Egli strinse probabilmente un rapporto piuttosto stretto con Augustinus, giacché ottenne l’onore di essere il dedicatario dell’opera del religioso intitolata De ordine, uno dei primi dialoghi filosofici composti dal vescovo sul finire dell’anno 386, con argomento centrale il rapporto tra il divino e l’ordinamento universale del cosmo.
Il vescovo si rivolse a Z., in quanto suo amico, generoso nel confronto con i suoi familiari e con lui, fin dalle prime battute del prologo dello scritto: Ordinem rerum, Zenobi, consequi ac tenere cuique proprium, tum vero universitatis quo coercetur ac agitur hic mundus, vel videre vel pandere difficillimum hominibus atque rarissimum est (Aug. de ord. I 1).
Queste considerazioni sulle difficoltà che si incontrano nell’osservazione e nella comprensione dell’ordine proprio di ogni cosa, e ancor più del più vasto universo, furono esito di conversazioni svoltesi nell’ultimo quindicennio del secolo IV in un’area di ritiro dalla società, poco distante da Mediolanum; dove si riunirono Augustinus e moltissimi altri intellettuali aristocratici gravitanti intorno all’antica sedes regia transpadana.
Z. fu uno fra questi, il suo legame con il futuro vescovo fu ricordato in altre occorrenze testuali; in particolare una lettera dell’Ipponense menzionò anche la sua parentela con un altro suo corrispondente, un uomo dal nome Dioscorus, pedagogo e fratello di Z.: Dioscorus ad Augustinum mittit multas quaestiones ex libris Ciceronis; rogans ut mature ad eas respondeat. […] Frater Zenobius, magister memoriae factus est […] (Aug. ep. 117).
Oltre ad apprendere così la qualifica ricoperta da Z., ovvero il titolo di magister memoriae, indirettamente dal contesto familiare possiamo ricavare anche la sua origine, giacché nella risposta di Augustinus alla missiva di Dioscorus il religioso non trascurò di segnalare la nascita e la prima formazione in Graecia del pedagogo: Dioscorus, in Graecia constitutum et Graeca inbutum primitus lingua (Aug. ep. 118, 10).
Appare assai probabile che entrambi i fratelli fossero nati in terra ellenica.
Già dalla dedica al De ordine agostiniano si è potuta dedurre la familiarità esistente tra Z. e Augustinus 1 e si è in modo agevole supposto che entrambi animassero le conversazioni filosofiche che si svolsero tra il 386 e il 387 presso la villa del nobile grammatico Verecundus 2, nell’antica località di Cassiciacum 3, dove si riunì la comunità di aristocratici vicini a Augustinus e dove il teologo scrisse il De ordine.
L’abitudine a condividere riflessioni sulle prime formulazioni cristiane e neoplatoniche fu ricordata in più punti nelle opere di Augustinus, qualora egli menzionasse anche il comune amico, Z. Si ritrova cenno in una delle primissime epistole della moderna raccolta agostiniana, così come in un altro scritto, dal titolo Retractationes.
Nella lettera, anch’essa composta tra il 386 e il 387, il vescovo esortò l’amico funzionario a portare a compimento le considerazioni sostenute nei loro incontri, ancorché a fronte degli impegni della vita attiva: Zenobio Augustinus. […] Quocum officio commoneo te interim, qualiscumque sis, inchoatam tecum disputationem perficiendam, si curae nobismet ipsis sumus (Aug. ep. 2).
Nelle Retractationes, Augustinus passò in rassegna e revisionò le sue stesse opere e dedicò dunque il terzo capitolo del primo libro al suo De ordine, motivando la scelta di scrivere soltanto in merito agli studi grazie ai quali fosse possibile procedere verso la conoscenza delle realtà immateriali.
A conclusione di ogni sezione dedicata a un’opera, il religioso fornì sempre l’incipit: hoc opus sic incipit – Ordinem rerum, Zenobi (Aug. retract. I, 3,3).
Augustinus nel De ordine ricordò che Z. fu sempre promotore di quesiti profondi, ai quali il teologo non sempre fu in grado di rispondere in maniera esaustiva; per questo Augustinus venne anche sollecitato attraverso un componimento poetico dell’amico ad essere più diligente e completo: Crebrarum autem ille procrastinationum usque adeo impatiens fuit, ut me, quo diligentius et copiosius respondere cogerer, etiam carmine provocaret, et bono carmine, unde illum magis ames (Aug. de ord. I 7,20).
1 La frequenza con la quale i due conversarono è testimoniata oltre che dalla dedica dell’opera, anche da una brevissima affermazione contenuta in essa: Nam Zenobius noster multa mecum saepe de rerum ordine contulit […] (Aug. de ord. I 7,20).
2 PLRE I, s.v. Verecundus 2, p. 950.
3 Rus Cassiciacum, menzionato come territorio entro cui si estendeva la villa di Verecundus in Aug. Conf. IX 3,5. La località fu identificata variamente come sito nei dintorni dell’antica Mediolanum, inizialmente corrispondente all’odierna Casciago, paese in provincia di Varese, ma oggi con maggiore certezza associato invece a Cassago in Brianza – cfr. F. Meda, La controversia sul ‘Rus Cassiciacum’, in Miscellanea Agostiniana, II, 49-59.
Index nominum – Index rerum sacrarum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Augustinus | Aug. epp. 2, 117; |
Cicero | Id. ep. 117; |
Dioscorus | Id. epp. 117,118; |
Zenobius | Id. epp. 2, 117, de ord. I 1, 7,20, retract. I 3,3. |
Index geographicus
Graecia, Graecus | Aug. ep. 118, 10. |
Index rerum notabilium
carmen | Aug. de ord. I 7,20; |
disputatio | Id. ep. 2; |
frater | Id. ep. 117; |
homo | Id. de ord. I 1; |
incipit | Id. retract. I 3,3; |
liber | Id. ep. 117; |
magister memoriae | Ivi; |
mundus | Aug. de ord. I 1; |
officium | Id. ep. 2; |
opus | Id. retract. I 3,3; |
ordo rerum | Id. de ord. I 1, 7,20, retract. I 3,3; |
procrastinatio | Id. de ord. I 7,20; |
quaestio | Id. ep. 117; |
universitas | Id. de ord. I 1. |
Beretta 1991 = Luigi Beretta, S. Agostino e Cassiciaco, Cassago Brianza 1991.
Meda 1931 = Filippo Meda, La controversia sul ‘Rus Cassiciacum’, in Miscellanea Agostiniana: testi e studi, II, Roma 1931, 49-59.