Anche gli effettivi confini della provincia romana sono oggetto di discussione; la suddivisione voluta da Augusto stabilì che l’intero territorio della Grecia come è oggi conosciuto fosse ripartito in Achaia a sud, Macedonia ed Epirus nella parte settentrionale, con la prima delle tre a occupare quasi interamente la regione geografica del Peloponneso e le isole ioniche. L’Achaia fu provincia senatoria e quindi governata da un proconsole (proconsul pro praetore e a seguire legatus Augusti pro praetore oppure procurator, infine correctores affiancati da quaestores), tranne durante l’imperio di Tiberio (14-37), successore di Augusto, che momentaneamente modificò lo statuto a provincia imperiale2. Con la nuova grande riorganizzazione territoriale e amministrativa di epoca dioclezianea l’Achaia fu inclusa nella dioecesis delle Moesiae; pochi decenni dopo la stessa dioecesis venne divisa in una parte riservata alle Moesiae e in una alla Macedonia, sotto la giurisdizione della quale fu inserita l’Achaia, come attestato in un atto legislativo datato al 327 e indirizzato al comes Macedoniae (CTh. XI, 3,2).
In età costantiniana la dioecesis Macedoniae fece parte di una delle quattro prefetture entro cui fu ulteriormente ripartito l’Impero, la praefectura Italiae et Illyrici, ma alla fine del secolo IV la bipartizione territoriale in una pars Occidentis e una pars Orientis cambiò di nuovo gli equilibri e l’intero settore balcanico e basso danubiano entrò sotto l’orbita di controllo dell’imperatore designato nella pars Orientis 3 (Not. dign. orient. I-III). Nel corso del secolo successivo la provincia di Achaia, denominata anche Hellas, fu una delle tredici province appartenenti alla prefettura illiriciana orientale (Hier. Synekd. 643,6-649,2), con Corinthus come maggior centro politico-amministrativo e principale metropoli della diocesi ecclesiastica4 (Id. 646,7: Κὁρινθος ἥ ποτε Ἐφύρα μητρὁπολις πάσης Ἑλλάδος).
Le vie commerciali, soprattutto quelle marittime a partire dal periodo tardo antico, sulle quali si era fondato il potere economico fin dall’epoca più antica, furono ulteriormente potenziate, giacché si trattò di strutture ideali per il controllo amministrativo ed economico del territorio (Tab. Peut. VI 5).
Fin dalla fine del secolo I si assistette a un incremento nella rendita agricola, grazie al miglioramento delle tecniche di lavorazione della terra e all’intensificazione della produzione specialmente nelle aree suburbane. La crescita nel settore agricolo favorì parallelamente lo sviluppo di varie attività artigianali, con particolare consistenza nella produzione tessile, dando l’avvio a transazioni fitte nell’intero contesto mediterraneo.
Gli introiti dovuti a queste attività permisero di investire in interventi di riqualificazione urbanistica, a completamento del circolo virtuoso, il notevole quadro di vivacità delle metropoleis dell’Achaia fu ben descritto nel secolo II da Pausanias, che compose un’opera di descrizione dell’intera Graecia; egli dedicò il settimo libro all’Achaia, fornendo un preciso quadro topografico (Paus. descr. Graec. VII – in part. VII 17,5).
In particolare centri rilevanti quali Corinthus e Patrae (od. Patrasso), situati in una posizione occidentale rispetto all’insieme della provincia di Achaia, incrementarono i contatti con la penisola italica. Si costituirono presto delle élites cosmopolite e Corinthus fu uno dei nodi più significativi nella rete che si formò nella nuova situazione di mobilità. Parimenti in Athenae (od. Atene) si concentrarono numerosi notabili e se Corinthus rappresentò un polo di attrazione soprattutto all’interno del contesto regionale, in Athenae si concentrò un alto numero di residenti stranieri, richiamati dalla reputazione del luogo, specialmente a partire dall’epoca adrianea. Spesso coloro che provenivano da fuori furono anche detentori di liturgie5 e agirono come evergeti.
1 Peraltro Corinthus, dopo la conquista del 146 a. C., non fu abbandonata, bensì rifondata proprio in epoca cesariana come colonia denominata Laus Iulia Corinthiensis, assurgendo anche al rango di sede principale della futura provincia romana.
2 Dopo il periodo augusteo lo statuto della provincia, dei suoi governatori e la sua stessa estensione territoriale mutarono spesso.
3 Gli eventi subirono un’accelerazione a seguito dell’avanzamento dell’invasore visigoto, Alarichus, alle Thermopylae nel 396. Le due diocesi di Dacia e Macedonia entrarono a far parte della prefettura dell’Illyricum orientale e venne perfino conferito ad Alarichus il titolo di magister militum per Illyricum nel 407. I Visigoti furono comunque allontanati dal Peloponneso alla fine del 397, ma si insediarono poco più a nord, rendendo rischioso il transito lungo la via Egnatia.
4 Già sede apostolica onorata da s. Paulus, per l’interesse dell’apostolo nei confronti della cittadinanza locale cfr. Atti XVIII,1-11 e per l’indifferenza del proconsole romano Gallius a fronte delle accuse mosse all’apostolo dai Giudei cfr. Atti XVIII,12-17.
5 Il mondo romano non intervenne nella sfera religiosa e permise alle città greche di preservare i propri culti tradizionali, non ci furono reazioni contro l’introduzione o riorganizzazione di culti misterici. Anzi i Romani mostrarono particolare interesse per la preservazione degli agoni panellenici, come nei casi dei Giochi Istmici, Nemei o Olimpici, per cui si riscontrano numerose attestazioni anche in pieno secolo IV.
ToposText (Aikaterini Laskaridis Foundation)
Idai (Deutsches Archäologisches Institut)
Vici (Archaeological Atlas of Antiquity)