Gli studiosi ritennero che fosse senza ombra di dubbio di origine orientale1, benché a eccezione di quanto possa suggerire l’onomastica non disponiamo di altri elementi assolutamente probanti; ciò nonostante indagini approfondite relative alle carriere militari tardo antiche sono giunte a sostenere che la carica di protector domesticus 2 fosse attribuita con elevata frequenza a giovani aristocratici stranieri oppure nel secolo IV a orientali3, vista la dominante presenza di imperatori di provenienza orientale.
1 Cfr. L. Cracco Ruggini, Ebrei e Orientali nell’Italia Settentrionale, “Studia et Documenta Historiae et Iuris” XXV (1959), p. 249, n. 179.
2 La carica di protector domesticus fu istituita a partire dall’imperio di Costanzo II (337-361), dopo l’anno 346, affiancando il corpo di guardia di palazzo. Le prime testimonianze che attestano con certezza l’uso di tale dignità sono infatti Amm. 14,10,2 e CTh. XII,1,38 (23 maggio 346) – cfr. M. Antico Gallina, T. Soldati Forcinella, Indagine sulla topografia, sulla onomastica e sulla società nelle epigrafi milanesi, “Archivio Storico Lombardo” X/5 (1979-1980), p. 198.
3 Cfr. D. Hoffmann, Das spätrömische Bewegungsheer und die Notitia Dignitatum, vol. I, Düsseldorf 1969, pp. 310-8.
Esso riferì riguardo all’elogio voluto dal suo liberto, un tale di nome Arcutius: B(onae) m(emoriae) / Fl(avius) Aurelius prot(ector) dom/esticus qui vixit annis / L m(ensibus) IIII d(iebus) IIII Ar/cutio libertus eius / posuit contra vo/tum eius bene meren/ti patrono suo. (CIL V/2, 6226).
Arcutius pose dedica senza speranza al suo padrone Flavius Aurelius, che morì a cinquant’anni d’età e dal quale molto ricevette. Il comunissimo nomen Flavius, utilizzato in quest’occorrenza come praenomen, permette di datare il manufatto al tardo secolo IV4.
1 Vedasi come approfondimento il contributo di G. Gigli, I “protectores” e i “domestici” nel IV secolo, “Rendiconti. Accademia Nazionale dei Lincei” ser. VIII, vol. IV (1949), pp. 383-90.
2 A. Sartori in Milano capitale dell’Impero romano (286-402 d.C.), p. 40, n. 1c.2a dubita sul luogo di rinvenimento dell’epigrafe.
3 Cfr. M. Sannazaro, Considerazioni sulla topografia e le origini del cimitero milanese “ad martyres”, “Aevum” 70 (1996), p. 91.
4 Id., Attestazioni di militari e militaria a Milano, in M. Buora (a c. di), Miles Romanus. Dal Po al Danubio nel Tardoantico. Atti del Convegno internazionale Pordenone – Concordia Sagittaria 17-19 marzo 2000, Pordenone 2002, p. 72. Peraltro l’assenza di praenomen, il formulario utilizzato nell’iscrizione, la stessa dignità menzionata, condurrebbero a una datazione di secolo III/IV, come già suggerito in A. Sartori, op. cit.
Index nominum – Index rerum notabilium
Index nominum
Arcutius | CIL V/2, 6226; |
Flavius Aurelius | Ivi. |
Index rerum notabilium
memoria | CIL V/2, 6226; |
patronus | Ivi; |
protector domesticus | Ivi; |
votum | Ivi. |
Cracco Ruggini 1959 = Lellia Cracco Ruggini, Ebrei e Orientali nell’Italia Settentrionale, in “Studia et Documenta Historiae et Iuris” XXV (1959), p. 249, n. 179.
Sannazaro 1996 = Marco Sannazaro, Considerazioni sulla topografia e le origini del cimitero milanese “ad martyres”, in “Aevum” 70 (1996), p. 91.
Sannazaro 2002 = Marco Sannazaro, Attestazioni di militari e militaria a Milano, in M. Buora (a c. di), Miles Romanus. Dal Po al Danubio nel Tardoantico. Atti del Convegno internazionale Pordenone – Concordia Sagittaria 17-19 marzo 2000, Pordenone 2002, p. 72.
Vannesse 2011 = Michaë Vannesse, Une schola armaturarum et un numerus Victorum en Italie du Nord au IVᵉ siècle ap. J.-C., in “Latomus” 70 (2011), p. 828 (Tableau récapitulatif).