Per la conoscenza della sua biografia disponiamo di una fitta corrispondenza con il retore coevo e concittadino Libanius, proprio da una delle epistole di quest’ultimo è possibile ricavare informazioni precise relative all’intreccio di relazioni3 instaurate da Clematius, tutte gravitanti intorno alla propria residenza in Antiochia: Ἀρισταινέτῳ. […] θεῶν δὲ ἄρα τις ἡμῖν εὔνους, ὅστις, ἐπειδὴ χρῆν με καμεῖν, ἔδωκε παραμύθιον τὴν Κληματίου παρουσίαν […] ἔπειθ‘ ὁ μὲν ὑπὲρ τὸν Εὐφράτην ἐλθὼν τὰ Περσῶν σκεψόμενος, ἐπειδὴ ἐπῄεσαν, ἀναστρέψας ὀξέως παρεσκεύασε Στρατήγιον πρᾶξαι ταῦτα ἀφ‘ ὧν ἐκεῖνοι ταχέως ἀπῆλθον […] (Lib. Ep. 430, 6-7).
Libanius scrisse questa lettera nell’inverno del 355 a Aristaenetus, tre anni dopo vicarius di una diocesi pontica di nuova e temporanea istituzione denominata Pietas 4; introducendo la figura di Clematius nell’epistola si riferì a lui come a qualcuno cui ciascuno si sarebbe rivolto, trovando conforto nella sua presenza (παραμύθιον τὴν Κληματίου παρουσίαν)5. Libanius aggiunse inoltre che lo stesso Clematius sarebbe poi partito per la zona mesopotamica dell’Euphrates per sorvegliare (σκεψόμενος) i movimenti dei Persiani e fare in seguito rapporto al praefectus praetorio Orientis Strategius 6.
Nel momento in cui Libanius compose l’epistola Clematius tuttavia era rientrato dall’area mesopotamica e si trovava nella sua abitazione in Antiochia, come si può desumere da una frase contenuta nella lettera: ταυτὶ μέν, ὁπότε οἴκοι μένοι Κλημάτιος, παρακαθημένου δὲ καὶ τούτων ἐδυνάμην κρατεῖν (Lib. Ep. 430, 8).
Clematius era in Antiochia anche quando Libanius indirizzò un’ulteriore missiva ad Andronicus, senatore costantinopolitano che in seguito sarebbe divenuto consularis Syriae Phoenices e poi vicarius Thraciae 7; nelle righe di commiato all’amico funzionario Libanius lodò ancora le qualità di accoglienza di Clematius e soprattutto l’avvedutezza dell’amico antiocheno, impegnato in missioni che gli avrebbero permesso di fare esperienze molteplici: Κλημάτιος δὲ, ὅσπερ κάμνοντι παρῆν, καὶ ἀπαγγεῖλαι δύναιτ‘ἂν αὐτό τε τοῦτο καὶ τἄλλα πολλά τε καὶ ποικίλα (Lib. Ep. 432, 9).
Dai brevi riferimenti sopra riportati, tratti dalla corrispondenza tra funzionari e intellettuali antiocheni, si può dedurre anche quale incarico fu in principio affidato a Clematius, ovvero agens in rebus, investito della responsabilità di consegnare messaggi ufficiali e controllare le frontiere.
Secondo la testimonianza di Libanius una tra le più pregevoli qualità di Clematius fu la capacità di intervenire positivamente in favore di tutti8, senza richiedere nulla in cambio, facendo di lui un ottimo intermediario, al servizio del potente magister officiorum Palladius: τῶν Κληματίου δὲ κάλλιστον τὸ πάντας μὲν εὖ πεποιηκέναι τοὺς τῇδε, χάριν δὲ ἀπαιτῆσαι μηδένα. οἶσθα γὰρ ὡς, ἡνίκα ἦν τῷ χρηστῷ Παλλαδίῳ συνεργός […] (Lib. Ep. 435,9)9.
Numerosi furono i riferimenti nell’epistolario del concittadino riguardanti attività di intercessione di Clematius in favore delle carriere di funzionari antiocheni e costantinopolitani. Soprattutto nell’anno 355 sembrarono moltiplicarsi le occasioni nelle quali l’agens in rebus mise in contatto Libanius con altri funzionari della corte imperiale o dell’esercito; ad esempio fu Clematius ad intercedere perché il retore si inserisse fra i confidenti di un certo Barbatio, magister peditum che non godette di buona fama per il suo carattere10, ma che sarebbe stato determinante per l’esercizio dell’attività retorica di Libanius in Antiochia, quindi per evitare il ritorno all’insegnamento in Constantinopolis: Γεσσίου δέ σοι φοιτῶντος τοὐμοῦ καὶ πιστευομένου παρὰ τοῖς σοῖς οἰκείοις εἰς τοὺς συνήθεις σοι καὶ ἐμαυτὸν ἐγγράφων οὐκ ἀδικεῖν οἶμαι ἄλλως τε καὶ Κληματίου κελεύοντος καὶ ὑπισχνουμένου μὴ μεταμηλήσειν μοι τῶν γραμμάτων (Lib. Ep. 436,2).
Libanius menzionò subito il discepolo Gessius come conoscenza cara e comune ai due11, soggiungendo la richiesta di Clematius e il fatto che quest’ultimo avrebbe garantito giacché Barbatio non avesse dovuto pentirsi per gli scritti di Libanius 12.
Clematius, dopo l’estate dell’anno 355, partì per la penisola italica e a Roma incontrò altre personalità di rilievo che entrarono in contatto con Libanius; fra queste Datianus, un apprezzato stenografo cristiano della corte, notarius e comes dell’imperatore Costantino I (306-337), console nel 358 e senatore a Constantinopolis13. Si può leggere in Libanius: Δατιανῷ. Πολὺ παλλίων ἡμῖν ἐφάνη Κλημάτιος οὐχὶ ῥητορικὴν ἀπὸ τῆς Ῥώμης […] (Lib. Ep. 451,1).
Sempre nell’antica capitale Clematius incontrò anche Iovinus, un uomo influente presso la corte orientale, con incarico di comes tra il 364 e il 36514, in una lettera Libanius sembrò sottolineare in modo sarcastico l’incapacità di tacere di Clematius, che riferì al funzionario in merito all’astio di Libanius nei confronti dell’atmosfera di competizione tra i potenti: Ὀλυμπίῳ καὶ Ἰοβίνῳ. […] τῷ δὲ ἀδελφῷ σου τὴν μὲν ἐμὴν εἰς αὐτὸν ὁργὴν οὐκ ἦν ἀγνοῆσαι, Κλημάτιος γὰρ οὐκ οἶδε σιγᾶν […] (Lib. Ep. 554, 2).
Fra le relazioni che Clematius riuscì ad instaurare, tutte documentate da Libanius, vi fu anche quella con Anatolius, il praefectus praetorio Illyrici nell’anno 35715; quest’ultimo permise a Clematius un ulteriore avanzamento nella carriera, intervenendo direttamente nella nomina di Clematius a consularis Palaestinae per gli anni 357-358: Ἀνατολίῳ. […] ἴσθι δέ με τῆς Παλαιστίνης ἄρχοντα πεποιεκὼς πέμψας ἐκεῖσε Κλημάτιον, καὶ οἷς Ἀρισταίνετος ἐκοσμήθη, ταῦτα εἰς ἡμᾶς γεγενῆσθαι (Lib. Ep. 563, 3). Libanius si mostrò a tal punto compiaciuto da ritenere la nomina di Clematius e i favori compiuti per Aristaenetus da parte di Anatolius come benefici compiuti per se stesso.
Clematius, divenuto dunque governatore dell’antica provincia di Syria Palaestina, ricevette a sua volta un discreto numero di epistole da Libanius 16, nella massima parte elogiative17 e riguardanti vari conoscenti del retore che attraversarono la Palaestina: l’avvocato Auxentius 18 diretto in Aegyptus (Lib. Ep. 595)19, ma anche il povero pellegrino Firmus (Lib. Ep. 597)20.
Il governo di Clematius in Palaestina non fu tuttavia esente da criticità, egli dovette fronteggiare anche inimicizie a causa della sua eccessiva libertà di parola; da una missiva inviatagli da Libanius fu avvertito di alcune accuse avanzate da un certo Asclepiades, del quale era stato informato lo stesso prefetto Strategius, frenato dall’intraprendere un’indagine grazie ad amici avvocati di Libanius. Il retore antiocheno si espresse in modo perentorio con tali parole: σὺ δ‘ ὅλως κράτει τῆς γλώττης καὶ ἐπέστω τῷ στόματι χαλινός. βέλτιον γὰρ σωφρονοῦντα ζῆν ἀδεῶς ἢ θρασυνόμενον τρέμειν (Lib. Ep. 315, 4).
Nell’inverno tra il 357 e il 358 la provincia di Palaestina fu divisa in due parti, Clematius mantenne il suo titolo di consularis sulla Palaestina I, la Palaestina Salutaris o Palaestina II fu affidata al governo del greco Eupaterius 21: εἶναι γὰρ αὐτὸν ὑπ‘ ἄλλῳ κατὰ τὴν τομὴν τῆς αρχῆς, σέ τε ὠνόμαζεν ἄρχοντα αὑτοῦ, κἂν εἰς πλείω τις διατρίσῃ τὴν Παλαιστίνην, καὶ τῶν πάνυ σε δοκούντων ἐπαινεῖν ἐπαινῶν ἐκράτει (Lib. Ep. 334, 3).
L’ultimo periodo dell’amministrazione di Clematius fu per lui particolarmente difficoltoso, prestando fede alle parole di Libanius, dopo un breve momento di serenità nel 358, quando egli potè riunirsi a sua moglie dalla quale era rimasto separato per due anni (Lib. Ep. 325), trascorse i mesi conclusivi del suo incarico mostrando probabilmente eccessiva parsimonia nei confronti di se stesso, costringendo anche i suoi figli a un tenore di vita futuro più basso: σκόπει μέντοι μὴ κεστρεὺς νηστεύῃς καί σε πρὸς λιμὸν ὁ κρότος παραπέμψῃ καὶ πατὴρ γενόμενος αἰτούμενος ὑπὸ τῶν παίδων οὐσίαν μηδὲν ἔχῃς πλὴν καλῆς διήγησεως (Lib. Ep. 332, 2).
1 PLRE I, s.v. Palladius 4, pp. 658 s.; PW XVIII, s.v. Palladius 19, col. 216.
2 Cfr. O. Seeck, Die Briefe des Libanius, Lipsia 1906, p. 110.
3 Per un’analisi dell’intreccio di relazioni descrittte nell’epistolario di Libanius, esaminate ponendo attenzione all’importanza del rapporto personale anziché ai singoli ruoli evocati dalle figure menzionate, in adesione con la mentalità pragmatica che sembra permeare l’opera, vedasi I. Sandwell, Libanius’ Social Networks: Understanding the Social Structure of the later Roman empire, in Chr. Constantakopoulou, I. Malkin, K. Panagopoulou (a c. di), Greek and Roman Networks in the Mediterranean, Abingdon 2009, pp. 131-143.
4 PLRE I, s.v. Aristaenetus 1, p. 104: tra la più ristretta cerchia degli amici di Libanius, originario di Nicaea in Bithynia, Aristaenetus studiò ad Athenae e insegnò poi nella sua città natale. Gli fu proposto l’incarico di consigliere (assessor) alla corte costantinopolitana, sotto il praefectus praetorio Orientis Strategius e l’anno seguente dal successore Anatolius, ma egli la rifiutò. Soltanto nel 358 accettò l’incarico di vicarius Pietatis. Clematius attraversò anche la Bithynia, come testimoniò ulteriore lettera a Aristaenetus, scritta nel 356: Μὴ λαβεῖν μέν σε τὰ γράμματα ἃ Κλημάτιος ἐκόμιζεν οὐκ ἂν πεισθείην […] τοῖς πολίταις δὲ τοὺς ἐνταῦθα φίλους ὑπὸ σοῦ πάλιν εἰς Βιθυνίαν ἕλκεται θαυμαστὸν αὑτοῦ πόθον ἐγκαταλιπὼν Σύροις. ἃ μήτ‘ ἀγνοεῖν ἔα τὸν πρεσβύτην μήτ‘ εἰδότα ὀργίλον εἶναι (Lib. Ep. 473, 1.2). Il transito di Clematius per la Bithynia lasciò traccia anche nel ricordo del governatore di quella provincia, Iulianus (PLRE I, s.v. Iulianus 8, p. 469), in un’epistola Libanius ricordò infatti la capacità propria di Iulianus, ma parimenti di Clematius, di aver lingue affilate come lame, qualora le necessità lo avessero richiesto: Ἰουλιανῷ. […] ἥσθην δὲ ἀκούσας ὅτι σοι καὶ κέντρον ἐστὶν ἐπὶ τοὺς κέντρου δεομένους. ἤγγειλε δὲ Κλημάτιος, ᾧ καὶ αὐτῷ κέντρον ὀξύ (Lib. Ep. 588, 1). E lo stesso Iulianus ebbe in seguito un incontro in Aegyptus con Clematius, quando quest’ultimo era già divenuto consularis Palaestinae (Lib. Ep. 349).
5 L’amicizia stretta tra i tre uomini è testimoniata anche in un’altra epistola che Libanius inviò a Aristaenetus, nella quale il retore si dilungò sulle sue attività in Antiochia e Clematius assistè con entusiasmo alle orazioni di Libanius: καὶ δευτέρας ἐδέησεν ἡμέρας, ἧς ἐικονώνει Κλημάτιος (Lib. Ep. 405, 13). Anche nella corrispondenza tra Libanius e Themistius, il più celebre filosofo nell’Impero orientale nel secolo IV, nonché senatore e rispettato consigliere alla corte costantinopolitana dall’imperatore Costanzo II a Teodosio I, con l’eccezione di Giuliano imperatore che lo osteggiò, membro determinante per l’ampliamento del Senato nella capitale orientale, Clematius fu citato come colui in grado di riferire dirimenti notizie politiche: ἀπήγγειλεν ἡμῖν Κλημάτιος […] (Lib. Ep. 407,1).
6 PLRE I, s.v. Strategius Musonianus, pp. 611 s.
7Id., s.v. Andronicus 3, pp. 64 s.
8 Libanius scrisse anche all’amico e insegnante di legge Silanus (PLRE I, s.v. Silanus 1, p. 840) per riferire che se avesse voluto incontrare Clematius avrebbe potuto partecipare alle sue nozze in Constantinopolis: Εἰ μὲν συνέμιξας Κληματίῳ, εἰκὸς δή σε κληθέντα ἐπὶ τοὺ γαμοὺς πάντα ἔχειν λόγον […] (Lib. Ep. 478,1).
9 Per citazione e commento del passo cfr. A. Giardina, Aspetti della burocrazia nel basso impero. Prosopografia degli agens in rebus, Roma 1977, p. 107. Brano analogo a quello riportato in una lettera che Libanius diresse allo stesso Palladius: Κλημάτιον ὡς εἶδον […] τοὺς γὰρ ταξιάρχους τῆς τῶν στρατηγῶν ἄξιον ἀπολαύειν τύχης (Lib. Ep. 450, 1.2) – Per la disposizione di Clematius cfr. anche Lib. Ep. 500.
10 PLRE I, s.v. Barbatio, pp. 146 s.; Amm. XVIII 3,6: Erat autem idem Barbatio subagrestis adrogantisque propositi, ea re multis exosus, dum domesticos protectores sub Gallo regeret Caesare, proditor erat et perfidus […].
11 O. Seeck, Die Briefe des Libanius. Op. cit., pp. 94, 160 suggerì che Gessius fosse in realtà molto più che un conoscente per Barbatius, bensì uno dei suoi figli.
12 Libanius scrisse almeno in altre due occasioni a Barbatius nominando Clematius, a metà dell’anno 356 quando Clematius trascorse l’estate in Antiochia (Lib. Ep. 491) e nel 357, quando Clematius era appena rientrato nella sua città natale, dopo aver incontrato Barbatius a Roma (Lib. Ep. 556).
13 PLRE I, s.v. Datianus 1, pp. 243 s.
14 Id., s.v. Iovinus 1, pp. 461 s.: fratello di un altro influente uomo di corte, Olympius (PLRE I, s.v. Olympius 5, p. 645). La lettera di Libanius è infatti destinata a entrambi. Iovinus si recò in visita presso Clematius nell’inverno tra il 357 e il 358, quando Clematius era divenuto governatore della Palaestina (Lib. Ep. 354).
15 Id., s.v. Anatolius 3, pp. 59 s.; RE I/2, s.v. Anatolius (1), co.l. 2071 s.
16 In totale sono diciassette le epistole di Libanius nelle quali fu nominato Clematius e sedici quelle di cui fu il destinatario – cfr. S. Bradbury, Selected Letters of Libanius, Translated Text for Historians 41, Liverpool 2004, p. 239.
17 Come esempio culminante di espressione laudativa di Libanius nei confronti dell’operato di Clematius: Κλημάτιος δὲ πολλὰ μὲν ὧν οὐκ ἐπαγγέλλεται ποιεῖ, πάντως δὲ ἐπαγγελίαν ἐπιτελεῖ (Lib. Ep. 602, 1).
18 PLRE I, s.v. Auxentius 3, p. 142.
19 Analoga la testimonianza relativa al filosofo Rhetorius, transitante dalla Palaestina, diretto verso l’Aegyptus (Lib. Ep. 317).
20 La corrispondenza di Libanius incluse anche conoscenti allora residenti in Palaestina, testimoni diretti dell’operato di Clematius: Dynamius (Lib. Ep. 321), Boethus (Lib. Ep. 322), Encratius (Lib. Ep. 343). Helpidius, retore e amico di Libanius, affascinato dalla cultura di Clematius, insegnò retorica in Palaestina (Lib. Ep. 312), benché per un periodo di tempo limitato, perché poco dopo andò a Costantinopoli dove esercitò la professione di avvocato (PLRE I, s.v. Helpidius 3, p. 414).
21 PLRE I, s.v. Eupaterius, pp. 298, 1108.
Già nel novembre dell’anno precedente Clematius si diresse verso la corte imperiale di Costanzo II (337-361) in Mediolanum (od. Milano), che raggiunse dopo circa un mese di viaggio. Nelle parole di Libanius rivolte a Spectatus si può cogliere che la possibilità di essere raggiunto da Clematius presso l’imperatore avrebbe potuto rappresentare per il cugino un momento di svolta: Κέντρον ἡμῖν ἐναπέθου κινοῦν εἰς τὸ μεμνῆσθαί σου τὸν τρόπον […] (Lib. Ep. 449, 1)2.
L’anno seguente infatti Spectatus tornò nuovamente dall’imperatore riferendo in merito ai positivi trattati diplomatici conclusi dal prefetto Strategius con i Persiani, grazie anche all’attività di spionaggio effettuata da Clematius sul fronte orientale nell’estate del 355 (Lib. Ep. 514).
Index nominum – Index rerum sacrarum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Ἀνατόλιος | Lib. Ep. 563; |
Ἀνδρόνικος | Id. Ep. 432; |
Ἀρισταίνετος | Id. Epp. 430, 1.9, 473; |
Ἀυξέντιος | Id. Ep. 595, 1; |
Βαρβατίων | Id. Epp. 436, 491, 556; |
Βόηθος | Id. Ep. 322, 1; |
Κλημάτιος | Id. Epp. 312, 315, 317, 321, 322, 325, 332, 334, 343, 349, 354, 405, 407, 430, 432, 435, 436, 449, 450, 451, 473, 478, 491, 500, 505, 514, 554, 556, 563, 588, 595, 597, 602; |
Δατιανός | Id. Epp. 435, 7, 451; |
Δυνάμιος | Id. Ep. 321; |
Ἐλπίδιος | Id. Ep. 312, 1; |
Γέσσιος | Id. Ep. 436,2; |
Ἰοβιανός | Id. Ep. 435; |
Ἰοβῖνος | Id. Epp. 354, 1.4, 554; |
Ἰουλιανός | Id. Epp. 349, 1, 588; |
Μητέριος | Id. Epp. 473, 5, 500; |
Ὀλύμπιος | Id. Ep. 554; |
Παλλάδιος | Id. Epp. 435, 9, 450; |
Φίρμος | Id. Ep. 597, 1.2; |
Ῥητόριος | Id. Ep. 317, 1; |
Σιλανός | Id. Ep. 478; |
Σπεκτάτος | Id. Epp. 449, 505, 3, 514, 1, 563, 2, 588, 3; |
Στρατήγιος | Id. Epp. 315, 2, 430, 7.10; |
Θεμίστιος | Id. Ep. 407; |
Index geographicus
Αἴγυπτος | Lib. Epp. 317, 2, 595, 1; |
Βιθυνία | Id. Epp. 317, 1, 473, 1; |
Εὐφράτης | Id. Ep. 430, 7; |
Ἰταλία | Id. Ep. 505, 2; |
Παλαιστίνη | Id. Epp. 334, 3, 563, 3, 595, 1; |
Πέρσης (<Περσία) | Id. Ep. 430, 7; |
Ῥώμη | Id. Ep. 451, 1; |
Σύρος (<Συρία) | Id. Ep. 473, 1. |
Index rerum notabilium
ἀδελφός | Lib. Ep. 554, 2; |
ἄρχων | Id. Epp. 334, 3, 563, 3; |
κέντρον | Id. Epp. 449, 1, 588, 1; |
κρότος | Id. Ep. 332, 2; |
διήγησις | Ivi; |
ἐπαγγελία | Id. Ep. 602, 1; |
γάμος | Id. Ep. 478, 1; |
γλῶσσα | Id. Ep. 315, 4; |
γράμμα | Id. Ep. 436, 2; |
λιμός | Id. Ep. 332, 2; |
οἶκος | Id. Ep. 430, 8; |
ουσία | Id. Ep. 332, 2; |
ὁργή | Id. Ep. 554, 2; |
παρουσία | Id. Ep. 430, 6; |
παραμύθιον | Ivi; |
φίλος | Id. Ep. 473, 2; |
πολίτης | Ivi; |
πρᾶγμα | Id. Ep. 505, 2; |
πρεσβύτης | Id. Ep. 473, 2; |
ῥητορική | Id. Ep. 451, 1; |
συνεργός | Id. Ep. 435, 9; |
τρόπος | Id. Ep. 449, 1; |
Cassia 2016 = Margherita Cassia, Una città da “curare”: Antiochia nell’epistolario di Libanio, in “Historika” VI (2016), pp. 243-266.
Festugière 1959 = Andrè Jean Festugière, Antioche païenne et chrétienne. Libanius, Chrysostome et les moines de Syrie, Parigi 1959, pp. 91-142.
Giardina 1977 = Andrea Giardina, Aspetti della burocrazia nel basso impero. Prosopografia degli agens in rebus, Roma 1977, p. 107.
Norman 1992 = Albert Francis Norman, Autobiography and selected letters, 2 voll., Cambridge 1992.
Petit 1994 = Paul Petit, Les Fonctionnaires dans l’oeuvre de Libanius: analyse prosopographie, Parigi 1994.
Sandwell 2009 = Isabella Sandwell, Libanius’ Social Networks: Understanding the Social Structure of the later Roman empire, in Chr. Constantakopoulou, I. Malkin, K. Panagopoulou (a c. di), Greek and Roman Networks in the Mediterranean, Abingdon 2009, pp. 129-143.
Seeck 1906 = Otto Seeck, Die Briefe des Libanius, Lipsia 1906, p. 110.