Nell’89 a.C. Brixia acquisì il diritto latino e lo statuto di colonia romana, instaurando da subito proficui rapporti con Roma. Il processo di romanizzazione, iniziato già nel corso del secolo precedente, fu facilitato dal proficuo sfruttamento delle numerose vie di comunicazione fluviali e lacuali presenti sul territorio, collegate alle nuove arterie viarie dirette a sud oppure attraverso l’intera pianura padana, rispettivamente le viae Aemilia e Postumia.
All’acquisizione del diritto latino e dello statuto di colonia seguì la centuriazione e quindi un conseguente benessere sociale ed economico, che raggiunse il massimo grado nel secolo I d.C.; in età augustea sorsero numerose villae sparse in tutto il territorio bresciano, ottimi indicatori della crescita economica e produttività dovuta anche a un ottimale impiego delle risorse locali, tutte le attività si svilupparono infatti lungo il corso del fiume Clesus (od. Chiese) che attraversava l’intero territorio da nord a sud.
Soltanto quarant’anni dopo l’elevazione a colonia, Giulio Cesare concesse a tutti i Transpadani la cittadinanza romana e gli abitanti di Brixia furono ascritti alla tribus Fabia, un riconoscimento significativo poiché si trattava della tribus di Cesare stesso.
Brixia sotto l’imperatore Augusto, oltre alla sua rilevanza sul piano economico, accrebbe anche il suo valore politico-militare correlato alla sua posizione geografica strategica, a controllo dei valichi alpini1.
Nel corso del secolo I fu realizzata probabilmente la cinta muraria completa e la città fu dotata delle principali infrastrutture urbane, fra le quali un lungo e imponente acquedotto di collegamento della cittadina con le vallate circostanti, documentato dai rinvenimenti epigrafici e archeologici.
Sotto il governo dell’imperatore Vespasiano (69-79), in Brixia vi furono una serie di interventi di riqualificazione urbanistica del foro e dei monumenti adiacenti, che inclusero anche la costruzione del Capitolium dedicato all’imperatore. Brixia fu dotata di importanti strutture e decorata non soltanto a seguito di interventi imperiali, ma anche grazie all’operato di facoltosi cittadini che dimorarono o nacquero nella città; nella prosopografia è raccontata l’esperienza dell’evergeta probabilmente di origini orientali Publius Atilius Philippus, che finanziò i lavori per il restauro del locale anfiteatro.
La documentazione prettamente epigrafica pertinente ai secoli II e III testimoniò in effetti un’efficace organizzazione delle attività commerciali bresciane e l’affermazione di una rinnovata nobiltà municipale; furono istituiti numerosi sodalizi di artigiani, in particolare di fabrii tignuarii, ovvero carpentieri, addetti anche allo spegnimento di incendi parimenti ai dendrophori, ovvero i falegnami. Si distinsero inoltre i collegia dei centonarii, cenciaioli e dei pharmacopolae publici, ovverosia farmacisti e speziali; non sembra trascurabile il fatto che l’epigrafia pervenutaci attesti anche la presenza di almeno due medici in Brixia tra i secoli II e III, uno dei quali, Lucius Caelius Arrianus, originario della città, avrebbe anche prestato servizio presso la legio II Italica.
Alcuni esponenti di gentes locali, che acquisirono prestigio a livello municipale, riuscirono a compiere ascese politiche che li portarono a ricoprire le più alte cariche imperiali e spesso anche a svolgere delicati incarichi di amministrazione nelle province anche più distanti, in situazioni di criticità. Una fra le famiglie più note fu quella dei Nonii, almeno tre di loro ottennero incarichi di rilievo che li portarono a Oriente tra la prima metà del secolo II e il secolo III: Marcus Nonius Mucianus fu legatus pro praetore provinciae Asiae, suo nipote Marcus Nonius Macrinus divenne addirittura proconsul Asiae e il pronipote Marcus Nonius Arrius Paulinus Aper fu curator rei publicae Nicomedensium et Nicaeensium, ovvero amministratore delle città bitiniche di Nicomedia (od. Izmit, nel nord della Turchia) e Nicaea (od. Iznik).
1 L’opera più recente in merito alla storia di Brixia nella prima epoca romana è il catalogo dell’ultima mostra appositamente allestita nello spazio espositivo del chiostro di S. Giulia, con annesso museo e parco archeologico: F. Morandini, F. Rossi (a c. di), Roma e le genti del Po. Un incontro di culture III-I sec. a.C. 9 maggio 2015 – 17 gennaio 2016, Firenze-Milano 2015. Tuttavia per un esame complessivo e più esauriente dal punto di vista documentario dell’intera epoca romana vedasi il precedente catalogo: F. Morandini, C. Stella, A. Valvo (a c. di), Santa Giulia. Museo della città di Brescia. L’età romana. La città. Le iscrizioni, Milano 1998.