Si possiedono poche certezze riguardo alla biografia di un certo Aurelius, episcopus civitatis Riditionis, a eccezione di un epitaffio a lui dedicato e rinvenuto in un sacello sotterraneo della cappella dedicata a San Dionigi in Mediolanum presso l’attuale Porta Venezia, andato perso nel secolo XVI, ma subito trasmesso da tradizione manoscritta avviata dal giurista milanese Andrea Alciato e dal cultore di memorie civili ed ecclesiastiche ambrosiane, Francesco Castelli1.
Nella strofe conclusiva dell’epitaffio si possono individuare subito due indicazioni spazio-temporali, riportiamo ora l’intero testo: Deposuit corpus tumulo sed laude perennis | Aurelius, penetrans regna beata poli | Qui mortem vicit meritis mundumque relinquens | Immensum Christi possidet imperium. | Cuius ut agnoscas sanctae praeconia vitae | Consortis, lector, respice fata viri. | Ambo pari lucis clauserunt tempore metam | Membraque Dionysio iunxit amica papae. | Prompta sacerdotis lacrymas mens iuvit orantis: | Hanc ideo tabulam obtulit Eusebia. | Aurelius civitatis Riditionis episcopus | hac die positus quo etiam pontifex sanctus | confessorque Dionysius post consulatum | domni nostri divi Leonis Iunioris (CIL V/2, 6183a).
Dunque una donna devota, Eusebia, depose il corpo di Aurelius a fianco delle spoglie del vescovo mediolanense Dionysius (349-355), perché entrambi raggiunsero il termine della vita terrena nello stesso giorno; anche Aurelius fu un episcopo, di una città denominata Riditio e riposò per sempre in questo sepolcro nell’anno successivo al consolato di Leone II2, ovvero nel 475.
La collocazione del toponimo Riditio risultò problematica fin dalle prime analisi della testimonianza, nondimeno l’accostamento cronologico fra le vicende di Dionysius e Aurelius, deceduti comunque a più di un secolo di distanza l’uno dall’altro.
Gli elementi comuni tra i due ecclesiastici furono essenzialmente due: il luogo prescelto per ricordarne la memoria, non necessariamente coincidente con il luogo di sepoltura, giacché risulta indimostrabile la deposizione in situ del corpo di Dionysius e la data della sepoltura rispettivamente delle reliquie e del corpo in Mediolanum, corrispondente al giorno venticinque di maggio3.
Tutto ciò forse potrebbe ritenersi esauriente per una comparazione, sennonché i primi studiosi che si interrogarono in merito all’interpretazione del toponimo Riditio ipotizzarono che si potesse trattare di una denominazione antica latinizzata della città armena di Reschdouni, una traslitterazione in lingua francese del toponimo armeno Ṙštuni4; luogo nel quale, secondo la leggenda agiografica, Aurelius avrebbe conosciuto il vescovo Dionysius, esiliato dall’imperatore Costanzo II (337-361) perché contrario agli ariani, e dal quale avrebbe riportato le sacre spoglie dello stesso a Mediolanum, in modo che ritornassero all’originaria patria d’elezione5.
La prima attestazione della suddetta narrazione risalirebbe al secolo nono, quando fu composta la Vita sancti Aurelii (AA. SS. Novembris IV, 9 nov. De s. Aurelio, pp. 134-7), redatta presso il monastero di Hirsau, in Germania, dove il corpo del santo sarebbe stato traslato, in essa si può leggere: Igitur beatus Aurelius provinciae Armeniae ortus atque nutritus fuit […] (AA. SS. Novembris IV, 9 nov. De s. Aurelio, p. 134).
Aurelius risulterebbe originario della provincia romana di Armenia secondo la leggenda agiografica, ma l’informazione non appare sostenuta da nessun’altra testimonianza, nemmeno nelle cronache armene risalenti al periodo di vita dell’episcopus civitatis Riditionis è possibile rinvenire alcun riferimento al personaggio in questione6.
Un’ipotesi è che la presunta origine armena sostenuta nell’agiografia si fosse resa necessaria unicamente per rinforzare il collegamento tra la vicenda del vescovo Aurelius e quella del vescovo Dionysius, che un’altra tradizione agiografica volle che fosse stato esiliato in Cappadocia.
Per la collocazione del toponimo Riditio peraltro furono formulate presto nuove soluzioni, lo stesso agiografo bollandista Delehaye suggerì, fin dal 1929, l’identificazione di Riditio con Rider-Riditae (municipium Riditarum/Rideri), toponimi attestati rispettivamente il primo nella fonte geografica nota come “Anonimo di Ravenna”7, gli altri nell’epigrafia8, un luogo corrispondente all’odierna località di Danilo Gornje, presso Šibenik in Croazia, antica provincia romana di Dalmatia9.
La tesi dello studioso belga non fu unanimemente accettata dagli altri specialisti, ma successive e anche recenti indagini archeologiche, avvalorate da nuove scoperte epigrafiche, hanno rinsaldato questa posizione; tanto più che presso Danilo Gornje vennero alla luce i resti di un edificio di culto cristiano entro un ampio complesso edilizio scavato negli anni Cinquanta del secolo scorso10.
Aurelius fu quindi con buona probabilità il vescovo di una Chiesa dalmata, ma ciò non significa in assoluto che fosse originario di quel luogo e non pare un fatto così incredibile che possa aver avuto origini orientali, giacché si ritiene plausibile un esilio in territorio orientale di un vescovo anti-ariano e altrettanto ipotizzabile un rientro delle sue spoglie dall’Oriens verso Mediolanum, grazie a un religioso che di quelle regioni fosse originario.
1 Milano, Biblioteca del Capitolo Metropolitano, II E 48, f. 109 (= Castelli, Quodlibet -C) [unde Triv. 604, f. 138]; Dresda, Sächsische Landesbibliothek, F 82 b, f. 156r. (= Alciato -A) [unde Ambr. V 35 sup., f. 26v.].
2 PLRE II, s.v. Leo 7 (= Leo II), pp. 664 s.: Figlio dell’imperatore Zenone (474-491) e Ariadne, nipote dell’imperatore Leone I (457-474), del quale fu il successore al titolo imperiale soltanto nell’anno 474, giacché alla fine dello stesso morì.
3 Cfr. H. Delehaye, Note sur une inscription chrétienne de Milan, in Id. (a c. di), Mélanges d’hagiographie grecque et latine, Bruxelles 1966, p. 346.
4 Il sistema di traslitterazione adottato per l’armeno è quello riconosciuto a livello internazionale di Hübschmann-Meillet-Benveniste e riferito dall’ ”Association de la Revue des études arméniennes”, Parigi 1920; come gentilmente segnalato dal prof. M. Bais, cui si deve anche l’indicazione di un preciso riferimento bibliografico riguardante l’individuazione esatta e una breve storia del territorio armeno corrispondente a tale denominazione: cfr. The Epic Histories (Buzandaran Patmut‘iwnk‘), ed. N.G. Garsoïan, Cambridge MA 1989, pp.
5 BSS II, s.v. Aurelio, col. 612 (A. Rimoldi); LThK I, s.v. Aurelios, col. 1108 (M. Miller); DHGE V, s.v. Aurelius 31, coll. 743 s. (J. Muyldermans); F. Savio, Gli antichi vescovi. Milano, III, Bologna 1971 (rist. anast. 1908), p. 120.
6 Cfr. Ēłišē, Storia di Vardan e dei martiri armeni, ed. R. Pane, Roma 2005; Ghazar P’arpets’i, The History of Łazar P’arpec’i, ed. R.W. Thomson, Atlanta 1991.
7 Cosm. Rav. V 14; Guidon., 115: Ridder.
8 CIL III, 2774: princeps municipii Riditarum; III, 12815a: municipi Rideri.
9 Cfr. H. Delehaye, Note sur une inscription chrétienne de Milan. Op. cit., pp. 341-6; R. Bratož, Westillyricum und Nordostitalien in der spätrömischen Zeit, Ljubljana 1996, p. 242.
10 Per un valido riepilogo delle principali posizioni sostenute dagli studiosi e per i dati archeologici dei primi scavi vedasi D. Rendić-Miočević, Nuovi apporti sull’ubicazione della sede di Aurelius Civitatis Reditionis Episcopus dell’iscrizione milanese CIL V 6183, in AA. VV., Studi in memoria di Giuseppe Bovini, vol. II, Ravenna 1989, pp. 575-583; ancor più recente: A. Škegro, The Diocese of Muccurum (Ecclesia Muccuritana) in Dalmatia, “Arh. Vest.” 59 (2008), pp. 298 s.
Ancora non appare chiara la motivazione che portò invece a celebrare la festività dedicata a s. Aurelius nel giorno nove di novembre. Secondo la già citata Vita sancti Aurelii, redatta presso il monastero di Hirsau dopo l’830, proprio nel trentesimo anno del secolo IX il corpo di Aurelius fu traslato da Mediolanum in Germania per concessione dell’arcivescovo milanese Angilberthus II (824-859) al vescovo Notingus di Vercellae, che trasferì la sepoltura del santo presso una cappella dedicata a S. Nazaro entro un terreno di proprietà familiare e poi nel privato monastero di Hirsau, appositamente dedicato ai santi Petrus et Aurelius 1.
1 Cfr. J-C. Picard, Le souvenir des évêques: sépultures, liste épiscopales et culte des évêques en Italie du Nord des origines au Xe siècle, Roma 1988, p. 630.
Index nominum – Index rerum sacrarum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Aurelius | AA. SS. Novembris IV, 9 nov. De s. Aurelio, pp. 128-142; CIL V/2, 6183a; |
Dionysius | Ivi; |
Eusebia | CIL V/2, 6183a; |
Leo Iunior (domn., div.) | Ivi. |
Index rerum sacrarum
Christus | CIL V/2, 6183a; |
confessor | Ivi; |
episcopus | AA. SS. Novembris IV, 9 nov. De s. Aurelio, pp. 128-142; CIL V/2, 6183a; |
laus | CIL V/2, 6183a; |
papa, pontifex sanctus | Ivi; |
regnum beatum | Ivi; |
sacerdos | Ivi; |
vita sancta | AA. SS. Novembris IV, 9 nov. De s. Aurelio, pp. 128-142; CIL V/2, 6183a. |
Index geographicus
Armenia (provincia) | AA. SS. Novembris IV, 9 nov. De s. Aurelio, p. 13; |
Riditio (civitas) | AA. SS. Novembris IV, 9 nov. De s. Aurelio, pp. 128-142; CIL V/2, 6183a. |
Index rerum notabilium
amica | CIL V/2, 6183a; |
consulatus | Ivi; |
corpus | AA. SS. Novembris IV, 9 nov. De s. Aurelio, pp. 128-142; CIL V/2, 6183a; |
lector | CIL V/2, 6183a; |
mors | Ivi; |
tabula | Ivi; |
tumulus | Ivi. |
Delehaye 1966 = Hippolyte Delehaye, Note sur une inscription chrétienne de Milan, in Id. (a c. di), Mélanges d’hagiographie grecque et latine, Bruxelles 1966, pp. 341-6 [raccolta di scritti pubblicati in volumi e periodici tra il 1889 e il 1938].
Picard 1988 = Jean-Charles Picard, Le souvenir des évêques: sépultures, liste épiscopales et culte des évêques en Italie du Nord des origines au Xe siècle, Roma 1988, p. 630.
Rendić-Miočević 1989 = Duje Rendić-Miočević, Nuovi apporti sull’ubicazione della sede di Aurelius Civitatis Reditionis Episcopus dell’iscrizione milanese CIL V 6183, in AA. VV., Studi in memoria di Giuseppe Bovini, vol. II, Ravenna 1989, pp. 575-583.
Škegro 2008 = Ante Škegro, The Diocese of Muccurum (Ecclesia Muccuritana) in Dalmatia, in “Arh. Vest.” 59 (2008), pp. 291-303.