In essi furono onorati funzionari di alto grado che si distinsero particolarmente in incarichi giuridici e per questo furono spesso messi in relazione con l’operato della personificata divinità della Giustizia, la greca Δίκη 3.
Fra di loro si annoverò Marcellinus 4, cui il cretese Pyrrhus 5 e il consiglio locale della città (βουλή) dedicarono un’iscrizione onoraria, sfortunatamente non conservata giacché la lastra fu reimpiegata per un’altra epigrafe (ICret IV, p. 308); tuttavia fu realizzato e trasmesso un apografo recante il dibattuto testo seguente: Ἑσπερίης πάση[ς χθονὸς] | ὄβριμον ἰθυντῆ[ρα] | Μαρκελλῖνον ὁρᾷς ἠδὲ [λόγων] 6 | ταμίην, | Ἑλλάδος ἀγλαὸν ἔρνος, | ὃς εὐδικίῃ καὶ ἀρωγῇ | κουφίζων πόλιας, θῆκεν | ἐλαφροτέρας· | τοὔνεκα καὶ προθύροισι | Δίκης ἐπιμάρτυρα θεσμῶν | βουλὴ καὶ Πύρρου στῆσεν | ἐφημοσύνη (ICret IV, p. 323).
L’epigramma fu disposto originariamente su dodici linee di scrittura allineate a sinistra, a comporre tre distici elegiaci. Nel primo dei tre si evidenziarono la dignità e l’effettivo ruolo dell’onorato, M., nel secondo furono magnificate la sua origine e le sue qualità; infine si ricordarono i committenti e la collocazione della memoria.
Soffermandoci ora soltanto sulla sua origine, prendiamo in considerazione il primo emistichio del secondo distico: M. fu un illustre rampollo greco (Ἑλλάδος ἀγλαὸν ἔρνος). Impossibile stabilire con precisione geografica cosa si intendesse con l’espressione ‘rampollo della Grecia’. Ἑλλάς è termine che fin dall’antichità servì a indicare tutti coloro che costituirono una precisa comunità di cultura, non tanto un’esatta provenienza7, nel mondo tardo antico gli autori cristiani utilizzarono spesso la parola Ἑλλάς per identificare i pagani.
Essendo comunque in questo caso in presenza di un epigramma, l’ultima ipotesi sopra suggerita non è da considerare, forse appare invece preferibile richiamare l’antichità, giacché fu abbastanza usuale in epoche tarde rifarsi ai modelli poetici o letterari della tradizione più antica.
Sono due i termini di connotazione geografica usati nel testo dell’iscrizione oggetto di analisi in questa scheda: Ἑσπερία e Ἑλλάς, proprio il primo fra i due lemmi potrebbe prestarsi come utile spia linguistica per comprendere quale fosse il modello precedente per colui che celebrò M. Il primissimo emistichio dell’epigramma è infatti un calco da Apollonius Rhodius, poeta alessandrino di età tolemaica (sec. III a.C.) che divenne riferimento poetico per tutta la tradizione insulare di area mediterranea e non solo: Ἑσπερίης εἴσω χθονός (Apoll. Rh. III, 311) divenne Ἑσπερίης πάσης χθονός nell’iscrizione per M. 8.
Ἑλλάς nell’opera dell’alessandrino fu sempre una designazione dell’intera Graecia inclusiva dei territori coloniali da essa dipendenti, quindi la penisola, ma anche tutte le isole ad essa pertinenti, fra cui anche Creta nel periodo di vita del suddetto poeta9.
Con buona probabilità dunque anche nella dedica a M. l’uso di Ἑλλάδος ἀγλαὸν ἔρνος fece riferimento a un nativo della provincia di Graecia nel senso più ampio del termine, senza dubbio comunque a un orientale.
Il funzionario fu celebrato per disposizione del consiglio e del cretese Pyrrhus, forse padre di un governatore dell’isola nel tardo secolo IV, e la lastra onorifica fu posta presso i portici dell’antico Pretorio prima del 382, anno in cui fu reimpiegata per onorare proprio una fase di ricostruzione dell’edificio governativo voluta dal neo consularis Oecumenius Dositheus Asclepiodotus 10; come usanza nell’epigrafi gortinie, Δίκη indicò infatti il palazzo dove la giustizia venne in effetti amministrata11.
M. esercitò la propria autorità anche su Creta, giacché nel testo dell’iscrizione sono ricordati suoi provvedimenti (θεσμοί); nel secondo distico si celebrò infatti la sua capacità di alleviare il peso dell’esazione fiscale, oltre all’integrità nelle funzioni giuridiche (ὃς εὐδικίῃ καὶ ἀρωγῇ κουφίζων πόλιας, θῆκεν ἐλαφροτέρας).
1 La provincia romana originariamente di Creta et Cyrene fu divisa in due distinte province a partire dal sec. IV; giacché in epoca dioclezianea soltanto Creta fra le due fu sottoposta alla giurisdizione del praefectus Italiae et Illyrici.
2 Per una prima rassegna sistematica si veda A. Di Vita (ed.), Gortina, VII, Padova 1988-2001; M. Livadiotti, I. Simiakaki (eds), Creta romana e protobizantina, III, Padova 2004; I. Baldini, G. Vallarino, Gortyn: from City of the Gods to Christian City, in A. Leone (ed.), Cities and Gods: religious space in transition. Proceedings of the Congress, Durham, July 5th-7th 2007, Lovanio 2013, 103-119.
3 Cfr. L. Robert, Hellenica: recueil d’épigraphie, de numismatique et d’antiquités grecques, IV, Parigi 1948, 24-26, 68, 89 s., 99 s.
4 In PLRE I, p. 545 si propone l’identificazione con Antonius Marcellinus, praefectus praetorio Italiae nell’anno 340-341 (si veda anche NP VII, s.v. Antonius Marcellinus 2, col. 848 (B. Bleckmann)).
5 PLRE I, s.v. Pyrrhus 2, p. 756.
6 Correzione proposta in PLRE I, p. 545 sulla base delle considerazioni in Hell. IV, 91 s. (Robert); giacché nella versione originaria si propose ἡγεμόνος ταμίην, ovvero funzionario del fisco, ma non risultano altrimenti attestati nel sec. IV, periodo cui si data quest’epigrafe, questori alle dipendenze di governatori (l’iscrizione fu trovata presso il pretorio, ovvero la sede del governatore, come poi si ricorderà). Inoltre il quaestor sacri palatii, dignità che si potrebbe associare al termine ἡγεμόνος, svolse sempre mansioni di ausilio nell’elaborazione delle leggi, comunque in genere fu impegnato in ambito giuridico, mai in contesti legati a disposizioni finanziarie, come il termine ταμίη, ossia ‘fisco’, farebbe pensare.
7 Per la storia e l’uso del termine Ἑλλάς numerosi possono essere i richiami; il geografo greco Pausanias, vissuto nel sec. II, come scrisse C. Bearzot, La Grecia di Pausania. Geografia e cultura nella definizione del concetto di Hellas, in M. Sordi (ed.), Geografia e storiografia nel mondo classico, Milano 1988, 90-112 con Ἑλλάς indicò soltanto l’odierna Grecia continentale dal punto di vista meramente geografico, ma su un piano culturale si riferì a un’area ancor più ristretta, ovvero a quella della Grecia anfizionica classica, epoca delle leghe tra le principali poleis aventi come fulcro i santuari delle rispettive maggiori divinità delle diverse regioni (secc. V-IV a.C.); già nell’Ilias Ἑλλάς sembrò indicare una nozione ristretta, ma non mancò l’introduzione di un elemento di novità, ossia l’utilizzo dell’etnonimo Ἕλληνες, a indicare invece in senso più generale una comunità culturale originaria, custode dei valori tradizionali, cfr. P. Vannicelli, Il nome Ἕλληνες in Omero, RFIC, 117 (1989), 34-48.
8 TLG IV, s.v. Ἑσπερία, col. 2094 (L. Dindorf). Per la storia del termine Ἑσπερία e le variazioni del suo significato cfr. S. Epperlein, Zur Bedeutungsgeschichte von ‘Europa’, ‘Hesperia’, ‘occidentalis’, Philologus, 115 (1971), 82-89.
9 TLG IV, s.v. Ἑλλάς, col. 760 (L. Dindorf). Si veda anche W.G. Thalmann, Apollonius of Rhodes and the spaces of Hellenism, Oxford 2011, 77-114.
10 PLRE I, s.v. Oecumenius Dositheus Asclepiodotus, p. 115.
11 Si veda per un caso specifico, ma che menziona numerosi altri casi di confronto, fra i quali quello di Marcellinus, G. Vallarino, Epigramma dedicatorio per uno ‘hyparchos’ dell’area del Pretorio di Gortina, ZPE, 183 (2012), 61 s.
Marcellinus fu praefectus praetorio (ἰθυντήρ) del territorio italico1 (Ἑσπερίης πάσης χθονός), ovvero praefectus praetorio Italiae.
Durante il secolo IV la residenza e sede operativa del praefectus praetorio Italiae fu Mediolanum, non ci sono attestazioni dell’effettiva presenza di M. nella principale città transpadana, ma furono raccolte nel Codex Theodosianus alcune disposizioni emanate a Mediolanum dall’imperatore Costanzo II (337-361) e indirizzate a un praefectus praetorio di nome M., nell’estate del 340: Idem (Imp. Constantius) ad Marcellinum praefectum praetorio (CTh. VI, 22,3); Imperator Constantius A(ugustus) ad Marcellinum (CTh. XI, 12,1).
Nulla può escludere che si trattasse del M. onorato nell’epigramma cretese2.
1 Il termine Ἑσπερία fin dai poeti classici designò alternativamente i territori di Hispania e Italia o entrambi; negli autori tardo antichi la tendenza sembrò preservarsi, ma a fronte di una designazione di significato politico, come nel caso dell’Antonius Marcellinus, praefectus praetorio, non ci sono dubbi che si debba identificare il termine con Italia, in considerazione anche dell’effettiva attestazione di un prefetto con tale nome, in quel periodo cronologico, soltanto in riferimento all’Italia e altresì al fatto che la provincia di Creta fu posta sotto la giurisdizione della diocesi italiciana nel sec. IV. L’attributo πάσης non ha una specifica valenza di significato in questo caso, si tratterebbe soltanto di una trasposizione in lingua greca del precedente titolo di corrector totius Italiae, dove πάσης è corrispettivo del latino totius, usuale anche in altre inscrizioni in lingua greca – cfr. Hell. IV, p. 92, n. 1.
2 Cfr. supra n. 4 (Origini).
Index nominum – Index rerum sacrarum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Constantius (imperator, aug.) | CTh. VI, 22,3, XI, 12,1; |
Μαρκελλῖνος / Marcellinus | ICret. IV, p. 323; CTh. VI, 22,3, XI, 12,1; |
Πύρρος | ICret. IV, p. 323. |
Index rerum sacrarum
θεσμός | ICret. IV, p. 323. |
Index geographicus
Ἑλλάδος (< Ἑλλάς) | ICret. IV, p. 323; |
Ἑσπερία | Ivi. |
Di Vita 1988-2001 = Antonino Di Vita (ed.), Gortina, VII (Monografie SAIA XII), Padova 1988-2001.
Harrison 1993 = George William Mallory Harrison, The Romans and Crete, Amsterdam 1993, 330.
Livadiotti, Simiakaki 2004 = Monica Livadiotti, Ilaria Simiakaki (eds), Creta romana e protobizantina (Atti del convegno internazionale, Heraklion 23-30 settembre 2000), III, Padova 2004.
Robert 1948 = Louis Robert, Hellenica: recueil d’épigraphie, de numismatique et d’antiquités grecques, IV, Parigi 1948, 35-114.
Vallarino 2012 = Giulio Vallarino, Epigramma dedicatorio per uno ‘hyparchos’ dell’area del Pretorio di Gortina, ZPE, 183 (2012), 61 s.