La posizione del patriarca fu fortemente negativa, ma inquadrabile nell’aspra contesa tra cristiani ortodossi e ariani che dilaniò in modo crescente soprattutto l’Oriens immediatamente a sèguito del primo concilio ecumenico di Nicaea (325) (od. Iznik, in Turchia), nel quale si discusse in particolare riguardo alla natura del Figlio e al suo rapporto con il Padre, sostenendo l’identità delle due nature. Athanasius fu tra i maggiori oppositori alla diffusione dell’arianesimo.
Altresì Auxentius fu ritenuto tra i primi seguaci del presbitero originario di Baucalis (una frazione dell’antica Alexandria), Arius (256-336), che affermò come unica sostanza divina, ingenerata, quella del Padre, mentre il Figlio sarebbe stato creato dal Padre come intermediario tra sé e gli uomini2.
Il contesto alessandrino non fu ignoto infatti a Auxentius, che cominciò ad esercitare come presbyter proprio in Alexandria durante l’episcopato del vescovo ariano cappadoce Gregorius, tra il 339 e il 345. A riguardo riferirono con precisione Hilarius, vescovo di Pictavium (od. Poitiers, in Francia), nella sua opera dall’esplicativo titolo Liber contra Arianos vel Auxentium Mediolanensem, e parimenti Atanasio nella sua Epistula ad Afros3.
1 C. Alzati, Un cappadoce in Occidente durante le dispute trinitarie del IV secolo. Aussenzio di Milano, in F. Conca, I. Gualandri, G. Lozza (a c. di), Politica, cultura e religione nell’Impero romano (secoli IV-VI) tra Oriente e Occidente. Atti del Secondo Convegno dell’Associazione di Studi Tardoantichi, Napoli 1993, p. 74 suggerì come miglior resa dell’uso di Athanasius del termine φιλοπράγμων in questa circostanza la perifrasi “uomo di regime”, che ben si conface ad Auxentius.
2 Cfr. ODC, s.v. Arianism, pp. 99 s.; LThK I, s.v. Arianismus, coll. 842-8; DAPC, s.v. Arianesimo, coll. 503-12 (M. Simonetti); Jedin II/1, pp. 18-35. In realtà Auxentius ritenne che fosse incongruo definirlo “ariano”, piuttosto rimase coerente alla formazione antinicena diffusa nel proprio territorio d’origine, la Cappadocia – cfr. C. Alzati, Un cappadoce in Occidente durante le dispute trinitarie del IV secolo. Op. cit., pp. 73 s.
3 Hilar. Pict. contra Aux. 7.8: Placet omnibus Auxentium haec ipsa profiteri frequenter: qui ut ipsum scriberet, est coactus. […] Negat quoque se scire Arium: cum in Alexandria in Ariana ecclesia, cui Gregorius praeerat, presbyter esse coepisset. Athan. ep. ad Afros 10: […] περὶ τοῦ Αὐξεντίου τοῦ ἐπελθόντος τῇ ἐν Μεδιολάνῳ ἐκκλησίᾳ, διηγούμενοι τὰ κατ᾽αὐτόν· ὅτι τε οὐ μόνον τῆς Ἀρειανῆς αἱρέσεώς ἐστι κοινωνὸς, ἀλλὰ καὶ ὑπεύθυνος ἐστι πολλοῖς κακοῖς, πράξας ταῦτα μετὰ Γρηγορίου τοῦ κοινωνοῦ τῆς ἀσεβείας αὐτοῦ […].
Almeno così raccontò il già menzionato vescovo Hilarius in una sua invettiva contro l’imperatore1 e parimenti confermò la versione colui che diverrà il principale avversario del neo-eletto, l’allora giovanissimo Ambrosius, futuro successore al soglio episcopale (374-397): Eo enim tempore quo impiae infidelitatis Auxentius Mediolanensem Ecclesiam armis exercituque occupaverat […] (Ambr. de spir. sancto 3,10.59).
L’opposizione di Atanasio, che si espresse anche in seno a quest’elezione (Athan. hist. arian. 75), fu supportata non soltanto da Hilarius o Ambrosius, ma da numerosi vescovi delle Chiese nord-occidentali, senza tralasciare il contributo di figure più periferiche, ma particolarmente incisive nel sostenere la polemica, quale Lucifer episcopus Calaritanus: Quomodo negare poteris, cum sanctissimus Dionysium Mediolanensium episcopum, qui iam tibi falsa adserenti credens damnaverat Athanasium, cur Arrianus esse noluerit, miseris ad exilium? Aut si non est Auxentius, quem loco illius tu temerarius ac pestilentia ordinasti […] (Lucif. Calarit. de Athan. 2,8).
Infatti di fronte alla crescente disapprovazione di ampia parte del clero, inclusa quella del pontefice romano Liberio (352-366), l’imperatore decretò il loro esilio e fra coloro che furono cacciati nel mese di dicembre dell’anno 3562 vi fu anche l’allora vescovo di Mediolanum, Dionysius (349-356). Una narrazione lineare degli eventi fu composta dallo storiografo ecclesiastico coevo Sulpicius Severus: Interea Mediolanum convenitur, ubi tum aderat imperator […] Igitur lecta in ecclesia epistola populus aversatus. Dionysius, qui non esset assensus, urbe pellitur, statimque eius in locum episcopus subrogatur. Liberius quoque urbis Romae et Hilarius Pictavorum episcopi dantur exilio (Sulp. Sev. chron. 2,39,3.4)3.
Un altro storiografo della Chiesa, ma di parte orientale, Theodoretus episcopus Cyrensis, diede parola allo stesso Liberio che amaramente constatò che la maggior parte dei religiosi fu costretta a sottoscrivere la decisione imperiale, spinti dal timore o indotti per frode, in caso contrario esiliati: Ταῦτα μὲν οὖν, οἱ μὲν δείσαντες, οἱ δὲ φενακισθέντες, συνέγραψαν ‧ οἱ δὲ συνθέσθαι μὴ βουληθέντες, εἰς τὰς τῆς οἰκουμένης ἐσχατιὰς ἐξεπέμφθησαν (Theod. Cyr. hist. eccl. 2,16.28).
In merito alla divisione che sorse nella Chiesa a sèguito del concilio del 355, si espresse in maniera ancor più netta un altro storiografo ecclesiastico orientale del secolo IV, Sozomenus, che descrisse la diversa reazione degli esponenti del clero occidentale e orientale, i primi più coesi nell’adesione a quanto stabilito nel sinodo ecumenico di Nicaea del 325, gli altri più frammentati. Tuttavia Sozomenus precisò che due vescovi delle Pannoniae, Ursacius e Valens, insieme a Auxentius, episcopus Mediolanensis, insistettero nel tentativo di diffondere la professione di fede di Arius: Εἰ γὰρ καὶ τὸ τῇδε ὑπήκοον πρὸς τὴν Ἀρείου δόξαν μετάγειν ἐσπούδαζον, Αὐξέντιος ὁ Μεδιόλανου ἐπίσκοπος γενόμενος, καὶ Οὐάλης καὶ Οὐρσάκιος οἱ ἐκ Παννονίων, οὐ δήπου κατὰ γνώμην αὐτοῖς ἡ σπουδὴ προὐχώρει […] (Soz. 3,13.3).
Quando fu deciso l’esilio di Dionysius il vescovo di Mediolanum probabilmente era già Auxentius, giacché già nei primi mesi dell’anno 356, se si presta fede alla testimonianza del pontefice Liberio, allora convocato presso la corte dell’imperatore, Auxentius fu nominato in qualità di coepiscopus: scire autem per vos volo etiam fratres et coepiscopos nostros Epictetum et Auxentium pacem me et communionem ecclesiasticam cum ipsis habere (Hilar. Pict. frg. hist. B, VII,10,2).
Soltanto tre anni dopo tuttavia, nel maggio del 359, Auxentius fu convocato dallo stesso imperatore presso Ariminum, per un nuovo concilio che annoverò la presenza di seicento vescovi di Chiese occidentali (Hilar. Pict. contra Aux. 13: Auxentius haereticus appellatus. “Ego quidem, piissimi Imperatores, aestimo non oportere sexcentorum episcoporum […]), allo scopo di mettere fine alle divisioni interne riguardo alla professione di fede. Testimoniarono in merito i frammenti dell’opera storica del vescovo Hilarius già più volte ricordato, fra i quali si apprende dell’epistola agli episcopi riuniti in concilio da parte di Costanzo II, il giorno 27 maggio 359: Incipit exemplum epistolae Constantii imperatoris ad episcopos Italos, qui in Ariminensi concilio convenerat (datae die 27 maii, an. 359) (Hilar. Pict. frg. hist. A, VII, 1) e anche delle intenzioni del consesso: Iubente Deo ex praecepto pietatis tuae credimus fuisse dispositum, ut ad Ariminensium locum ex diversiis provinciis Occidentalium episcopi veniremus, ut fides claresceret omnibus Ecclesiis catholicis, et haeretici noscerentur (Hilar. Pict. frg. hist. A, VIII, 1).
Al concilio di Ariminum fu presente anche Auxentius, Atanasio ricordò infatti i nomi dei vescovi ariani giunti per il sinodo: εἰς ταύτην ἀνῆλθον καὶ Γερμίνιος καὶ Αὐξέντιος καὶ Οὐάλης καὶ Οὐρσάκιος Δημόφιλός τε καὶ Γάιος (Athan. de syn. 8).
Durante il concilio uno dei termini chiave attorno ai quali si discusse fu il riferimento alla sostanza (οὐσία) del Padre e del Figlio, Atanasio di fronte al tentativo di soppressione di qualsiasi riferimento alla stessa da parte degli ariani richiamò il credo niceno: Πιστεύομεν […] καὶ εἰς ἕνα μονογενῆ υἱὸν τοῦ θεοῦ, τὸν […] καὶ πρὸ πάσης καταληπτῆς οὐσίας γεγεννημένον, ἀπαθῶς ἐκ τοῦ θεοῦ […] 4 e riferì la decisione di deporre i vescovi che non avessero accolto tale credo, fra i quali Auxentius: τῇ μὲν ἐν Νικαίᾳ γενομένῃ συνόδῳ συνεψηφίσαντο πάντες καὶ ταύτῃ πάντες ἔκριναν ἀρκεῖσθαι, τοῦς δὲ προειρημένους Οὐρσάκιον καὶ Οὐάλεντα Γερμίνιον Αὐξέντιον Γάιον Δημόφιλον ἀπέφηναν καὶ καθελόντες αὐτοὺς […] 5 (Athan. de syn. 8.9). I frammenti di Hilarius permisero una datazione dell’evento al giorno 21 luglio dell’anno 359: Eusebio et Ypatio consulibus. XII Kalendae Augusti (Hilar. Pict. frg. hist. A, IX, 3).
Certamente nel 360, quando si svolse un ulteriore concilio presso Parisea civitas 6 (od. Parigi) per l’adozione della formula di homoousios affermata a Nicaea 7, Auxentius non partecipò in quanto scomunicato, come recitarono gli atti del concilio stesso: Auxentium et Ursacium et Valentem, Gaium, Megasium et Iustinum excommunicatos habemus […] (Hilar. Pict. frg. hist. A, I,4).
In seguito alla decisione del concilio, di nuovo secondo testimonianza di Hilarius, Auxentius si rivolse agli imperatori Valentiniano I (364-375) e Valente (364-378), oltre che al quaestor e magister officiorum di corte, in presenza di altri vescovi, per difendere la sua fede: Beatissimis et gloriosissimis imperatoribus Valentiniano et Valenti Augustis, Auxentius episcopus ecclesiae catholicae Mediolanensium […] (Hilar. Pict. contra Aux. 13); […] quibus e rex permotus; audiri nos a Quaestore et Magistro […] (Hilar. Pict. contra Aux. 7).
Nell’occasione fu chiesto ad Auxentius di mettere per scritto la propria confessione nel Christus Deus verus, ma egli si rifiutò: scripto eludit fidem quam confessus erat (Hilar. Pict. contra Aux. 8) e precisò di non aver mai conosciuto Arius e di fondare le proprie convinzioni sullo studio delle Sacre Scritture: Exposui amicis pietatis vestrae meam confessionem, primum satisfaciens, quia numquam scivi Arium, non vidi oculis, non cognovi eius doctrinam: sed ex infantia, quemadmodum doctus sum, sicut accepi de sanctis Scripturis, credidi […] (Hilar. Pict. contra Aux. 14).
Riepilogò nuovamente l’intera questione Atanasio nel 369, quando scrisse l’epistola ad Afros episcopos e sottolineò di nuovo la sorpresa di tutti i convenuti ai numerosi concili di fronte alla persistenza degli Ariani, che per i loro scritti furono allontanati e scomunicati: καὶ ἐθαύμασάν τε τοὺς ὑπογράψαντας, ὅτι, εἰ καί τι περιελέλειπτο παρ᾽αὐτοῖς ἐκ τῆς ῥίζης τῶν Ἀρειανῶν ἄνω φύουσα πικρία, Αὐξέντιόν φαμεν καὶ Οὐρσάκιον, καὶ Οὐάλεντα καὶ τοὺς τὰ αὐτὰ φρονοῦντας αὐτοῖς, διὰ τῶν γραμμάτων τούτων ἐξεκόπησαν καὶ ἀπελείφθησαν; così infatti avvenne ad Ariminum: εἰς τὴν Ἀρίμηνον, ὡς Οὐρσάκιος καὶ Οὐάλης, Εὐδόξιος καὶ Αὐξέντιος, […] παρῃτήσαντο (Athan. ep. ad Afros 1,3). Nello stesso periodo, comunque prima del 3738, fu convocato un sinodo a Roma da papa Damaso (366-384), vòlta a dirimere in modo definitivo il dibattito relativo alla professione di fede di Auxentius e in quella circostanza fu nuovamente accusato, in particolare furono i vescovi dalle Venetiae e dalle Galliae a denunciare il suo operato eretico: Damasus Valerianus Vitalianus Aufidius Paeanius Victor Priscus Innocentius Abundantius Theudulus et ceteri qui ad audiendam causam Auxentii exponendamque fidem in urbe Roma convenerunt, episcopis catholicis per Orientem constitutis in domino salutem. […] ex Gallorum atque Venetensium fratrum relatione conperimus […] denique Auxentium Mediolanensem hac praecipue causa damnatum esse prescribunt. (Damas. ep. 1).
A conclusione del sinodo fu dunque stabilita una nuova scomunica di Auxentius e fu affidata la missiva sinodale9 di conferma di adesione al credo niceno a Sabinus, diaconus Mediolanensis, inviato presso le Chiese orientali per l’unione delle stesse: Ego Sabinus diaconus Mediolanensis legatus de authentico dedi. (Damas. ep. 1).
Il vescovo di Brixia Gaudentius (390-410/411), ricordando il predecessore Philastrius (379-387) che fu acerrimo oppositore dell’arianesimo e predicò contro Auxentius in Mediolanum, descrisse le pene corporali subìte da Philastrius proprio a fronte della sua attività anti-ariana e menzionò tra i fautori della perfidia ariana il vescovo Mediolanensis, predecessore di Ambrosius (374-397): […] Arrianam perfidiam tanto fidei vigore pugnavit, ut etiam verberibus subderetur et in corpore suo stigmata domini nostri Iesu Christi portaret. Nam et in Mediolanensi urbe idoneus olim custos dominici gregis fuit Arriano repugnans Auxentio, priusquam beatus eligeretur Ambrosius. (Gaud. Brix. tract. 21,6-7).
Auxentius, nonostante l’ennesima scomunica pronunciata da ultimo nel sinodo romano, morì mentre era ancora detentore della dignità episcopale, così narrò Paulinus Mediolanensis, agiografo di Ambrosius: Per idem tempus, mortuo Auxentio arrianae perfidiae episcopo, qui Dionysio beatae memoriae confessore ad exilium destinato incubabat ecclesiam, cum populus ad seditionem surgeret […] (Paul. Med. vita Ambr. 6)10.
Le cronache dei coevi teologi Hieronymus e Prosper Tyro registrarono la transizione del titolo episcopale da Auxentius ad Ambrosius, nel primo caso ab anno 374 (Hier. chron. a. 374), nell’altro ab anno 375 (Prosp. s.a. 375), in questo modo: Post Auxentii seram mortem, Mediolani Ambrosio episcopo constituto, omnis ad fidem rectam Italia convertitur.
1 Hilar. Pict. contra Const. 11.
2 La data si desume dall’assunzione in carica di un nuovo pontefice ariano, Felix II (356-365), il giorno 6 dicembre 356.
3 Lo stesso Sulpicius Severus presentò Auxentius come promotore e capo degli Ariani, a sua volta persecutore di Martinus, futuro episcopo di Caesarodunum (od. Tours), trovatosi in Mediolanum tra il 357-359: […] Mediolani sibi monasterium statuit. Ibi quoque eum Auxentius, auctor et princeps Arianorum, gravissime insectatus est […] (Sulp. Sev. vita Mart. 6,4). Auxentius cacciò Martinus da Mediolanum, come narrato in Sozomenus: καὶ εἰς Μεδιόλανον ἐλθὼν, καθ᾽ἑαυτὸν διέτριβεν. Ὑπεχώρησέ τε ἕνθεν, ἐπιβουλευόμενος παρὰ Αὐξεντίου τοῦ ἐπισκόπου, οὐδὲ αὐτοῦ ὑγιῶς ἔχοντος περὶ τὴν πίστιν τῶν ἑν Νικαίᾳ συνελθόντων. (Soz. 3,14,39).
4 Di nuovo Atanasio e gli altri principali storici ecclesiastici coevi testimoniarono analogamente in merito (Athan. ep. ad Afros 3; Hilar. contra Aux. 5; Socr. 2,37.50 richiamò lo stesso Athanasius; Soz. 4,17; Theod. Cyr. hist. eccl. 2,19.7,23.4.). Quanto diffuso da Auxentius e gli altri è definito un “insegnamento contenente una moltitudine di dottrine eretiche” (Athan. de syn. 10: […] Γερμίνιον Αὐξέντιον καὶ Γάιον τοὺς τὴν ἔριν καὶ διχοστασίαν ἐμποιοῦντας, ὧν ἡ διδασκαλία μία μὲν οὖσα πᾶν πλῆθος βλασφημιῶν ὑπερβέβηκεν).
5 Come testimoniato anche negli atti contro il teologo monofisita Eutyches, condannato come eretico nel 448: […] denique Auxentium Mediolanensem hac de causa condemnatum scribunt, et rationabile igitur est omnibus episcopis competit, qui per orbem terrarum hoc nomen profitentur, expellere eos qui de diversis disciplinis catholicam fidem nituntur evertere (Gesta contra Eutych. Coll. Novar. 10).
6 Denominazione secondo l’uso in Hilar. Pict. frg. hist. A, I, proprio del latino tardo; generalmente la cittadina fu denominata Lutetia Parisiorum nelle fonti.
7 ODC, s.v. Homoousion, p. 786: Termine elaborato durante la sinodo di Nicaea ad affermazione della divinità insita nel rapporto tra il Padre e il Figlio.
8 La datazione esatta del concilio è tuttora dibattuta, gli studiosi della Chiesa formularono ipotesi per ogni anno incluso nell’intervallo tra il 368 e il 372. Sicuramente il sinodo si riunì prima della morte di Atanasio, avvenuta nel 373 e prima della legazione di Sabinus che avvenne verosimilmente nel 372. Cfr. Ch. Pietri, Roma Christiana, I, Roma 1976, p. 734, n. 3.
9 La lettera è riportata testualmente anche in Theod. Cyr. hist. eccl. 2, 22.2.
10 Vedasi anche Socr. 4,30; Soz. 6,24; Theod. Cyr. 4,6.5-7. L’atmosfera concitata entra la quale avvenne l’elezione di Ambrosius a vescovo di Mediolanum, causata anche dal fatto che alla morte di Auxentius non vi fu un immediato successore fu precisata in Pall. Rat. frgg. 140: Et quamvis Auxenti ita meministi […] qui sine successore decessit. Anche lo storiografo ecclesiastico Rufinus si soffermò sulle divisioni interne al clero mediolanense alla morte di Auxentius: Interea defuncto apud Mediolanium Auxentio haereticorum episcopo utriusque partis populi diversis studiis ferebantur. Dissensio gravis et periculosa seditio urbi propriae maturum parabat exitium […] (Ruf. hist. eccl. 11,11).
Index nominum – Index rerum sacrarum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Abundantius | Damas. ep. 1; |
Ambrosius | Gaud. Brix. tract. 21,7; Paul. Med. vita Ambr. 6; Hier. chron. a. 374; Prosp. s.a. 375; |
Arius / Ἀρείος | Hilar. Pict. contra Aux. 8,14; |
Athanasius | Lucif. Calarit. de Athan. 2,8; |
Aufidius | Damas. ep. 1; |
Auxentius / Αὐξέντιος | Hilar. Pict. contra Aux. 7,13, . frgg. hist. A, I,4, B, VII,10,2; Ambr. de spir. sancto 3,10.59; Lucif. Calarit. de Athan. 2,8; Damas. ep. 1; Gaud. Brix. tract. 21,7; Paul. Med. vita Ambr. 6; Hier. chron. a. 374; Prosp. s.a. 375; Pall. Rat. frgg. 140; Ruf. hist. eccl. 11,11; Athan. de syn. 8-10, ep. ad Afros 1,3; Soz. 3,13.3; |
Constantius (imp.) | Hilar. Pict. frg. hist. A, VII, 1; |
Damasus | Damas. ep. 1; |
Δημόφιλος | Athan. de syn. 8.9; |
Dionysius | Lucif. Calarit. de Athan. 2,8; Sulp. Sev. chron. 2,39,4; Paul. Med. vita Ambr. 6; |
Epictetus | Hilar. Pict. frg. hist. B, VII,10,2; |
Εὐδόξιος | Athan. ep. ad Afros 3; |
Eusebius | Hilar. Pict. frg. hist. A, IX, 3; |
Gaius / Γάιος | Hilar. Pict. frg. hist. A, I,4; Athan. de syn. 8-10; |
Γερμίνιος | Ivi; |
Gregorius / Γρηγορίος | Hilar. Pict. contra Aux. 8; Athan. ep. ad Afros 10; |
Hilarius | Sulp. Sev. chron. 2,39,4; |
Ιnnocentius | Damas. ep. 1; |
Ypatius | Hilar. Pict. frg. hist. A, IX, 3; |
Iustinus | Id. frg. hist. A, I,4; |
Liberius | Sulp. Sev. chron. 2,39,4; |
Megasius | Hilar. Pict. frg. hist. A, I,4; |
Paeanius | Damas. ep. 1; |
Priscus | Ivi; |
Sabinus | Ivi; |
Theudulus | Ivi; |
Οὐρσάκιος | Athan. de syn. 8.9, ep. ad Afros 1,3; Soz. 3,13.3; |
Valens (Aug.) | Hilar. Pict. contra Aux. 13; |
Οὐάλης | Athan. de syn. 8, ep. ad Afros 1,3; Soz. 3,13.3; |
Valentinianus (Aug.) | Hilar. Pict. contra Aux. 13; |
Valerianus | Damas. ep. 1; |
Victor | Ivi; |
Vitalianus | Ivi. |
Index rerum sacrarum
Ariana ecclesia | Hilar. Pict. contra Aux. 8; |
Arianus/Arrianus | Sulp. Sev. vita Mart. 6,4; Lucif. Calarit. de Athan. 2,8; Gaud. Brix. tract. 21,7; Paul. Med. vita Ambr. 6; |
catholica fides | Gesta contra Eutych. Coll. Novar. 10; |
catholicae ecclesiae | Hilar. Pict. contra Aux. 13; |
catholici episcopi | Damas. ep. 1; |
coepiscopus | Hilar. Pict. frg. hist. B, VII,10,2; |
communio ecclesiastica | Ivi; |
concilium | Hilar. Pict. frg. hist. A, VII, 1; |
confessio | Id. contra Aux. 14; |
confessor | Paul. Med. vita Ambr. 6; |
custos dominici gregis | Gaud. Brix. tract. 21,7; |
Deus / Θεός | Hilar. Pict. frg. hist. A, VIII, 1; Athan. de syn. 8; |
diaconus | Damas. ep. 1; |
διδασκαλία | Athan. de syn. 10; |
doctrina | Hilar. Pict. contra Aux. 14; |
ecclesia / ἐκκλησία | Ambr. de spir. sancto 3,10.59; Sulp. Sev. chron. 2,39,3.4; Paul. Med. vita Ambr. 6; Athan. ep. ad Afros 10; |
episcopus / ἐπίσκοπος | Hilar. Pict. contra Aux. 14, frgg. hist. A, VII, 1, VIII, 1; Sulp. Sev. chron. 2,39,3.4; Paul. Med. vita Ambr. 6; Gesta contra Eutych. Coll. Novar. 10; Hier. chron. a. 374; Prosp. s.a. 375; Ruf. hist. eccl. 11,11; Soz. 3,13.3; |
excommunicati | Hilar. Pict. frg. hist. A, I,4; |
frater | Hilar. Pict. frg. hist. B, VII,10,2; Damas. ep. 1; |
haereticus | Hilar. Pict. contra Aux. 13, frg. hist. A, VIII, 1; Ruf. hist. eccl. 11,11; |
Iesus Christus | Gaud. Brix. tract. 21,6; |
monasterium | Sulp. Sev. vita Mart. 6,4; |
οἰκουμένη | Theod. Cyr. hist. eccl. 2,16.28; |
pietas | Hilar. Pict. contra Aux. 14, frg. hist. A, VIII, 1; |
πίστις | Soz. 3,14,39; |
sanctae Scripturae | Hilar. Pict. contra Aux. 14; |
σύνοδος | Athan. de syn. 9; |
Υἱός | Id. de syn. 8. |
Index geographicus
Alexandria | Hilar. Pict. contra Aux. 8; |
Ariminenses (<Ariminum / Ἀρίμηνον) | Hilar. Pict. frg. hist. A, VII, 1, VIII, 1; Athan. ep. ad Afros 3; |
Καππαδοκία | Athan. hist. arian. 75; |
Galli (< Galliae) | Damas. ep. 1; |
Itali, Italia | Hilar. Pict. frg. hist. A, VII, 1; Hier. chron. a. 374; Prosp. s.a. 375; |
Mediolanenses, Mediolanum / Μεδιόλανον | Hilar. Pict. contra Aux. 13; Ambr. de spir. sancto 3,10.59; Lucif. Calarit. de Athan. 2,8; Sulp. Sev. chron. 2,39,3.4, vita Mart. 6,4; Damas. ep. 1; Gesta contra Eutych. Coll. Novar. 10; Gaud. Brix. tract. 21,7; Hier. chron. a. 374; Prosp. s.a. 375; Ruf. hist. eccl. 11,11; Athan. hist. arian. 75; Soz. 3,13.3, 14,39; |
Νικαία | Athan. de syn. 9; Soz. 3,14,39; |
Occidentali episcopi | Hilar. Pict. frg. hist. A, VIII, 1; |
Oriens | Damas. ep. 1; |
Παννονία | Soz. 3,13.3; |
Pictavi (<Pictava) | Sulp. Sev. chron. 2,39,3.4; |
Roma | Sulp. Sev. chron. 2,39,3.4; Damas. ep. 1; |
Venetenses (<Venetiae) | Damas. ep. 1. |
Index rerum notabilium
consuli | Hilar. Pict. frg. hist. A, IX, 3; |
dissensio / διχοστασία | Ruf. hist. eccl. 11,11; Athan. de syn. 10; |
epistola | Hilar. Pict. frg. hist. A, VII, 1; Sulp. Sev. chron. 2,39,3.4; |
exilium | Lucif. Calarit. de Athan. 2,8; Sulp. Sev. chron. 2,39,3.4; Paul. Med. vita Ambr. 6; |
γνώμη | Soz. 3,13.3; |
γράμμα | Athan. ep. ad Afros 1; |
Imperator | Hilar. Pict. contra Aux. 13, frg. hist. A, VII, 1; |
legatus | Damas. ep. 1; |
magister (officiorum) | Hilar. Pict. contra Aux. 7; |
mors | Hier. chron. a. 374; Prosp. s.a. 375; |
οὐσία | Athan. de syn. 8; |
pax | Hilar. Pict. frg. hist. B, VII,10,2; |
populus | Sulp. Sev. chron. 2,39,3.4; Paul. Med. vita Ambr. 6; Ruf. hist. eccl. 11,11; |
quaestor | Hilar. Pict. contra Aux. 7; |
relatio | Damas. ep. 1; |
seditio / ἔρις | Paul. Med. vita Ambr. 6; Ruf. hist. eccl. 11,11; Athan. de syn. 10; |
successor | Pall. Rat. frgg. 140; |
urbs | Sulp. Sev. chron. 2,39,3.4; Damas. ep. 1; Gaud. Brix. tract. 21,6; Ruf. hist. eccl. 11,11. |
Duval 1988 = Yves Marie Duval, L’extirpation de l’arianisme en Italie du Nord et en Occident: Rimini (359-360) et Aquilée (381), Hilaire de Poitiers (367/8) et Ambroise de Milan (397), Aldershot 1988.
Pietri 1976 ꞊ Charles Pietri, Roma christiana: recherches sur l’église de Rome, son organisation, sa politique, son idéologie de Miltiade à Sixte III (311-440), vol. I, Roma 1976.
Simonetti 1975 = Manlio Simonetti, La crisi ariana nel IV secolo, Roma 1975.