Tuttavia soprattutto la numismatica fornì indicazioni più precise in merito al formulario onomastico completo: alcune monete rinvenute in Caria (territorio incluso nella provincia romana di Asia Minor, lungo la costa dell’odierna Turchia sud-occidentale) riportarono il nome Iulia Cornelia Salonina (BMC Caria, pp. 24, 51, 52), altre invece di provenienza ionica e lidica (ancora Asia Minor) presentarono un agnomen, Cornelia Salonina Chrysogone (BMC Ionia, pp. 107, 181, 300, 395, 396; BMC Lydia, pp. 121, 226, 274).
Nell’analoga tipologia documentaria, rinvenuta però prevalentemente in territori occidentali, fu indicata sempre come Cornelia Salonina Augusta 2 (RIC V, I, 63,105,107-115, 191-200).
Qualche studioso propose un’origine bitinica 3 per Cornelia Salonina, tesi non sempre ritenuta credibile, ma nemmeno, a mio avviso, fondatamente contrastata4.
La documentazione a favore dell’origo sopra proposta, oltre alle coniazioni già menzionate provenienti dall’Asia Minor, riportanti il formulario Cornelia Salonina Chrysogone, è composta anche da testimonianze letterarie attestanti la presenza nel suddetto territorio della famiglia dei Cornelii Chrysogonii 5.
A Cornelia Salonina stessa furono dedicate almeno otto iscrizioni in territorio orientale, fra queste possiamo annoverare il frammento di un’epigrafe rinvenuta a Serdica (od. Sofia, Bulgaria): Τὴν θεοφιλεστάτην Αὐγ(οῦσταν) Κορ(νηλίαν) Σα|λωνεῖναν Σεβ(αστὴν) Φλ. | Αἰθάλης καὶ Κα|λανδίων καὶ Διογένης ἀνέ[στησαν [— (IGR I, 697).
Ancor più significativo quanto scoperto nell’antica Aspona 6 (od. Chedit-Eyuk, al centro dell’Anatolia), un’iscrizione del 254 sulla quale apparve l’appellativo per Cornelia Salonina di Mater Castrorum, ovvero protettrice degli accampamenti militari7: Ἀγαθῇ τύχῃ. | Κορνηλίαν Σα|λωνεῖναν | Σεβ(αστὴν), μητέρα κάσ||τρων, γυναῖκα | τοῦ Σεβ(αστοῦ) Γαλ|λιηνοῦ, | ἡ μητρ(όπολις) τῆς Γαλατίας | β’ νεωκ(όρος) Ἄγκυρα. (IGR III, 237).
Dal titolo ancirano suddetto, senza allontanarsi troppo, si scoprì analoga dedica predisposta dall’antica colonia di Merus (sito tra od. Gerriz e Doghan Arslan, ancora al centro dell’Anatolia): Ἀγαθῇ τύχῃ | Κορνηλίαν Σα|λωνεῖναν | Σεβ(αστὴν) || ἡ Μειρηνῶν | κατοικία. (IGR IV, 593).
Anche la città di Apameia (od. Dinar, nella Turchia centro meridionale) non trascurò di onorarla, come Augusta e come moglie dell’imperatore: Τὴν [θ]εοφιλεστάτην | Κορνηλίαν Σαλωνεῖναν | Σεβαστὴν, γυναῖκα τοῦ | κυρίου ἡμῶν Ποπλίου || Λικιννίου Γαλλιηνοῦ Σεβαστ[οῦ], | ἡ λαμπρὰ τῶν Ἀπαμέων πόλις. (IGR IV, 777).
Analogamente nel celebre sito di Aphrodisias (nei pressi dell’od. Geyre, nella Turchia sud-occidentale) si recuperò una base di statua in marmo bianco, reimpiegata per realizzare una fontana e quindi recante un’iscrizione oramai scarsamente leggibile, databile al periodo tra il 253 e il 260, costituita parzialmente dal testo seguente: [Ἰουλίαν Κορνη]|λ̣ί̣αν Σαλ̣ων̣[εῖ]|ναν Σεβαστὴν | [—] | ἡ λαμπροτάτη Ἀ|φροδεισ̣[ι]έων πό|[λις] [—] (Wadd. III, 1625).
Altri municipia nell’Anatolia centrale tributarono omaggio all’Augusta, in almeno due occorrenze furono il locale consiglio e l’intera comunità, indicati significativamente con specifica terminologia greca (βουλή e δῆμος) per precisare un’organizzazione governativa su modello orientale, a porgere identica dedica: Κορνηλίαν | Σαλωνεῖναν | Σεβαστὴν | Κλαουδιολα|οδικεῶν | ἡ βουλὴ καὶ | ὁ δῆμος (da Laodicea Combusta/Claudiolaodicea, od. Ladik – AÉ 1910, 166), oppure: Κορνηλίαν | Σαλωνεῖναν | Σεβαστὴν | ἡ βουλὴ καὶ | ὁ δῆμος (dal sito di Yerten-keui, nella Pisidia occidentale, regione inclusa anch’essa nell’Asia Minor – AÉ 1912, 1).
Un’iscrizione datata al 255/256, proveniente dall’antica Soloi/Pompeiopolis (od. parte del municipio anatolico di Mezitli) fu ancora più elaborata, non tralasciando di onorare anche uno dei tre figli degli imperatori, il neo eletto Caesar Augustus, Publius Licinius Cornelius Egnatius Valerianus 8: Τὴν θειοτάτην Σε[βαστὴν] | τὴν Κορνηλίαν Σαλωνεῖ[ναν] | γυναῖκα τοῦ κυρίου ἡμῶν | θειοτάτου αὐτοκράτορος | Πουβλίου Λικιννίου Ἐγνατίου | Γαλιηνοῦ Εὐσεβοῦς Εὐτυ|χοῦς Σεβαστοῦ μητέρα | τοῦ θεοϊδεστάτου καὶ θεο|φιλεστάτου Καίσαρος τοῦ κυ|ρίου ἡμῶν Πουβλίου Λικιννίου | Οὐαληριανοῦ νέου Εὐσεβοῦς | Εὐτυχοῦς Σεβαστοῦ ἡ λαμπρο|τάτη μητρόπολις τῆς Παφλαγο|νίας Πομπηϊόπολις διὰ Κλαυ|δίου Αἰλιανοῦ ἱερέως τῶν | Σεβαστῶν καὶ πρώτου ἄρχοντος | εὐτυχῶς | ἔτει σξα. (AÉ 1939, 25).
Sembra non trascurabile, al di là di qualsiasi dimostrazione documentaria oggettiva, l’influsso di modelli orientali proprio delle raffigurazioni su moneta sia di Cornelia Salonina sia del marito, l’imperatore Gallieno. La Cornelia Salonina rappresentata su un antoniniano9 antiocheno del 267 (RIC V, I, p. 200) con i capelli raccolti in una lunga treccia, poi rialzata e fissata dietro al diadema, con i tratti somatici del viso pronunciati, rievoca lo stile con cui fu rappresentata sempre nella numismatica e per la prima volta Iulia Domna 10, donna siriaca divenuta moglie dell’imperatore Settimio Severo (193-211). Gli esempi si moltiplicarono da allora, fino ad arrivare a Otacilia Severa 11, moglie dell’imperatore Filippo I l’Arabo (244-249) e a Salonina, modello a sua volta riprodotto in modo assolutamente identico per l’immagine monetale della regnante palmirena Septimia Zenobia 12, moglie del governatore del regno indipendente di Palmyra (presso od. Tadmur, in Siria), Septimius Odaenathus 13.
La numismatica inoltre non fornì ragguagli soltanto sulla dimensione visiva, ma anche sul pensiero religioso ellenizzante di Cornelia Salonina e del marito, dalle iscrizioni comparse sulle monete a loro dedicate risultò evidente un loro panteismo politeistico, frutto di un’adesione al neoplatonismo del filosofo Plotino, congeniale alla preservazione di un ormai eterogeneo e vasto Impero14. Ne derivò paradossalmente quell’ancora dibattuta, ma certamente tollerante politica di Gallieno nei confronti dei Cristiani, che permise un periodo di relativa pace lungo tutti i confini imperiali.
Gallieno, molto probabilmente anche fortemente supportato dalla moglie, riconobbe preventivamente la progressiva acquisizione di potere di una Chiesa cristiana che cominciava a strutturarsi in comunità sempre più organizzate e definite, in particolare a partire soprattutto dai territori orientali, e utilizzò una filosofia di rinascenza ellenista per tradurla in una forma di pratica politica di tolleranza, né anticristiana né filocristiana. In questo atteggiamento sia neoplatonico sia cristianeggiante influì in modo rilevante il pensiero di Cornelia Salonina Chrysogone.
La fonte letteraria par excellence per documentare il favorevole rapporto di entrambi i regnanti con Plotinus e le possibili ricadute nella prassi, ostacolate tuttavia nella corte imperiale, fu proprio la Vita Plotinii scritta dall’allievo Porphyrius: Ἐτίμησαν δὲ τὸν Πλωτῖνον μάλιστα καὶ ἐσέφθησαν Γαλιῆνός τε ὁ αὐτοκράτωρ καὶ ἡ τούτου γυνὴ Σαλωνίνα. Ὁ δὲ τῇ φιλίᾳ τῇ τούτων καταχρώμενος φιλοσόφων τινὰ πόλιν κατὰ τὴν Καμπανίαν γεγενῆσθαι λεγομένην […] νόμοις δὲ χρῆσθαι τοὺς κατοικεῖν μέλλοντας τοῖς Πλάτωνος καὶ τὴν προσηγορίαν αὐτῇ Πλατωνόπολιν θέσθαι […] (Porphyr. Vita Plot. 12).
L’antica città di Platonopolis non fu mai rifondata, ammesso che fosse esistita, come richiesto, poiché si oppose il seguito dell’imperatore secondo la biografia, ma con buona probabilità proprio perché il progetto utopistico peccava eccessivamente di particolarismo per una coppia imperiale comunque più orientata a un pragmatico universalismo.
I due ebbero tre figli: Licinius Valerianus, Licinius Egnatius Marinianus e Licinius Saloninus 15, l’ultimo fu anche quello che ottenne la maggiore dignità, acquisendo il titolo imperiale nell’autunno del 260, tuttavia perso poco dopo poiché ucciso dal ribelle Postumus nelle Galliae; il suo nome, secondo l’Historia Augusta, derivò proprio dalla madre Cornelia Salonina: Tam varie item opiniones sunt de Salonini nomine, ut qui se verius putet dicere, a matre sua Salonina appellatum esse dicat, quam is (Gallienus) perdite dilexit. (SHA Vita Gall. 21,3).
Il giudizio della fonte, oltre a fornire un dettaglio di onomastica, appare in realtà poco lusinghiero riguardo al legame tra l’imperatore e Salonina; l’espressione latina perdite dilexit sembra volere alludere a qualcosa di perverso.
Peraltro se l’Historia Augusta sconfina troppo spesso nel romanzesco, non conforta nemmeno la narrazione recuperabile nell’opera di Aurelio Vittore: […] expositus Saloninae coniugi atque amori flagitioso filiae Attali Germanorum regis, Pipae nomine; qua causa etiam civiles motus longe atrociores orti. (Aur. Vict. Liber de Caes. 33,6)16.
La donna nominata come figlia del condottiero germanico Attalus, Pipa 17, fu una concubina di Gallieno, erroneamente identificata con la stessa Cornelia Salonina in alcuni studi18.
1 In un contributo di approfondimento dei rapporti tra il senatore Publius Cornelius Saecularis (PIR² II C 1432, p. 354) e Cornelia Salonina lo studioso Christol ipotizzò una data di nascita di costei risalente al 222-225, cfr. M. Christol, P. Cornelius Saecularis et Cornelia Salonina: Un réseau sénatorial, EOS (II), Roma 2014, p. 148.
2 CORNELIA (COR / CORN. / CORNEL) SALONINA AVG. a Roma e Mediolanum (Milano); anche soltanto SALONINA AVG. a Lugdunum (Lione), Siscia (Sisak, in Croazia) e in pochi altri luoghi minori in Asia Minor.
3 A favore di un’ origine bitinica di Cornelia Salonina Chrysogone vedasi in primis A. Alföldi, Studien zur Geschichte der Weltkrise des 3. Jahrhunderts nach Christus, Darmstadt 1967, p. 257; L. De Blois, The Policy of the Emperor Gallienus, Leiden 1976, p. 4, n. 13. Peraltro già S. Mazzarino, L’impero romano, Bari 2010 (rist.), vol. II, p. 439 la definì “asianica”.
4 Il primo a mostrare scetticismo fu J.G. Gagé, Programme d’”italicité” et nostalgies d’hellénisme autour de Gallien et Salonine. Quelques problèmes de “paideia” impériale au IIIe siècle, ANRW II/2 (1975), p. 839; seguito da J. Jefferson Bray, Gallienus: A Study in Reformist and Sexual Politics, Adelaide 1997, pp. 30 s. che tuttavia non mi pare che riesca ad andare oltre allo scetticismo senza probanti argomentazioni contrarie. In sintesi rimane apprezzabile la neutralità espressa in D. Kienast, Römische Kaisertabelle, Darmstadt 1996, p. 222 che scrisse “Geburtsdatum und Herkunft unbekannt”, ciò che non fu chiaramente espresso non è conoscibile, soltanto ipotizzabile.
5 RE IV, s.v. L. Cornelius Chrysogonus (4), coll. 1281 s. (Münzer): il riferimento è al liberto di Silla, uccisore dell’aristocratico Sesto Roscio, che attentò alla vita anche del figlio, il Sesto Roscio Amerina difeso da Cicerone; cfr. anche A. Alföldi, Studien zur Geschichte. Op. cit., pp. 257 s., n. 161.
6 Id. 63 C2.
7 Ritorna almeno sei volte l’appellativo di Mater Castrorum nell’epigrafia riguardante Cornelia Salonina, per un dettagliato contributo in merito e relativi precisi riferimenti cfr. F. Sirano, Una nuova dedica a Gallieno e Salonina (Mater Castrorum) da Teanum Sidicinum. Aspetti della propaganda imperiale nella regio I, “Rendiconti dell’Accademia di Archeologia Lettere e Belle Arti” LXXII (2003), p. 103, n. 20. Oltre a quella citata, nell’insieme delle epigrafi qui considerate che riguardano esclusivamente Cornelia Salonina e non le sue menzioni all’interno di gruppi dinastici, ricordo soltanto un altro caso che presenta l’appellativo di Mater Castrorum, l’iscrizione su base marmorea bianca rinvenuta presso l’antica Falerii Novi (od. S. Maria di Falleri, nel Lazio): Corneliae Sa|loninae sanct|issimae Aug(ustae), con|iugi victorio|sissimi Gallie|ni Aug(usti), matri | castrorum, sena|tus col(oniae) Faliscor(um), | dev(otus) numini maies|tatiq(ue) eius, curante | Tyrio Sep(timio) Azizo, v(iro) | p(erfectissimo), cur(atore) | operum et rei p(ublicae). (AÉ 1982, 272).
8 PIR² V L 184, pp. 34-6.
9 RE I, s.v. antoninianus, col. 2568 (Kubitschek): l’antoninianus fu introdotto dall’imperatore Caracalla (211-218), da cui derivò il nome. Era una moneta recante l’effigie dell’imperatore in corona radiata oppure dell’imperatrice con diadema a mezza luna. Il valore fu pari a venti assi, ovvero un millesimo di libbra d’oro.
10 PIR² IV I 663, pp. 312-5. Iulia Domna probabilmente non fu un modello soltanto iconografico per Cornelia Salonina, ma anche esistenziale, come suggerì ancora S. Mazzarino, L’impero romano. Op. cit., p. 439.
11 Id. V O 177, p. 473.
12 Id. VII/2 S 504, pp. 206-10; PLRE I, s.v. Septimia Zenobia, pp. 990 s.
13PIR² VII/2 S 472, pp. 181-6; PLRE I, s.v. Septimius Odaenathus, pp. 638 s. Per la riproduzione di modelli orientali nelle rappresentazioni monetali nel secolo III cfr. A. Raičović, Development and Changes in Roman Fashion – Showcase Viminacium, “Archaeology and Science” 6 (2011), pp. 89-92. Per un confronto iconografico tra Cornelia Salonina e Septimia Zenobia nella numismatica cfr. C. Perassi, Similitudinem quidem immensa reputatio est (NH VII, 52). Evocazione, assimilazione, sovrapposizione nella ritrattistica monetale antica, “NAC” 43 (2014), pp. 189 s.
14 Cfr. A. Momigliano, Contributo alla storia degli studi classici, vol. I, Roma 1979, p. 383 che riportò all’uòpo in traduzione quello che ritenne il brano più significativo di un saggio di F. Creuzer su Gallieno (F. Creuzer, Gallienus und Salonina, “Deutsche Schriften” IV/1 (1836), pp. 75-146.).
15 Licinius Valerianus è già stato menzionato, cfr. n. 7; per gli altri due rispettivamente: PIR² V L 198, p. 45 (Egnatius Marinianus), 183, pp. 33 s. (Saloninus).
16 Vedasi anche quanto riportato in Epit. de Caes. 33,1: Gallienus quidem in loco Cornelii filii sui Saloninum, alterum filium, subrogavit, amori diverso pellicum deditus Saloninae coniugia et concubinae, quam per pactionem concessa parte superioris Pannoniae a patre, Marcomannorum rege, matrimonii specie susceperat Pipam nomine.
17 Id. VI P 420, p. 166; RE XX/2, s.v. Pipa (2), col. 1718 (Stein): che distinse nettamente la concubina, figlia del condottiero germanico da Cornelia Salonina, moglie di Gallieno.
18 Cfr. W. den Boer, Some minor Roman historians, Leiden 1972, p. 80: lo studioso ritenne che Pipa fosse un epiteto della stessa Salonina, ma senza nessun dato a favore di questa tesi, che del resto le stesse fonti citate smentiscono.
Sulle prime, le più numerose, ci siamo già a lungo soffermati; tuttavia furono molte anche le iscrizioni provenienti dal mondo africano, tutte provenienti dall’antica provincia dell’Africa Proconsularis, fra gli odierni territori della Tunisia e della Libia. Due furono scoperte nell’antica colonia di Thugga (od. Henchir Dougga, in Tunisia), una prima fu diretta espressione della comunità locale: Corneliae Saloninae Aug(ustae) | coniugi Imp(eratoris) d(omini) n(ostri) Gallieni | Pii Felicis Aug(usti) res p(ublica) col(oniae) | Liciniae Sept(imiae) Aurel(iae) Alex(andrianae) | Thugg(ensis) devota numini ma|iestatique eius (AÉ 1914, 182); l’altra ormai risulta scarsamente leggibile: [—] magno Aug(usto) sac(ro) pro (salute) | (Corne)liae Saloninae Dominae Aug(usti) coniugi [(Aug(usti) —] | [—]lianus sacerdos Maximus ex pra(ecepto) [—] (ILAfr. 566).
Da Utica (ancora in Tunisia) e dal noto sito legato alle origini della dinastia severiana, Lepcis Magna (od. distretto di Khoms, in Libia), provennero due attestazioni di celebrazione dell’intera dinastia di Gallieno e Salonina: pro salute et victoria | imp(eratoris) caes(aris) P(ublii) Licini Valeriani pii felicis invicti Aug(usti) pont(ificis) max(imi) | trib(unicia) pot(estate) co(n)s(ulis) IIII et imp(eratoris) caes(aris) P(ublii) Licini Egnati Gallieni pii | felicis Aug(usti) pont(ificis) max(imi) trib(unicia) pot(estate) co(n)s(ulis) III et P(ublii) Licini Cornelii (?) | Valeriani nobilissimi Caes(aris) et Corneliae Saloninae Aug(ustae) | coniug(is) imp(eratoris) Gallieni Aug(usti) matris Valeriani Caesaris [—] (AÉ 1951, 38) e imp(eratori) caes(ari) P(ublio) Licinio Gallieno germanico pio fel(ici) Aug(usto) pont(ifici) max(imo) | germanico max(imo) trib(unicia) pot(estate) XIII imp(eratori) XII co(n)s(uli) VI p(atri) p(atriae) proco(n)s(uli) et | Corneliae Saloninae sanctissimae 1 Augustae | coniugi Gallieni Augusti n(ostri)| Lepc(itani) Sept(imiani) Saloniniani publ(ice) [— (AÉ 1950, 208)2.
Avvicinandoci geograficamente allo scenario dell’epilogo finale della biografia di Cornelia Salonina giungiamo in Italia, ma bisogna compiere anche un salto temporale agli esordi dell’assunzione del titolo di Augusta. Presso l’antica Ostia, non troppo distante dall’allora capitale imperiale, fu scoperta una tavola in marmo oggi preservata nei nuovi magazzini della Soprintendenza, datata al 253: Saloninae | Augustae | per omnia concordi | et consorti Gallieni | Augusti n(ostri) | Flavius | Priscus. (CIL XIV, 5335)3.
Come si potrebbe dedurre da quanto appena citato Salonina fu dagli inizi e lungo tutta l’esperienza imperiale in tutto concorde e compagna del marito, purtroppo fu così forse anche per quanto riguardò la tragica fine dell’imperatore, come sembra di cogliere dalle parole di Iohannes Zonaras, autore del secolo XII, vissuto a Constantinopolis, che realizzò un compendio di storia universale: ὅτε καὶ ὁ Αὐρίολος ἐτρώθη καὶ εἰς Μεδιόλανα κατεκλείσθη, παρὰ τοῦ βασιλέως ἐκεῖσε πολιορκούμενος. Τοῦ δὲ Γαλιήνου ἐπεκδρομὰς ποιουμένου κατά τινων τῶν πολεμίων, ἐν κινδύνῳ ποτὲ γέγονεν ἡ βασίλισσα· συνῆν γὰρ αὐτῷ. […] ὅπερ οἱ πολέμιοι θεασάμενοι ἐπῆλθον τῇ τοῦ βασιλέως σκηνῇ, ἁρπάσαι διανοούμενοι τὴν βασίλισσαν. […] καὶ οὕτω πλειόνων συνδραμόντων στρατιωτῶν ἡ τοῦ βασιλέως διασέσωετο γαμετή (Zon. 12,25)4. Durante l’assedio di Mediolanum (od. Milano) nel settembre 268, quando Gallieno fu accerchiato dai suoi avversari, desiderosi di appropriarsi del potere assoluto, fu teso un agguato anche all’imperatrice, che momentaneamente si salvò, secondo la fonte; tuttavia dopo quella data null’altro ci fu tramandato a suo riguardo.
1 L’epiteto di sanctissima dedicato a Cornelia Salonina si trova anche in un’iscrizione su base di statua situata nell’odierna Provenza, omaggio di una congregazione dell’antica Cemenelum (od. Nizza-Cimiez): Corneliae Salo|ninae | sanctissim(ae) Aug(ustae) | coniug(i) Gallieni | iunioris Aug(usti) n(ostri) | ordo Cemenel(ensium) | curant(e) Aurelio | Ianuario v(iro) e(gregio). (CIL V, 7879).
2 Quasi identica l’iscrizione onorifica alla base di una statua rinvenuta a Corduba (od. Cordoba, in Spagna), datata ancora a un intervallo tra il 255 e il 259: D(ominae) n(ostrae) Corneliae Saloninae | Aug(ustae) coniugi d(omini) n(ostri) | Imp(eratoris) Caes(aris) P(ubli) Licini Gallieni | Pii Fel(icis) et invicti Aug(usti) | Dacici maximi Germanici | maximi trib(unicia) potest(ate) IIII | co(n)s(ulis) III imp(eratoris) III p(atris) p(atriae) proco(n)s(ulis) | provincia{e} Baetica{e} devota | numini maiestatiq(ue) eius | COR[—] | [— (CIL II, 2200).
3 In territorio laziale certamente non mancarono attestazioni in onore dell’Augusta, oltre a un’iscrizione da Falerii già menzionata, si scoprì a Fabrateria Vetus (od. Ceccano, in provincia di Frosinone) un’ulteriore dedica da parte della comunità locale: Corneliae Sa|loninae Aug(ustae) | Fabrat(erni) Veter(es). (AÉ 1912, 105).
4 Come fonte precedente a Zonaras che sottolineò un forte coinvolgimento della moglie dell’imperatore Gallieno negli eventi politici del suo tempo vedasi anche Anon. post Dion. fr. 5,1 (= FHG IV, 194), un brano nel quale la moglie dell’imperatore mostrò di nutrire sospetti nei confronti del governatore Ingenuus, che in effetti si rivelerà in seguito un usurpatore. Per un’analisi precisa della testimonianza cfr. B. Scardigli, Gallieno e Ingenuo (Anon. post Dionem fr. 5,1-2), “Invigilata lucernis” 21 (1999), pp. 389-98.
Index nominum – Index rerum sacrarum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Attalus | Aur. Vict. Liber de Caes. 33,6; |
Αὐρίολος | Zon. 12,25; |
Βαλεντῖνος | Anon. post Dion. fr. 5,1; |
Καλανδίων | IGR I, 697; |
Κλαύδιος Αἰλιανός | AÉ 1939, 25; |
(Iulia/Ιουλία) Cornelia Salonina/ Κορνηλία Σαλωνεῖνα (Σαλωνίνα) (Χρυσογόνη) (Augusta/ Αὐγοῦστα– Σεβαστή – βασίλισσα) (Domina) (μήτηρ κάστρων/mater castrorum) (sanctissima) | CIL II, 2200; CIL V, 7879; CIL XIV, 5335; IGR I, 697, III, 237, IV, 593, 777; ILAfr. 566; Wadd. III, 1625; AÉ 1910, 166; AÉ 1912, 1,105, AÉ 1914, 182; AÉ 1939, 25; AÉ 1950, 208; AÉ 1951, 38; AÉ 1982, 272; RIC V, I, pp. 63,105,107-115, 191-200; BMC Caria, pp. 24, 51, 52; BMC Ionia, pp. 107-9, 181, 300, 395, 396; BMC Lydia, pp. 121, 226, 274; Aur. Vict. Liber de Caes. 33,6; Epit. de Caes. 33,1; SHA Vita Gall. 21,3; Porphyr. Vita Plot. 12; Zon. 12,25; |
Cornelius | Epit. de Caes. 33,1; |
Διογένης | IGR I, 697; |
Φλάουϊος Αἰθάλης | Ivi; |
Flavius Priscus | CIL XIV, 5335; |
(Publius Licinius Egnatius/ Πούπ(β)λιος Λικίννιος Ἐγνάτιος) Gallienus / Γαλ(λ)ιῆνός (Imp. Dominus Augustus/ Σεβαστός – αὐτοκράτωρ/ βασιλέυς) (pius felix/ εὐσεβῆς εὐτυχῆς) (pater patriae) | CIL II, 2200; CIL V, 7879; IGR III, 237, IV, 777; AÉ 1914, 182; AÉ 1939, 25; AÉ 1950, 208; AÉ 1951, 38; AÉ 1982, 272; Porphyr. Vita Plot. 12; Zon. 12,25; |
Ἰνγενούος | Anon. post Dion. fr. 5,1; |
Publius Licinius Valerianus / Πούβλιος Λικίννιος Οὐαληριανός (Imperator Caesar Augustus/ Σεβαστός Καῖσαρ) (pius felix/ εὐσεβῆς εὐτυχῆς) | AÉ 1939, 25; AÉ 1951, 38; |
Marcomanni | Epit. de Caes. 33,1; |
Maximus | ILAfr. 566; |
Pipa | Aur. Vict. Liber de Caes. 33,6; Epit. de Caes. 33,1; |
Πλάτων | Porphyr. Vita Plot. 12; |
Πλωτῖνος | Ivi; |
Saloninus | SHA Vita Gall. 21,3; Epit. de Caes. 33,1; |
Tyrius Septimius Azizus | AÉ 1982, 272. |
Index rerum sacrarum
Ἄρτεμις | BMC Ionia, p. 109; |
Ceres Aug. | RIC V, I, p. 200; |
Dea Segetia | RIC V, I, p. 108; |
Diana Lucifera/Cons. Aug. | RIC V, I, p. 192; |
Iuno Regina/ Conservat./Cons. Aug. | RIC V, I, pp. 109-14, 193, 196, 198 s.; |
Minerva Aug. | RIC V, I, p. 200; |
νεωκόρος | IGR III, 237; BMC Ionia, pp. 107 s., 300; |
Pontifex maximus | AÉ 1950, 208; AÉ 1951, 38; |
Providentia Aug. | RIC V, I, pp. 193, 199; |
sacerdos / ἱερεύς τῶν Σεβαστῶν καὶ πρώτου ἄρχοντος | ILAfr. 566; AÉ 1939, 25; |
Salus Augg. | RIC V, I, pp. 114, 196, 199 s.; |
Τύχη | IGR III, 237, IV, 593; |
Venus Felix/Genetrix/Victrix | RIC V, I, pp. 108 s., 112-4, 194, 196-8, 200; |
Vesta/Vesta Felix | RIC V, I, pp. 109, 112, 115, 194, 196-8; |
Victoria Aeterna/Aug. | RIC V, I, p. 194 s.. |
Index geographicus
Ἄγκυρα (μητρόπολις) | IGR III, 237; |
Ἀντιοχεῶν (<Ἀντιόχεια) | BMC Caria, p. 24; |
Ἀπαμέων (<Ἀπάμεια πόλις) | IGR IV, 777; |
Ἀφροδεισιέων (<Ἀφροδισία πόλις) | Wadd. III, 1625; BMC Caria, pp. 51 s. |
Baetica (provincia) | CIL II, 2200; |
Καμπανία | Porphyr. Vita Plot. 12; |
Cemenelensium (<Cemenelum) | CIL V, 7879; |
Κλαουδιολαοδικεῶν (<Κλαουδιολαοδικέa) | AÉ 1910, 166; |
Dacicus (<Dacia) | CIL II, 2200; |
Ἐφεσίων (<Ἔφεσος) | BMC Ionia, pp. 107-9; |
Fabraterni Veteres (<Fabrateria Vetus) | AÉ 1912, 105; |
Faliscorum (<Falerii colonia) | AÉ 1982, 272; |
Γαλατία | IGR III, 237; |
Germanorum, Germanicus (<Germania) | CIL II, 2200; AÉ 1951, 38; Aur. Vict. Liber de Caes. 33,6; |
Lepcitani Septimiani Saloniniani (<Lepcis Magna) | AÉ 1950, 208; |
Μεδιόλανον | Zon. 12,25; |
Μειρηνῶν (<Μερός κατοικία) | IGR IV, 593; |
Pannonia sup. | Epit. de Caes. 33,1; |
Παφλαγονία | AÉ 1939, 25; |
Πλατωνόπολις | Porphyr. Vita Plot. 12; |
Πομπηϊόπολις (μητρόπολις) | AÉ 1939, 25; |
Σάμιος (<Σάμος) | BMC Ionia, pp. 395 s.; |
Σαρδιανῶν (<Σάρδεις) | BMC Lydia, p. 274; |
Σμύρνα | BMC Ionia, p. 300; |
Licinia Septimia Aurelia Alexandriana Thuggensis (colonia) | AÉ 1914, 182. |
Index notabilium
amor | Aur. Vict. Liber de Caes. 33,6; |
ἡ βουλὴ καὶ ὁ δῆμος /senatus/ ordo et populus | AÉ 1910, 166, 1912,1, 1982, 272; CIL V, 7879; |
γυνή/ γαμετή / coniunx/ consors | CIL XIV, 5335; IGR III, 237, IV, 777; AÉ 1914, 182, AÉ 1939, 25; AÉ 1950, 208; AÉ 1951, 38; ILAfr. 566; Aur. Vict. Liber de Caes. 33,6; Porphyr. Vita Plot. 12; Zon. 12,25; |
consul | AÉ 1950, 208; AÉ 1951, 38; |
curator operum et rei publicae | AÉ 1982, 272; |
filia | Aur. Vict. Liber de Caes. 33,6; |
φιλία | Porphyr. Vita Plot. 12; |
φιλοσοφία | Ivi; |
νομός | Ivi; |
rex | Aur. Vict. Liber de Caes. 33,6; |
tribunicia potestas | AÉ 1950, 208; AÉ 1951, 38. |
Blois De 1976 = Lukas De Blois, The Policy of the Emperor Gallienus, Leiden 1976.
Bleckmann 2002 = Bruno Bleckmann, Gallienus und Salonina. Dynastische Stabilität in der Reichskrise, in H. Temporini (a c. di), Die Kaiserinnen Roms. Von Livia bis Theodora, Monaco 2002, pp. 310-7.
Cesano 1949-1951 = Secondina Lorenzina Cesano, Salonina Augusta in Pace, in “Rendiconti della Pontificia Accademia di Archeologia” 25/26 (1949-1951), pp. 105-21.
Christol 2014 = Michel Christol, P. Cornelius Saecularis et Cornelia Salonina: Un réseau sénatorial, in AA. VV., Epigrafia e Ordine Senatorio (EOS II), Roma 2014, pp. 143-57.
Ferrari 1975 = Maddalena Ferrari, La monetazione di Salonina, in “Numismatica e antichità classiche” 4 (1975), pp. 239-48.
Gagé 1975 = Jean Gaston Gagé, Programme d’”italicité” et nostalgies d’hellénisme autour de Gallien et Salonine. Quelques problèmes de “paideia” impériale au IIIe siècle, in Aufstieg und Niedergang der Römischen Welt (ANRW II/2 -1975), pp. 828-52.
Kienast 1996 = Dietmar Kienast, Römische Kaisertabelle. Grundzüge einer römischen Kaiserchronologie, Darmstadt 1996, pp. 222 s.
Klein 1998 = Brigitte Klein, Tranquillina, Otacilia, Etruscilla und Salonina. Vier Kaiserinnen des 3. Jahrhunderts n. Chr., unpubl. Diss. 1998, pp. 178-250.
Momigliano 1979 = Arnaldo Momigliano, Contributo alla storia degli studi classici, vol. I (rist. anast. ed. 1955), Roma 1979, p. 382-4.
Perassi 2014 = Claudia Perassi, Similitudinem quidem immensa reputatio est (NH VII, 52). Evocazione, assimilazione, sovrapposizione nella ritrattistica monetale antica, in “Numismatica Ars Classica” (NAC) 43 (2014), pp. 169-202.
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Scardigli 1999 = Barbara Scardigli, Gallieno e Ingenuo (Anon. post Dionem fr. 5,1-2), in “Invigilata lucernis” 21 (1999), pp. 389-398.
Sirano 2003 = Francesco Sirano, Una nuova dedica a Gallieno e Salonina (Mater Castrorum) da Teanum Sidicinum. Aspetti della propaganda imperiale nella regio I, “Rendiconti dell’Accademia di Archeologia Lettere e Belle Arti” LXXII (2003), pp. 95-124.
Wallinger 1990 = Elisabeth Wallinger, Die Frauen in der Historia Augusta, Vienna 1990, p. 129.