Il nome del santo menzionato evoca nell’immediato l’omonimo e illustre patriarca biblico di origine mesopotamica2 e nella stessa terra nacque anche il religioso probabilmente amico di Volusianus e onorato da Sidonius; proprio fra i primi versi del compianto che Sidonius compose, esaudendo alla richiesta ricevuta e inserendo la composizione nella stessa missiva, si trova riscontro in merito alla patria originaria di A.: Abraham sanctis merito sociande patronis, / quos tibi collegas dicere non trepidem, / (nam sic praecedunt, ut mox tamen ipse sequare) / dat partem regni portio martyrii. / Natus ad Euphraten / […]) (Sidon. Apoll. ep. VII 17,2, vv. 1-5).
Un secolo dopo, Gregorius, vescovo anch’egli della civitas Turonorum (573-594), storiografo ecclesiastico, scrisse una raccolta di brevi biografie di religiosi in cui incluse la vicenda di A.; quasi certamente la sua fonte fu il carme di Sidonius, si riscontra infatti, fra le molte altre notizie biografiche, anche l’informazione riguardante il luogo di nascita di A.: Igitur Abraham iste super Eufratis fluvii litus exortus est […] (Greg. Tur. Vita Patrum III, 1).
Gli onori tributati dai due eminenti letterati ed ecclesiastici di area gallica permettono di intuire subito che A. raggiunse le Galliae, dove egli percorse e concluse la fase più elevata della propria carriera religiosa3; le stesse testimonianze fornirono inoltre dati per provare a ricostruire il viaggio compiuto dal santo dalle sponde del flumen Euphrates fino alle Galliae.
La motivazione che lo spinse a lasciare la propria terra natìa fu parzialmente espressa già in una spia linguistica inserita nel quarto verso del carme di Sidonius: martyrium.
Nel prosieguo del componimento il vescovo fu ancora più preciso: […] pro Christo ergastula passus / et quinquennali vincula laxa fame, / elapsus regi truculento Susidis orae […] (Sidon. Apoll. ep. VII 17,2, vv. 5-7)4. A. per la propria fede cristiana (pro Christo) sopportò la prigione e le catene per cinque anni, soffrendo per la fame, sfuggito poi dal re crudele della regione di Susa.
La vicenda narrata da Sidonius trova precisi riscontri storici nella storiografia cristiana armena5; nel 451 il sovrano persiano Yazdgird II (438-457) decise di imporre il mazdeismo o zoroastrismo6 a tutti gli abitanti del territorio armeno. Tutti i vescovi armeni e i rappresentanti dell’aristocrazia locale fissarono di riunirsi ad Artašat per osteggiare la presa di posizione del re nemico, ma non riuscirono ad impedirne i provvedimenti; la maggioranza della nobiltà fu massacrata e una parte del clero fu deportata in Persia, dove alcuni subirono il martirio qualche anno dopo, mentre altri riuscirono a fuggire7.
1 PCBE IV/1, s.v. Volusianus 1, pp. 2001-2003.
2 GLNT I, s.v. Ἀβραάμ, pp. 23-26 (J. Jeremias); ODC, s.v. Abraham OT Patriarch, p. 6.
3 La meta finale della peregrinazione di Abraham e il grado ecclesiastico ricoperto furono indicati per la prima volta nello scritto di Sidonius: […] Angulus iste placet paupertinusque recessus / et casa, cui culmo culmina pressa forent. / Aedificas hic ipse deo venerabile templum, / ipse dei templum corpore facte prius (Sidon. Apoll. ep. VII 17,2, vv. 21-24). Abraham scelse un riparo povero, in un luogo che gli piacque, in una capanna coperta con un tetto di paglia. Qui fece costruire una chiesa, dove fu deposto infine il suo corpo. Gregorius fornì ulteriori elementi riguardo alla località e alla costruzione sacra: Occidentalem quoque plagam visitare cupiens, Arvernus advenit, ibique ad basilicam sancti Cirici monasterium collocavit (Greg. Tur. Vita Patrum III, 1) – giunse dunque presso la Civitas Arvernorum e qui presso la basilica che fece costruire in onore di sanctus Cyr o Quiricus, un giovanissimo martire antiocheno (BSS X, s.v. Quirico e Giulitta, coll. 1324-1327; BHL I, p. 272, nn. 193 s.) del quale fece giungere delle reliquie per consacrare la basilica (cfr. N. Gauthier, J.-Ch. Picard, Topographie chrétienne des cités de la Gaule des origines au milieu du VIIIe siècle, VI, Parigi 1989, 36, n. 12), Abraham istituì anche una comunità monastica (si veda anche Sidon. Apoll. ep. VII 17,3: quaeso, tu quoque quibus emines institutis discipulos eius aggredere solari […]). Il grado ecclesiastico acquisito da Abraham fu infatti precisato in prima battuta ancora da Sidonius: antistes (Sidon. Apoll. ep. VII 17,1). In coerenza con la fondazione monastica cui alluse Gregorius si riferì più precisamente a Abraham come a Abraham abba, qui post multas temptationes saeculi fines est terreturii ingressus Arverni (Greg. Tur. Vita Patrum III – cfr. Id., hist. Franc. II, 21: […] fuit in monasterio beati Quirici urbis ipsius abba Abraham nomine, qui fide atque operibus Abrahae illius prioris gratia refulgebat, sicut in libro vitae eius scripsimus).
4 Cfr. anche Greg. Tur. Vita Patrum III, 1: pro Christi nomine adfectus verberibus, in vincula conicitur, in quibus per quinque annos exulans, angelo solvente, laxatur.
5 Cfr. N.G. Garsoïan, L’Arménie, in J.-M. Mayeur, Ch., L. Pietri, A. Vauchez, M. Venard (eds.), Histoire du Christianisme des origines à nos jours, III. Les Églises d’Orient et d’Occident, Parigi 1998, 1138.
6 ODC, s.v. Zoroastrianism, pp. 1782 s.: durante il governo della dinastia sasanide fu la religione ufficiale dell’Impero persiano. I preti erano detti magi. Secondo lo zoroastrismo il mondo era controllato da un ‘sovrano sapiente’ nominato Ahura Mazda, aiutato da sacri spiriti (Spenta Mainyu e Amesha Spenta. Ahura Mazda aveva un suo avversario nell’increato spirito del male nominato Ahriman).
7 Cfr. Ēłišē, Storia di Vardan e dei martiri armeni, R. Pane (trad. it. a c. di), Roma 2005, 113-133, 150-185 (in part. si veda la menzione di un diacono di nome Abraham: VI, 22, 140, VII, 6,99, 151,182).
Tuttavia in mancanza di dati certi a sostegno o meno della tesi e in considerazione del fatto che numerosi percorsi viarî, ancora nella tarda antichità, per giungere nelle Galliae da est avrebbero potuto attraversare Mediolanum 1, teniamo in considerazione quanto riferito nella testimonianza in merito al tracciato svolto da A.: […] Romuleos refugis Byzantinosque fragores / atque sagittifero moenia fracta Tito. / Murus Alexandri te non tenet Antiochique; / spernis Elissae Byrsica tecta domus. / Rura paludicolae temnis populosa Ravennae / et quae lanigero de suo nomen habent (Sidon. Apoll. ep. VII 17,2, vv. 15-20). Le tappe non furono indicate precisando una cronologia e appaiono disordinate, prima lo scrittore fece riferimento alla fuga dai clamori delle grandi capitali, Roma e Costantinopolis (Romuleos refugis Byzantinosque fragores), poi precisò che nemmeno in Alexandria né in Antiochia o Carthago (spernis Elissae Byrsica tecta domus) A. si soffermò.
Riguardo al tratto nella penisola italica Sidonius sembra indulgere invece sulle due storiche sedi imperiali tardo antiche, di cui richiamò le principali caratteristiche in un caso geomorfologiche e nell’altro leggendarie e paretimologiche: Ravenna, l’area popolosa e paludosa, Mediolanum, città che derivò la propria denominazione dalla presenza di una ‘scrofa semilanuta’ (sus medio lanea), in cui si imbatterono le popolazioni galliche che per prime entrarono nella città, secondo le rielaborazioni posteriori del racconto dello storiografo Titus Livius 2.
Andando oltre la letterarietà della menzione di Sidonius, appare possibile che A. fosse transitato per Mediolanum, parimenti non si può escludere che nella grande città transpadana o comunque nei dintorni il religioso possa aver trovato l’opportunità anche soltanto di una breve sosta, necessaria a recuperare le forze per proseguire il cammino verso le Galliae.
1 Per la centralità di Mediolanum nella viabilità antica e tardo antica si possono considerare numerosi contributi, ma fra i più precisi segnalo P. Tozzi, Viabilità romana nell’Italia settentrionale, in G. Frigerio et al. (eds), L’antica via Regina: tra gli itinerari stradali e le vie d’acqua nel comasco: raccolta di studi, Como 1995, 11-44; F. Prontera (ed.), Tabula Peutingeriana. Le antiche vie del mondo, Firenze 2003, 58.
2 Da Liv. V, 34 nella letteratura tardo antica, prima ancora che in Sidonius, in Claudianus: Iam Ligurum terris spumantia pectora Triton / appulerat lassosque fretis extenderat orbes. / continuo sublime volans ad moenia Gallis / condita, lanigeri suis ostentantia pellem, / pervenit. […] (Claud. carm. 10, vv. 180-184). Isid. Etym. I, 57: Galli quidam intestina discordia et assiduis dissensionibus suorum permoti, sedes novas quaerentes, Italiam profecti sunt, sedibusque propriis Tuscis expulsis, Mediolanum atque alias urbes condiderunt. Vocatum autem Mediolanum ab eo quod ibi sus medio lanea perhibetur inventa.
Index nominum – Index rerum sacrarum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Abraham (scs.) | AA. SS. Iunii III, 15 iun. De s. Abraham; Sidon. Apoll. ep. VII 17,1-3 (= RICG VIII, 20); Greg. Tur. Vita Patrum III, 1, hist. Franc. II,21; |
Alexander | Sidon. Apoll. ep. VII 17,2, v. 17; |
Antiochus | Ivi; |
Cyr / Quiricus (scs.) | Greg. Tur. Vita Patrum III, 1, hist. Franc. II, 21; |
Elissa | Sidon. Apoll. ep. VII 17,2, v. 20; |
Sidonius | Id. ep. VII 17,1; |
Titus | Id. ep. VII 17,2, v. 16; |
Volusianus | Id. ep. VII 17,1. |
Index rerum sacrarum
abba | Greg. Tur. Vita Patrum III; |
angelus | Ivi; |
antistes | Sidon. Apoll. ep. VII 17,1; |
basilica | Greg. Tur. Vita Patrum III, 1; |
deus | Sidon. Apoll. ep. VII 17,2, v. 23; |
discipulus | Id. ep. VII 17,3; |
fides, fideles | Greg. Tur. hist. Franc. II, 21; |
gratia | Ivi; |
martyrium | Sidon. Apoll. ep. VII 17,2, v. 4; |
monasterium | Greg. Tur. Vita Patrum III, 1, hist. Franc. II, 21; |
templum | Sidon. Apoll. ep. VII 17,2, vv. 23 s.; |
temptatio | Greg. Tur. Vita Patrum III; |
Index geographicus
Arvernus | Greg. Tur. Vita Patrum III, 1 |
Euphrates / Eufrates (fluvius) | Sidon. Apoll. ep. VII 17,2, v. 5; Greg. Tur. Vita Patrum III, 1 |
Byzantinus (<Byzantium) | Sidon. Apoll. ep. VII 17,2, v. 15; |
Byrsicus (<Byrsa) | Id., v. 18; |
Ravenna | Id., v. 19; |
Romuleus (<Roma) | Id., v. 15; |
Index rerum notabilium
carmen | Sidon. Apoll. ep. VII 17,1; |
casa | Id., v. 22; |
collega | Id., v. 2; |
corpus | Id., v. 24; |
domus | Id., v. 18; |
ergastulum | Id., v. 5; |
famis | Id., v. 6; |
finis (saeculi) | Greg. Tur. Vita Patrum III; |
frater | Sidon. Apoll. ep. VII 17,1, v. 20; |
laniger | Ivi; |
liber | Greg. Tur. hist. Franc. II, 21; |
moenia, murus | Sidon. Apoll. ep. VII 17,2, vv. 16,17; |
nomen | Id., v. 20; |
opus | Greg. Tur. hist. Franc. II, 21; |
patronus | Sidon. Apoll. ep. VII 17,2, v. 1; |
rus | Id., v. 19; |
urbs | Greg. Tur. hist. Franc. II, 21; |
vinculum | Sidon. Apoll. ep. VII 17,2, v. 6; Greg. Tur. Vita Patrum III, 1; |
vita | Greg. Tur. hist. Franc. II, 21. |
Gauthier, Picard 1989 = Nancy Gauthier, Jean-Charles Picard, Topographie chrétienne des cités de la Gaule des origines au milieu du VIIIe siècle, VI, Parigi 1989, 36, n. 12.