Prima ancora di soffermarci sul testo dell’iscrizione, ritengo che sia importante sottolineare il luogo di rinvenimento del monumento, ovvero la basilica paleocristiana di S. Dionigi, che sorse lungo la strada uscente da Porta Orientale, poi abbattuta per la costruzione dei bastioni di Porta Venezia. L’edificio, forse fatto edificare dal vescovo Ambrosius (374-397), ma probabilmente costruito su un precedente sito di culto voluto dal precedente vescovo Dionysius (355-356), ospitò forse le spoglie di quest’ultimo riunite a quelle di un altro vescovo morto esule a Mediolanum nel 475, Aurelius 1. Dunque il sarcofago con l’iscrizione a Valerius Petronianus fu ospitato in un luogo prestigioso per le memorie religiose cittadine e di comprovata antichità.
Caius Valerius Petronianus percorse infatti una brillante carriera in un contesto sia religioso sia civile, egli fu decurione, ministro del culto del Genius di un collegio di iuvenum Mediolanensium e rappresentante giudiziario della città (causidicus): D(is) M(anibus) || C(ai) Valeri | Petroniani | decur(ionis) pontif(icis) sacerd(otis) | iuven(um) Med(iolanensium) causidic(i) | quinq(uies) gratuit(o) legation(ibus) urbic(is) | et peregrin(is) pro re p(ublica) sua funct(i) | vixit ann(is) XXIII mens(is) VIIII d(iebus) XIIII | C(aius) Valerius Eutychianus | VIvir aug(ustalis) pater | fil(io) incompar(abili) et sibi. (CIL V, 5894)2.
L’iscrizione onorifica fu posta quindi dal padre, Valerius Eutychianus, di condizione libertina e per questo sicuramente impossibilitato a un’ascesa significativa in ambito politico, tuttavia seviro augustale, ossia al livello sociale più alto per un libertus in quanto membro del collegio addetto al culto imperiale cittadino. L’uso dell’espressione filius incomparabilis forse non fu soltanto idonea a porre enfasi sui meriti del figlio defunto, ma anche a sottolinearne positivamente la prestigiosa carriera, a compensazione di aspirazioni irrealizzabili per il padre3.
L’accesso al decurionato per il figlio di un augustale sembra divenire un’opzione praticabile soprattutto a fronte di un censo elevato4 e certamente Caius Valerius Petronianus dispose di un discreto patrimonio, giacché per cinque volte si impegnò in ambascerie a difesa della comunità a titolo gratuito.
Se i titoli di decurio e pontifex equivalsero generalmente a una carica di valore prettamente onorifico in un contesto municipale tra la fine del secolo III e gli inizi del IV, periodo cui ritengo possa riferirsi l’iscrizione5, più impegnativi per il coinvolgimento nella società di Mediolanum e non solo furono senz’altro l’incarico di sacerdos iuvenum Mediolanensium e soprattutto di causidicus.
Sembra impossibile poter determinare con esattezza a quale culto fosse dedita l’associazione di giovani mediolanensi, forse in una comparazione con altre quattro attestazioni di sacerdotes iuvenum e considerando i maggiori culti diffusi in zona si potrebbe ipotizzare una devozione a Ercole6.
Forse i pregiati bassorilievi a ornamento del sarcofago permettono altre considerazioni: il monumento possiede la forma cosidetta “a tabernacolo”, con edicola centrale timpanata e due laterali archivoltate; al centro si trovava l’iscrizione che fu erasa tra il secolo XVI e XVII e che pervenne a noi grazie a trascrizione dell’umanista Ciriaco di Ancona, accompagnata da due figure, rispettivamente una sulla destra e una sulla sinistra a rappresentare i due protagonisti dell’iscrizione. Ciò che più incuriosisce sono tuttavia i due fianchi laterali del sarcofago, sul lato sinistro Valerius Petronianus indossa il pallium ed è coricato su un kline, osservando un’altra figura che porge un contenitore forse di volumina, anch’egli tiene fra le mani una corona e un volume aperto.
Sul lato destro Petronianus, togato, sembra accompagnato dal padre che gli pone una mano sulla spalla, mentre si rivolge a un uomo che pare assiso a un trono, con buona probabilità l’imperatore o qualche funzionario dell’entourage a lui più vicino, preposto ad accogliere eventuali ambascerie7.
Le due scene furono variamente interpretate: raffigurazioni rispettivamente della vita contemplativa e attiva8, oppure semplicemente dell’otium e del negotium 9, ma forse potrebbero anche rappresentare le due diverse attività di Valerius Petronianus: da un lato sacerdos iuvenum e dall’altra causidicus.
Torniamo dunque alla funzione di causidicus, ovvero di funzionario incaricato di difendere e perorare le richieste della comunità municipale; l’iscrizione riferisce espressamente che le ambascerie furono urbicae e peregrinae 10.
Il fatto che fosse indicata una distinzione tra le legazioni non è privo di interesse, quelle urbicae videro probabilmente come destinazione Roma, da un punto di vista giuridico ritenibile come unica urbs dell’Impero11, il termine peregrinae allude invece a un generico “all’estero”, in un’epoca come quella considerata si intese quasi certamente in luogo fuori dalla penisola italica.
1 BSS II, s.v. Aurelio, vescovo di Redicione, col. 612. Per una sintesi riguardo al complesso di S. Dionigi in Mediolanum vedasi AA. VV., Milano capitale dell’impero romano (286-402 d.C.), Milano 1990, p. 117.
2 Per una precisa analisi dell’epigrafe, oltre alle opere di repertorio citate, vedasi F. Rossi, Sarcofago di Gaio Valerio Petroniano, in AA. VV., Milano capitale. Op. cit., pp. 117 s.; F. Jacques, Les Cités de l’Occident Romain, Parigi 1992, p. 160, n. 88; F. Boscolo, Iuvenes a Mediolanum e dintorni, “Studi Trentini di Scienze Storiche” LXXXII.1 (2003), pp. 257-61.
3 Si sofferma sulla capacità delle élites dirigenti mediolanensi di garantire mobilità sociale e quindi anche ascese dal ceto libertino a livelli più alti tra la fine del secolo III e gli inizi del secolo IV L. Cracco Ruggini, Milano nei primi tre secoli dell’Impero: potenzialità e sviluppi, in AA.VV., Milano in età imperiale, I-III secolo. Atti del Convegno di Studi, 7 novembre 1992 Milano, Milano 1996, pp. 19 s.
4 Cfr. M. Silvestrini, L’ascesa sociale delle famiglie degli augustali, in M. Cébeillac-Gervasoni (a c. di), Les élites municipales de l’Italie péninsulaire de la mort de César à la mort de Domitien entre continuité et rupture. Classes sociales dirigeantes et pouvoir central. Colloque Naples du 6 au 8 février 1997, Roma 2000, pp. 431 s.
5 La datazione non è stabilita uniformente dagli studiosi: F. Jacques, Les Cités. Op. cit.; M. Silvestrini, L’ascesa sociale. Op. cit., p. 452 ritengono che il monumento funerario si possa datare alla fine del secolo II o al massimo entro la prima metà del secolo III; posticipano a un intervallo di tempo tra la fine del secolo III e gli inizi del IV secondo A. Calderini, Silloge. Op. cit., p. 48; P. Gnesutta Ucelli, Iscrizioni sepolcrali di Milano dal I al IV secolo d.C. e il problema della loro datazione, “Atti del Centro Studi e Documentazione sull’Italia romana” 1 (1967-8), p. 123; AA. VV., Milano capitale dell’impero romano. Op. cit., p. 117; agli inizi del secolo IV H. Gabelmann, Vita activa und contemplativa auf einem Mailänder Sarkophag, in AA. VV., Symposium über die antiken Sarkophage, Pisa 5-12 September 1982, Marburg-Lahn 1984, p. 173, n. 7; F. Rossi, Sarcofago. Op. cit., p. 119; M.S. Bassignano, F. Boscolo, Riflessioni sul pontificato municipale nella Cisalpina, in P. Basso, A. Buonopane, A. Cavarzere, Est enim ille flos Italiae…Vita economica e sociale nella Cisalpina romana. “Giornate di studio in onore di Ezio Buchi, Verona, 30 novembre – 1 dicembre 2006”, Verona 2008, p. 54; F. Boscolo, Iuvenes. Op. cit., p. 261.
6 Cfr. F. Boscolo, Iuvenes. Op. cit., p. 259 che cita anche le altre iscrizioni relative a sacerdotes iuvenum.
7 Cfr. F. Millar, The Emperor in the Roman World, Londra 1977.
8 Cfr. F. Rossi, Sarcofago. Op. cit., p. 119.
9 Cfr. F. Boscolo, Iuvenes. Op. cit., p. 261.
10 A. Calderini, Silloge. Op. cit., pp. 48 s. fornì una diversa trascrizione dell’epigrafe, completando non in peregrinis, ma in peregrina alla sesta riga dello specchio epigrafico; ritenendo quindi che l’ambasceria extra capitale fosse una soltanto.
11 Tesi già esposta in A. Calderini, Silloge. Op. cit., pp. 48 e confermata in F. Boscolo, Iuvenes. Op. cit., p. 260, n. 14.
Durante il periodo tetrarchico, epoca che ho considerato molto probabile per ambientare le vicende di Petronianus, le sedi imperiali che egli avrebbe potuto raggiungere fuori dalla penisola italica sarebbero state Augusta Treverorum (od. Treviri, in Germania), Sirmium (od. Sremska Mitrovica, in Serbia) e Nicomedia (od. Izmit, nella Turchia settentrionale).
Soltanto nell’ultimo caso il mediolanense si sarebbe dunque spinto verso una località che pienamente possiamo considerare come appartenente all’Oriente dell’Impero.
Se l’epoca dei fatti fosse la prima età costantiniana, come alcuni studiosi suggeriscono1, la gamma delle possibilità si amplierebbe non poco, giacché è noto che la corte costantiniana risiedette in molti luoghi oltre alle nord italiche Mediolanum e Aquileia, di nuovo Augusta Treverorum, Arelate (od. Arles, in Francia), Sirmium, Serdica (od. Sofia, in Bulgaria), Thessalonica (od. Salonicco, in Grecia), Nicaea (od. Iznik, in Turchia), Nicomedia e la nuova capitale Constantinopolis (od. Istanbul)2.
Escludendo la “nuova Roma” voluta proprio da Costantino I, che probabilmente sarebbe stata direttamente citata nell’iscrizione o nella raffigurazione, da Serdica a Nicomedia più ipotesi rimangono percorribili.
Il fatto che il sarcofago stesso, celebrante Valerius Petronianus, richiami modelli di committenza imperiale, vista la tipologia di materiale impiegato per realizzarlo, ossia marmo proconnesio; oltre alla presenza di elementi orientali non soltanto nella decorazione del monumento, ma anche nel soprannome iscritto sopra la figura di Petronianus: Eudromi, fornisce adito a poche interpretazioni, in considerazione del rilevante influsso orientale su tutte le sedes regiae occidentali, fra le quali Mediolanum tra il 286 e il 402.
Index nominum – Index rerum sacrarum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Caius Valerius Eutychianus (signo Constantius) | CIL V, 5894; |
Caius Valerius Petronianus (signo Εὐδρομεῖς) | Ivi. |
Index rerum sacrarum
Dei Manes | CIL V, 5894; |
pontifex | Ivi. |
sacerdos iuvenum | Ivi. |
Index geographicus
Mediolanensium (< Mediolanum) | CIL V, 5894. |
Index rerum notabilium
causidicus | CIL V, 5894; |
decurio | Ivi; |
filius | Ivi; |
legationes urbicae et peregrinae | Ivi; |
pater | Ivi; |
respublica | Ivi; |
sevir augustalis | Ivi. |
Bassignano, Boscolo 2008 = Maria Silvia Bassignano, Filippo Boscolo, Riflessioni sul pontificato municipale nella Cisalpina, in P. Basso, A. Buonopane, A. Cavarzere, Est enim ille flos Italiae…Vita economica e sociale nella Cisalpina romana. “Giornate di studio in onore di Ezio Buchi, Verona, 30 novembre – 1 dicembre 2006”, Verona 2008, pp. 49-65.
Boscolo 2003 = Filippo Boscolo, Iuvenes a Mediolanum e dintorni, “Studi Trentini di Scienze Storiche” LXXXII.1 (2003), pp. 257-68.
Cracco Ruggini 1996 = Lellia Cracco Ruggini, Milano nei primi tre secoli dell’Impero: potenzialità e sviluppi, in AA.VV., Milano in età imperiale, I-III secolo. Atti del Convegno di Studi, 7 novembre 1992 Milano, Milano 1996, pp. 19 s.
Gabelmann 1984 = Hanns Gabelmann, Vita activa und contemplativa auf einem Mailänder Sarkophag, in AA. VV., Symposium über die antiken Sarkophage, Pisa 5-12 September 1982, Marburg-Lahn 1984, p. 173, n. 7
Gabelmann 1984b = Hanns Gabelmann, Antike Audienz- und Tribunalszenen, Darmstadt 1984, n. 93.
Gnesutta Ucelli 1967/8 = Paola Gnesutta Ucelli, Iscrizioni sepolcrali di Milano dal I al IV secolo d.C. e il problema della loro datazione, “Atti del Centro Studi e Documentazione sull’Italia romana” 1 (1967-8), p. 123.
Jacques 1992 = François Jacques, Les Cités de l’Occident Romain, Parigi 1992, p. 160.
Millar 1977 = Fergus Millar, The Emperor in the Roman World, Londra 1977.
Rossi 1990 = Filli Rossi, Sarcofago di Gaio Valerio Petroniano, in AA. VV., Milano capitale. Op. cit., pp. 117 s.
Silvestrini 2000 = Marina Silvestrini, L’ascesa sociale delle famiglie degli augustali, in M. Cébeillac-Gervasoni (a c. di), Les élites municipales de l’Italie péninsulaire de la mort de César à la mort de Domitien entre continuité et rupture. Classes sociales dirigeantes et pouvoir central. Colloque Naples du 6 au 8 février 1997, Roma 2000, pp. 431 s.