LA SITUAZIONE DEL TERRITORIO TRANSPADANO,
NEL CONTESTO DI “PRE-LOMBARDIA” TRA I SECOLI II E VI:
BREVI CENNI STORICI
L’area che ai giorni nostri è denominata Lombardia presentò come peculiarità confini amministrativi variabili fin dall’antichità, analoga osservazione si può sostenere a riguardo della frammentaria situazione del controllo politico-istituzionale1.
Per converso, nell’ampio spazio corrispondente all’antico territorio transpadano, inclusivo delle regiones IX, X, XI di età augustea oltre che del comprensorio delle Alpes Maritimae, Cottiae, Graiae et Poeninae2, la zona geografica che oggi chiamiamo Lombardia possedette da subito alcune caratteristiche che le fornirono una particolare unitarietà, fin dagli albori dell’unificazione in età moderna della penisola italiana uno dei più noti studiosi del nostro territorio scrisse riguardo alla Lombardia: i suoi confini sono manifestamente determinati dalla forma de’suoi monti, dalla privilegiata ed esclusiva dote dei suoi laghi, dalla vastità del piano, dall’unità linguistica e dall’indole de’suoi abitanti, dalle vicende passate, dallo stato presente3.
Proprio alle sue vicende passate dobbiamo rifarci per apprendere e comprendere la sua denominazione: il nome attuale derivò da Langobardia, a indicare la parte settentrionale della penisola italica occupata dalla popolazione dei Longobardi, in particolare quella porzione di territorio nella quale anche alla fine del loro regno si avvertì con maggiore rilevanza il lascito del loro insediamento.
La popolazione germanica dei Longobardi raggiunse il nord Italia nella primavera del 569 e conquistò tutti i capoluoghi dell’odierna Lombardia entro gli inizi del secolo VII; Mediolanum (Milano) fu tra i primi centri che si arresero al nuovo potere, seguirono a breve Comum (Como) e Laus Pompeia (Lodi), ma anche Bergomum (Bergamo) e Brixia (Brescia) non opposero alcuna resistenza, soltanto Mantua (Mantova) e Cremona furono prese in una seconda fase di avanzamento, nel 603; mentre quella che divenne addirittura una sede del potere regio longobardo, Ticinum (Pavia), si arrese nel 572 dopo quasi un triennio di assedio.
Il 572 fu l’anno in cui il nuovo sovrano longobardo Clefi (572-574) trasferì la sede del potere da Verona a Ticinum, prediligendo quest’ultima città, già eletta a residenza anche dall’ostrogoto Teoderico, soprattutto per la sua posizione strategica alla confluenza dei fiumi Padus (Po) e Ticinus (Ticino).
Il territorio fu conteso ai Bizantini, ovvero ai Romani di Oriente, che per quasi un ventennio nel mezzo del secolo VI combatterono per una riconquista assoluta dell’intera penisola contro l’esercito goto; ma prima di giungere al tumultuoso secolo VI pare opportuno ricostruire la storia e il valore strategico del territorio corrispondente all’odierna Lombardia in epoca romana e tardo antica, tra i secoli II e V dell’Impero Romano, secondo i limiti cronologici imposti a questa prosopografia.
Sempre in adesione agli obiettivi di questo lavoro, vòlti a delineare il contributo del mondo orientale nello sviluppo del nostro territorio e viceversa, si ritiene non privo di significato qualche cenno alle prime fasi della romanizzazione della geografia oggetto di interesse: la civiltà romana penetrò nelle terre transpadane fin dal secolo II a.C., ma l’adeguamento ai canoni urbanistici romano-italici non fu rapidissimo, tranne che in tre particolari realtà: Mediolanum, Brixia e Cremona, dove si attestarono peraltro le maggiori influenze ellenistiche.
Mediolanum fin dal 49 a.C. assurse al rango di municipium e fu scelta come capitale dell’augustea regio XI Transpadana, Brixia fu del tutto romanizzata entro il primo quindicennio del secolo I, raggiungendo il culmine dello splendore in età flavia, quando fu anche costruito il fulcro dell’antico abitato romano della località, il Capitolium, concluso nel 73. Cremona si sviluppò rapidamente grazie anche alla sua posizione strategica, sorse infatti sulla Via Postumia, snodo nel transito verso Genua (od. Genova) da un lato e il mar Adriatico dall’altro.
Nei secoli II e III si può evincere l’esistenza di una società molto stratificata nell’intero ambito “pre-lombardo”, all’interno della quale emersero in particolare alcune famiglie aristocratiche, di cui si rinvenne testimonianza dalle numerose attestazioni epigrafiche locali.
Specialmente a Mediolanum la mobilità sociale risultò molto accentuata, alimentata anche dalla presenza fin dalla prima età imperiale di diversi collegia professionali. L’ingente disponibilità di ricchezze riservate a pochi nuclei familiari permise anche veloci ascese nelle carriere dignitarie, non pochi furono infatti i transpadani che raggiunsero le capitali imperiali per il prestigio acquisito, prima in Occidente e poi in Oriente. Mediolanum stessa in quanto sedis regia tra il 286 e il 402 ospitò personalità illustri del territorio orientale.
1 Esemplare introduzione alla “questione Lombardia” nell’introduzione di L. Antonielli, G. Chittolini, Storia della Lombardia. 1. Dalle origini al Seicento, Roma-Bari 2003, pp. V-VII.
2 Cfr. G. Turazza, La mobilità individuale nella Transpadana: la documentazione epigrafica, “Acme” XLIII/1 (1990), p. 113, n. 2.
3 Cfr. C. Cattaneo, “Il Politecnico” 1839-1844, L. Ambrosoli (a c. di), Torino 1989, p. 1310.