Presumibilmente Eusebius fu reclutato fra gli schiavi eunuchi di origine barbara, dalla Persia, dall’Armenia o dalle regioni caucasiche, che sempre più entrarono a far parte dei funzionari al servizio della corte imperiale costantinopolitana3.
Certamente egli intrecciò una fitta rete di conoscenze in contesto orientale; Ammianus Marcellinus, coeva testimonianza antiochena, accennò alla disputa tra il suo superiore, il magister equitum Ursicinus, ed Eusebius, perché il ciambellano avrebbe voluto che gli fosse ceduta un’abitazione del funzionario in Antiochia:
[…] Hac autem assentandi nimia foeditate, mercari complures nitebantur Eusebi favorem, cubiculi tunc praepositi, apud quem (si vere dici debeat) multa Constantius posuit, ante dicti magistri equitum salutem acriter impugnantis ratione bifaria, quod omnium solus nec opes eius augebat, ut ceteri, et domo sua non cederet Antiochiae, quam molestissime flagitabat (Amm. XVIII 4,3)4.
Eusebius operò per incrementare le proprie ricchezze e i possessi specialmente in ambito orientale, poiché probabilmente percepì sempre quel territorio come propria patria.
Egli intervenne molto nella politica religiosa di Costanzo II; fin dall’imperio del predecessore simpatizzò per gli ariani5. Nel 359 l’imperatore convocò due concilî per favorire l’affermazione della dottrina ariana, uno a fine maggio nella pars Occidentis presso Ariminum, che avrebbe riunito i vescovi occidentali, e l’altro a fine settembre nella pars Orientis presso Seleucia ad Calycadnum.
Sozomenus raccontò con precisione come si svolsero gli eventi, nel primo caso Costanzo II si avvalse della presenza dei vescovi filo-ariani Eudoxius, Acacius, Ursacius e Valens 6 per far prevalere la dottrina ariana; nel secondo caso trovò tra i maggiori sostenitori della causa l’influente servitore, Eusebius: Συνέπραττον δὲ αὐτοῖς ταῦτα Εὐσέβιος ὁ τοῦ βασιλείου οἴκου προεστὼς εὐνοῦχος, Εὐδοξίῳ ἐπιτήδειος ὢν καὶ ἄλλως ὁμόδοξος, καὶ πολλοὶ τῶν ἐν δυνάμει χάριν αὐτῷ Εὐσεβίῳ φέροντες (Soz. IV 16,22)7.
1 Eusebius si trovava già alla corte dell’imperatore Costantino I (306-337), come è raccontato in Phot. Bibl. 258, quando si ricordò la morte dell’imperatore nel trentunesimo anno di impero e la sua consegna del testamento a un prelato filo-ariano che, invece di recapitarlo all’omonimo figlio del regnante morente, Costantino, lo pose nelle mani di Costanzo II, favorendo gli eunuchi già presenti a corte, primo fra tutti Eusebius, che contribuì a diffondere l’eresia tra gli altri eunuchi a palazzo e l’imperatrice stessa: Τριακοστὸς δὲ τότε ἠνύετο ἔτος τῆς Κωνσταντίνου βασιλείας ‧ ἑξήκοντα δὲ ἐπίσκοποι τὴν ἐν Τύρῳ σύνοδον ἐπλήρουν […] Οἱ δὲ περὶ Εὐσέβιον παρείσδυσιν διὰ τοῦ πρεσβυτέρου πρὸς Κωνστάντιον λαβόντες, Εὐσέβιον τε τὸν πραιπόσιτον καὶ δι᾽αὐτοῦ τοὺς ἄλλους εὐνούχους καὶ δὴ καὶ τὴν βασιλίδα τῆς αἱρέσεως παρασκευάζουσιν ἐραστάς – cfr. anche Phot. Bibl. 256 (Συνέτρεχον δὲ τῇ προδοσίᾳ Εὐσέβιός τε ὁ δυσσεβὴς πραιπόσιτος καὶ ἄλλοι τινὲς καὶ τῆς ἀνδρογύνου φύσεως συνθιασῶται). Durante il concilio di Tyrus, svoltosi nell’anno 335 (trentesimo anno dell’impero di Costantino I), si riunirono sessanta vescovi dal consolare Dionysius, per giudicare le posizioni del vescovo Atanasio di Alexandreia, contrario all’arianesimo. Il concilio fu presieduto dal noto storiografo ecclesiastico Eusebius, vescovo di Caesarea in Palaestina. Nel frammento di Fozio sopra citato, il primo Eusebius menzionato fu dunque Eusebius episcopus Caesariensis, mentre il secondo, già definito praepositus nel momento in cui il testamento di Costantino I fu consegnato contro l’ultima volontà dell’imperatore morente a Costanzo II, fu l’eunuco Eusebius raccontato in questa scheda.
2 Anche in Socr. II 2,3-6 si legge riguardo alla consegna del testamento a Costanzo II e lo storiografo sottolineò l’influenza che l’eunuco Eusebius, capo dei cubicularii al servizio dell’imperatore, riuscì ad avere anche sullo stesso Costanzo II: Τὴν διαθήκην ὁ πρεσβύτερος κατὰ τὰ ἐνταλθέντα παρὰ τοῦ κατοιχομένου βασιλέως προσφέρει Κωνσταντίῳ τῷ τοῦ βασιλέως θίῷ. […] Ἦν δὲ ἐν τῷ χρόνῳ τούτῳ πρωτότυπος τῶν κοιτώνων τοῦ βασιλέως εὐνοῦχος, ᾧ ὅνομα ἦν Εὐσέβιος ‧ τοῦτον ὁ πρεσβύτερος συνθέσθαι τῇ Ἀρείου δόξῃ συνέπεισεν. Ἐκ δὲ τούτου καὶ οἱ λοιποὶ τῶν εὐνούχων τὰ αὐτὰ φρονεῖν ἀνεπείθοντο […]. Ancor più dettagliato quanto si può leggere in Soz. III 1,4 nel quale si specificò che Eusebius, parteggiando per le tesi del predicatore Arius, riuscì ad ottenere il favore della moglie dell’imperatore Costanzo II, Eusebia, e dei principali dignitari di palazzo: […] τῶν ἐν δυνάμει θαλαμηπόλων εὐνούχων συνύθης ἐγένετο ‧ προειστήκει δὲ τότε τῆς βασιλικῆς οἰκίας Εὐσέβιος ὃς ἐπαινέτης τῆς Ἀρείου δόξης γενόμενος ὁμόφρονας ἑαυτῷ τὴν βασιλίδα καὶ πολλοὺς τῶν περὶ τὰ βασίλεια κατεστήσατο.
3 Cfr. P. Guyot, Eunuchen als Sklaven und Freigelassene in der griechisch-römischen Antike, Stoccarda 1980, 69-91; S. Tougher, The Eunuch in Byzantine History and Society, New York 2008, 7-53.
4 La rivalità tra il magister equitum et peditum e il praepositus sacri cubiculi fu ripresa da Ammianus anche in un’altra occasione, quando ricordò che Ursicinus divenne oggetto di calunnie e quindi giudicato erroneamente dall’imperatore; coloro che erano preposti ad indagare sulla veridicità delle accuse non lo fecero, piuttosto considerarono elementi inconsistenti, nel timore di opporsi alle volontà di Eusebius: Quae dum ita geruntur, post Amidae oppugnationem Ursicinum ad commilitium principis ut peditum magistrum reversum, obtrectatores excipiunt […] Quibus apertas probabilesque refutantibus causas, veritisque ne offenderetur Eusebius, cubiculi tunc praepositus […] a veritate detorti, inania quaedam, longeque a negotio distantia, scrutabantur (Amm. XX 2,1.3).
5 In Pall. hist. Laus. 63 Eusebius fu presentato come il maggiore coordinatore delle congiure ariane contro Atanasio: Ὅτε οὖν συνέβη τοὺς Ἀρειανοὺς συσκευάσασθαι τὸν μακάριον Ἀθανάσιον τὸν ἐπίσκοπον Ἀλεξανδρείας δι’ Εὐσεβίου τοῦ πραιποσίτου ἐπὶ Κωνσταντίου τοῦ βασιλέως […].
6 ODC, s.vv. Acacius/Eudoxius/ Ursacius/ Valens, pp. 8/571/1670/1675.
7 Eusebius fu presentato come uno dei principali fautori del processo di arianizzazione dell’intero entourage della corte imperiale anche in testimonianze tardo bizantine: οὐ γὰρ τῇ πατρικῇ εὐσεβείᾳ ἐστοίχησεν, ἀλλὰ προσέθετο τοῖς ἀρειανίζουσι, σπουδῇ τοῦ τῶν βασιλικῶν εὐνούχων πρωτεύοντος Εὐσεβίου […] (Zon. 13 11).
Eusebius si trovò peraltro a fianco dell’imperatore anche quando il pontefice lo raggiunse a Mediolanum, per un incontro in cui Liberio I intese difendere la dottrina propugnata da Atanasio; si trova brevissimo cenno tra le parole di Theodoretus Cyrensis che riferì l’intero dialogo, dopo un intervento del pontefice che sostenne il fatto che il vescovo alessandrino venne condannato al concilio di Tyrus dopo che già si era ritirato dal consesso di coloro che lo giudicarono, Eusebius intervenne duramente ribadendo che Atanasio in realtà fu dichiarato estraneo alla fede cattolica già al sinodo di Nicaea nel 325: Εὐσέβιος ὁ εὐνοῦχος εἶπεν ‧ «Ἐν τῇ συνόδῳ τῇ κατὰ Νίκαιαν ἀλλότριος τῆς καθολικῆς πίστεως ἀπεδείχθη» (Theod. Cyr. hist. eccl. II 16,9)1.
Eusebius, a seguito dell’incontro e della decisione imperiale di esiliare papa Liberio I, fu tra coloro che inviarono addirittura denaro2 al pontefice, di nuovo Theodorethus riferì in merito: […] Ἐκβάντος δὲ Λιβερίου ὁ βασιλεὺς ἀπέστειλεν πεντακοσίους ὁλοκοτίνους […] Εὐσέβιος ὁ εὐνοῦχος προσφέρει αὐτῷ ἑτέρους (Theod. Cyr. hist. eccl. II 16,28).
Sempre nell’anno 354, Eusebius fu coinvolto anche negli intrighi di corte riguardanti l’amministrazione del potere imperiale, Costanzo II convocò a Mediolanum Gallo3 (351-354) per liberarsi di lui, tra coloro che spinsero all’immediatezza di questa sua decisione ci fu anche lo stesso Eusebius:
Ubi curarum abiectis ponderibus aliis, tamquam nodum et obicem difficillimum, Caesarem convellere nisu valido cogitabat […] eundem placuerat Gallum, ut auxilio destitutus, sine ullo interiret obstaculo. Huic sententiae versabilium adulatorum refragantibus globis, inter quos erat Arbitio, ad insidiandum acer et flagrans, et Eusebius tunc praepositus cubiculi effusior et nocendum (Amm. XIV 11,1-2) 4.
Eusebius fece in modo che non fosse conosciuto un decreto imperiale di revoca dell’esecuzione di Gallo e quest’ultimo venne ucciso, come la fonte tardo bizantina Zonaras riferì: καὶ ὁ μᾶλλον εὐνοῦχος Εὐσέβιος, τὴν τοῦ πραιποσίτου διέπων ἀρχὴν καὶ μεγάλα παρὰ τῷ Κωνσταντίῳ δυνάμενος, μὴ πρότερον ἀπαγγεῖλαι τοῖς τὸν Γάλλον ἐνταλθεῖσι κτανεῖν […] (Zon. 13 9).
Il ciambellano presenziò alla morte di Costanzo II, avvenuta nel 361 a Mobsucrenae nell’antica provincia di Cilicia, come raccontò un testimone d’eccellenza, lo storiografo Ammianus:
Post quae, supremis cum gemitu conclamatis, excitisque lamentis et luctu, deliberabant locum obtinentes in aula regia primum, quid agerent quidve moliri deberent: paucisque occulte super eligendo imperatore temptatis, incitante (ut ferebatur) Eusebio, quem noxarum conscientia stimulabat […] (Amm. XXI 15,4).
La morte dell’imperatore di cui fu il principale consigliere significò anche la condanna di Eusebius, che infatti fu condannato e ucciso in Chalcedon nello stesso anno: Eusebium super his, cui erat Constantiani thalami cura commissa, alte spirantem et dirum, addixere iudices poenae letali […] (Amm. XXII 3,12)5.
1 Si veda anche Theod. Cyr. hist. eccl. II 16,15, dove è riportata un’esclamazione severa di Eusebius nei confronti del pontefice: Εὐσέβιος εὐνοῦχος εἶπεν ‧ «Τὸν βασιλέα ἡμῶν Ναβουχοδονόσορ ἐποίησας». Il confronto con il sovrano biblico Nabucodònosor II servì a evocare presumibilmente l’abilità del condottiero, ma parimenti la sua perfidia.
2 In altra occasione Eusebius fu protagonista di transazioni economiche per conto dell’imperatore, anche in contesto civile: Verum navata est opera diligens, hocque dilato, Eusebius praepositus cubiculi missus est Cabyllona, aurum secum perferens, quo per turbulentos seditionum concitores occultius distributo, et tumor consenuit militum, et salus est in tuto locata praefecti (Amm. XIV 10,5).
3 PLRE I, s.v. Fl. Claudius Constantius Gallus 4, pp. 224 s.
4 Cfr. anche Philost. IV 1: Εὐσέβιόν τε καὶ τοὺς σύν αὐτῷ τῆς περὶ τὸν ἀδελφὸν παρανομίας δίκην εἰσεπράξατο; ancor più esplicito, benché nemmeno indichi Eusebius per nome, Iul. Imp. ad Athen. 272D: ἀλλ’ εἰς χάριν ἑνὸς ἀνδρογύνου, τοῦ κατακοιμιστοῦ, καὶ προσέτι τοῦ τῶν μαγείρων ἐπιτρόπου τὸν ἀνεψιόν, τὸν καίσαρα, τὸν τῆς ἀδελφῆς ἄνδρα γενόμενου […]. L’imperatore Giuliano in un altro passo dell’epistola fece riferimento indiretto a Eusebius, definendolo un esecrabile eunuco: ὁ θειοῖς ἀνδρόγυνος, ὁ πίστὸς αὐτοῦ κατακοιμιστής […] (Iul. Imp. ad Athen. 274A); l’uso ripetuto del dispregiativo κατακοιμιστής, ovvero cameriere, è indicativo del sentimento dell’imperatore Giuliano nei confronti di Eusebius (anche μιαρός ἀνδρόγυνος, abominevole ermafrodito: Iul. Imp. ep. 4). Nemmeno il retore antiocheno Libanius lo nominò, se non per il suo ruolo e lo definì il maggiore responsabile della morte di Gallo: ὁ δ’ἄνευ τοῦ τὸν Κωνστάντιον δεδουλῶσθαι δοῦλος αὐτὸς ὢν καὶ τὸ τοῦδε δεινότερον, εὐνοῦχος, αἰτιώτατος ἐγεγόνει τῷ Γάλλῳ τῆς ὠμοτάτης τελευτῆς (Lib. Or. XVIII, 152 – cfr. anche Lib. Or. LXII, 9). Ammianus si soffermò sull’intero percorso di Gallo prima di essere condannato, presso Pola lo raggiunsero anche Eusebius e altri funzionari perché riferisse a loro precise informazioni di quanto da lui compiuto nella pars Orientis: accurrit Eusebius, cubiculi tunc praepositus, Pentadiusque notarius, et Mallobaudes armaturarum tribunus, iussu imperatoris compulsuri eum singillatim docere, quam ob causam quemque apud Antiochiam necatorum iusserat trucidari (Amm. XIV 11,21), parimenti fu ascoltato il seguito di Gallo: Ad quos audiendos Arbetio missus est et Eusebio, cubiculi tunc praepositus, ambo inconsideratae iactantiae, iniusti pariter et cruenti (Amm. XV 3,2).
5 Si legga anche quanto descritto in Zon. 13 12: Εὐσέβιον δὲ τὸν εὐνοῦχον, ὡς τὸν φόνον τοῦ ἀδελφοῦ αὐτοῦ Γάλλου κατεργασάμενον, ἔκτεινε, καὶ τοὺς ἄλλους πάντα εὐνούχους τοῦ παλατίου ἐξήλασε, che associò la condanna di Eusebius a una vendetta del neo-imperatore Giuliano (361-363) per conto del defunto fratello Gallo, in ripresa di tutta la tradizione precedente: Pass. Artem. 21: Καὶ αὐτίκα Εὐσέβιον μὲν τὸν πραιπόσιτον τῆς κεφαλῆς ἀφαιρεῖται, διότι τὴν ἀρχὴν τε ἐφαίνετο ἐκ τῶν ἑαυτοῦ διαβολῶν τὸν ἅπαντα τῷ Γάλλῳ φόνον συγκερασάμενος […]; Socr. III 1,46: καὶ πρωτοτύπος Εὐσεβίου τὰς ἁρπαγὰς ἀχθομένους ἐφεύρισκεν, 1,49: Εὐσέβιον δὲ τὸν προεστῶτα τοῦ βασιλικοῦ κοιτῶνος ἐζημίωσεν θανάτῳ, οὐ μόνον διὰ τὸ πολλοὺς ἠδικῆσθαι ὑπ’αὐτοῦ, ἀλλ’ὄτι καὶ Γάλλον τὸν ἀδελφὸν αὐτοῦ ἀνῃρῆσθαι ἐκ τῆς ἐκείνου διαβολῆς ἐπυνθάνετο; Soz. V 5,8: Εὐσέβιον δὲ τὸν μείζονα τῆς βασιλικῆς αὐλῆς θανάτῳ ἐζημίωσε.
Index nominum – Index rerum sacrarum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Arbitius | Amm. XIV 11,2; |
Ἄρειος | Socr. II, 2,6; Soz. III, 1,4; |
Ἀθανάσιος (μακάριος) (episc.) | Pall. hist. Laus. 63; |
Κωνσταντῖνος | Phot. Bibl. 258; |
Constantius (Constantianus thalamus)/ Κωνστάντιος | Socr. II, 2,3; Amm. XVIII 4,3, XXII 3,12; Lib. Or. XVIII, 152; Pall. hist. Laus. 63; Phot. Bibl. 258; Zon. 13, 9; |
Εὐδοξίος | Soz. IV, 16,22; |
Eusebius / Εὐσέβιος | Athan. hist. arian. 35,4; Socr. II, 2, 5.6, III, 1, 46,49; Soz. III, 1,4, IV, 16,22, V, 5,8; Theod. Cyr. hist. eccl. II, 16, 9,15,28; Philost. IV,1; Amm. XIV 10,5, 11,2,21, XV 3,2, XVIII 4,3, XX 2,3, XXI 15,4, XXII 3,12; Iul. Imp. ad Athen. 272D, 274A, ep. 4; Lib. Or. XVIII,152, LXII,9, Pall. hist. Laus. 63; Pass. Artem. 15,21; Phot. Bibl. 256,258; Zon. 13, 9,11,12; |
Gallus (Caesar) / Γάλλος (Καῖσαρ) | Socr. III, 1,49; Amm. XIV 11,1; Lib. Or. XVIII,152; Pass. Artem. 21; Zon. 13, 9,12; |
Λιβέριος | Athan. hist. arian. 35,4; Theod. Cyr. hist. eccl. II, 16,28; |
Mallobaudes | Amm. XIV 11,21; |
Ναβουχοδονόσορ | Theod. Cyr. hist. eccl. II, 16,15; |
Pentadius | Amm. XIV 11,21; |
Ursicinus | Id. XX, 2,1.3. |
Index rerum sacrarum
δόξα | Socr. II, 2,5; Soz. III, 1,4; |
ἐπίσκοπος | Pall. hist. Laus. 63; Phot. Bibl. 258; |
αἵρεσις | Phot. Bibl. 258; |
καθολικὴ πίστις | Theod. Cyr. hist. eccl. II, 16, 9; |
πρεσβύτερος | Socr. II, 2,3-6; Phot. Bibl. 258; |
σύνοδος | Phot. Bibl. 258. |
Index geographicus
Ἀλεξάνδρεια | Pall. hist. Laus. 63; |
Amida | Amm. XX 2,1; |
Antiochia | Id. XVIII 4,3; |
Cabyllona | Id. XIV 10,5; |
Νίκαια | Theod. Cyr. hist. eccl. II, 16, 9. |
Index rerum notabilium
ἀδελφός / ἀδελφή | Socr. III, 1,49; Philost. IV,1; Iul. Imp. ad Athen. 272D; Zon. 13,12; |
adulator | Amm. XIV 11,2; |
ἀνήρ | Iul. Imp. ad Athen. 272D; |
ἀρχή | Pass. Artem. 21; Zon. 13, 9; |
aurum | Amm. XIV 10,5; |
auxilium | Id. XIV, 11,1; |
βασίλεια | Soz. III, 1,4; Theod. Cyr. hist. eccl. II, 16,15; |
βασιλεύς/ imperator, princeps | Athan. hist. arian. 35,4; Socr. II, 2,3-4; Theod. Cyr. hist. eccl. II, 16,28; Amm. XIV 11,21, XX 2,3; Pall. hist. Laus. 63; |
βασιλικὴ οἰκία, αὐλή / aula regia | Soz. III, 1,4, V, 5,8; Amm. XXI 15,4; |
βασιλίς | Soz. III, 1,4; Phot. Bibl. 258; |
κατακοιμιστής | Iul. Imp. ad Athen. 272D, 274A; |
κεφαλή | Pass. Artem. 21; |
κοιτών / (cubiculum) | Socr. II, 2,3, III, 1,46; |
commilitio | Amm. XX 2,1; |
conscientia | Id. XXI 15,4; |
cura | Id. XIV 11,1, XXII 3,12; |
διαβολή | Socr. II, 2,3, III, 1,46; Pass. Artem. 21; |
διαθήκη | Socr. II, 2,3; |
δίκη | Philost. IV,1; |
domus | Amm. XVIII 4,3; |
δῶρον | Athan. hist. arian. 35,4; |
δοῦλος | Lib. Or. XVIII, 152; |
δύναμις | Soz. III, 1,4; |
εὐνοῦχος (βασιλικός), ἀνδρόγυνος, θαλαμηπόλος, σπάδων | Socr. II, 2, 5; Soz. IV, 16,22; Theod. Cyr. hist. eccl. II, 16, 9,15,28; Iul. Imp. ad Athen. 272D, 274A, ep. 4; Lib. Or. XVIII,152, LXII,9; Phot. Bibl. 256,258; Zon. 13, 9,11,12; |
favor | Amm. XVIII 4,3; |
foeditas | Ivi; |
γράμμα | Athan. hist. arian. 35,4; |
ἅρπαξ | Socr. III, 1,46; |
ὁλοκότινος | Theod. Cyr. hist. eccl. II, 16,28; |
iactantia | Amm. XV 3,2; |
iudex | Id. XXII 3,12; |
magister equitum, peditum | Id. XVIII 4,3, XX, 2,1; |
miles | Id. XIV 10,5; |
notarius | Id. XIV 11,21; |
oppugnatio | Amm. XX 2,1; |
παλάτιον | Zon. 13, 12; |
παρανομία | Philost. IV,1; |
φόνος | Pass. Artem. 21; Zon. 13,12; |
poena letalis | Amm. XXI 3,12; |
πραιπόσιτος, τοῦ βασιλείου οἴκου προεστώς / praepositus cubiculi | Socr. III, 1,49; Soz. IV, 16,22; Amm. XIV 10,5, 11,2,21, XV 3,2, XVIII 4,3, XX 2,3; Pall. hist. Laus. 63; Pass. Artem. 21; Phot. Bibl. 256,258; Zon. 13, 9; |
πρωτότυπος | Socr. II, 2,5, III, 1,46; |
ratio | Amm. XVIII 4,3; |
salus | Id. XIV 10,5, XVIII 4,3, |
seditio | Id. XIV 10,5; |
sententia | Id. XIV 11,2; |
thalamus | Id. XXII 3,12; |
θάνατος, τελευτή | Socr. III, 1,46,49, Soz. V, 5,8; Lib. Or. XVIII, 152; |
tumor | Amm. XIV 10,5; |
veritas | Id. XX 2,3. |
Dunlap 1924 = James Eugene Dunlap, The office of the grand chamberlain in the later Roman and Byzantine empires, in A.E.R. Boak, J.E. Dunlap (eds.), Two Studies in Later Roman and Byzantine Administration, New York-Londra 1924, 260-270.
Schlinkert 1996 = Dirk Schlinkert, Ordo senatorius und nobilitas. Die Konstitution des Senatsadels in der Spätantike. Appendix. Praepositus sacri cubiculi, Stoccarda 1996, 237 s., 251-261.
Tougher 2008 = Shaun Tougher, The Eunuch in Byzantine History and Society. Appendix 2, New York 2008, 10, 21, 36 s., 39, 42, 44, 79, 96, 100, 145.