Alcuni frammenti del commentario furono attribuiti allo stesso Palladius ed è proprio grazie a questi che si apprese per la prima volta della presenza in breve intervallo di tempo di due episcopi ariani in Mediolanum (od. Milano), entrambi rispondenti al nome Auxentius, tuttavia l’uno vescovo della città transpadana tra il 356 e il 374, l’altro vescovo di una città dell’antica Moesia Inferior, denominata Aurelia Durostorum (od. Silistra, in Bulgaria), tra il 379 e il 383: Et quamvis Auxenti ita meministi ut non indicares de quo dixeris, utrum de superstite, id est Dorostorensi, an de Mediolanensi, qui sine successore decessit […] (Pall. frgg. 140).
Il noto vescovo mediolanense Ambrosius (374-397)3, già protagonista di una dura opposizione contro il predecessore Auxentius, si dilungò nella presentazione del nuovo avversario, ricordando la provenienza e le motivazioni che probabilmente indussero il vescovo di Durostorum a mutare il proprio nome, nell’intenzione di evocare la fama del primo episcopo ariano in Mediolanum: Ergo Auxentius eicitur, Mercurinus excluditur. Unum portentum est et duo nomina. Etenim ne cognosceretur quis esset, mutavit sibi vocabulum, ut quia hic fuerat Auxentius episcopus Arrianus, ad decipiendam plebem quam ille tenuerat se vocaret Auxentium. […] Alius in Scythiae partibus dicebatur, alius hic vocatur, nomina pro regionibus habet (Ambr., ep. 75a. Contra Aux. 22).
Ambrosius riferì dunque che Auxentius Mercurinus esercitò la sua attività religiosa in Scythia 4, prima di giungere a Mediolanum, e nel territorio originario portò il solo nome Mercurinus; tuttavia la menzione del nominativo teoforico è attestata soltanto in questa fonte, sembra impossibile determinare con certezza se il secondo Auxentius si chiamasse Auxentius prima della venuta a Mediolanum 5.
Provenne comunque dalla provincia romana della Moesia Inferior, nessun documento supporta la tesi che fosse di stirpe barbara, qualcosa in più sulla sua formazione culturale nell’adolescenza fu narrato da lui stesso, nell’illustrazione che egli stesso fece della carriera del suo maestro spirituale, il goto Vlfila, traduttore della Bibbia in lingua gota: Quem condigne laudare non sufficio et penitus tacere non audeo, cui plus omnium ego sum debitor, quantum et amplius in me laborabit. Qui me a prima aetate mea a parentibus meis discipulum suscepit et sacras litteras docuit […] (Aux. Durostor. ep. de fide et de obitu Vlfilae 55).
[1] Cfr. R. Gryson, Les élections épiscopales en Occident au IV siècle, “Revue d’Histoire Ecclésiastique” 75 (1980), pp. 257-283; M.Y. Duval, La présentation arienne du concile d’Aquilée de 381. À propos des «Scolies ariennes sur le concile d’Aquilée» par R. Gryson, “Revue d’Histoire Ecclésiastique” 76 (1981), pp. 317-331. Una precisa riflessione riguardo agli scritti di Ambrosius e Palladius e quindi attinente anche agli atti del concilio aquileiese si recupera in M.P. Balbo, Il rapporto tra “barbarie” ed “eresia” nella riflessione politica di Ambrogio, in G. Larini (a c. di), Controversie. Dispute letterarie, storiche, religiose dall’Antichità al Rinascimento, Padova 2013, pp. 197-223.
[2] Le due località menzionate furono parte rispettivamente dell’antica provincia romana della Dacia Ripensis (Ratiaria – BAtlas 21E6) e della Moesia Superior (BAtlas 21C5).
[3] PLRE I, s.v. Ambrosius 3, p. 52.
[4] Territorio incluso nella Moesia Inferior in epoca tardo antica; BAtlas 101M3.
[5] L’assenza di ulteriori riscontri nell’uso di questo nome comprovò l’inattendibilità dell’informazione secondo l’opinione di M. Meslin, Les Ariens des Occident. 335-430, Parigi 1967, p. 47, n. 93; non fu dello stesso avviso R. Lizzi Testa, La «certatio» fra Ambrogio e Mercurino Aussenzio, ovvero a proposito di una deposizione mancata, “Studia Ambrosiana” 3 (2009), p. 63. Certo il teoforico Mercurinus sembra documentare l’intenzione del vescovo ortodosso di attribuire all’avversario attributi propri di una divinità, Mercurius, dedita ai commerci anziché alla cura spirituale.
Nella capitale imperiale giunse anche Vlfila, che ivi morì, come si può leggere nel brano obituario scritto dal suo discepolo, Auxentius stesso: Qui cum praecepto imperiali conpletis quadraginta annis ad Constantinopolitanam urbem ad disputationem […] contra […] perrexit. […] Qui et in exitu suo usque in ipso mortis monumento […] (Aux. Durostor. ep. de fide et de obitu Vlfilae 61/63).
Anche Auxentius fu presente al concilio costantinopolitano, troviamo testimonianza in un altro commentario posteriore agli atti del concilio di Aquileia del 381, attribuito al vescovo ariano Maximinus che prese le difese degli ariani condannati in quel concilio e che discusse la propria posizione dogmatica con il Padre della Chiesa Augustinus in Africa tra il 427 e il 4282; egli per l’occasione scrisse: […] Constantinopolim venissent ibique etiam et imp(eratores) adissent adque eis promissum fuisset conci[li]um, ut sanctus Auxentius exposuit […] (Maximin. Arian. diss. 141)3.
Proprio in quei giorni Auxentius cominciò a comporre il ricordo del suo maestro spirituale; a seguito del concilio costantinopolitano tuttavia l’imperatore vietò a tutti gli eretici la possibilità di riunirsi in luoghi di culto, come riferì apposita disposizione inclusa nel Codex Theodosianus: Idem AAA. Postumiano p(raefecto) p(raetori)o. Omnes omnino, quoscumque diversarum haeresum error exagitat, id est […] arriani […] nullis circulis coeant, nullam colligant multitudinem, nullum ad se populum trahant nec ad imaginem ecclesiarum parietes privatos ostendant, nihil vel publice vel privatim, quod catholicae sanctitati officere possit, exerceant. […] Dat. VIII kal. aug. Const(antino)p(o)li Merobaude II et Saturnino conss. (CTh. XVI, 5,11).
Forse proprio per l’inasprimento delle condizioni nei confronti degli ariani specialmente nella capitale orientale, Auxentius si trasferì a Mediolanum, presso l’imperatrice Giustina4, madre di Valentiniano II (375-392), favorevole invece a quanto disposto nel precedente concilio di Ariminum (od. Rimini) del 359, quando fu sottoscritta una professione di fede sostenuta dai semi-ariani dichiarante che il Figlio fosse simile (ὅμοιον) al Padre5.
Sembra che lo stesso imperatore Valentiniano II fosse condizionato dalla madre quando, agli inizi del 386, concesse agli ariani il diritto a riunirsi: Impp. Val(entini)anus, Theod(osius) et Arcad(ius) AAA. Ad Eusignium p(raefectum) p(raetori)o. Damus copiam colligendi his, qui secundum ea sentiunt, quae temporibus divae memoriae Constanti sacerdotibus convocatis ex omni orbe Romano expositaque fide ab his ipsis, qui dissentire noscuntur, Ariminensi concilio, Constantinopol(itano) etiam confirmata in aeternum mansura decreta sunt. Dat. X kal. feb. Med(iolano) Honorio nob. p. et Evodio conss. (CTh. XVI, 1,4).
Ancor prima della suddetta disposizione, nel 385, il vescovo di Mediolanum Ambrosius fu convocato al palazzo imperiale perché restituisse una basilica suburbana agli ariani; lo raccontò lui stesso: […] ad palatium sum petitus, cum praesentibus primatibus ante consistorium tractaretur, cum imperator basilicam vellet eripere […] et tamen videte quanto peiores Arriani sint quam Iudaei. Illi quaerebant utrum solvendum putaret Caesari ius tributi, isti imperatori volunt dare ius ecclesiae. (Ambr., ep. 75a. Contra Aux. 30-31).
Dopo la convocazione seguì probabilmente l’intervento dell’esercito per l’espropriazione, Ambrosius sembrò alludere a ciò in riferimento peraltro a un coinvolgimento di Mercurinus nella vicenda: Paucos excludebat dominus Iesus de templo suo, Auxentius nullum reliquit. De templo suo Iesus flagello eicit, Auxentius gladio, Iesus flagello, Mercurinus securi. (Ambr., ep. 75a. Contra Aux. 23). In più parti dello stesso documento il vescovo mediolanense riferì riguardo alla violenza con cui Auxentius intervenne per impossessarsi di una basilica per gli ariani6, Auxentius uno momento tot populos quot in ipso est trucidabit alios gladio, alios sacrilegio. Mihi basilicam petit cruento ore, sanguinolentis manibus (Ambr., ep. 75a. Contra Aux. 17).
Auxentius richiese con buona probabilità di poter occupare la basilica Portiana, giacché se prestiamo attenzione a un’epistola di Ambrosius alla sorella di poco posteriore possiamo individuare esplicito richiamo: […] etiam praefectus eo venit, coepit suadere vel ut Portiana basilica cederemus, populus reclamavit (Ambr., ep. 76. de trad. basil. 3).
L’agiografia ambrosiana non trascurò di segnalare l’episodio, anzi si narrò che Ambrosius sollecitò la comunità di credenti a resistere all’assedio delle truppe imperiali e ariane attraverso il canto di inni e così sarebbe nata la tradizione innografica ambrosiana (Paul. Med. Vita Ambr. 13,1-3: Sed haec confessio hominis nec mulieris furorem nec vesanorum Arrianorum dementiam repressit. Maiore etenim adcensi dementia basilicam Portianam invadere nitebantur […] Hoc in tempore primum antiphonae, hymni et vigiliae in ecclesia Mediolanensi celebrari coeperunt […])7.
Oltre a quanto riferito dalla Vita Ambrosii sappiamo per certo che Auxentius Mercurinus non riuscì nell’intento; egli non fu più nominato altrimenti e forse proprio la mancata presa di possesso di alcun edificio di culto significò la sconfitta in Mediolanum degli oppositori alla fede nicena, benché godessero del favore imperiale, nulla poterono contro il carisma di Ambrosius, che riuscì ad ottennere il consenso non soltanto dell’intero popolo cittadino, ma probabilmente anche di aristocratici e funzionari di alto rango8.
1 C.J. Hefele, Histoire des Conciles (trad. fr.), II/1, Parigi 1908, pp. 63-5.
2 Cfr. R. Gryson, Scolies Ariennes sur le Concile d’Aquilée, Parigi 1980 (SC 267), pp. 66-79.
3 Il concilio costantinopolitano del 19 gennaio 383 fu descritto soprattutto dallo storico ecclesiastico Socrates Scholasticus, ritenuto dagli studiosi la testimonianza fondamentale in merito a questo evento, ma nel suo scritto non venne fatta espressa menzione di Auxentius (Socr. V X,1-7).
4 PLRE I, s.v. Iustina, pp. 488 s.
5 C.J. Hefele, Histoire des Conciles (trad. fr.), I/2, Parigi 1907, pp. 63-5.
6 Impossibile stabilire con precisione a quale basilica si riferisse Ambrosius, molto probabile che si tratti della Portiana menzionata in una lettera seguente, riguardo all’identificazione e collocazione della Portiana vedasi S. Lusuardi Siena, Il recinto di S. Vittore al Corpo, in AA. VV., Milano capitale dell’impero romano, 286-402 d.C., Milano 1990, pp. 111 s.
7 Tesi sostenuta anche in A. Franz, Tageslauf und Heilsgeschichte: Untersuchungen zum literarischen Text und liturgischen Kontext der Tagzeitenhymnen des Ambrosius von Mailand, St. Ottilien 1994, p. 15 e ripresa in G. Visonà, Opera omnia di s. Ambrogio, Milano-Roma 2004, p. 113.
8 Cfr. A. Rossi, Muscae moriturae donatistae circumvolant. La costruzione di identità “plurali” nel cristianesimo dell’Africa Romana, s.l. 2013, p. 212.
Index nominum – Index rerum sacrarum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Arcadius (Imp.) | CTh. XVI, 1,4; |
Auxentius (I) | Ambr., ep. 75a. Contra Aux. 22; |
Auxentius (II) | Ambr., ep. 75a. Contra Aux. 1-37; Aux. Durostor. ep. de fide et de obitu Vlfilae 42-63, Maximin. Arian. diss. 141-143; Pall. frgg. 140; CTh. XVI, 1,4, 5,11; |
Constantius (Imp.) | CTh. XVI, 1,4; |
Evodius (cos.) | Ivi; |
Eusignius | Ivi; |
Honorius (cos.) | Ivi; |
Mercurinus (vd. Auxentius II) | Ambr., ep. 75a. Contra Aux. 22.23; |
Merobaudes (cos.) | CTh. XVI, 5,11; |
Postumianus | Ivi; |
Saturninus (cos.) | Ivi; |
Theodosius (Imp.) | CTh. XVI, 1,4; |
Valentinianus (Imp.) | Ivi. |
Index rerum sacrarum
Antiphona | Paul. Med. Vita Ambr. 13,3; |
Arianus episcopus | Ambr., ep. 75a. Contra Aux. 22; |
Arianus/Arrianus | Ambr., ep. 75a. Contra Aux. 22,31; Paul. Med. Vita Ambr. 13,1; CTh. XVI, 5,11; |
basilica | Ambr., ep. 76. de trad. basil. 3; Paul. Med. Vita Ambr. 13,1; |
catholica sanctitas | CTh. XVI, 5,11; |
concilium | CTh. XVI, 1,4; |
confessio | Paul. Med. Vita Ambr. 13,1; |
ecclesia | Paul. Med. Vita Ambr. 13,3; CTh. XVI, 5,11; |
flagellum | Ambr., ep. 75a. Contra Aux. 23; |
haeresis | CTh. XVI, 5,11; |
hymnus | Paul. Med. Vita Ambr. 13,3; |
Iesus | Ambr., ep. 75a. Contra Aux. 23; |
Iudaei | Id. 31; |
ius ecclesiae | Ivi; |
sacerdos | CTh. XVI, 1,4; |
sacrae litterae | Aux. Durostor. ep. de fide et de obitu Vlfilae 55; |
sacrilegium | Ambr., ep. 75a. Contra Aux. 17; |
templum | Id. 23; |
vigilia | Paul. Med. Vita Ambr. 13,3. |
Index geographicus
Ariminense (concilium) (<Ariminum) | CTh. XVI, 1,4; |
Constantinopolitanum (concilium), Constantinopolitana (urbs)
(< Constantinopolis) |
Aux. Durostor. ep. de fide et de obitu Vlfilae 61; Maximin. Arian. diss. 141; CTh. XVI, 1,4, 5,11; |
Dorostorensis (<Durostorum) | Pall. frgg. 140; |
Mediolanensis, (<Mediolanum) | Pall. frgg. 140; Paul. Med. Vita Ambr. 13,3; CTh. XVI, 1,4; |
Portiana (basilica) (<Mediolanum) | Ambr., ep. 76. de trad. basil. 3; Paul. Med. Vita Ambr. 13,1; |
Scythia | Ambr., ep. 75a. Contra Aux. 22. |
Index rerum notabilium
consistorium | Ambr., ep. 75a. Contra Aux. 30; |
discipulus | Aux. Durostor. ep. de fide et de obitu Vlfilae 55; |
gladius | Ambr., ep. 75a. Contra Aux. 17,23; |
imago | CTh. XVI, 5,11; |
Imperator (Caesar) | Maximin. Arian. diss. 141; CTh. XVI, 1,4; Ambr., ep. 75a. Contra Aux. 31; |
ius tributi | Ambr., ep. 75a. Contra Aux. 31; |
monumentum | Aux. Durostor. ep. de fide et de obitu Vlfilae 63; |
palatium | Ambr., ep. 75a. Contra Aux. 30; |
parentes | Aux. Durostor. ep. de fide et de obitu Vlfilae 55; |
plebs/ populus | Ambr., ep. 75a. Contra Aux. 17, 22, ep. 76. de trad. basil. 3; CTh. XVI, 5,11; |
praeceptum imperiale | Aux. Durostor. ep. de fide et de obitu Vlfilae 61; |
praefectus praetorio | Ambr., ep. 76. de trad. basil. 3; CTh. XVI, 1,4, 5,11. |
Franz 1994 = Ansgar Franz, Tageslauf und Heilsgeschichte: Untersuchungen zum literarischen Text und liturgischen Kontext der Tagzeitenhymnen des Ambrosius von Mailand, St. Ottilien 1994, p. 15.
Duval 1981 = Yves-Marie Duval, La présentation arienne du concile d’Aquilée de 381. À propos des «Scolies ariennes sur le concile d’Aquilée» par R. Gryson, “Revue d’Histoire Ecclésiastique” 76 (1981), pp. 317-331.
Gryson 1980 = Robert Gryson, Les élections épiscopales en Occident au IV siècle, “Revue d’Histoire Ecclésiastique” 75 (1980), pp. 257-283.
Gryson 1980b = Robert Gryson, Scolies Ariennes sur le Concile d’Aquilée, Parigi 1980 (SC 267).
Lizzi Testa 2009 = Rita Lizzi Testa, La «certatio» fra Ambrogio e Mercurino Aussenzio, ovvero a proposito di una deposizione mancata, “Studia Ambrosiana” 3 (2009), pp. 39-68.
Lusuardi Siena 1990 = Silvia Lusuardi Siena, Il recinto di S. Vittore al Corpo, in AA. VV., Milano capitale dell’impero romano, 286-402 d.C., Milano 1990, pp. 111 s.
Meslin 1967 = Michel Meslin, Les Ariens des Occident. 335-430, Parigi 1967.
Rossi 2013 = Alessandro Rossi, Muscae moriturae donatistae circumvolant. La costruzione di identità “plurali” nel cristianesimo dell’Africa Romana, s.l. 2013.
Simonetti 1975 = Manlio Simonetti, La crisi ariana nel IV secolo, Roma 1975.
Visonà 2004 = Giuseppe Visonà, Opera omnia di s. Ambrogio, Milano-Roma 2004, p. 113.