A seguito di studi anche relativi allo stemma familiare alcuni studiosi ipotizzarono con maggiore precisione un’origine da Comum 2. Probabilmente Lucius Fulvius Rusticus Aemilianus fu un discendente di Lucius Fulvius Rusticus Vettius Secundus 3, che avrebbe potuto essere il nonno paterno4. Quest’ultimo appartenne a una ricca famiglia senatoria, latifondista, nota fra l’élite cittadina di Mediolanum nella prima metà del secolo II5.
Alföldy sostenne anche che il nostro personaggio fosse il figlio di Marcus Barbius Aemilianus 6, consul suffectus nel 140, di origine aquileiese e anch’egli esponente di un’influente famiglia senatoria7.
Peraltro Lucius Fulvius Rusticus Aemilianus fu il padre di Lucius Gavius Numisius Petronius Aemilianus 8, che divenne quaestor candidatus e non molto dopo praetor tutelarius candidatus, probabilmente nel 169. Da quel momento la famiglia assurse forse allo status patrizio9.
1 Cfr. A.M. Andermahr, Totus in praediis, Bonn 1998, p. 275, n. 8.
2 Cfr. P. Lambrechts, La composition du sénat romain de l’accession au trone d’Hadrien à la mort de Commode (117-192), Roma 1936, p. 81; G. Alföldy, Senatoren aus Norditalien, EOS I, Roma 1982, p. 352. In RE VII/1, col. 279 è precisato che il luogo d’origine potrebbe essere la sponda comasca del Lago Maggiore, dove è attestata con alta frequenza la tribus Oufentina.
3 PIR² III F 558, p. 222.
4 Cfr. G. Alföldy, Senatoren aus Norditalien, EOS I, Roma 1982, p. 351.
5 Cfr. C. Cenati, G.L. Gregori, A. Guadagnucci, Abitare in campagna in età romana: indizi epigrafici dai territori di Brixia, Verona, Mediolanum, “SCO” 61 (2015), p. 220. Vedasi anche CIL V, 5557.
6 PIR² III F 530, pp. 510 s.: Barbius Fulvius Aemilianus.
7 In G. Alföldy, Konsulat und Senatorenstand unter den Antoninen, Bonn 1977, pp. 323-6 lo studioso ha predisposto una tabella proprio a riguardo di figli di consoli divenuti a loro volta consoli, fra i quali riporta i casi di M. Barbius Aemilianus e L. Fulvius Rusticus Aemilianus (p. 324).
8 PIR² III F 54, pp. 212 s.
9 F. Jacques, L’ordine senatorio attraverso la crisi del III secolo, in A. Giardina (a c. di), Società romana e impero tardo antico, Bari 1986, pp. 122 s. non include i Fulvii Aemiliani nell’elenco delle famiglie patrizie.
Il committente della statua fu Trebius Cocceius Alexander, un uomo sul quale non possediamo quasi nessuna informazione, se non che si tratti probabilmente di un evergete locale, abbastanza influente, infatti promosse anche la creazione di un’altra statua in città1.
Nell’iscrizione per Lucius Fulvius Rusticus Aemilianus l’intero consiglio e la popolazione della metropoli ancirana, rappresentati da Trebius Alexander, celebrano come benefattore il proprio legatus Augusti pro praetore, Lucius Fulvius Rusticus Aemilianus: Λ. Φούλουιον Ῥου|στικὸν Αἰμιλια|νὸν πρεσβ(ευτὴν) Σεβ(αστοῦ) ἀ[ν]|τιστράτηγον ὕπατον ἡ βου||λὴ κ(αὶ) ὁ δῆμος τῆς μη|τροπόλεως Ἀγκύ|ρας τὸν ἑαυτῶν | εὐεργέτην ἐπιμε|λουμένου || Τρεβίου Ἀλεξάνδρου. (IGR III, 186).
Per datare l’incarico di legatus svolto da Lucius Fulvius Rusticus Aemilianus dobbiamo osservare con attenzione i dati forniti dall’iscrizione, ed è proprio la menzione di Trebius Alexander che fece erigere altro monumento celebrativo datato con certezza al 1552 che permette di collocare con buona approssimazione il periodo di governatorato del nostro personaggio tra il 152 e il 160, ovvero nell’intervallo che rimane scoperto nelle liste dei legati a nostra disposizione, tra la fine del mandato di Caius Novius Priscus nel 150 e la presa dell’incarico da parte di Publius Iuventius Celsus nel 1623.
Dall’epigrafe apprendiamo anche che Lucius Fulvius Rusticus Aemilianus ottenne il titolo di consul suffectus (ὕπατος), risulta difficile determinare esattamente la data dell’assegnazione, ma di certo, se non acquisì la dignità negli ultimi anni del governatorato come sostenuto da alcuni studiosi4, fu designato al consolato durante la sua presenza in Galatia 5.
1 IGR III, 172 (= CIG 4013): da questa seconda iscrizione ricaviamo anche il formulario onomastico completo.
2 Cfr. R.K. Sherk, The Legates of Galatia from Augustus to Diocletian, Baltimora 1951, p. 71.
3 Cfr. G. Alföldy, Konsulat und Senatorenstand unter den Antoninen, Bonn 1977, p. 194.
4 Id., p. 104: Alföldy propone come datazione di quello che ritiene un consolato in absentia l’intervallo tra il 155 e il 160, così anche in precedenza W. Hüttl, Antoninus Pius, New York 1975, p. 87.
5 Cfr. B. Rémy, L’activité des fonctionnaires sénatoriaux dans la province de Galatie au Haut-Empire d’après les inscriptions, in “Revue des Études Anciennes” 92 (1990), p. 101, n. 76.
Index nominum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Τρέβιος Κοκκήιος Ἀλέξανδρος | IGR III, 186; |
Λoύκιος Φουλούιος Ῥούστικος Αἰμιλιανός | Ivi. |
Index geographicus
Ἄγκυρα μητρόπολις | IGR III, 186. |
Index notabilium
βουλή | IGR III, 186; |
δῆμος | Ivi; |
εὐεργέτης | Ivi; |
πρεσβευτής Σεβαστοῦ ἀντιστράτηγος | Ivi; |
ὕπατος | Ivi. |
Alföldy 1982 = Géza Alföldy, Senatoren aus Norditalien, in Epigrafia e ordine senatorio. Tituli II, (EOS I), Roma 1982, p. 351 s.
Andermahr 1998 = Anna Maria Andermahr, Totus in praediis, Bonn 1998, pp. 274 s.
Cenati, Gregori, Guadagnucci 2015 = Chiara Cenati, Gian Luca Gregori, Anna Guadagnucci, Abitare in campagna in età romana: indizi epigrafici dai territori di Brixia, Verona, Mediolanum, in “Studi Classici e Orientali” 61 (2015), pp. 187-240.
Jacques 1986 = François Jacques, L’ordine senatorio attraverso la crisi del III secolo, in Andrea Giardina (a cura di), Società romana e impero tardo antico, Bari 1986, vol. I, pp. 122 s.
Rémy 1990 = Bernard Rémy, L’activité des fonctionnaires sénatoriaux dans la province de Galatie au Haut-Empire d’après les inscriptions, in “Revue des Études Anciennes” 92 (1990), pp. 85-108.
Sherk 1951 = Robert K. Sherk, The Legates of Galatia from Augustus to Diocletian, Baltimora 1951.