Magister scriniorum Occidentis (409-410)1
1 Sulla base delle testimonianze storiche e legislative delle quali si dispone è attestata unicamente la dignitas di magister officiorum, ma in considerazione delle funzioni effettivamente svolte da Olympius nell’ultima parte della carriera è presumibile che il suo incarico fosse di magister scriniorum Occidentis – cfr. RE XVIII/1, col. 246 (Ensslin); S. Mazzarino, Stilicone. La crisi imperiale dopo Teodosio, Roma 1942, 371.
Furono due le figure che lo storiografo immediatamente contrappose, senza nemmeno nascondere troppo il proprio giudizio sul loro operato, il generale Stilicho 1, apprezzato dall’imperatore Onorio (395-423) e dai soldati, e O., alto funzionario ritenuto degno del comando dei più importanti officia palatini con funzioni diplomatiche e militari, spesso a contatto con l’imperatore allo scopo di impedire a chiunque di ostacolare la sua carriera, fra i quali lo stesso Stilicho2.
Almeno così lo presentò Zosimus, che per prima cosa precisò l’origine di O.: un nativo del territorio del Pontus Euxinus.
Queste le parole dello storiografo: Ἀλλὰ Στελίχων μὲν οὐδὲν συνεπιστάμενος ἀπηχὲς ἢ κατὰ τοῦ βασιλέως ἢ κατὰ τῶν στρατιωτῶν βεβουλευμένον ἐν τούτοις ἦν‧ Ὀλύμπιος δέ τις, ὁρμώμενος μὲν ἐκ τοῦ Εὐξείνου πόντου, λαμπρᾶς δὲ στρατείας ἐν τοῖς βασιλείοις ἠξιωμένος […] (Zos. 5, 32,1).
O. dunque, che ebbe origine (ὁρμώμενος) dal Pontus Euxinus (ἐκ τοῦ Εὐξείνου πόντου), fu ritenuto meritevole dell’illustre carica (λαμπρὰ στρατεία) di magister presso la corte.
1 PLRE I, s.v. Flavius Stilicho, pp. 853-858.
2 La malizia di Olympius fu descritta da Zosimus e si rafforza se confrontata alla notizia fornita da un altro storiografo coevo, Olympiodorus, il quale ricordò che fu proprio il generale Stilicho a indirizzare Olympius alla corte imperiale: Ὅτι τε μετὰ ταῦτα Στελίχων […] καὶ ὅτι μιαιφόνῳ καὶ ἀπανθρώπῳ σπουδῇ Ὀλυμπίου, ὃν αὐτὸς τῷ βασιλεῖ προσῳκείωσε, τὸν διὰ ξίφους ὑπέμεινε θάνατον (Olymp. frg. I 2). E anche Olympiodorus non trascurò quindi di concludere, come si può cogliere dal breve brano citato, che Stilicho trovò la morte proprio a causa di Olympius. Gli intrighi che causarono il declino nella carriera del generale Stilicho, architettati in massima parte dal funzionario, non furono ignorati nemmeno da un contemporaneo storiografo ecclesiastico, Philostorgius: Καὶ ὡς Ὀλυμπιός τις τῶν μαγίστρων, […] καὶ συνεργὸς αὐτῷ κατέστη πρὸς τὴν ἀναίρεσιν Στελίχωνος, κατὰ τὴν Ῥάβενναν διατρίβοντος (Philost. XII 1). Cfr. M.A. Nagl, Galla Placidia, Londra-New York 1967, 13.
Gli anni di governo di Onorio furono particolarmente burrascosi, forse per l’incapacità politica dell’imperatore, come scrissero storiografi coevi o poco posteriori, certamente anche perché emersero in quel periodo numerose figure di spicco fra i comandi militari, capaci di sopperire alle mancanze di un sistema amministrativo che in quella parte dell’Impero cominciava a incontrare le prime difficoltà nella gestione delle risorse necessarie a fronteggiare l’avanzata da più fronti di diverse popolazioni non Romane. L’abilità nel comando delle milizie e le conseguenti crescenti aspirazioni di potere riprodussero, in forma forse anche più accentuata, la situazione, definita ‘anarchica’ dalla storiografia moderna, già verificatasi nel secolo III: frequentissime insurrezioni e usurpazioni senza successo1.
La rivalità tra O. e Stilicho, che portò all’uccisione del secondo, si manifestò seguendo la trama usuale alla maggior parte delle contese inter palatia, sfocianti poi nei tentativi di usurpazione del potere assoluto. Il mezzo utilizzato per muovere gravi accuse e insinuare sospetti nell’imperatore in merito alla fiducia riposta in valorosi ufficiali fu spesso la rivolta ingiustificabile di ampi contingenti di milizie.
O. agì esattamente in questo senso; egli provocò un ammutinamento dei soldati il tredici di agosto dell’anno 408 presso la città di Ticinum e poco dopo fece arrestare lo stesso Stilicho in Ravenna 2.
I fatti furono narrati con dovizia di particolari di nuovo da Zosimus, il quale scrisse che O. raccontò all’imperatore di un complotto ordito da Stilicho, intenzionato a inviare in Oriens il proprio figlio Eucherius perché costui togliesse il potere al legittimo successore di Arcadio (395-408)3, il figlio e futuro regnante Teodosio II (408-450); analogamente quando Onorio raggiunse Ticinum per esortare i contingenti ivi stanziati a intervenire contro Constantinus 4, un altro usurpatore, O. riferì anche alle milizie la stessa insinuazione riguardo a Eucherius: Ὀλυμπιός δε τις […] ἀλλὰ ταῦτα μὲν εὐρυχωρίας αὐτῷ οὔσης κατὰ τὴν ὁδὸν κατέχεε τοῦ βασιλέως ‧ ἤδη δὲ αὐτοῦ ὄντος κατὰ τὸν Τίκηνον, τοὺς νοσοῦντας ἐπισκεπτόμενος τῶν στρατιωτῶν Ὀλυμπιός τοιουτώδεις κἀκείνοις ἐνέσπειρεν ἐπῳδάς (Zos. 5, 32,2).
La narrazione proseguì, non appena l’imperatore si mostrò di fronte ai soldati per esortarli all’azione, non soltanto la risposta fu contraria, ma le milizie si ribellarono agli ordini e uccisero moltissimi ufficiali, costringendo alla fuga lo stesso Onorio:
τετάρτης δὲ μόνης ἡμέρας ἐξ οὗπερ ἐπεδήμησεν ὁ βασιλεὺς τῷ Τικήνῳ διελθούσης, μετακληθέντων εἰς τὰ βασίλεια τῶν στρατιωτῶν ἐφαίνετό τε αὐτοῖς ὁ βασιλεὺς καὶ εἰς τὸν κατὰ Κωνσταντίνου τοῦ τυράννου παρεθάρσυνε πόλεμον […] ἐπεὶ δὲ τῆς στάσεως αὐξηθείσης ὅ τε βασιλεὺς ἀνεχώρησεν ἐπὶ τὰ βασίλεια καὶ τῶν ἀρχόντων ἔνιοι διαφυγεῖν ἠδυνήθησαν, ἐπὶ τὴν πόλιν ἅπασαν οἱ στρατιῶται διασπαρέντες ὅσους ἐδυνήθησαν τῶν ἀρχόντων ἀνεῖλον […] τῆς δὲ στάσεως ἄχρι δείλης ὀψίας ἐπιμεινάσης, καὶ τοῦ βασιλέως μή τι καὶ εἰς αὐτὸν γένοιτο δείσαντος καὶ διὰ τοῦτο ὑποχωρήσαντος […] (Zos. 5, 32,3.5.7).
Fu ancora O. quindi che, poco dopo, diede ordine alle guardie imperiali in Ravenna di arrestare Stilicho e, consenziente l’imperatore, il generale fu mandato a morte:
τῆς δὲ τοῦ βασιλέως γνώμης ἤδη κύριος Ὀλυμπιός γεγονὼς τοῖς ἐν τῇ Ῥαβέννῃ στρατιώταις ἔστελλε βασιλικὰ γράμματα κελεύοντα συλληφθέντα Στελίχωνα τέως ἐν ἀδέσμῳ παρ᾽αὐτῶν ἔχεσθαι φυλακῇ. […] Εὐχερίου δὲ τοῦ τούτου παιδὸς ἐν τῷ ταῦτα γενέσθαι πεφευγότος καὶ εἰς τὴν Ῥώμην ἀναχωρήσαντος, ἤγετο Στελίχων ἐπὶ τὸν θάνατον (Zos. 5, 34,2,5).
Era il ventidue agosto dello stesso anno 4085.
Dopo la morte di Stilicho, O. ottenne la dignità di magister officiorum, favorì la carriera dei propri conoscenti e perseguitò tutti coloro che furono sostenitori del generale:
Στελίχωνος τελευτήσαντος τὰ ἐν τοῖς βασιλείοις ἅπαντα κατὰ τὴν Ὀλυμπίου διετίθετο βούλησιν, καὶ αὐτὸς μὲν τὴν τοῦ μαγίστρου ἀρχὴν παρελάμβανε, τὰς δὲ ἄλλας διένειμεν ὁ βασιλεὺς οἷς Ὀλυμπιός ἐμαρτύρει. Πανταχόθεν δὲ τῶν Στελίχωνος οἰκείων ἢ ἄλλως τὰ τούτου φρονεῖν δοκούντων διερεθνωμένων […] (Zos. 5, 35,1,2)6.
Anche la legislazione dell’anno 408 attesta l’incarico di O., peraltro menzionato in un provvedimento relativo alla pratica religiosa, contrario alla diffusione di eresie entro il contesto della corte: Imperatores Honorius et Theod(osius) Augusti Olympio mag(istro) officiorum et Valenti com(iti) domesticorum. Eos, qui catholicae sectae sunt inimici, intra palatium militare prohibemus […] Dat(ato) XVIII kal(endae) Dec(embris) Rav(ennae) Basso et Philippo consulibus (CTh. XVI, 5,42)7.
La buona sorte non gli arrise tuttavia a lungo, le implicazioni successive al ‘sacco’ di Roma dei Visigoti nel 410, che videro O. impegnato in prima persona, prima per ratificare un accordo tra i senatori romani e i Visigoti, poi in una battaglia contro questi ultimi nella quale il magister officiorum coinvolse un ampio contingente di Unni, portarono infine alla sua destituzione e alla sua fuga verso la Dalmatia:
Ὀλυμπίῳ δὲ τῶν ἐν τῇ αὐλῇ τάξεων ἡγουμένῳ τοὺς ἐν τῇ Ῥαβέννῃ δέδωκεν Οὔννους, τριακοςίους ὄντας τὸν ἀριθμόν […] Ὀλύμπιον δὲ οἱ περὶ τὴν αὐλὴν εὐνοῦχοι πρὸς τὸν βασιλέα διαβαλόντες ὡς αἴτιον τῶν οὐ δεξιῶς συμβεβηκότων τῷ πολιτεύματι, παραλυθῆναι τῆς ἀρχῆς πεποιήκασιν. ὁ δὲ μὴ καὶ ἕτερόν τι πάθοι δεδιώς, φυγῇ χρηςάμενος τὴν Δαλματίαν κατελάμβανεν (Zos. 5, 45,6, 46,1)8.
Egli non riuscì comunque a fuggire alla condanna, giacché poco dopo fu catturato da Constantius, nuovo magister utriusque militiae, che diverrà anche imperatore per pochi mesi nel 4219, e sarà severamente punito per l’uccisione di Stilicho, privato delle orecchie e battuto a morte con clave: παιόμενος ἀναιρεῖται, τὰς ἀκοὰς πρότερον ἐκκοπείς (Olymp. frg. I 8).
1 Per una sintetica, ma attenta analisi, con particolare focalizzazione anche sulla vicenda di Olympius, si veda S.I. Oost, The Revolt of Heraclian, CPh, 61 (1966), 236-242.
2 L’evento è databile grazie al riferimento presente nella tradizione cronachistica: Multi nobilium apud Ticinum interfecti (Cons. Ital. s.a. 408). Cfr. O. Seeck, Geschichte des Untergangs der Antiken Welt, V, Darmstadt 2000 (rist.), 386-390.
3 Olympius approfittò peraltro dell’effettivo dovere di Stilicho di recarsi nella pars Orientis a seguito della morte dell’imperatore Arcadio nel 408, proprio nel momento in cui scoppiò l’insurrezione a Ticinum; inoltre è possibile che Olympius fosse a conoscenza delle aspirazioni di Stilicho per il figlio, tanto più giacché visse a stretto contatto con lui nei primi anni di carriera e tali ambizioni sembravano essere confermate dall’iconografia che veniva propagandata (vedasi il celebre dittico di Stilicho, Serena ed Eucherius) – cfr. L. Cracco Ruggini, ‘De Morte Persecutorum’ e polemica antibarbarica nella storiografia pagana e cristiana, Riv. Stor. Lett. Rel., IV (1968), 434; T.S. Burns, Barbarians within the Gates of Rome. A Study of Roman Military Policy and the Barbarians, ca. 375-425 A.D., Bloomington 1994, 217-219, 221 (Burns definì l’evento di Ticinum come un vero e proprio ‘colpo di stato’).
4 PLRE II, s.v. Fl. Claudius Constantinus 21, pp. 316 s. (Augustus proclamato dagli eserciti tra il 407 e il 411); Id. II, s.v. Eucherius 1., pp. 404 s.: funzionario alla corte ravennate tra il 396 e il 408 (tribunus et notarius).
5 Di nuovo e con precisione il riferimento si coglie dalle cronache tardo antiche: et apud Ravennam Stilico interfectus in IX k(alendae) Sept(embris) (Cons. Ital. s.a. 408).
6 Cfr. anche Zos. 5, 35,3, 36,3, 44,1.2. Anche Olympiodorus ricordò il conseguimento della carica posteriormente alla morte di Stilicho: Ὅτι Ὀλύμπιος ὁ ἐπιβουλεύσας Στελιχώνα μάγιστρος τῶν ὀφφικίον γέγονεν […] (Olymp. frg. I 8).
7 L’adesione reale oppure opportunistica di Olympius al cristianesimo è dibattuta; molto probabilmente i suoi interventi in materia religiosa non furono privi di significato, tanto che lo stesso Padre della Chiesa Augustinus gli scrisse subito all’atto del conferimento della magistratura, quando ancora il vescovo non sapeva esattamente quale tipo di ruolo gli fosse stato conferito (Aug. ep. 96: Domino dilectissimo, et in Christi membris honorabiliter amplectendo filio Olympio, Augustinus. […] Fama quippe ad nos pertulit, honorem te adeptum esse celsiorem; quae utrum vera esset, nondum apud nos fuerat confirmatum, cum haec scribendi provenit occasio). Conscio in seguito della carica acquisita, Augustinus gli scrisse di nuovo richiedendo esplicitamente un intervento legislativo contro i donatisti, movimento eretico molto diffuso in Africa (Aug. ep. 97: Domino eximio et merito praestantissimo multumque in Christi caritate honorando filio Olympio Augustinus in domino salutem. […] ut opus tuum bonum diligentissima acceleretur instantia, quo noverint inimici ecclesiae leges illas quae de idolis confrigendis et haereticis corrigendis vivo Stilichone in Africam missae sunt, voluntate imperatoris piissimi et fidelissimi constitutas […]).
8 Per un’analisi dei concitati momenti che portarono alla fuga di Olympius in Dalmatia e dei dati numerici relativi alle forze militari indicate nelle fonti si vedano i sempre validi E. Stein, Geschichte des spätrömischen Reiches. I. Von Römischen zum byzantinischen Staate (284-476 n. Chr.), Vienna 1928, 386, 390 s.; L. Schmidt, Geschichte der deutschen Stämme bis zum Ausgang der Völkerwanderung, I/2, Monaco 1940, 442-444. G.A. Cecconi, Gruppi di potere, indirizzi politici, rapporti tra Goti e Romani: la vicenda di Prisco Attalo, in I. Baldini, S. Cosentino (eds), Potere e politica nell’età della famiglia teodosiana (395-455). I linguaggi dell’impero, le identità dei barbari, Bari 2013, 143 s. segnala la fuga di Olympius, che definisce ‘esilio’, in Dalmatia a un periodo immediatamente successivo alla morte di Stilicho, quindi tra il 408 e il 409.
9 PLRE II, s.v. Fl. Constantius 17, pp. 321-5.
Index nominum – Index rerum sacrarum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Augustinus | Aug. epp. 96,97; |
Bassus (cons.) | CTh. XVI, V,42; |
Κωνσταντῖνος | Zos. 5 32,3; |
Εὐχέριος | Id. 5 34,5; |
Honorius (Imp. Aug.) | CTh. XVI, V,42; |
Ὀλύμπιος / Olympius | Aug. Epp. 96,97; Olymp. frgg. I 2,8; Philost. XII, 1; Zos. 5 32,1-7, 34,2,5, 35,1-3, 36,3, 44,1.2, 45,6 46,1; Cons. Ital. s.a. 408; CTh. XVI, V,42; |
Philippus (cons.) | CTh. XVI, V,42; |
Στελίχων / Stilicho, Stilico | Aug. ep. 97; Olymp. frgg. I 2,8; Philost. XII, 1; Zos. 5 32,1, 34,2,5, 35,1.2, 36,3; Cons. Ital. s.a. 408; |
Theodosius (Imp. Aug.) | CTh. XVI, V,42; |
Valens | Ivi. |
Index rerum sacrarum
catholica secta | CTh. XVI, V,42; |
ecclesia | Aug. ep. 97; |
haereticus | Ivi; |
idolum | Ivi. |
Index geographicus
Africa | Aug. ep. 97; |
Δαλματία | Zos. 5 46,1; |
Εὔξεινος Πόντος | Id. 5 32,1; |
Ῥαβέννα / Ravenna | Zos. 5 34,2, 45,6; Cons. Ital. s.a. 408; CTh. XVI, V,42; |
Ῥώμη | Zos. 5 34,5; |
Τίκηνος / Ticinum | Id. 5 32,2; |
Οὖννοι | Id. 5 45,6. |
Index rerum notabilium
ἀκοή | Olymp. frg. I 8; |
ἀναίρεσις | Philost. XII,1; |
ἀρχή | Zos. 5 35,2, 46,1; |
ἄρχων | Id. 5 32,5; |
αὐλή / palatium | Zos. 5 45,6, 46,1; CTh. XVI, V,42; |
βασίλεα, βασιλεία | Zos. 5 32,1,3,5, 35,1, 45,6; |
βασιλεύς / imperator, augustus | Olymp. frgg. I 2; Zos. 5 32,1.2,3,7, 34,2, 35,2; |
βούλησις / voluntas | Aug. ep. 97; Zos. 5 35,1; |
comes domesticorum | CTh. XVI, V,42; |
ξίφος | Olymp. frg. I 2; |
εὐνοῦχος | Zos. 5 46,1; |
fama | Aug. ep. 97; |
γνώμη | Zos. 5 34,2; |
γράμμα βασιλική | Ivi; |
honos | Aug. ep. 96; |
inimicus | CTh. XVI, V,42; |
instantia | Aug. ep. 97; |
lex | Ivi; |
μάγιστερ τῶν ὀφφικίον / magister officiorum | Olymp. frg. I 8; CTh. XVI, V,42; |
nobiles | Cons. Ital. s.a. 408; |
οἰκεῖος | Zos. 5 35,2; |
opus | Aug. ep. 97; |
παῖς / filius | Aug. epp. 97; Zos. 5 34,5; |
φυγή | Zos. 5 46,1; |
φυλακή | Id. 5 34,2; |
πόλεμος | Id. 5 32,3; |
πόλις | Id. 5 32,5; |
πολίτευμα | Id. 5 46,1; |
στάσις | Id. 5 32,5,7; |
στρατεία | Id. 5 32,1; |
σρατιωτής | Id. 5 32,1-3,5, 34,2; |
συνεργός | Philost. XII,1; |
θάνατος | Olymp. frg. I 2; Zos. 5 34,5; |
τύραννος | Zos. 5 32,3. |
Cecconi 2013 = Giovanni Alberto Cecconi, Gruppi di potere, indirizzi politici, rapporti tra Goti e Romani: la vicenda di Prisco Attalo, in I. Baldini, S. Cosentino (eds), Potere e politica nell’età della famiglia teodosiana (395-455). I linguaggi dell’impero, le identità dei barbari, Bari 2013, 143 s.
Chastagnol 1962 = André Chastagnol, Les fastes de la Préfecture de Rome au Bas Empire, Parigi 1962, 267.
Güldenpenning 1965 = Albert Güldenpenning, Geschichte des Oströmischen Reiches unter den Kaisern Arcadius und Theodosius II, Amsterdam 1965, 196, 211 s.
Matthews 1975 = John Matthews, Western Aristocracies and Imperial Court A.D. 364-425, Oxford 1975, 280-285.
Mazzarino 1942 = Santo Mazzarino, Stilicone. La crisi imperiale dopo Teodosio, Roma 1942, 371.
Nagl 1967 = Maria Assunta Nagl, Galla Placidia, New-York-Londra 1967 (1^ rist.), 13.
Oost 1966 = Stewart Irvin Oost, The Revolt of Heraclian, CPh, 61 (1966), 236-242.
Schmidt 1940 = Ludwig Schmidt, Geschichte der deutschen Stämme bis zum Ausgang der Völkerwanderung, I/2, Monaco 1940, 442-444.
Seeck 2000 = Otto Seeck, Geschichte des Untergangs der Antiken Welt, V, Darmstadt 2000 (rist.), 386-390.
Stein 1928 = Ernst Stein, Geschichte des spätrömischen Reiches. I. Von Römischen zum byzantinischen Staate (284-476 n. Chr.), Vienna 1928, 386, 390 s.