macrinus | AÉ 1949, 23; AÉ 2005, 299; |
Titus Vibius Varus (1) | ICret. II, 16,33, p. 209; AÉ 1949, 23; AÉ 2005, 299; |
Titus Vibius Varus (2) | CIL V, 4324 |
Index notabilium
collegium centonariorum | CIL V, 4324; |
consularis | Ivi; |
filia | Ivi; |
proconsul provinciae | ICret. II, 16,33, p. 209; |
soror | CIL V, 4324; |
titulum | Ivi. |
Eck 1983 = Werner Eck, Jahres-und Provinzialfasten der Senatorischen Statthalter von 69/70 bis 138/139, in “Chiron” 13 (1983), p. 192.
Gregori 1999 = G.L. Gregori, Brescia Romana. Ricerche di prosopografia e storia sociale, vol. II. Analisi dei documenti, Roma 1999, p. 120.
Mollo 2000 = Silvia Mollo, La mobilità sociale a Brescia romana, Milano 2000, p. 163.