Scriptor
Libanius scrisse ad Ammianus per complimentarsi per l’ottima ricezione della sua opera nell’antica capitale dell’Impero, ricordando che l’onore tributato non sarebbe ricaduto soltanto sullo storiografo, ma anche sull’intero luogo natìo, con chiaro riferimento alla concittadinanza: Μαρκελλίνῳ. ἀκούω δὲ τὴν Ῥώμην αὐτὴν στεφανοῦν σοι τὸν πόνον καὶ κεῖσθαι ψῆφον αὐτῇ τῶν μέν σε κεκρατηκέναι, τῶν δὲ οὐχ ἡττῆσθαι. ταυτὶ δὲ οὐ τὸν συγγραφέα κοσμεῖ μόνον, ἀλλὰ καὶ ἡμᾶς, ὧν ἐστιν ὁ συγγραφεύς […] τοιοῦτον γὰρ πολίτης εὐδοκιμῶν‧ κοσμεῖ τοῖς αὑτοῦ τὴν πόλιν τὴν ἑαυτοῦ (Lib. ep. 1063,3-4).
L’affermazione “οὐ τὸν συγγραφέα κοσμεῖ μόνον, ἀλλὰ καὶ ἡμᾶς, ὧν ἐστιν ὁ συγγραφεύς”, ovvero “onora non soltanto lo storiografo, ma anche noi, ai quali lo scrittore appartiene”, con enfasi posta sul genitivo di pertinenza posto in chiusura di frase, esprimendo peraltro una forma di possesso forte e mai altrimenti attestata nell’opera libaniana5, non lascia adito a dubbi: Ammianus fu antiocheno come Libanius 6.
Lo stesso Ammianus peraltro nella stesura delle ultime righe della propria opera si dichiarò haec ut miles quondam et Graecus (Amm. XXXI 16,9), ex-soldato e per origine, cultura, greco; a ribadire probabilmente la sua provenienza da un contesto ellenistico e l’intenzione di rimanere nel solco di una precisa tradizione culturale7.
Egli utilizzò il latino per redigere le sue Res gestae grazie alla propria educazione bilingue, forse proprio la sua origine antiochena lo favorì in questo senso, giacché Antiochia fu spesso base scelta dall’imperatore Costanzo II (337-361) per missioni contro i Persiani e di conseguenza in essa transitarono molti contingenti militari e burocrati parlanti latino8; parimenti non è escludibile che già la famiglia di Ammianus fosse interamente bilingue9.
La scelta d’uso della lingua latina per comporre la propria opera sembra coerente al pubblico al quale Ammianus avrebbe probabilmente voluto rivolgersi, ovvero senatori e alti funzionari, burocrati10, ma anche e forse in massima parte fu dovuta alla concezione universalistica dell’Impero propria di Ammianus, per il quale qualsiasi riferimento all’Impero Romano fu spesso accompagnato dal possessivo “noster”.
Lo storiografo espresse più volte parole di elogio per Antiochia nelle sue Res gestae, la definì Orientis apex pulcher (Amm. XXII 9,14), splendido gioiello dell’Oriente, ma ricordò anche con accorata mestizia in almeno tre parti della propria opera di aver trascorso un po’ di tempo nella città natale, dopo aver terminato il proprio incarico di funzionario imperiale nel ruolo di protector domesticus, ovvero guardia del corpo, di Ursicinus, magister equitum et peditum negli anni tra il 349 e il 360.
Dunque in un periodo che è databile entro l’intervallo cronologico 371/372, per indizi interni alla narrazione11, l’esercito romano e l’imperatore Valente (364-378) rientrarono in Antiochia durante un’interruzione dai conflitti con i Persiani per l’inizio della stagione invernale (Amm. XXIX 1,4: et rex quidem Parthus, hiemem Ctesiphonte acturus, redit ad sedes, et Antiochiam imperator Romanus ingressus), anche Ammianus tornò nella sua città, ma fu un periodo tutt’altro che tranquillo, molti furono gli intrighi vòlti ad accrescere poteri personali entro la corte e lo storiografo assistè e ricordò alcuni processi, in un clima di crescente sospetto che Ammianus raccontò nei termini seguenti: inde effectum est per orientales provincias, ut a dominis metu similium exurerentur libraria omnia: tantus universos invaserat terror (Amm. XXIX 2,4)12.
L’autore delle Res gestae si riferì quindi in senso ampio a orientales provinciae, ma soltanto dopo aver precisato esattamente quale fosse la città ospitante la corte in quel periodo, ovvero la sua Antiochia; dove risiedette probabilmente fino al 378, quando ancora fece esplicito riferimento a una situazione di cattivo governo e di corruzione giudiziaria da parte di alcuni orientali, che così descrisse: […] orientalium quorundam versutia ad usque bonorum extulit odium, unde etiam retinaculis temporis praestituti frenatur. Ergo absolutis super eius indignitate perpaucis, quam in illis partibus agens expertus sum […] (Amm. XXX 4,4)13.
1 Si è ipotizzata una data di nascita risalente al periodo tra il 325 e il 330, sulla base dei riferimenti storici interni all’opera; la narrazione scritta da Ammianus fornì velati elementi anche in merito alla sua nascita in una famiglia nobile: […] in qua statione lenius recreati, cum ire protinus pergeremus, et incedendi nimietate iam superarer, ut insuetus ingenuus […] (Amm. XIX 8,6), cfr. E.A. Thompson, The Historical Work. Op. cit., p. 1.
2 G.W. Bowersock, rev. “J. Matthews, The Roman Empire of Ammianus, Londra 1989”, in “JRS” 80 (1990), pp. 247; Ch.W. Fornara, Studies in Ammianus Marcellinus II, “Historia” 41 (1992)”, pp. 328-344, T.D. Barnes, Ammianus Marcellinus and His World, “ClassPhil” 88 (1993), pp. 55-70 negarono l’identificazione del Marcellinus destinatario della lettera di Libanius con lo storiografo Ammianus Marcellinus. Questi studiosi negarono anche l’origine antiochena di Ammianus, esaminata in questo paragrafo della scheda biografica, ipotizzando una nascita in altre città orientali (Ch.W. Fornara, Studies. Op. cit., p. 339: Marcellinus sarebbe stato originario della Thracia, giacché si dichiarò Graecus!). A favore invece dell’identificazione, oggi in massima parte accettata (vedasi anche PLRE, p. 547), cfr. S. Rota, Ammiano e Libanio. L’epistola 1063 Först. di Libanio, “Koinonia” 18 (1994), pp. 165-177; A. Pellizzari, Maestro di retorica, maestro di vita: le lettere Teodosiane di Libanio di Antiochia, Roma 2017, pp. 391-5.
3 Cfr. J. Matthews, The Roman Empire of Ammianus, Londra 1989, pp. 8 s.; R.M. Frakes, Ammianus Marcellinus and his intended audience, in C. Deroux (a c. di), Studies in Latin Literature and Roman History, vol. X, Bruxelles 2000, p. 397, n. 30; D. Rohrbacher, The historians of late antiquity, Londra-New York 2002, pp. 15 s., 20 (con errata indicazione del numero dell’epistola di Libanius).
4 Priscian. IX 51: […] unde Marcellinus rerum gestarum XIII […].
5 Cfr. A. Pellizzari, Maestro di retorica, maestro di vita. Op. cit., p. 394, n. 327.
6 Nell’opera di Ammianus ci sono riferimenti assolutamente encomiastici ad Antiochia, a ulteriore sostegno di un’origine dell’autore dall’importante città orientale, a titolo esemplificativo: Dein Syria per speciosam interpatet diffusa planitiem. Hanc nobilitat Antiochia, mundo cognita civitas, cui non certaverit alia advecticiis ita affluere copiis et internis […] (Amm. XIV 8,8). Per alcuni cenni all’attività edilizia, in particolare alla situazione termale, nell’opera di Ammianus si veda C. Saliou, Bains et histoire urbaine. L’exemple d’Antioche sur l’Oronte dans l’Antiquité, in M.F. Boussac, S. Denoix, Th. Fournet, B. Redon (a c. di), 25 siècles de bain collectif en Orient, Il Cairo 2014, pp. 658, 668, 672, 680 (Tab. 2, n. 22).
7 Cfr. J. den Boeft, Ammianus graecissans, in J. den Boeft, D. den Hengst, H.C. Teitler (a c. di), Cognitio Gestorum. The Historiographic Art of Ammianus Marcellinus, Amsterdam 1992, pp. 9-18; I. Lana, Ammiano Marcellino e la sua conoscenza degli autori greci, in F. Conca, I. Gualandri, G. Lozza (a c. di), Politica, cultura e religione nell’Impero romano (secoli IV-VI) tra Oriente e Occidente: Atti del secondo Convegno dell’Associazione di studi tardoantichi, Napoli 1993, pp. 23-40; G. Mazzoli, Piani della memoria nelle ‘Res gestae’ di Ammiano Marcellino, in L. Cristante, I. Filip (a c. di), Il calamo della memoria. Riuso di testi e mestiere letterario nella tarda antichità (Incontri Triestini di filologia classica, V), Trieste 2012, pp. 66 s.
8 Cfr. D. Rohrbacher, The historians of late antiquity. Op. cit., p. 14.
9 Cfr. J. Matthews, The Roman Empire of Ammianus. Op. cit., pp. 71-80; J. den Boeft, Ammianus graecissans. Op. cit., p. 10 hanno ricordato la normalità di una cultura bilingue di Ammianus in quanto membro dell’élite di secolo IV in Antiochia.
10 Un’analisi precisa riguardo al pubblico ideale che Ammianus stesso ipotizzò per la propria opera e riguardo a tutti i contributi che si sono interessati alla ricezione della storiografia ammianea si trova in R.M. Frakes, Ammianus Marcellinus and his intended audience. Op. cit., pp. 392-442. Lo studioso si occupò anche di ricostruire una prosopografia deducibile dall’opera dello storiografo antiocheno, enumerando un totale di 485 personaggi menzionati, fra i quali ben un trentadue per cento di amministratori (R.M. Frakes, Graecus and Res Gestae: Ammianus Marcellinus and His Audience, Atlanta 1996).
11 Cfr. E.A. Thompson, The Historical Work. Op. cit., p. 13.
12 Numerosi studiosi si sono occupati delle riflessioni di Ammianus in merito ai fenomeni di ingiustizie giudiziarie, l’osservazione riguardante il falò di libri è stata segnalata con particolare attenzione in R.C. Blockley, Ammianus Marcellinus. A Study of the Historiography and Political Thought, Bruxelles 1975, pp. 107-10 (in particolare p. 110, n. 46) che sostenne come motivazione al gesto la volontà di impedire un eventuale giudizio dei posteri.
13 A preludio del destino funesto cui sarebbe incorso lo stesso imperatore Valente, ucciso in battaglia a Hadrianopolis nel 378, Ammianus ancora si soffermò sulle criticità in corso in Antiochia: […] et Antiochiae per rixas tumultusque vulgares id in consuetudinem venerat, ut quisquis vim se pati existimaret, “Vivus ardeat Valens” licentius clamitaret […] (Amm. XXXI 1,2).
In tale contesto, precisò lo storiografo antiocheno, fra coloro che erano sottoposti agli ordini del comandante per decreto imperiale ci fu anche lui: Inter has ruinarum varietates, a Nisibi quam tuebatur accitus Ursicinus, cui nos obsecuturos iunxerat imperiale praeceptum […] (Amm. XIV 9,1).
Quale ruolo esercitasse Ammianus come sottoposto al magister militum è intuibile, ma nel prosieguo della narrazione fu ancor più preciso: Post haec ita digesta (Ursicinus) protinus iubetur exire, tribunis et protectoribus domesticis decem, ut postularat, ad iuvandas necessitates publicas ei coniunctis, inter quos ego quoque eram cum Veriniano collega, residui omnes propinqui et familiares (Amm. XV 5,22). Ammianus fu dunque protector domesticus di Ursicinus.
In altra occasione ancor più critica, sempre nel 354, egli accompagnò il suo superiore al cospetto dell’imperatore Costanzo II, infatti Ursicinus, mentre si trovava impegnato sul fronte gallico in tumulto, fu convocato a Mediolanum poiché ancora una volta accusato di spingere il Cesare Gallo (351-354)2 a commettere delitti in modo che le insegne imperiali fossero trasferite ai suoi figli: […] Ursicinum in oriente perniciose relinquendum, si nullus esset qui prohiberet altiora meditaturum. […] Gallum suopte ingenio trucem, per suppositos quosdam ad saeva facinora ideo animatum, ut eo digna omnium ordinum detestatione exoso, ad magistri equitum liberos principatus insignia transferantur (Amm. XIV 11,2.3).
Costanzo II invitò quindi il comandante militare a presentarsi a corte e così Ursicinus e Ammianus, servendosi del cursus publicus, partirono per la sede imperiale: acceptisque litteris, et copia rei vehiculariae data, Mediolanum itineribus properavimus magnis (Amm. XIV 11,5).
L’imperatore riuscì a indurre alla morte il Cesare, sempre attenendoci alla narrazione dello storiografo antiocheno3, e in seguito, giunto a Mediolanum Ursicinus, accusò anche il magister di lesa maestà: Iamque post miserandam deleti Caesaris cladem, sonante periculorum iudicialium tuba, in crimen laesae maiestatis arcessebatur Ursicinus […] (Amm. XV 2,1).
Ursicinus sarebbe stato ucciso, se non fosse presto subentrata una nuova emergenza, la ribellione delle milizie capeggiate da Silvanus, comandante della fanteria nelle Galliae 4, cui seguì la sua proclamazione ad Augustus a Colonia Agrippina. Ursicinus, secondo il racconto di Ammianus, fu l’unico ritenuto capace di sedarla (Amm. XV 5,18: submissis verbis perstringebatur Ursicini mentio, ut consiliis rei bellicae praestantissimi frustraque gravi iniuria lacessiti […]) e il coinvolgimento nell’episodio gli rese salva la vita.
Presto il comandante tornò ad operare prima in area illirica, poi venne rimandato nell’Oriens, ancora una volta Ammianus e altri lo seguirono, preparati a compiere tutto ciò che egli avesse ordinato nell’interesse dell’Impero: Et ille (Ursicinus) litteris gratanter acceptis, Sirmium venit, comitantibus sociis, libratisque diu super pace consiliis, quam fundari posse cum Persis Musonianus rettulerat, in orientem cum magisterii remittitur potestate, provectis e consortio nostro ad regendos milites natu maioribus, adulescentes eum sequi iubemur, quicquid pro re publica mandaverit impleturi (Amm. XVI 10,21).
Ammianus ritornò nella pars Occidentis dell’Impero negli ultimi anni della sua vita, ma in Roma, verosimilmente mai più in Transpadana.
1 E.A. Thompson, The Historical Work. Op. cit., pp. 3, 53 datò l’evento in un caso al 353 e nell’altro al 354, più verosimile che il rientro da Nisibis si sia svolto nel 354, come confermato anche in tutti i successivi contributi e nei principali repertori.
2 PLRE I, s.v. Fl. Claudius Constantius Gallus 4, pp. 224 s.
3 E.A. Thompson, The Historical Work. Op. cit., pp. 42-55 per primo si soffermò sul carattere tendenzioso delle Res gestae nella descrizione di figure vicine ad Ammianus, fra di esse in particolare Ursicinus; anche G. Sabbah, La méthode d’Ammien Marcellin: recherchers sur la construction du discours historique dans les ‘Res gestae’, Parigi 1978, pp. 458 s. nella comparazione tra i ritratti che lo storico predispose per Gallo e Ursicinus evidenziò uno stile antitetico funzionale all’ideologia dell’autore.
4 PLRE I, s.v. Silvanus 2, pp. 840 s.
Index nominum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Marcellinus / (Ἀμμιανός) Μαρκελλῖνος | Lib. Ep. 1063; Priscian. IX 51; |
Musonianus | Amm. XVI 10,21; |
Ursicinus | Amm. XIV 9,1, XV 5,22, XVI 10,21; |
Valens | Id. XXXI 1,2; |
Verinianus | Id. XV 5,22. |
Index geographicus
Antiochia | Amm. XXIX 1,4, XXXI 1,2; |
Ctesiphon | Id. XXIX 1,4; |
Graecus (<Graecia) | Id. XXXI 16,9; |
Mediolanum | Id. XIV 11,5; |
Nisibis | Id. XIV 9,1; |
Oriens, orientalis | Id. XVI 10,21, XXII 9,14, XXIX 2,4, XXX 4,4; |
Parthus (<Parthia) | Id. XXIX 1,4; |
Persis (<Persia) | Id. XVI 10,21 |
Ῥώμη | Lib. ep. 1063; |
Sirmium | Amm. XVI 10,21. |
Index rerum notabilium
collega | Amm. XV 5,22; |
consilium | Id. XVI 10,21; |
consortium | Ivi; |
digestum | Amm. XV 5,22; |
dominus | Id. XXIX 2,4; |
familiaris | Id. XV 5,22; |
hiems | Id. XXIX 2,4; |
imperator | Id. XXIX 1,4; |
iter | Id. XIV 11,5; |
libraria | Id. XXIX 2,4; |
littera | Id. XIV 11,5, XVI 10,21; |
magisterium | Id. XVI 10,21; |
metus | Id. XXIX 2,4; |
miles | Id. XVI 10,21, XXXI 16,9; |
necessitas publica | Id. XV 5,22; |
pax | Id. XVI 10,21; |
πόλις, πολίτης | Lib. ep. 1063; |
πόνoς | Ivi; |
potestas | Id. XVI 10,21; |
praeceptum imperiale | Id. XIV 9,1; |
protector domesticus | Id. XV 5,22; |
provincia | Id. XXIX 2,4; |
ψῆφος | Lib. ep. 1063; |
Res gestae | Priscian. IX 51; |
respublica | Id. XVI 10,21; |
res vehicularia | Id. XIV 11,5; |
rixa | Id. XXXI 1,2; |
ruina | Id. XIV 9,1; |
sedes | Id. XXIX 1,4; |
socius | Id. XVI 10,21; |
συγγραφεύς | Lib. ep. 1063; |
terror | Id. XXIX 2,4; |
tribunus | Id. XV 5,22; |
tumultus | Id. XXXI 1,2; |
versutia | Id. XXX 4,4; |
Blockley 1975 = Roger C. Blockley, Ammianus Marcellinus. A study of his historiography and political thought, Bruxelles 1975.
Boer den, Hengst den, Teitler 1992 = Jan den Boer, Daniël den Hengst, Hans Carel Teitler (a c. di), Cognitio Gestorum. The Historiographic Art of Ammianus Marcellinus, Amsterdam 1992.
Drijvers, Hunt 1999 = Jan Willem Drijvers, David. E. Hunt, The late Roman World and his Historian: Interpreting Ammianus Marcellinus, Londra-New York 1999, pp. 51-63.
Fornara 1992 = Charles W. Fornara, Studies in Ammianus Marcellinus II, in “Historia” 41 (1992)”, pp. 328-344.
Frakes 1996 = Robert M. Frakes, Graecus and Res Gestae: Ammianus Marcellinus and His Audience, Atlanta 1996.
Frakes 2000 = Robert M. Frakes, Ammianus Marcellinus and his intended audience, in C. Deroux (a c. di), Studies in Latin Literature and Roman History, vol. X, Bruxelles 2000, pp. 397-442.
Kelly 2009 = Gavin Kelly, Ammianus Marcellinus: Tacitus’ heir and Gibbon’s guide, in A. Feldherr (a c. di), The Cambridge Companion to the Roman historians, New York 2009, pp. 348-361.
Lana 1993 = Italo Lana, Ammiano Marcellino e la sua conoscenza degli autori greci, in F. Conca, I. Gualandri, G. Lozza (a c. di), Politica, cultura e religione nell’Impero romano (secoli IV-VI) tra Oriente e Occidente: Atti del secondo Convegno dell’Associazione di studi tardoantichi, Napoli 1993, pp. 23-40.
Matthews 1989 = John Matthews, The Roman Empire of Ammianus, Londra 1989.
Mazzoli 2012 = Giancarlo Mazzoli, Piani della memoria nelle ‘Res gestae’ di Ammiano Marcellino, in L. Cristante, I. Filip (a c. di), Il calamo della memoria. Riuso di testi e mestiere letterario nella tarda antichità (Incontri Triestini di filologia classica, V), Trieste 2012, pp. 61-74.
Pellizzari 2017 = Andrea Pellizzari, Maestro di retorica, maestro di vita: le lettere Teodosiane di Libanio di Antiochia, Roma 2017, pp. 391-5.
Rohrbacher 2002 = David Rohrbacher, The Historians of Late Antiquity, Londra-New York 2002, pp. 14-41.
Rosen 1982 = Klaus Rosen, Ammianus Marcellinus, Darmstadt 1982.
Rota 1994 = Stefano Rota, Ammiano e Libanio. L’epistola 1063 Först. di Libanio, in “Koinonia” 18 (1994), pp. 165-177.
Sabbah 1978 = Guy Sabbah, La méthode d’Ammien Marcellin: recherchers sur la construction du discours historique dans les ‘Res gestae’, Parigi 1978.
Thompson 1947 = Edward Arthur Thompson, The Historical Work of Ammianus Marcellinus, Cambridge 1947.
Viansino 2004 = Giovanni Viansino, Cornelio Tacito e Ammiano Marcellino, in “Aevum” 78 (2004), pp. 109-135.