Il fatto che l’epigrafe formalmente presenti caratteristiche pertinenti alla produzione dell’area geografica del Ponto Eussino potrebbe dare adito a almeno due ipotesi: il lapicida è originario di quel territorio oppure la lastra è stata effettivamente realizzata nell’ambito orientale identificato e in seguito trasportata in Mediolanum.
Entrambe le soluzioni sono a sostegno di una possibile origine orientale anche del dedicatario, ne sarebbero prova in un caso il contatto personale con un artista di quella provenienza e nell’altro la conoscenza delle risorse e della tipologia produttiva di uno specifico settore geografico.
L’elemento onomastico supporta ulteriormente la tesi di un’origine orientale, considerata appunto l’elevata frequenza di attestazioni del nomen Aurelius e del cognomen Fronto. Soprattutto la diffusione in area orientale di Fronto rappresenta un terzo del totale della documentazione epigrafica dell’Impero1.
Un’epigrafe, iscritta su una grande lastra in pietra, rinvenuta a Milano nel secondo chiostro del monastero di S. Vittore e oggi conservata presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, ha fornito informazioni valide per attestare la presenza di medici di origine orientale nella città. Posta a sigillo di una sepoltura riferisce il seguente testo: Αὐρηλία · Λούκιλλα ·Αὐρηλίω | Φρόντωνι · συνβίω · ἀειμνήστω | μεθʼοὗ ἔζησα · ἀλύπως ἔτη · κγ ·| συντεκνώσασα1 τέκνα · θ ·| Αὐρήλιος Φρόντων · ἰατρὸς | ἐνθάδε κε[ῖ]τε ἐν θεῶ.
Aurelius Fronto è ricordato dalla moglie, Αὐρηλία Λούκιλλα2, gli altri dati che ricaviamo dall’iscrizione riproducono uno schema abbastanza frequente nei formulari delle epigrafi funerarie, apprendiamo la durata del periodo in cui i due hanno vissuto insieme, ventitré anni (ἔτη · κγ) e il numero dei figli, nove (τέκνα · θ).
La scelta del verbo συντεκνόω, oltre a fugare dubbi sulla comprensione di un’espressione che, resa come σὺν τέκνῳ, avrebbe sollevato perplessità sulla sorte dei restanti otto figli3, grazie alla diffusione delle sue attestazioni permette di circoscrivere all’area pontica il possibile contesto geografico del redattore dell’epigrafe4.
La datazione si ricostruisce considerando l’uso onomastico latino con assenza di praenomen e proprio di un periodo posteriore alla Constitutio Antoniniana, quando Aurelius è nomen diffusissimo tra gli abitanti delle province, divenuti cittadini romani per effetto del provvedimento emanato da Caracalla5. La grafia del documento epigrafico in oggetto delimita ulteriormente al secolo III, per raffronto con altre iscrizioni di quel periodo di contesto greco-orientale6.
La dedica si chiude con indicazione della professione del defunto, medico (ἰατρὸς)7, e con formula usuale delle epigrafi cristiane: qui giace in Dio (ἐνθάδε κεῖτε ἐν θεῶ)8. Aurelius Fronto è dunque con buona probabilità un medico cristiano; non si può escludere che fosse di origine orientale, giunto in Mediolanum forse in quanto al servizio di qualche legione, come testimoniato da casi simili di spostamento tra parte orientale e occidentale dell’Impero nel secolo precedente9.
1 Tutte le edizioni dell’iscrizione (nella trascrizione sono aggiunti spiriti e accenti), precedenti al più recente contributo in merito di C.M. Mazzucchi, Aurelio Frontone e Dioscoro. Due medici greci cristiani a Milano, capitale dell’impero, “Miscellanea Grecolatina” II, Roma 2013, pp. 71-82, riportano al r.4: σὺν τέκνῳ, laddove Mazzucchi ha segnalato la lectio difficilior συντεκνώσασα (n. 5, p. 74), indicata in H.G. Liddell-R. Scott, A Greek-English Lexicon. With a revised supplement, Oxford 1996, s.v., p. 1725.
2 Si segnala l’omonimia con la clarissima femina, Aurelia Lucilla, ricordata in un’iscrizione romana (CIL VI, 31694; PIR² A 1658; RE Suppl. I, s.v. Aurelius, 257b; Raepsaet-Charlier I, s.v. Aurelia Lucilla, n. 138, p. 143); senza dimenticare che l’onomastica potrebbe richiamarsi anche a quella della figlia dell’imperatore Marco Aurelio (161-180): Annia Aurelia Galeria Lucilla (PIR² A 707; Raepsaet-Charlier I, s.v. Annia Aurelia Galeria Lucilla, n. 54, p. 67).
3 Vedasi G. Cuscito, Il recinto di S. Vittore al corpo fuori di Porta Vercellina. Per il corpus delle iscrizioni paleocristiane di Milano, “Archivio Storico Lombardo” 119 (1993), n. 7, p. 426.
4 H.G. Liddell-R. Scott, op. cit. con riferimento a Studia Pontica, III.1, Recueil des inscriptions grecques et latines du Pont et de l’Arménie, Bruxelles 1910, 38; 85 (regione di Phazemonitis in Asia Minore, od. Turchia, sulla sponda inferiore del Ponto Eussino), 159 (Amasiya, od. Armenia); D.M. Pippidi, Inscriptiones Scythiae Minoris Graecae et Latinae, I, n. 353, p. 467.
5 Per l’Oriente la tesi è supportata da esempi in G. Dagron, D. Feissel, Inscriptions de Cilicie, Parigi 1987, p. 77.
6 Vedasi S. Şahin, Die Inschriften von Perge, Bonn 2004, II, Taf. XXXI.444, p. 126. Il confronto è suggerito in C.M. Mazzucchi, op. cit., p. 72. Altri contributi datano piuttosto al secolo IV, cfr. L. Cracco Ruggini, Ebrei e Orientali nell’Italia Settentrionale fra il IV e il VI secolo d.C., Roma 1959, p. 249, n. 178; M. Bolla, La necropoli (del recinto di S. Vittore a Milano), in AA. VV., Milano capitale dell’impero romano, 286-402 d.C.: percorso archeologico nella città, Milano 1990, p. 112.
7 Per età imperiale e tardoantica sono documentati almeno quattro medici, con qualifica espressamente indicata, nelle iscrizioni milanesi: Διόσκορος, Αὐρήλιος Φρόντων, Marcus Petronius Heras (CIL V, 6064), Valerius Saturninus (CIL V, 5920). Cfr. G. Cuscito, op. cit.
8 C.M. Mazzucchi, op. cit., p. 74 segnala un’unica possibile occorrenza dell’espressione citata in contesto pagano, un’iscrizione beotica del secolo II/III d.C. per una sacerdotessa (W. Peek, Griechische Vers-Inschriften, I. Grab-Epigramme, Berlino 1955).
9 Il riferimento è a L. Caelius Arrianus (CIL V, 4367), di origine bresciana che nel secolo II, in quanto medico della legio II Italica, si dirige in Bithynia. Vedasi A. Buonopane, Ceti medi e professioni: il caso dei medici, in A. Sartori, A. Valvo (a c. di), Ceti medi in Cisalpina. Atti del Colloquio internazionale, Milano 14-16 settembre 2000, Milano 2002, p. 83.
Index nominum – Index rerum sacrarum – Index rerum notabilium
Index nominum
Αὐρηλία Λούκιλλα | ICI N.S. XII, Regio XI, Mediolanum I, pp. 72 s., n. 71 |
Αὐρήλιος Φρόντων | Ivi; |
Index notabilium
ἰατρός | ICI N.S. XII, Regio XI, Mediolanum I , pp. 72 s., n. 71<a |
σύνβιος | Ivi; |
τέκνον | Ivi. |
Bolla 1990 ꞊ Margherita Bolla, La necropoli (del recinto di S. Vittore a Milano), in AA. VV., Milano capitale dell’impero romano, 286-402 d.C.: percorso archeologico nella città, Milano 1990, p. 112.
Cracco Ruggini 1959 = Lellia Cracco Ruggini, Ebrei e Orientali nell’Italia Settentrionale fra il IV e il VI secolo d.C., Roma 1959.
Mirabella Roberti 1984 ꞊ Mario Mirabella Roberti, Milano romana, Milano 1984.