Peraltro egli fu molto amico dello scrittore e funzionario comense, Caius Plinius Caecilius Secundus, che si rapportò a lui con una familiarità2 quasi certamente consona anche a una condivisa vicinanza territoriale.
Dall’epistolario di quest’ultimo apprendiamo molto riguardo alla famiglia e alla rete di comuni amicizie di Minicius Fundanus; nel primo caso è sufficiente leggere un’epistola che Plinius inviò a Aefulanus Marcellinus 3 per venire a conoscenza del fatto che Fundanus ebbe due figlie e perse la più giovane prima che ella compisse i quattordici anni, quando la madre era probabilmente già morta: Tristissimus haec tibi scribo Fundani nostri filia minore defuncta. […] Nondum annos XIIII impleverat, et iam illi anilis prudentia […] medicis obsequebatur, sororem, patrem adhortabatur […] (Plin. Ep. V 16).
Lo stesso Minicius Fundanus in un dialogo con il letterato cartaginese Sextius Sulla 4 riferito dall’amico biografo greco, Plutarchus, ricordò le proprie preoccupazioni di contegno di fronte agli amici, alla moglie e alle figlie: […] πάνυ δυσχειραίνων εἰ φοβερὸς οὕτως καὶ παρακεκινηκὼς ὁρῶμαί ποτε τοῖς φίλοις καὶ τῇ γυναικὶ καὶ τοῖς θυγατρίοις […] (Plut. de ira coh. 6).
Possediamo anche due epigrafi funerarie scoperte nei pressi del colle Vaticano, nella zona detta di Monte Mario a Roma, che ci permettono di risalire al formulario onomastico completo della figlia minore e della moglie, rispettivamente Minicia Marcella e Statoria Marcella: D(is) M(anibus) | Miniciae Marcellae | Fundani f(ilia)| v(ixit) a(nnos) XII m(enses) XI d(ies) VII. (CIL V 16631; ILS I 1030) e D(is) M(anibus) | Statoriae | M(arci) fil(iae) | Marcellae. (CIL V 16632).
Fra gli amici invece cui Fundanus si riferì nel dialogo plutarcheo vi erano probabilmente i destinatari di almeno un’altra epistola pliniana che lo riguardò: satius est enim, ut Atilius noster 5 eruditissime simul et facetissime dixit, otiosum esse quam nihil agere. Vale. (Plin. ep. I 9), ma anche il destinatario di un ulteriore scritto di Plutarchus e un comune amico menzionato nello stesso: ΠΕΡΙ ΕΥΘΥΜΙΑΣ. Πλούταρχος Πακκίῳ 6 εὖ πράττειν. […] Ἅμα δέ πως τὸν ἑταῖρον ἡμῶν Ἔρωτα 7 κατελάμβανεν αἰτία τοῦ πλεῖν εὐθὺς εἰς Ῥώμην, παρὰ Φουνδάνου τοῦ κρατίστου γράμματα δεδεγμένον […] (Plut. de tranqu. animi 1).
Dagli scritti riportati si evince anche la familiarità di Minicius Fundanus con un ambiente intellettuale, e in particolare filosofico, di un certo livello; probabilmente egli stesso fu autore di opere letterarie e filosofiche di discreto valore, fra le quali forse un dialogo sui costumi greci e romani scoperto di recente fra gli excerpta della Naturalis Historia dell’altro celebre Plinius, Plinius Maior. Riportiamo comunque fra le testimonianze indirette delle sue abilità da scrittore le parole del giovane Plinius: C. Plinius Minicio Suo S. Libellum formatum a me, sicut exegeras, quo amicus tuus, immo noster (quid enim non commune nobis?), si res posceret, uteretur, misi tibi ideo tardius, ne tempus emendandi eum, id est disperdendi, haberes. Habebis tamen, an emendandi nescio, utique disperdendi. ὑμεῖς γὰρ οἱ εὔζηλοι optima quaeque detrahitis. (Plin. ep. VII 12).
Plinius fece anche brevi cenni a traguardi rilevanti nel cursus honorum di Minicius Fundanus, in una lettera espresse l’auspicio del conseguimento del consolato: C. Plinius Minicio Suo S. […] optamus enim tibi ominamurque in proximum annum consulatum: ita nos virtutes tuae, ita iudicia principis augurari volunt (Plin. ep. IV 15).
Nell’anno 107 in effetti tale titolo fu conseguito, Minicius Fundanus fu consul suffectus con Caius Vettenius Severus, come attestato da un’epigrafe romana che riporta espressamente anche l’indicazione del giorno di assunzione della carica (CIL VI, 630: Silvano sacrum, sodal(icius) | eius et Larum donum | posuit Ti(berius) Claudius Aug(ustus) | lib(ertus) Fortunatus a | cura amicorum | idemque dedicavit | et epulum dedit | decuris n. IIII, | k(alendae) Augustis C(aio) Mini|cio Fundano et | C(aio) Vettennio Se|vero co(n)s(ulibus)) . La dignità è segnalata anche in altre due tavole in marmo, rinvenute rispettivamente a sud delle Grandi Terme del Foro a Ostia Antica (od. Ostia) (CIL XIV, 4539) e presso la Rocca di Papa a Roma, in zona Monte Cavo, vicino al santuario di Iuppiter Latiaris (CIL XIV, 2242). Si tratta di Fasti feriarum Latinarum e Fasti Ostienses, quindi elenchi precisi di datazione8 e nominativo di coloro che hanno ricoperto l’incarico; struttura analoga a quanto si può riscontrare in un diploma militare su tavoletta bronzea, scoperto nel Wurttemberg, in area germanica, conservato presso il locale museo etnografico dell’odierna Monaco (CIL XVI, 55: C(aio) Minicio Fundano C(aio) Vettenio Severo co(n)s(ulibus)).
Tutti questi elenchi testimoniano l’assunzione del consolato suffetto da parte di Minicius Fundanus nell’anno 107, differiscono soltanto nella segnalazione del giorno preciso di inizio della carica; infatti se nella prima epigrafe romana menzionata si tratta del giorno 29 del mese di luglio (CIL VI, 630: IIII kalendae Augustis), i Fasti feriarum Latinarum riportano il giorno 12 del mese di agosto (CIL XIV, 2242: C(aio) Minicio Fundano | C(aio) Vettenio Severo co(n)sulibus | Lat(inae) fuer(unt) pr(idie) idu[s] Aug(usti)) e i Fasti Ostienses il primo giorno del mese di maggio (CIL XIV, 4539: [k(alendae) Mai(i) C(aius) Minicius Fundanus, C(aius) Vette]nnius Seve[rus]).
Il consolato fu seguito da prestigiosi ruoli civili e militari, svolti prevalentemente in contesto orientale.
1 Si espresse con assoluta certezza a favore di questa tesi: G. Alföldy, Senatoren aus Norditalien. Regiones IX,X,XI, EOS Tituli II, Roma 1982, p. 356; ma l’ipotesi era già stata avvalorata da R. Syme, Tacitus, II, Oxford 1958, p. 801; Id., Jagenteufel, Statthalter von Dalmatien (rec.), “Gnomon” 31/6 (1959), p. 516. Contrario soltanto P. Lambrechts, La composition du Sénat Romain de l’accession au trône d’Hadrien a la mort de Commode (117-192), Anversa 1936, p. 42 che sostenne una probabile origine dalla laziale cittadina di Fundi, da cui sarebbe derivato il cognomen, teoria non supportata necessariamente dai linguisti.
2 Comunicando la morte della figlia di Minicius Fundanus, Plinius descrisse la condivisione frequente di esperienze di vita quotidiana e fece memoria del luttuoso evento ricordando al destinatario della lettera che si trattava di Fundanus noster, con uso significativo del suddetto aggettivo (Plin. Ep. V 16).
3 PIR² I A 116, p. 18: Uomo sul quale non sappiamo null’altro, eccettuata questa testimonianza.
4 PIR² VII S 677, p. 261: Menzionato numerose volte nell’opera di Plutarchus.
5 PIR² I A 1300, p. 264: Si tratta di Atilius Crescens, più volte ricordato nell’epistolario di Plinius, forse parente di altri Attii o Accii ricordati nell’opera, vedasi la nota di commento nell’edizione critica curata da L. Lenaz (Milano 2000, p. 70).
6 PIR² VI P 11, p. 3: Paccius fu un uomo influente, inserito nell’entourage della corte imperiale romana in qualità di senatore, celebre oratore.
7 PIR² III E 89, p. 85: Eros è menzionato soltanto da Plutarchus, in quanto amico di Sextus Silla e di Minicius Fundanus.
8 CIL XIV, 2242: Fasti feriarum Latinarum datati tra 71-74 d.C. e 106-109 d.C.: CIL XIV, 4539: Fasti Ostienses datati al 107.
L’epigrafe è oggi conservata presso il museo di storia locale di Sarajevo, ma si presenta in stato frammentario, tuttavia testimonia la carriera del pavese fino all’assunzione degli incarichi di comando legionario e non riporta il conclusivo incarico di proconsolato, che sarà testimoniato da altre fonti.
Ciò che si può leggere è infatti il seguente testo: C(aio) Minicio | L(uci) filio Pap(iria) | Fundano VII |vir(o) epulonum trib(uno) | leg(ionis) VII Fulminatae | quaestori trib(uno) | [pl]ebis praetori leg(ato) | [leg(ionis) XV A]pollinaris | [—] PIAE| [—]UR | [— (ILJug 1627).
Il lapicida fece certamente un errore nell’indicare il numero della legione denominata Fulminata, giacché si potè trattare soltanto della XII Fulminata, istituita nella prima età imperiale e destinata alla provincia di Cappadocia (od Turchia centro-meridionale); specificamente acquartierata presso la città di Melitene 2 (od. Eski Malatya, in Turchia meridionale), fino alla tarda antichità.
L’iscrizione è databile tra il 108 e il 130, è possibile che dopo l’importante incarico di governo militare abbia svolto anche le funzioni di quaestor, tribunus plebis, praetor e un altro comando di legione, si è ipotizzato che si trattasse della legio XV Apollinaris, che fu collocata dall’imperatore Adriano (117-138) presso Satala 3 (od. Sadak, in Turchia nord orientale), nella provincia di Armenia Minor, allo scopo di fronteggiare i Parti 4.
Molti storici di epoca imperiale e tardo antica, orientali e occidentali, ci hanno trasmesso notizia di un rescritto proprio dell’imperatore Adriano che coinvolse Minicius Fundanus. Il funzionario ricevette disposizioni dall’imperatore non tanto per questioni di carattere militare, ma piuttosto per dirimere cause giudiziarie avanzate contro i cristiani e fu interpellato in qualità di proconsole d’Asia.
Cronologicamente è opportuno cominciare dalla testimonianza del filosofo e santo del secolo II, di origine siriaco-palestinese, Iustinus, che scrisse molte opere, la maggior parte sfortunatamente perdute, dedicate alla spiegazione e all’apologia dei maggiori principi della fede cristiana5.
In una di queste, conosciuta con il titolo di Apologia per i cristiani, il tema centrale fu la difesa del cristianesimo di fronte all’autorità imperiale che, in alcune circostanze, condannò arbitrariamente a fronte di accuse infondate.
Iustinus, nel primo libro, richiamò esplicitamente un rescritto di Adriano destinato a Minucius 6 Fundanus e riportò sia l’originale latino redatto alla corte dell’imperatore sia la sua traduzione in lingua greca: Ὑπετάχαμεν δὲ καὶ τῆς ἐπιστολῆς Ἁδριανοῦ τὸ ἀντίγραφον, ἵνα καὶ κατὰ τοῦτο ἀληθεύειν ἡμᾶς γνωρίζητε […] Hadrianus Minucio Fundano. Accepi litteram ad me scriptam a decessore tuo Sereno Graniano Clarissimo viro […] Si quis agitur accusat et probat adversum leges quicquam agere memoratos homines, pro merito peccatorum etiam supplicia statues. Illud mehercule magnopere curabis, ut si quis calumniae gratia quemquam horum postulaverit reum, in hunc pro sui nequitia suppliciis severioribus vindices (Iust. I apol. 68).
Minicius Fundanus risulta quindi successore di Serenus Granianus, proconsole d’Asia nell’anno 121-122 secondo diplomi militari, testimonianze epigrafiche e letterarie7.
Eusebius Caesariensis, storiografo ecclesiastico di secolo IV, ci ha trasmesso molto dell’operato di Iustinus e riprese anche lo stesso rescritto imperiale, specificando chiaramente la carica assunta dal funzionario pavese: […] ἀντιγράψαι Μινουκίῳ Φουνδανῷ, ἀνθυπάτῳ τῆς Ἀσίας […] (Eus. hist. eccl. IV, VIII,6). E rivolgendosi al nipote di Adriano, l’imperatore Marco Aurelio, Eusebius non trascurò ancora di ricordare il rescritto e di menzionare Minicius Fundanus dotato della carica di proconsole d’Asia: Ἁδριανὸς πολλοῖς μὲν καὶ ἄλλοις, καὶ Φουνδανῷ δὲ τῷ ἀνθυπάτῳ, ἡγουμένῳ δὲ τῆς Ἀσίας […] (Eus. hist. eccl. IV, XXVI, 10 = Mel. Sard. frg. 3).
Un altro storiografo, Padre della Chiesa, Hieronymus, scrisse sul finire del secolo IV una cronaca universale, che riprese e continuò, traducendo in latino, l’opera di Eusebius Caesariensis; anche in questo testo troviamo menzione del rescritto inviato da Adriano a Minicius Fundanus, con esplicita indicazione della carica: Quibus commotus Hadrianus Minucio Fundano pro consule Asiae scribit sine obiectu criminum XPianos non condemnandos (Euseb.-Hieron., p. 199).
La rilevanza dell’intervento imperiale nella questione ebbe notevole eco fra gli storici ecclesiastici tardo antichi, anche in contesto totalmente occidentale uno dei più noti apologeti cristiani, Orosius, nel secolo V riferì con precisione la stessa notizia: Hadrianus […] praecepit per epistulam ad Minicium Fundanum proconsulem Asiae datam ut nemini liceret Christianos sine obiectu criminis aut probatione damnare. (Oros. 7,13,1).
Con questo importante incarico terminò la carriera di Minicius Fundanus, sul quale non possediamo ulteriori testimonianze.
1 Cfr. J.J. Wilkes, Dalmatia, Londra 1969, pp. 445 s.: lo studioso ipotizzò che Minicius Fundanus fosse onorato in quanto patronus della comunità locale; un aspetto che sottolineò anche R. Syme, Jagenteufel, Statthalter von Dalmatien (rec.), “Gnomon” 31/6 (1959), p. 516 evidenziando il fatto che sia gratificante scoprire un personaggio di tale levatura, impegnato in un’area di entroterra, a oltre trenta chilometri dall’odierna Belgrado, dove certamente dovette contrastare anche i fenomeni frequenti di brigantaggio.
2 Per la storia della provincia romana di Cappadocia vedasi apposito glossario storico-geografico, pp. BAtlas 64 G4.
3 Parimenti per la provincia di Armenia Minor, pp. BAtlas89 B1.
4 Per la disposizione delle legioni indicate, stanziate in questi territori fino a età tardo antica, vedasi la tesi di dottorato di M. Rocco, Persistenze e cesure nell’esercito romano dai Severi a Teodosio I: ricerche in ambito socio-politico, istituzionale e strategico, Università di Padova, a.a. 2010-2011, pp. 69/212/325.
5 Cfr. BSS VII, s.v. Giustino, coll. 12-7 (V. Boublik): il teologo, illustrando il pensiero cristiano attraverso un procedimento di argomentazione teologico-filosofica, divenne uno dei maggiori strumenti di interpretazione anche delle differenze tra paganesimo e cristianesimo.
6 Variante grafica di Minicius Fundanus, attestata soltanto nella tradizione letteraria greca e latina tardo antica.
7 PIR² V L 247: Q. Licinius Silvanus Granianus = Serenus Granianus proconsole d’Asia nel 121-122 (SEG 18, 493). W. Eck, Senatoren von Vespasian bis Hadrian, Monaco 1970, p. 193 data precisamente il proconsolato d’Asia di Minicius Fundanus al 122-123, citando la testimonianza di Eusebius Caesariensis (hist. eccl. IV, IX). Inspiegabilmente P. Lambrechts, Op. cit., p. 42 ipotizzò una datazione del proconsolato al 124-5.
Index nominum – Index rerum sacrarum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Aefulanus Marcellinus | Plin. Ep. V 16; |
Aristides Atheniensis | Oros. 7,13,2; |
Atilius (noster) | Plin. Ep. I 9; |
Tiberius Claudius Augustus | CIL VI, 630; |
Ἔρως | Plut. de tranqu. animi 1; |
Fortunatus | CIL VI, 630; |
Fundanus (noster) / Φουνδανός (κράτιστος) | CIL V, 16631; Plin. Ep. V 16, VI 6; Plut. de tranqu. animi 1, de ira coh.; Eus. hist. eccl. IV, XXVI, 10 (= Mel. Sard. frg. 3); |
Hadrianus (Caesar) / Ἁδριανός (Καῖσαρ) | Iust. I apol. 68; Eus. hist. eccl. IV, XXVI, 10 (= Mel. Sard. frg. 3); Euseb.-Hieron., p. 199; Oros. 7,13,1; |
Lucius (pater Fundani) | ILJug 1627; |
Marcus (socer Fundani) | CIL V, 16632; |
Minicia Marcella (filia Fundani) | CIL V, 16631; |
Caius Minicius Fundanus | CIL VI, 630; CIL XIV, 2242, 4539; CIL XVI, 55; ILJug 1627; |
Minucius Fundanus*/ Μινουκιός Φουνδανός | Iust. I apol. 68; Eus. hist. eccl. IV, VIII,6-IX,1; Euseb.-Hieron., p. 199; Oros. 7,13,1; |
Πάκκιος | Plut. de tranqu. animi 1; |
Papiria (tribus) | ILJug 1627; |
Plinius | Plin. epp I 9, IV 15, V 16; VI 6; VII 12; |
Quadratus | Oros. 7,13,2; |
Πλούταρχος | Plut. de tranqu. animi 1; |
Serenus Granianus/Granius (clarissimus vir) / Σερεννιός/Σερηνιός Γρανιανός (ἀνήρ λαμπρότατος) | Iust. I apol. 68; Eus. hist. eccl. IV, VIII,6; Euseb.-Hieron., p. 199; Oros. 7,13,2; |
Sextius Sulla | Plut. de ira coh.; |
Statoria Marcella (uxor Fundani) | CIL V, 16632; |
Traianus Augustus | Oros. 7,13,1; |
Caius Vettenius Severus | CIL VI, 630; CIL XIV, 2242, 4539; CIL XVI, 55. |
Index rerum sacrarum
Ἡρακλῆς | Eus. hist. eccl. IV, IX,3; |
Lares | CIL VI, 630; |
Manes | CIL V, 16631; |
Silvanus | CIL VI, 630. |
Index geographicus
Asia / Ἀσίας | Oros. 7,13,2; Eus. hist. eccl. IV, VIII, 6, XXVI, 10 (= Mel. Sard. frg. 3); Euseb.-Hieron., p. 199; |
Latina | CIL XIV, 2242; |
Ῥώμη | Plut. de tranqu. animi 1. |
Index notabilium
ἀθῷοι | Iust. I apol. 68; |
αἰτία | Plut. de tranqu. animi 1; |
amicus / φίλος | CIL VI, 630; Plin. ep. VII 12; Plut. de ira coh.; |
ἀντίγραφος | Iust. I apol. 68; Eus. hist. eccl. IV, VIII, 6; |
ἀνθύπατος / proconsul | Eus. hist. eccl. IV, VIII, 6, XXVI, 10 (= Mel. Sard. frg. 3); Euseb.-Hieron., p. 199; Oros. 7,13,2; |
βῆμα / tribunal | Iust. I apol. 68; Eus. hist. eccl. IV, IX, 2; |
consules /consulatus | CIL VI, 630; CIL XIV, 2242, 4539; CIL XVI, 55 / Plin. ep. IV 15; |
γυνή | Plut. de ira coh.; |
decessor | Iust. I apol. 68; |
ἐξήγησις | Ivi; |
ἐπιστολή / epistula | Plut. de tranqu. animi 1; Iust. apol. 1,68; Oros. 7,13,2; |
epulo | CIL VI, 630; ILJug 1627; |
εὐθυμία | Plut. de tranqu. animi 1; |
filia / θυγάτηρ | CIL VI, 16631.2; Plut. de ira coh.; |
ἁμάρτημα / peccatus | Iust. I apol. 68; |
iudicium principis | Plin. ep. IV 15; |
legio XV Apollinaris | ILJug 1627; |
legio VII* Fulminata | Ivi; |
libellus | Plin. ep. VII 12; |
litterae / γράμμα | Iust. I apol. 68; Eus. hist. eccl. IV, VIII, 6; Euseb.-Hieron., p. 199; |
medicus | Plin. ep. V 16; |
νόμος / lex | Iust. I apol. 68; |
pater / πατήρ | Plin. ep. V 16; Iust. apol. 1,68; |
petitio | Iust. I apol. 68; |
πράγμα | Ivi; |
praetor | ILJug 1627; |
provincialis | Iust. I apol. 68; |
quaestor | ILJug 1627; |
septemvir | Ivi; |
sodalicius | CIL VI, 630; |
soror | Plin. ep. V 16; |
συκοφάντης /calumniator / συκοφαντία / calumnia | Iust. I apol. 68; |
tribunus legionis | ILJug 1627; |
virtus | Plin. ep. IV 15; |
Χριστιανός / Christianus** | Iust. I apol. 68; Eus. hist. eccl. IV, VIII, 6-IX, 2; Euseb.-Hieron., p. 199; Oros. 7,13,2. |
* Errore segnalato del lapicida: legio XII Fulminata.
** In Euseb.-Hieron., p. 199 è riportato nella variante abbreviata: XPianos.
Beltrán Lloris 2012 = Francisco Beltrán Lloris, (C.) Mi[nicio Funda]no Y [¿C. Minicio?] Fundano Augustano Alpino, Gobernador Y Legado Juridico, in Epigrafia e ordine senatorio. 30 anni dopo (EOS II), Roma 2012, 727-34.
Eck 1970 = Werner Eck, Senatoren von Vespasian bis Hadrian, Monaco 1970, 193.
Lambrechts 1936 = Pierre Lambrechts, La composition du Sénat Romain de l’accession au trône d’Hadrien a la mort de Commode (117-192), Anversa 1936, 42.
Puech 1992 = Bernardette Puech, Prosopographie des amis de Plutarque, in ANRW II 33.6 (1992), 4831-4893.
Gibson 2018 = Roy Gibson, Pliny and Plutarch’s Practical Ethics: A Newly Rediscovered Dialogue, in A. König, C. Whitton (eds.), Roman Literature under Nerva, Trajan and Hadrian. Literary Interactions, AD 96-138, Cambridge 2018, 402-421.
Syme 1958 = Ronald Syme, Tacitus, vol. II, Oxford 1958, 801.
Syme 1959 = Ronald Syme, Jagenteufel, Statthalter von Dalmatien (rec.), in “Gnomon” 31/6 (1959), 510-8.
Syme 1991 = Ronald Syme, Minicius Fundanus from Ticinum, in “Roman Papers” 7 (1991), 603-619.
Wilkes 1969 = John Joseph Wilkes, Dalmatia, Londra 1969, 445 s.