Si tratta quindi di un testamento, in cui furono menzionate tre persone: il dedicatario dell’epigrafe, Publius Mestrius Priscus, sul quale non sappiamo nient’altro, e due fratelli, il primo dei quali, Lucius Arsax, dispose testamento in memoria sua e del fratello Quintus.
Entrambi furono figli di un tale di cognome Barnaeus. Il cognome Barnaeus è di origine semitica e fu molto diffuso in tutto l’Impero soprattutto in età repubblicana o alto imperiale, generalmente associato a persone di origine servile2.
Anche Arsax è un nome che può richiamare un’origine orientale, generalmente iranica; gli studi più recenti hanno sostenuto una possibile provenienza siriaca riguardo a questa famiglia3.
1 Per l’iscrizione vedasi S. Balestra, Iscrizioni romane, “Rivista archeologica della città e della provincia di Como” 4 (1873), p. 9. La dedicazione originaria della chiesa a S. Carpoforo richiama peraltro a una presenza orientale: Carpoforo, secondo la leggenda, sarebbe stato uno dei sei soldati romani della legione Tebea martirizzati durante l’impero di Massimiano, giustiziati a Como tra il 303 e il 305 (AA. VV., La Legione Tebea e il suo secolo (170-290), Milano 1895); F. Savio, La légende des saints Fidèle, Alexandre, Carpophore et autres martyrs, AB 21 (1902), pp. 29-39.
2 Vedasi H. Solin, Juden und Syrer in der römischen Welt, in ANRW II 29/2, pp. 638, 677, 680, 729, 730, 736, 742, 758. Solin riporta e analizza tutte le attestazioni del nome e delle sue varianti: Barnaeus, Barnaes, Barnes, Barna, Barnaus, Barnus; distinguendo i casi nei quali si tratti di individui liberi oppure in condizione servile. In una ricerca fra le schedature proposte nell’Epigraphik-Datenbank Clauss/Slaby (EDCS) si individuano una cinquantina di iscrizioni, prevalentemente su suolo italico centro-meridionale, ma non mancano attestazioni dalle Galliae, in particolare riportanti il solo nominativo nella forma Barnaei. La più nota attestazione di Barnaeus pervenutaci è relativa a un destinatario delle epistole di Cicerone (Cic. ad. Att. XIV 19,1), cfr. RE III/1, s.v. Barnaeus, col. 25 (Klebs).
3 Cfr. L. Boffo, Dal Vicino-Oriente all’Italia Settentrionale: persone e mestieri, “Mélanges de l’Université Saint Joseph” 60 (2007), Catalogo n. 18, p. 360.
L’appellativo Arsax potrebbe indicare un’origine territoriale, con riferimento a una provenienza dalla città partica denominata Arsacia (od. Rey, ma anche Ray, Rhages, in Iran), ma potrebbe anche essere un’attribuzione onorifica a richiamo della dinastia Arsacide, che celebra Arsax I come primo sovrano dei Parti2. In entrambi i casi l’origine orientale dei fratelli Lucius e Quintus Barnaei filii Arsax può risultare credibile.
1 Cfr. H. Solin, Juden und Syrer in der römischen Welt Op. cit., pp. 677, 758.
2 Cfr. J. Duchesne-Guillemin (a c. di), Varia 1977, “Acta Iranica. Troisième série: Textes et mémoires” 7 (1977), p. 127; E. Yarshater (a c. di), The Cambridge History of Iran. III. The Seleucid, Parthian and Sasanian periods, New York 2010, pp. 28-30, 767.
Index nominum – Index rerum notabilium
Lucius Arsax (Barnaei filius) | CIL V, 8905 |
Quintus (Arsax) (Barnaei filius) | Ivi |
Publius Mestrius Priscus | Ivi |
frater | CIL V, 8905 |
memoria | Ivi |
testamentum | Ivi |
Solin 1983 ꞊ Heikki Solin, Juden und Syrer in der römischen Welt, in Aufstieg und Niedergang der römischen Welt, II 29/2 (1983), pp. 590-789.