“dux militum” (ἀρχηγός 1 – Proc. Bella V 5,3, 10,1, 28,23)
1 Il termine ἀρχηγός ricorre dodici volte nell’opera di Procopius, unico autore che scrisse riguardo a Ennas, ma non in tutte le occorrenze fu attribuito all’Isaurico; anzi lo storiografo lo impiegò per identificare personalità sia Romane sia “non Romane”, magistri e duces (TPC, p. 73). L’usus scribendi di Procopius del resto era vòlto a finalizzazione espressiva e nel caso delle vicende legate a Ennas sembra prevalere l’intenzione di esprimere la generica funzione bellica di comando (si veda quanto è argomentato in merito alla descrizione dei Longobardi da parte di Procopius in P. Cesaretti, I Longobardi di Procopio, in F. Lo Monaco, F. Mores, I Longobardi e la storia. Un percorso attraverso le fonti, Roma 2012, pp. 36 s.). La storiografia del secolo VI peraltro, con Procopius come massimo rappresentante, per indicare i gradi degli ufficiali nell’esercito impiegò con maggiore frequenza e precisione la carica di magister militum, mentre dux rimase a indicare una funzione di comando indifferenziata, propria di forze campali, ma spesso senza l’attribuzione di un preciso territorio da presiedere (si veda soprattutto l’analisi di G. Ravegnani, I Bizantini e la guerra, Roma 2004, pp. 45-7). L’uso procopiano di ἀρχηγός sembra dunque che si possa ricondurre a questa seconda accezione, come già nell’indice dell’edizione CSHB parzialmente si suggerì (K. Dindorf (ed.), C. Maltret (trad. lat.), Procopius, vol. III. Index historicus. In libros VIII de bellis, in CSHB 40, Bonn 1924 (rist. anast.), p. 492: Ennes Isaurorum dux). Ancor più consona al pensiero di Procopius, che per l’indicazione di queste cariche non sembra esprimere differenze etniche, mi pare la soluzione proposta negli AA. SS Ianuarii II, 14 jan. De S. Datio episcopo Mediolanensi. Index historicus, p. 789: Ennes dux militum (in riferimento a quanto venne narrato nell’agiografia dell’episcopo mediolanense: Isauris Ennem praefecit – AA. SS Ianuarii II, 14 jan., p. 251).
L’unica testimonianza che fornì informazioni riguardanti questo soldato fu lo storiografo di secolo VI Procopius di Caesarea Palaestinae, la fonte fondamentale per la trasmissione di un resoconto minuzioso degli eventi bellici e delle persone che animarono gli stessi; Procopius accompagnò il “generalissimo” bizantino Belisarius 2 nella spedizione nella penisola italica, prima in qualità di σύμβολος poi anche di πάρεδρος, ovvero consigliere con competenze anche giudiziarie.
Lo storiografo ci informò che Ennas fu fratello di Tarmutus, un Isaurico3, e comandò soldati isaurici: Πριγκίπιος δέ τις ἐν τοῖς αὐτοῦ δορυφόροις, ἀνὴρ δόκιμος, Πισίδης γένος, καὶ Ταρμοῦτος Ἴσαυρος, Ἔννου τοῦ Ἰσαύρων ἀρχηγοῦ ἀδελφός […] (Proc. Bella V 28,23)4.
Procopius nel prosieguo esplicitò ancora la parentela tra i due e precisò di nuovo il ruolo di comandante esercitato da Ennas, nell’occasione a capo di un distaccamento della cavalleria: Ταρμοῦτος […] ἐπειδὴ κοπτόμενος τὸ σῶμα ἀπεῖπεν, Ἔννου τἀδελφοῦ ξὺν ἱππεῦσί τισιν ἐπιβεβοηθηκότος […] (Proc. Bella V 29,42).
Procopius, che nell’intera sua opera mostrò particolare interesse per gli aspetti etnografici, in piena adesione con una tendenza tardo antica di recupero della tradizione letteraria etnografica classica, ionica ed ellenistica5, si abituò presto al contatto con funzionari militari vicini a Belisarius di origine barbarica e oltre a delinearne con precisione le potenzialità e le particolarità, in molti casi indicò anche una possibile provenienza etnica.
Tuttavia, benché sia ormai noto che il reclutamento delle truppe nel primo periodo bizantino considerasse soprattutto le regioni anatoliche dell’Isauria, dell’Armenia, oltre che della Thracia e dell’Illyricum, risulta altrettanto evidente che l’indicazione dell’etnonimo originario non sempre fu esatto, come lo stesso Procopius annotò in alcune occasioni (Proc. Bella I 18,38)6.
Gli Isauri che inizialmente connotarono gruppi di banditi e ribelli, dai secoli V/VI divennero invece una risorsa militare concentrata sui promontori dell’Anatolia meridionale, nella provincia dell’Isauria, e specialmente nella pars Orientis accrebbero la propria reputazione, ritenuti peraltro cittadini e soldati fedeli, sostenitori dei legittimi imperatori romani. Tuttavia la loro designazione identitaria rimase fluttuante nelle testimonianze storico-letterarie del periodo, giacché, se su un piano antropologico il termine Isaurico designò uomini di origine sia cilicia sia licaonica, dal punto di vista geografico ci si riferì ad aree eterogenee appartenenti alle province di Cappadocia, Pamphylia o Galatia 7.
Ennas dunque, in quanto definito Isaurico per famiglia, fu senza dubbio di origine orientale; benché non sia possibile stabilire quale fosse l’esatta provenienza in termini di antica provincia.
1 In merito ai principali contributi relativi al conflitto quasi ventennale tra Bizantini e Goti al centro del secolo VI in Italia si rimanda alla scheda dedicata a Datius.
2 PLRE IIIA, s.v. Fl. Belisarius 1, pp. 181-224.
3 PLRE IIIB, s.v. Tarmutus, p. 1217: guardia del corpo di Belisarius. Per l’individuazione dell’Isauria, terra di provenienza della popolazione degli Isauri, cfr. DGRG II, s.v. Isauria, pp. 65 s.; RE IX/2, s.v. Isauria, col. 2056, NP V, s.v. Isauria, Isauroi, coll. 1117 s.: l’Isauria era il territorio a sud della provincia di Asia Minor, incluso tra la Pisidia, la Lykaonia e la Cilicia Tracheia (Cilicia I), corrispondente a una piccola parte dell’odierna Turchia meridionale. Da circa la metà del secolo IV l’Isauria fu una provincia governata da specifici funzionari imperiali militari e civili (comes rei militaris per Isauriam et praeses). L’imperatore Zenone, proclamato nel 474, provenne da questo territorio.
4 Cfr. anche Proc. Bella V 5,3: […] ἀρχηγὸς δὲ Ἰσαύρων Ἔννης.
5 Si veda l’ancora valido e preciso contributo di M. Cesa, Etnografia e geografia nella visione storica di Procopio di Cesarea, “SCO” 32 (1982), pp. 189-215.
6 Cfr. P. Erdkamp, A Companion to the Roman Army, Oxford 2007, p. 535.
7 Si veda in particolare per l’attenzione dedicata all’ambito militare e alla testimonianza procopiana L.I.R. Petersen, Siege Warfare and Military Organization in the Successor States (400-800 AD): Byzantium, the West and Islam, Leiden-Boston 2013, pp. 102 s. Lo studioso ha osservato che Procopius distinse le unità orientali essenzialmente in due gruppi: Armeni e Isauri, i primi protagonisti nelle guerre contro i Persiani, i secondi nelle guerre di riconquista occidentali.
Il nono giorno di dicembre dello stesso anno 536 gli uomini guidati da Belisarius entrarono senza difficoltà nell’antica capitale, Roma, che ritornò governata direttamente dai Romani dopo sessant’anni di controllo straniero, ma i Goti, che mutarono il proprio capo-condottiero da Teodato a Vitige2 anche a seguito di questa perdita, scelsero di non abbandonare così facilmente l’Urbe e soltanto tre mesi dopo, nel marzo del 537 diedero avvio a un assedio che durò un anno intero.
Ennas fu presente anche a quest’assedio e nell’occasione soccorse il fratello Tarmutus, come si è già ricordato (Proc. Bella V 29,42).
Gli assedi a grandi e piccole città furono numerosi e concentrati specialmente nel settore centro-meridionale della penisola3; dopo essersi quindi soffermati brevemente su due eventi che comportarono una certa rilevanza strategica, si ritiene prioritaria una descrizione più analitica riguardo alla breve, e probabilmente per lui conclusiva, incursione di Ennas nel territorio transpadano.
Agli inizi della primavera del 538, dopo la positiva notizia che Roma era rimasta sotto il governo imperiale, Datius, il vescovo di Mediolanum 4 (535/536-552), chiese a Belisarius soccorso militare, promettendo che non soltanto Mediolanum, ma l’intera provincia di Liguria si sarebbe liberata dal potere goto e si sarebbe affidata al governo dell’imperatore Giustiniano (Proc. Bella VI 7,36). Il “generalissimo” rispose a tale richiesta inviando un migliaio di uomini via mare a Genua; le milizie avanzarono poi percorrendo il fiume Padus e, dopo aver sconfitto i Goti nei pressi di Ticinum, conquistarono le città di Novaria, Comum e Bergomum in breve lasso di tempo, tuttavia a presidio di Mediolanum rimasero soltanto trecento soldati.
Procopius non trascurò di descrivere la spedizione e fra i comandanti a capo del contingente inviato a Mediolanum menzionò anche Ennas: Βελισάριος δὲ τοῖς ἐκ Μεδιολάνου ἥκουσι χιλίους ἔπεμψεν Ἰσαύρους τε καὶ Θρᾷκας. ἡγεῖτο δὲ τῶν Ἰσαύρων Ἔννης, τῶν δὲ Θρᾳκῶν Παῦλος, Μουνδίλας τε ἅπασιν ἐφειστήκει […] πλεύσαντες οὖν ἐκ τοῦ Ῥωμαίων λιμένος Γενούᾳ προσέσχον […] ἐπεὶ δὲ τὸν Πάδον διαβάντες ἐς Τικηνὸν πόλιν ἀφίκοντο, Γότθοι αὐτοῖς ἀπαντήσαντες ἐς χεῖρας ἦλθον. […] Ἔνθεν τε ἐς Μεδιόλανον πόλιν ἀφίκοντο καὶ αὐτὴν ἀμαχητὶ ξὺν Λιγουρίᾳ τῇ ἄλλῃ ἔσχον (Proc. Bella VI 12,26.27,29,31,36).
Sbarcarono a Genua e giunsero a Mediolanum, assicurandosi il controllo della città senza alcuna battaglia, scrisse lo storiografo, ma nel paragrafo immediatamente seguente Procopius spiegò bene come reagirono gli uomini di Vitige, un numeroso esercito guidato da Vraias, nipote di Vitige5, assediò la città e si avvalse dell’ausilio di un migliaio di Burgundi inviati da Teodeberto, sovrano degli alleati Franchi6: ἅπερ ἐπειδὴ Οὐίττιγις ἔμαθε, στράτευμά τε πολὺ κατὰ τάχος καὶ Οὐραΐαν ἄρχοντα, τὸν αὑτοῦ ἀδελφιδοῦν, ἔπεμψε. καὶ Θευδίβερτος δέ οἱ, ὁ Φράγγων ἀρχηγός, ἄνδρας μυρίους δεηθέντι ἐς ξυμμαχίαν ἀπέστειλεν, οὐ Φράγγων αὐτῶν, ἀλλὰ Βουργουζιώνων, τοῦ μὴ δοκεῖν τὰ βασιλέως ἀδικεῖν πράγματα (Proc. Bella VI 12,37.38).
Gli avversari assediarono dunque gli uomini inviati da Belisarius e lo fecero, come si legge nel prosieguo della narrazione procopiana, nel momento più opportuno, quando Mundilas 7, posto da Belisarius a capo dell’intera spedizione, dovette distribuire più uomini nelle città appena riconquistate di Novaria, Comum e Bergomum; in Mediolanum rimasero appunto soltanto trecento unità e, insieme a Mundilas, Procopius ricordò di nuovo Ennas e Paulus 8: […] ἐπεὶ ὁ Μουνδίλας πόλεις τε καταλαβὼν ἔτυχεν ὅσαι Μεδιολάνου ἄγχιστα οὖσαι ὀχυρώματα εἶχον, Βέργομόν τε καὶ Κῶμον καὶ Νοβαρίας καὶ ἄλλα ἄττα πολίσματα, καὶ φρουρὰς πανταχόθι λόγου ἀξίας καταστησάμενος, αὐτὸς δὲ τριακοσίους μάλιστα ἔχων ἐν Μεδιολάνῳ ἔμεινε, καὶ ξὺν αὐτῷ Ἔννης τε καὶ Παῦλος (Proc. Bella VI 12,40).
Nella primavera del 539 Mediolanum fu costretta alla resa, Goti e Burgundi si impadronirono della città, la saccheggiarono e massacrarono la popolazione maschile, imprigionarono e resero schiave le donne, Mundilas e Paulus furono portati via come prigionieri e di Ennas non fu resa nota la sorte: […] οἱ πολέμιοι σφᾶς τε αὐτοὺς καὶ τὴν πόλιν ἐνέδοσαν. καὶ αὐτοὺς μὲν οἱ βάρβαροι οὐδὲν ἄχαρι ἐργασάμενοι ἐν φυλακῇ ξὺν Μουνδίλᾳ εἶχον […] (Proc. Bella VI 21,38.39)9.
Verosimilmente Ennas trovò la morte quando i Goti e Burgundi riuscirono ad entrare in Mediolanum, in una disfatta che in parte fu probabilmente causata dall’inferiorità numerica delle forze in campo e da insubordinazione crescente nell’esercito di Belisarius, ma in massima parte forse fu l’esito di errate considerazioni diplomatiche, giacché, se si presta fede a quanto documentato nelle epistulae Austrasicae, l’imperatore Giustiniano chiese aiuto ai sovrani merovingi per mantenere il governo su Mediolanum e la Liguria, ma re Teodeberto aveva già in animo un proprio piano di avanzata sul territorio (Epp. Austr. 18-20).
1 PLRE IIIB, s.v. Magnus 1, pp. 804 s.
2 Id. II, s.v. Theodahadus, pp. 1067 s.; IIIB, s.v. Vitigis, pp. 1382-7.
3 Peraltro secondo quanto narrato dallo stesso Procopius, Giustiniano nella sua riconquista era interessato alla penisola inclusa nel limite superiore estremo rappresentato dal fiume Padus, l’Italia Transpadana sarebbe potuta rimanere ai Goti nell’intenzione di creare una barriera difensiva da altre incursioni di popolazioni straniere provenienti da nord: […]καὶ αὐτὸν ὅσα ἐντὸς Πάδου ποταμοῦ ἐστιν ὑπήκοα ἐς ἀπαγωγὴν φόρου ποιήσασθαι (Proc. Bella VI 29,2 – sudditi e tributari tutti coloro che si trovavano al di qua del fiume Po).
4 PCBE II/1, s.v. Datius, pp. 532-4.
5 PLRE IIIB, s.v. Vraias, pp. 1392 s.
6 Id., s.v. Theodebertus, pp. 1232 s.
7 PLRE IIIB, s.v. Mundilas, pp. 901 s.
8 Id., s.v. Paulus 7, pp. 976 s.
9 Si veda anche quanto descritto in altre fonti coeve, Marc. com. Addit. ad a. 539: Gothi Mediolanum ingressi muros diruunt praedamque potiti omnes Romanos interficiunt, Mundilam Paulumque duces abducunt Ravennam. La continuazione del Chronicon di Marcellinus comes, storiografo bizantino vissuto tra i secoli V/VI, fu compilata probabilmente nel tardo secolo VI, forse in contesto italico; ciò che più importa del breve estratto riportato è il fatto che venne nominato non soltanto Mundilas tra coloro che furono fatti prigionieri, ma anche Paulus, la sorte di Ennas anche in quest’occorrenza fu trascurata. Come appare ragionevole si ricorda che i due prigionieri furono condotti all’allora sede di potere occidentale, ancora per poco in mano gota, Ravenna. Anche in un’altra cronaca relativa ai secoli V/VI, scritta però da Marius Aventicensis, vescovo e storiografo di origine gallo-romana, attento alla storia dei Burgundi, l’episodio di resa e distruzione di Mediolanum fu raccontato e senza trascurare una terminologia di forte intensità: Mediolanus (!) a Gotis est Burgundionibus effracta est (Mar. Av. chron. a. 538). Per una descrizione, analisi e ricognizione puntuale delle fonti relativamente all’assedio e alla presa di Mediolanum da parte dei Goti si veda anche il già citato L.I.R. Petersen, Siege Warfare. Op. cit., pp. 509-511.
Index nominum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Βελισάριος | Proc. Bella VI 12,26; |
Ἔννης / Ennes | AA. SS Ianuarii II, 14 jan. De S. Datio episcopo Mediolanensi, p. 251; Proc. Bella V 5,3, 10,1-26, 28,23, 29,42, VI 12,26.27,40; |
Μάγνος | Proc. Bella V 10,2; |
Μουνδίλας | Id. Bella VI 12,27,40; |
Παῦλος | Id. Bella VI 12,27,40; |
Πριγκίπιος | Id. Bella V 28,23; |
Ταρμοῦτος | Id. Bella V 28,23, 29,42; |
Θευδίβερτος | Id. Bella VI 12,38; |
Οὐραΐας | Id. Bella VI 12,37; |
Οὐίττιγις | Id. Bella VI 12,37. |
Index geographicus
Βέργομον | Proc. Bella VI 12,40; |
Βουργουζιῶνες | Id. Bella VI 12,38; |
Κῶμος | Id. Bella VI 12,40; |
Γένουα | Id. Bella VI 12,29; |
Γότθοι | Id. Bella VI12,31; |
Ἴσαυροι / Isauri (< Ἰσαυρία / Isauria) | AA. SS Ianuarii II, 14 jan. De S. Datio episcopo Mediolanensi, p. 251; Proc. Bella V 28,23; |
Λιγουρία | Proc. Bella VI 12,36; |
Μεδιόλανον (< πόλις) | Id. Bella VI 12,26,36,40; |
Νοβαρία | Id. Bella VI 12,40; |
Πάδος | Id. Bella VI 12,31; |
Πισίδης (< Πισιδία) | Id. Bella V 28,23; |
Φράγγοι | Id. Bella VI 12,38; |
Ῥωμαῖοι (< Ῥώμη) | Id. Bella VI 12,29; |
Θρᾷκες (< Θρᾳκίας) | Id. Bella VI 12,26; |
Τίκηνος (< πόλις) | Id. Bella VI 12,31. |
Index rerum notabilium
ἀδελφός | Proc. Bella V 28,23, 29,42, VI, 12,37; |
ἀνήρ | Id. Bella V 28,23, VI 12,38; |
ἀρχηγός | Id. Bella V 5,3, 10,1, 28,23; |
ἄρχων | Id. Bella VI 12,37; |
βασιλεύς | Id. Bella VI 12,38; |
χωρίον | Id. Bella V 10,2; |
δορυφόρος | Id. Bella V 28,23; |
dux militum | AA. SS Ianuarii II, 14 jan. De S. Datio episcopo Mediolanensi, p. 251; |
γένος | Proc. Bella V 28,23; |
ἱππεύς | Id. Bella V 29,42; |
λιμήν | Id. Bella VI 12,29; |
λόγος | Id. Bella VI 12,40; |
νύξ | Id. Bella V 10,2; |
ὀχετός | Ivi; |
ὀχύρωμα | Proc. Bella VI 12,40; |
φρουρός | Ivi; |
πόλις, πόλισμα | Proc. Bella V 10,2, VI, 12,31,36,40; |
πράγμα | Id. Bella VI 12,38; |
σῶμα | Id. Bella V 29,42; |
στράτευμα | Id. Bella VI 12,37; |
ξυμμαχία | Id. Bella VI 12,38. |
Cesaretti 2012 = Paolo Cesaretti, I Longobardi di Procopio, in F. Lo Monaco, F. Mores (a c. di), I Longobardi e la storia. Un percorso attraverso le fonti, Roma 2012, pp. 36 s.
Erdkamp 2007 = Paul Erdkamp, A companion to the Roman Army, Oxford 2007, p. 535.
Greatrex, Mitchell 2000 = Geoffrey Greatrex, Stephen Mitchell (a c. di), Ethnicity and Culture in Late Antiquity, Londra 2000.
Ravegnani 2004 = Giorgio Ravegnani, I Bizantini e la guerra, Roma 2004.
Parnell 2010 = David Alan Parnell, Justinian’s Men: the Ethnic and Regional Origins of Byzantine army officers, 518-610, St. Louis 2010, p. 242.
Petersen 2013 = Leif Inge Ree Petersen, Siege warfare and military organization in the successor states (400-800 AD): Byzantium, the West and Islam, Leiden-Boston 2013.