Il testo dell’epigrafe permise di risalire ai dati salienti del milite; dal formulario onomastico, al grado militare e la rispettiva legione di appartenenza, fino all’origine e alla durata del servizio: Valerius | Luci(u)s centiri|on(!) legi(onis) IIII Fla(viae) | Macedon stu|pendi<h>oron(!) X | fe(cit) dul(cissimo) frater | Limeni(u)s. (AÉ 1985, 473).
La prima cosa sulla quale soffermarsi per determinare l’origo del centurione è l’indicazione Macedon, che certamente non si riferì alla specifica qualifica della legione, giacché una legio IV Flavia sostituì la IV Macedonica, in seguito alla sconfitta nella seconda battaglia svoltasi a Bedriacum (od. Calvatone, presso Cremona) nel 69 d.C. che vide opporsi le truppe di Vitellio contro quelle del nuovo imperatore romano Vespasiano2. Neppure si può associare il coronimo al luogo operativo o di acquartieramento della legio IV Flavia, poiché essa non fu mai attestata come operante in quel territorio3.
L’origo macedone è dunque riferibile al centurione Valerius Lucis, a supporto di questa tesi, oltre a possibili comparazioni con iscrizioni tarde che riportarono in analoga posizione indicazioni geografiche attribuibili alla provenienza del militare onorato4, possiamo considerare proprio il formulario onomastico: il cognomen Lucis, emendato nella forma latina Lucius, parimenti a Limenis del commilitone dedicante, possono essere forme di derivazione greca variamente attestate nell’epigrafia5.
Anche il lapicida, ammesso che non fu il dedicante stesso, sembra che non possieda una piena padronanza della lingua latina, alcuni termini infatti furono probabilmente l’esito di una contaminazione con la fonetica greca: centirion 6 per centurio e stupendihoron per stipendiorum.
1 La legio IV Flavia fu acquartierata fin dal secolo I d.C. presso Singidunum (od. Belgrado), in Moesia superior, soltanto a partire da Diocleziano alcune sue vexillationes furono distaccate per raggiungere l’Egitto – cfr. J. Rodríguez González, Historia de las legiones romanas, vol. I, Madrid 2003, pp. 157-65.
2 Bedriacum fu teatro di due note battaglie, prima fra gli eserciti di Otone e Vitellio, poi fra quelli di Vitellio e Vespasiano; tutti pretendenti alla carica di imperatore. Attualmente il sito è oggetto di rivalutazione storico-archeologica grazie all’intervento dell’Università degli Studi di Milano. Dipartimento dei Beni Culturali e Ambientali.
3 Per un’analisi dettagliata storica e lessicale dell’epitaffio vedasi il contributo di S. Lazzarini, A. Sartori, Epigrafe di un legionario rinvenuta in Como, “Athenaeum” n.s. LXII, 1-2 (1984), pp. 323-34.
4 In particolare all’attenzione degli epigrafisti è evidente la situazione aquileiese, dove il riferimento in ambito militare riguarda soprattutto l’indicazione etno-geografica di Σύρος – CIL V, 8723, 8725, 8727, 8729, 8732.
5 Per Λούκις cfr. Fraser, Matthews, A Lexicon of Greek Personal Names, vol. I, p. 289: riferisce di un’attestazione cipriota e quattro cirenaiche; vol. II, p. 286: indica un’attestazione ateniese; vol. IV, p. 212: enumera due attestazioni per la Macedonia e altre sette per la Thracia. Per Λιμένιος/Λιμήνιος cfr. vol. II, p. 285: due attestazioni ateniesi; vol. IIIB, p. 260: un’attestazione dalla Thessalia.
6 Vedasi lo stesso Macedon.
La legio IV Flavia, come già osservato, stanziò principalmente in Moesia superior (Singidunum, od. Belgrado), tranne parziali distaccamenti in Aegyptus dopo l’impero di Diocleziano (293-305), né l’una né l’altra destinazione potrebbero ricondurre per qualche motivo a Comum.
Sembra comprovato da numerosa documentazione epigrafica che nella seconda metà del secolo III alcune unità militari stanziate nelle province del Basso Danubio furono inviate nell’area norditalica, più esattamente lungo la via Ticinum (od. Pavia)- Dertona (od. Tortona, in provincia di Alessandria), per arrestare l’avanzata degli Alamanni da nord2. Forse Valerius Lucis si aggregò a questi contingenti e giunto infine a Comum, lì fu ricordato.
1 Cfr. A. Sartori, Soldati in Transpadana, in Y. Le Bohec, C. Wolff (a c. di), Les Légions de Rome sous le Haut-Empire. Actes du Congrès de Lyon, vol. II, Parigi 2000, pp. 627 s. si sofferma espressamente sull’uso epigrafico del termine fratres, considerando anche il caso specifico di Valerius Lucis e Limenis (p. 632).
2 Cfr. G. Mennella, Legionari del Donau a Dertona e Ticinum: una nuova testimonianza, in Y. Le Bohec, C. Wolff (a c. di), Les Légions de Rome sous le Haut-Empire. Actes du Congrès de Lyon, vol. II, Parigi 2000, pp. 645-53.
Index nominum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Limenis | AÉ 1985, 473; |
Valerius Lucis | Ivi. |
Index geographicus
Macedon (Macedonia) | AÉ 1985, 473. |
Index notabilium
centurio | AÉ 1985, 473; |
frater | Ivi; |
legio IIII Flavia | Ivi; |
stipendium | Ivi. |
Lazzarini, Sartori 1984 = Sergio Lazzarini, Antonio Sartori, Epigrafe di un legionario rinvenuta in Como, “Athenaeum” n.s. LXII, 1-2 (1984), pp. 323-34.
Sartori 1994 = Antonio Sartori, Le iscrizioni romane. Guida all’esposizione, Como 1994, p. 60.
Sartori 2000 = Antonio Sartori, Soldati in Transpadana, in Y. Le Bohec, C. Wolff (a c. di), Les Légions de Rome sous le Haut-Empire. Actes du Congrès de Lyon, vol. II, Parigi 2000, pp. 625-37.