Egli fornì un ritratto lusinghiero di E. e ricco di particolari biografici1, a cominciare dalla nascita: Ideoque cum discederet, Eutherius […] Natus in Armenia sanguine libero, captusque a finitimis hostibus, etiam tum parvulus abstractis geminis Romanis mercatoribus venundatus, ad palatium Constantini deducitur […] (Amm. XVI 7, 2,5).
Nacque quindi nella periferica provincia romana di Armenia, fu figlio di genitori liberi, quindi cittadini romani, ma fu catturato dai nemici confinanti, verosimilmente Persiani, e venduto come schiavo evirato a mercanti romani, per essere condotto al palazzo dell’imperatore Costantino I (306-337).
Appare interessante anche il seguito della narrazione di Ammianus, secondo uno stile quasi panegiristico, encomiastico2; lo storiografo proseguì elogiando le virtù possedute da E. fin dall’adolescenza e accennando anche al fatto che avesse ricevuto un’istruzione primaria: ubi paulatim adulescens rationem recte vivendi, sollertiam ostendebat, litteris quantum tali fortunae satis esse poterat eruditus, cogitandi inveniendique dubia et scrupolosa, acumine nimio praestans, immensum quantum memoria vigens, benefaciendi avidus plenus iusti consilii […] (Amm. XVI 7, 5).
Ammianus probabilmente magnificò intenzionalmente le qualità di E.; giacché in genere lo scrittore antiocheno si mostrò particolarmente severo nei confronti della categoria degli eunuchi, ma in questo caso colui che divenne il gran ciambellano del suo imperatore prediletto, ovvero Giuliano, rappresentò specularmente l’unica immagine davvero positiva di coloro che esercitarono l’incarico di praefectus sacri cubiculi3.
Si può ipotizzare che E. disponesse nondimeno di ottime capacità diplomatiche, giacché quando Giuliano salì al potere non furono poche le epurazioni tra i ciambellani di Costanzo II, mentre E. non solo fu risparmiato, ma assurse anche alla massima posizione per la sua categoria.
1 Peraltro si trattò dell’unica descrizione riservata a un eunuco nell’intera opera ammianea – cfr. M. García Ruiz, The ‘Marcellus case’ and the loyalty of Julian: ‘latent arguments’ and cultural otherness in Ammianus’ ‘Res Gestae’, in Ταλάντα, 45 (2013), 86.
2 Cfr. K.G. Neumann, Taciteisches im Werk des Ammianus Marcellinus, Monaco 1987, 128.
3 Lo stesso Ammianus fornì infatti una descrizione diametralmente opposta del praefectus sacri cubiculi Eusebius (L I.35), principale consigliere dell’imperatore Costanzo II – si veda anche Tougher, The Eunuch in Byzantine History, 100 s., che presentò anche una serie di esempi molto positivi di eunuchi vissuti nell’antichità.
Egli cominciò a servire Giuliano quando quest’ultimo era soltanto un Cesare e si trovava in campagna militare nelle Galliae contro gli Alamanni; proprio per difendere il suo superiore da un’accusa di insurrezione contro l’imperatore in carica, Costanzo II, E. fu inviato alla corte a Mediolanum nell’inverno tra il 356 e il 357.
Con lui anche Marcellus, magister equitum, che era stato congedato dall’esercito da Giuliano, giacché non gli portò soccorso durante un assedio a Senones 1. L’ufficiale, infuriato, partì per Mediolanum nell’intento di porre in cattiva luce Giuliano di fronte all’imperatore, ma a nulla valse la sua ira, giacché E. difese il proprio Cesare e risultò più convincente2; la testimonianza di Ammianus non trascurò alcun particolare:
Ideoque cum discederet, Eutherius praepositus cubiculi mittitur statim post eum, siquid finxerit convicturus. Verum ille (Marcellus) hoc nesciens, mox venit Mediolanum, strepens et tumultuans; admissus in consistorium, Iulianum ut procacem insimulat, iamque ad evagandum altius validiores sibi pinnas aptare […] Eutherius (ut postulavit) inductus, iussusque loqui quod vellet, verecunde et modice docet, velari veritatem mendaciis […] (Amm. XVI 7, 2.3).
In realtà il Cesare stava probabilmente già meditando una piena assunzione del potere, soltanto nel 360 tuttavia rese manifeste le sue intenzioni inviando Pentadius, magister officiorum 3 ed E. di nuovo presso Costanzo II, che allora si trovava nella pars Orientis.
La missione consistette essenzialmente nella consegna di una missiva, dal contenuto pretenzioso secondo la testimonianza di Ammianus, che forse intenzionalmente tacque per dare ancora maggior risalto al silenzio:
His litteris iunctas secretiores alias Constantio offenderas clanculo misit, obiurgatorias et mordaces, quarum seriem nec scrutari licebat, nec (si licuisset), proferre decebat in publicum. Ad id munus implendum, electi viri sunt graves, Pentadius officiorum magister, et Eutherius cubiculi tunc praepositus […] (Amm. XX 8, 18.19).
I due raggiunsero l’imperatore dopo un lungo viaggio4, la precisa fonte antiochena narrò l’esatta geografia dell’incontro:
[…] morasque per Italiam et Illyricum perpessi diuturnas et graves, tandem transfretati per Bosporum, itineribusque lentis progressi, apud Caesaream Cappadociae etiam tum degentem invenere Constantium, Mazacam antehac nominatam, opportunam urbem et celebrem, sub Argei montis pedibus sitam. Qui intromissi data potestate offerunt scripta, hisque recitatis, ultra modum solitae indignationis excanduit imperator […] (Amm. XX 9, 1.2).
Questa volta Costanzo II reagì adirandosi e ordinò al cugino Giuliano di accontentarsi del titolo di Cesare, ma la sua affermazione d’autorità non fu recepita, in particolar modo dalle milizie, che nel 361, contemporaneamente all’improvvisa morte di Costanzo II, acclamarono come nuovo imperatore Giuliano.
E., poco dopo, si ritirò e andò a vivere a Roma 5, ma Giuliano almeno in un’occasione lo richiamò a palazzo, probabilmente per usufruire ancora dei suoi consigli, così raccontò ancora Ammianus, denique digressus ad otium, adscitusque postea in palatium, semper sobrius et in primis consistens […] (Amm. XVI 7,6) e parimenti si evince la stessa informazione da un’epistola dello stesso imperatore, indirizzata proprio ad E.: εἰ δέ σοι σχολὴ καὶ μέχρι τῆς Κωνσταντίνου πόλεως διαβῆναι, τιμησαίμην ἂν οὐκ ὀλίγου τὴν σὴν ἐντυχίαν (Iul. Imp. ep. 10).
Giuliano si rivolse a E. con un tono familiare, con una cortesia più usuale nei confronti di un amico non più in servizio, anziché nel modo che in genere si riscontra nelle richieste rivolte a funzionari alle proprie dipendenze; non soltanto introdusse le sue parole con la formula colloquiale ‘se avessi tempo’, ma soprattutto scrisse di essere onorato oltre misura per l’eventuale presenza di E.
Nella stessa epistola l’imperatore rivelò la possibile simpatia o adesione del suo ex praepositus cubiculi al paganesimo, giacché Giuliano sostenne che il suo sacrificio nell’acconsentire alla sua richiesta sarebbe valso non soltanto per un uomo, ma per l’intera comunità di Hellenes, ovvero pagani6: θύσεις δὲ οὐχ ὑπὲρ ἑνὸς ἀνδρός, ἀλλ᾽ὑπὲρ τοῦ κοινοῦ τῶν Ἑλλήνων (Iul. Imp. ep. 10).
1 Per l’individuazione dell’antico sito di Senones tra le odierne Metz e Verdun si veda J.F. Matthews, The Roman Empire of Ammianus, Londra 1989, 90.
2 Sulla particolare importanza dell’intervento di Eutherius a corte si veda in particolare l’analisi di Schlinkert, Ordo senatorius und nobilitas, 264.
3 PLRE I, s.v. Pentadius 2, p. 687.
4 Il lento e lungo viaggio, con tappa in ogni singola grande comunità incontrata nel cammino, fece parte probabilmente di un piano strategico ideato da Giuliano, che chiese a Eutherius di sostare in ogni grande città attraversata sulla strada per leggere a voce alta le lettere scritte da lui per l’imperatore Costanzo II e le missive che quest’ultimo invece scambiò con le popolazioni barbariche; tutto ciò in funzione propagandistica, per organizzare e indirizzare l’opinione pubblica nel momento in cui l’imperatore vigente sarebbe giunto nelle suddette città – cfr. Cl. Ando, Imperial Ideology and Provincial Loyalty in the Roman Empire, Berkeley-Los Angeles-Londra 2000,197 s.
5 Dove forse Eutherius scrisse un’opera storica che fu di ispirazione per lo stesso Ammianus Marcellinus e le sue Res Gestae – cfr. D. Woods, Ammianus and Eutherius, Act. Class., 41 (1998), 105-17.
6 Per la comunità di filosofi, retori, funzionari pagani, spesso di origine orientale, che furono scelti dall’imperatore Giuliano per formare il proprio consistorium, definito come una comunità di Hellenes, si veda M. Caltabiano, La comunità degli Elleni: cultura e potere alla corte dell’imperatore Giuliano, AnTard, 17 (2009), 137-149.
Index nominum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Constantinus | Amm. XVI 7, 2,5; |
Constantius | Id. XX 8,18, 9,1; |
Eutherius / Εὐθήριος | Amm. XVI 7, 2-7, XX 8,18.19, 9,1.2; Iul. Imp. ep. 10; |
Iulianus | Amm. XVI 7,2.6; |
Marcellus | Id. XVI 7,2; |
Pentadius | Id. XX 8,19. |
Index geographicus
Argeus (mons) | Amm. XX 9,2; |
Armenia | Id. XVI 7,5; |
Asiaticus (< Asia) | Id. XVI 7,6; |
Bosporum | Id. XX 9,1; |
Caesarea Cappadociae (antiqua urbs: Mazaca) | Ivi; |
Κωνσταντινούπολις | Iul. Imp. ep. 10; |
Illyricum | Amm. XX 9,1; |
Italia | Ivi; |
Mediolanum | Amm. XVI 7,2; |
Romanus (< Roma) | Id. XVI 7,5. |
Index rerum notabilium
acumen | Amm. XVI 7,5; |
adulescens | Ivi; |
ἀνήρ | Iul. Imp. ep. 10; |
consilium iustum | Amm. XVI 7,5; |
consistorium | Id. XVI 7,2; |
ἐντυχία | Iul. Imp. ep. 10; |
Ἑλληνες (κοινή) | Ivi; |
hostis | Amm. XVI 7,5; |
imperator | Id. XX 9,2; |
indignatio | Ivi; |
iter | Amm. XX 9,1; |
liber | Id. XVI 7,5; |
littera | Ivi; |
magister officiorum | Amm. XX 8,19; |
memoria | Id. XVI 7,5; |
mercator | Ivi; |
mos | Amm. XVI 7,6; |
munus | Id. XX 8,19; |
otium | Id. XVI 7,6; |
palatium | Id. XVI 7,5; |
potestas | Id. XX 9,2; |
praepositus cubiculi | Id. XVI 7,2.6, XX, 8,18; |
ratio | Id. XVI 7,5; |
σχολή | Iul. Imp. ep. 10; |
scriptum | Amm. XX 9,2; |
sollertia | Id. XVI 7,5; |
veritas | Id. XVI 7,3. |
Dunlap 1924 = James Eugene Dunlap, The office of the grand chamberlain in the later Roman and Byzantine empires, in A.E.R. Boak, J.E. Dunlap (eds.), Two Studies in Later Roman and Byzantine Administration, New York-Londra 1924, 270 s.
García Ruiz 2013 = María del Pílar García Ruiz, The ‘Marcellus case’ and the loyalty of Julian: ‘latent arguments’ and cultural otherness in Ammianus’ ‘Res Gestae’, Ταλάντα, 45 (2013), 81-96.
Piganiol 1972 = André Piganiol, L’empire chrétien (325-395), Parigi 1972, 133,138.
Rosen 1982 = Klaus Rosen, Ammianus Marcellinus, Darmstadt 1982, 24 s.
Schlinkert 1996 = Dirk Schlinkert, Ordo senatorius und nobilitas. Die Konstitution des Senatsadels in der Spätantike. Appendix. Praepositus sacri cubiculi, Stoccarda 1996, 261-266.
Szidat 1992 = Joachim Szidat, Ammian und die historische Realität, in J. den Boeft, D. den Hengst (eds.), Cognitio rerum. The Historiographic Art of Ammianus Marcellinus, Amsterdam 1992, 32-34, n. 53.
Tougher 2008 = Shaun Tougher, The Eunuch in Byzantine History and Society. Appendix 2, New York 2008, 37, 39, 42, 99-101, 146.
Woods 1998 = David Woods, Ammianus and Eutherius, Act. Class., 41 (1998), 105-117.