Nonostante una buona posizione dal punto di vista dei collegamenti viari e fluviali, in complesso le risorse economiche non furono mai rilevanti per l’ager mantuanus; la società mantovana, interrogando la documentazione epigrafica, come più volte si è sottolineato l’unica disponibile nei primi tre secoli imperiali, si dimostrò eccessivamente tradizionalista e con interesse predominante per le carriere militari.
Anche in questo caso furono davvero pochi i cittadini mantovani che lasciarono traccia di se’ per aver occupato ruoli di particolare prestigio, tralasciando il mantovano per eccellenza ovvero il poeta Vergilius, il periodo storico di maggior rilievo in merito si potrebbe attestare al secolo II1.
Fra coloro che acquisirono fama al di fuori di Mantua specialmente per meriti in ambito militare vi fu Lucius Cominius Maximus, nella seconda metà del secolo II assunse incarichi come diretto sottoposto al prefetto al pretorio, centurione e primipilo, ovvero comandante di legione; l’ascesa lo portò ad unirsi alle milizie guidate dall’imperatore Settimio Severo (193-211) nella campagna partica in Syria tra il 195 e il 198.
Il coevo e concittadino, oltre che senatore, Lucius Vespronius Candidus Sallustius Sabinianus raggiunse la Dacia in veste di comandante consolare e ci tornò più volte, anche nel 193 proprio per arrestare l’avanzata di Settimio Severo.
Il territorio mantovano continuò a usufruire delle acque che lo circondarono per tutta l’età imperiale, Mantua del resto offrì sempre uno sbocco portuale per mezzo dei suoi laghi, sviluppò anche un collegium nautarum (Suppl. It. 669), analogo a quanto già avvenne nel territorio bresciano2.
Mantua riuscì a preservare la propria funzionalità come nodo nella rete di comunicazione anche nella tarda antichità, garantendo il collegamento tra Mediolanum e Ravenna, le due susseguenti sedes regiae. Probabilmente tra i secoli IV e V si costituì anche una comunità cristiana in essa, giacché vennero individuati i resti di un edificio battesimale risalenti proprio a questo intervallo cronologico; scavi successivi permisero di recuperare anche strutture ad esso collegate e di riconoscere una continuità d’uso della zona, infatti il complesso battesimale sarebbe sorto sopra i resti di un’ampia domus romana3.
1 Cfr. P. Tozzi, Storia padana antica. Op. cit., pp. 58 s.
2 Cfr. A. Grilli, Le comunicazioni nel territorio mantovano, in E. Camerlenghi, V. Rebonato, S. Tammaccaro, Il paesaggio mantovano nelle tracce materiali, nelle lettere e nelle arti. I Dalla preistoria all’età tardo romana. Atti del Convegno di studi, Mantova 3-4 novembre 2000, Firenze 2003, p. 188.
3 Cfr. E. Marani, L’antico centro episcopale di Mantova e il battistero urbano, “Civiltà mantovana” 1 (1983), pp. 21-34; M. Sannazaro, L’impatto della cristianizzazione sul paesaggio, in E. Camerlenghi, V. Rebonato, S. Tammaccaro, Il paesaggio mantovano nelle tracce materiali, nelle lettere e nelle arti. Op. cit., pp. 257-262.