Nel 527, quando ricevette le due comunicazioni ufficiali, Bergantinus si trovava probabilmente a Ravenna e la situazione interna al regno era ancora pacificata; lo dimostrano le parole di Atalarico, che, nella prima occasione, richiese soltanto di rimettere per diritto di successione a Teodato, figlio di Amalafrida, sorella di Teoderico4, le masse fondiarie appartenute al patrimonio della genitrice: Bergantino v(iro) i(nlustre) comiti patrimonii Athalaricus rex. […] Atque ideo illustrem magnitudinem tuam praecelso atque amplissimo viro Theodahado massas subter annexas tot solidos pensitantes ex patrimonio quondam magnificae feminae matris ipsius praecipimus reformari, eius feliciter dominio plenissime vindicandas, cuius successionis integrum ius in ea qua praecipimus parte largimur (Cass. var. VIII 23).
Nella seconda lettera il sovrano invitò il funzionario a inviare un chartarius, ossia un suo ufficiale, in una proprietà sita nella provincia dei Bruttii, perché si scavasse alla ricerca di oro, risorsa preziosa di cui quel territorio sarebbe stato ricco secondo un esperto in materia: Italia dives inferat nobis et aureos fructus. Omnis proventus adquiritur ubi metallum fulvidum reperitur. […] Quapropter ad massam iuris nostri Rusticianam in Bruttiorum provincia constitutam magnitudinem tuam iubemus chartarium destinare et, si artifice harum rerum Theodoro dicitur memoratis rebus terra fecunda est, officinis sollemniter institutis montium viscera perquirantur […] (Cass. var. IX 3).
La situazione mutò rapidamente e irreversibilmente nel corso soltanto di un decennio, quando egli si ritrovò ancora presso la sedes regia, ma non più in qualità di funzionario, bensì come senatore in ostaggio che nell’anno 536 il nuovo regnante goto, Vitige5 (536-540), costrinse alla fuga, prima da Roma poi da Ravenna fino a Mediolanum, a fronte di numerose uccisioni fra i senatori che sostennero la generazione precedente di sovrani.
Tutto fu raccontato dallo storiografo bizantino di secolo VI, Procopius, che riferì alla primavera del 5376 l’ordine di Vitige di uccidere tutti i senatori che aveva reso prigionieri dall’inizio della guerra; fra i quali Bergantinus: Οὐίττιγις δὲ τὰ μὲν πρῶτα θυμῷ τε καὶ ἀπορίᾳ ἐχόμενος τῶν δορυφόρων τινὰς ἐς Ῥάβενναν πέμψας, Ῥωμαίων τοὺς ἐκ βουλῆς ἅπαντας οὕσπερ κατ᾽ ἀρχὰς τοῦδε τοῦ πολέμου ἐνταῦθα ἤγαγε κτείνειν ἐκέλευε. καὶ αὐτῶν τινες μὲν προμαθόντες φυγεῖν ἴσχυσαν, ἐν οἶς Βηργεντῖνός τε ἦν καὶ Ῥεπάρατος […] (Proc. Bella V 26,1-2). Come si può cogliere dall’ultima riga riportata dalla narrazione procopiana, alcuni fra i senatori che avrebbero dovuto essere uccisi riuscirono a fuggire, fra questi vi furono Bergantinus e Reparatus, che, come riportato nella stessa descrizione dell’evento, era il fratello del nuovo pontefice, Vigilio (537-555)7.
I due fuggirono in direzione di Mediolanum, ma Bergantinus non si limitò a cercare rifugio nella città, giacché in una lettera scritta nel settembre del 538 dal re franco Teodeberto I (ca. 534-ca. 548) all’imperatore Giustiniano (527-565) il senatore fu presentato come uno dei principali fautori della resistenza locale durante l’assedio8, cui il sovrano franco avrebbe dovuto inviare tremila soldati in ausilio, per precedenti accordi tra i due regnanti: Domino inlustro et praecellentissimo domno et patri, Iustiniano imperatore, Theodebertus rex. Litteras gloriae vestrae, Andrea comite veniente suscepimus, quibus indicare dignamini, tria mila virorum in solacium Bregantini patrici dirigere debemus (epp. austr. 19). La variante onomastica Bregantinus non rappresenta un problema nell’identificazione del soggetto, giacché si dimostra abbastanza frequente e usuale nei documenti dell’epoca9; più rilevante risulta il fatto che Bergantinus fosse qualificato come patricius, in virtù dello status senatorio, ma soprattutto menzionato come principale riferimento al quale inviare i rinforzi nella città di Mediolanum.
Ciò mi consente di ipotizzare che Bergantinus avesse un particolare legame con il maggiore centro della provincia di Liguria e non fosse un senatore di origini romane, come è stato finora implicitamente suggerito negli studi precedenti. Si diresse verso la città poiché si trovò in pericolo di vita, ma la situazione in Mediolanum non era tranquilla in quegli anni, come lo stesso Procopius raccontò, e oltre tutto egli divenne presto uno degli esponenti maggiori della resistenza agli invasori, benché non fosse un militare. Il suo carisma e le sue possibilità di azione inducono a non trascurare l’ipotesi che fosse dunque anche originario di quel territorio, che peraltro proprio dall’epoca teodericiana vide l’ascesa di molti aristocratici, che raggiunsero l’apice della carriera poi nell’antica capitale10.
1 PLRE II, s.v. Athalaricus, pp. 175 s.
2 Per l’assunzione dell’incarico nell’inverno tra il 526 e il 527, come successore di Wilia, sulla base anche della presunta redazione delle due missive in quell’intervallo di tempo, cfr. R. Delmaire, Les Responsables des finances impériales au Bas-Empire romain: (4.-6. s.): études prosopographiques, Bruxelles 1989, p. 297.
3 Cfr. R. Delmaire, Largesses sacrées et res privata. L’aerarium impérial et son administration du IVᵉ au VIᵉ siècle, Roma 1989, pp. 692 s.; A. Giardina, G.A. Cecconi, I. Tantillo (a c. di), Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore. Varie, vol. IV, Roma 2016, pp. 249-251.
4 PLRE II, s.v. Theodahadus, pp. 1067 s.
5 PLRE IIIB, s.v. Vitigis, pp. 1382-6.
6 S. Cosentino, Prosopografia dell’Italia bizantina (493-804), vol. I, Bologna 1996, p. 234 data l’ordine di Vitige esattamente a un anno dopo, nel marzo del 538, ma ciò risulterebbe così troppo a ridosso dell’assedio che subì la città di Mediolanum, tra l’estate del 538 e gli inizi del 539, nel quale Bergantinus e Reparatus furono coinvolti, come narrò lo stesso Procopius poco dopo.
7 PLRE II, s.v. Reparatus 1, pp. 939 s.
8 Per una breve analisi dell’assedio di Mediolanum cfr. anche L.I.R. Petersen, Siege warfare and military organization in the successor states (400-800 AD): Byzantium, the West and Islam, Leiden-Boston 2013, pp. 509-511.
9 Per l’onomastica si veda anche F. Gabotto, Storia dell’Italia occidentale nel medio evo: 395-1313, vol. II, Pinerolo 1911, pp. 507 s.
10 Cfr. Ch. Pietri, Christiana respublica: éléments d’une enquête sur le christianisme antique, vol. II, Roma 1997, pp. 882-5.
Null’altro è noto riguardo a Bergantinus dopo quest’ultimo viaggio verso la pars Orientis; è presumibile che non rientrasse più in Italia, sembra poco dimostrabile e comunque di scarso interesse, se non per puro dato biografico, la sua identificazione con il padre oppure il nonno di un monaco di nome Virigentinus menzionato in un’epistola di papa Gregorio I (590-604)2: Gregorius Sabiniano diacono apud Constantinopolim. […] Cui etiam dicendum est, quia Catellus palatinus substantiam eius, quantum Virigantinus dicit, male exterminat. Cui vix potui imponere, ut expensas eidem Virigantino in monasterio, qui lectioni vacat et laborare non potest, parvum aliquid de substantia matris suae dare non debuisset (Greg. I Reg. epp. V, 6).
Index nominum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Andreas | epp. austr. 19; |
Athalaricus (rex) | Cass. var. VIII 23, IX 3; |
Bergantinus (Bregantinus) / Βηργεντῖνος | Cass. var. VIII 23, IX 3; Proc. Bella V 26,1-2, VI 21,41; epp. austr. 19; |
Iustinianus (Imp.) | epp. austr. 19; |
Ῥεπάρατος | Id. Bella V 26,2; |
Theodahadus | Cass. var. VIII 23; |
Theodebertus (rex) | epp. austr. 19; |
Theodorus | Cass. var. IX 3; |
Οὐίττιγις | Proc. Bella V 26,1; |
Index geographicus
Bruttii (provincia) | Cass. var. IX 3; |
Δαλματία | Proc. Bella VI 21,41; |
Μεδιόλανον | Ivi; |
Ῥαβέννα | Proc. Bella V 26,1; |
Ῥωμαῖος (<Ῥώμη) | Id. Bella V 26,1, VI 21,41; |
Βενετία | Id. Bella VI 21,41. |
Index rerum notabilium
artifex | Cass. var. IX 3; |
βασιλεύς | Proc. Bella VI 21,41; |
βουλή | Id. Bella V 26,1; |
chartarius | Cass. var. IX 3; |
comes | epp. austr. 19; |
comes patrimonii | Cass. var. VIII 23, IX 3; |
dominium | Id. VIII 23; |
dominus | epp. austr. 19; |
δορυφόρος | Proc. Bella V 26,1; |
femina | Cass. var. VIII 23; |
gloria | epp. austr. 19; |
ius | Cass. var. IX 3; |
littera | epp. austr. 19; |
magnitudo | Cass. var. VIII 23, IX 3; |
massa (Rusticiana) | Ivi; |
mater | Cass. var. VIII 23; |
metallum | Id. IX 3; |
mons | Ivi; |
pater | epp. austr. 19; |
patricius | Ivi; |
patrimonium | Cass. var. VIII 23; |
πόλεμος | Proc. Bella V 26,1; |
proventus | Cass. var. IX 3; |
solidus | Id. VIII 23; |
successio | Ivi; |
terra | Cass. var. IX 3; |
θυμός | Proc. Bella V 26,1; |
vir, vir inlustris | Cass. var. VIII 23; epp. austr. 19. |
Cecconi, Giardina, Tantillo 2016 = Andrea Giardina, Giovanni Alberto Cecconi, Ignazio Tantillo (a c. di), Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore. Varie, vol. IV, Roma 2016, pp. 249-251.
Delmaire 1989 = Roland Delmaire, Les Responsables des finances impériales au Bas-Empire romain: (4.-6. s.): études prosopographiques, Bruxelles 1989, p. 297.
Gabotto 1911 = Ferdinando Gabotto, Storia della Italia occidentale nel medio evo: 395-1313, vol. II, Pinerolo 1911, pp. 507 s.
Petersen 2013 = Leif Inge Ree Petersen, Siege warfare and military organization in the successor states (400-800 AD): Byzantium, the West and Islam, Leiden-Boston 2013, pp. 509-511.
Pietri 1997 = Charles Pietri, Christiana respublica: éléments d’une enquête sur le christianisme antique, vol. II, Roma 1997, pp. 882-5.