M. nella descrizione fornita stava dunque rientrando a Serdica, dove nacque. La città, centro principale dell’antica provincia romana di Dacia Mediterranea, importante sede di uno dei primi e più noti concilî ecclesiastici svolti nel secolo IV (343), fu anche uno dei principali fulcri di reclutamento militare, insieme a Philippopolis, nell’intera regione basso danubiana in epoca imperiale1.
1 Cfr. C.M. Danov, Philippopolis, Serdica, Odessos. Zur Geschichte und Kultur der bedeutendsten Städte Thrakiens von Alexander d. Gr. bis Justinian, in ANRW II 7,1 (1979), 267-281. Durante l’impero dei Severi e per l’intero secolo III le due città fornirono un quarto di tutti i pretoriani reclutati sull’intero territorio trace, in un numero superiore a quanto fosse disponibile per reclutamento nelle due province delle Moesiae e delle Pannoniae – cfr. J. Mann, Legionary Recruitment and Veteran Settlements during the Principate, Londra 1983, 66; B. Pferdehirt, Die Rolle des Militärs für den Sozialen Aufstieg in der Römischen Kaiserzeit, Monaco 2002, 148 s.
Nel corso di un assedio a Senones 3 M. disertò, evitando di soccorrere Giuliano; l’episodio fu considerato e richiamato da più testimonianze.
Cominciando ancora una volta da quanto scritto da Ammianus è possibile cogliere il disprezzo provato dallo storiografo nei confronti di un gesto di disobbedienza militare: Et (quod indignitati rerum est assignandum) periclitanti Caesari distulit suppetias ferre Marcellus, magister equitum agens in stationibus proximis […] (Amm. XVI 4,3)4.
Analoga la reazione del concittadino dello storiografo, il retore Libanius proprio in occasione dell’orazione funebre per la morte di Giuliano nemmeno nominò M., ma lo descrisse retoricamente come il comandante che scelse la fuga di fronte ai nemici e l’oltraggio nei confronti delle persone a lui familiari: ὁ τοὺς πολεμίους δεδιώς στρατηγός, εἰς δὲ τοὺς οἰκείους ὑβρίζων (Lib. Or. XVIII 48). Parimenti scelse l’anonimato anche lo stesso Cesare Giuliano, che, nella descrizione del fatto all’interno del suo epistolario, narrò riguardo all’impossibilità di raccogliere un esercito sufficiente per fronteggiare le popolazioni galliche, giacché ‘un altro’ deteneva il potere su di esso, il quale per questo motivo fu esonerato e rimosso dal grado; ‘l’altro’ cui si riferì fu senza dubbio il magister M.:
[…] πρὸς τὰ χειμάδια πάλιν ἐπανελθῶν εἰς τὸν ἔσχατον κατέστην κίνδυνον‧ οὔτε γὰρ ἀθροίζειν ἐξῆν μοι στρατόπεδον (ἕτερος γἀρ ἦν ὁ τούτου κύριος), […] εἶτα παρὰ τῶν πλησίον πόλεων αἰτηθεὶς ἐπικουρίαν, ὧν εἶχον τὸ πλεῖστον ἐκείνοις δούς, αὐτὸς ἀπελείφθην μόνος. […] ὡς δὲ καὶ ὁ τῶν στρατοπέδων ἄρχων ἐν ὑποψίᾳ γενόμενος αὐτῷ παρῃρέθη καὶ ἀπηλλάγη τῆς ἀρχῆς […] (Iul. Imp. ad Athen. 278B).
Per verificare le accuse di diserzione M. fu convocato a processo alla corte dell’imperatore Costanzo II a Mediolanum 5, dove egli tentò di convincere la massima autorità che colui che invece tramasse per impossessarsi del potere assoluto fosse proprio Giuliano.
Tuttavia, secondo le parole di Ammianus, M. manifestò un atteggiamento talmente iracondo e incontrollato che a nulla valsero le sue parole, ancor più a fronte della successiva perorazione dell’eunuco Eutherius che, con modestia e discrezione, difese Giuliano e convinse l’imperatore6:
Verum ille (Marcellus) hoc nesciens, mox venit Mediolanum, strepens et tumultuans; admissus in consistorium, Iulianum ut procacem insimulat, iamque ad evagandum altius validiores sibi pinnas aptare; ita enim cum motu quodam corporis loquebatur ingenti. Haec eo fingente licentius, Eutherius (ut postulavit) inductus, iussusque loqui quod vellet, verecunde et modice docet, velari veritatem mendaciis […] (Amm. XVI 7,2.3).
Costanzo II sostituì M. con un altro esperto generale, Severus 7: […] imperator […] per Tridentum iter in Illyricum festinavit. Unde misso in locum Marcelli Severo, bellorum usu et maturitate firmato, Ursicinum ad se venire praecepit (Amm. XVI 10,20.21).
1 PLRE I, s.v. Ursicinus 2, pp. 985 s. Ursicinus e poi Marcellus verosimilmente supervisionarono l’operato di Giuliano nelle Galliae, poiché l’imperatore era conscio del fatto che Giuliano fosse alla prima esperienza in una vasta campagna militare – cfr. G. Bowersock, Julian the Apostate, Cambridge 1978, 34; S. Tougher, Julian the Apostate, Cambridge 2007, 31.
2 Ammianus ricordò con precisione l’incarico di Marcellus anche quando laconicamente annunciò la condanna per cospirazione del figlio del magister: Post quem Marcelli ex magistro equitum et peditum filius, ut iniectans imperio manus, publica deletus est morte (Amm. XXII 11,2). Il fatto fu richiamato anche dal coetaneo filosofo e storiografo Eunapius: […] ὑπῆρχεν ἐς ἅπαντας ὥστε καὶ τὸν Μάρκελλον ἐκεῖνον […] καίτοι τοῦ παιδὸς ἐλεγχθέντος ἐπανίστασθαι διὰ τὴν πρὸς Κωνστάντιον φιλίαν, τῷ νεανίσκῳ τὴν δίκην ἐπέθηκε, τὸν δὲ Μάρκελλον καὶ διαφερόντως ἐτίμησε (Eun. frg. 17).
3 Per l’individuazione dell’antico sito di Senones tra le odierne Metz e Verdun si veda Matthews, The Roman Empire, 90.
4 La posizione sembra mutare radicalmente se si considera il punto di partenza argomentato dallo storiografo bizantino di secolo V, Zosimus, che sostenne che Costanzo II avesse inviato Marcellus e Sallustius (praefectus praetorio) insieme a Giuliano nelle Galliae, perché essi prendessero il comando, giacché l’imperatore avrebbe ritenuto il cugino per natura poco affidabile: ἄπιστος δὲ ὢν φύσει, καὶ ὡς εὔνους αὐτῷ καὶ πιστὸς ἔσται μὴ τεθαρρηκώς, συνεκπέμπει Μάρκελλον αὐτῷ καὶ Σαλούστιον, αὐτοῖς καὶ οὐ τῷ Καίσαρι τὴν αὐθότι καταπιστεύσας διοίκησιν (Zos. 3, 2,2). Anche Eunapius non sembra discostarsi molto da questa interpretazione: ὁ οὖν Μάρκελλος κύριος ἦν τῶν πραγμάτων, ὀνόματος μόνου καὶ σχήματος τῷ Ἰουλιανῷ ἐξιστάμενος, τὴν δὲ ἀληθεστέραν αὐτὸς ἀρχὴν μεταχειριζόμενος (Eun. frg. 8b).
5 La versione fornita da Ammianus Marcellinus è diversa, ma meno credibile: Marcellus si sarebbe recato presso il consistorium per discolparsi delle accuse rivoltegli a seguito di una propria richiesta. Sembra inverosimile che un ufficiale congedato potesse avanzare una richiesta simile, molto più probabile è che fosse convocato a processo – cfr. M. García Ruiz, The ‘Marcellus case’ and the loyalty of Julian: ‘latent arguments’ and cultural otherness in Ammianus’ ‘Res Gestae’, Ταλάντα, 45 (2013), 85. Ciò su cui la studiosa si è interrogata e sul quale numerosi contributi sono stati scritti è il fatto che Ammianus in questo passo, come in altri, non si preoccupò soltanto di fornire la verità storica, quanto piuttosto di presentare due atteggiamenti psicologici contrapposti, uno moderato e l’altro violento, irascibile, accentuando le opposte disposizioni d’animo, senza trascurare del tutto la natura impulsiva anche di Giuliano, per cui lo storico nutrì certo maggiore ammirazione.
6 Per Eutherius: D. Schlinkert, Ordo senatorius und nobilitas. Die Konstitution des Senatsadels in der Spätantike. Appendix. Praepositus sacri cubiculi, Stoccarda 1996, 264; per un confronto fra i diversi atteggiamenti mantenuti dai funzionari menzionati nell’opera di Ammianus nel cerimoniale al cospetto dell’imperatore si veda anche V. Neri, La dialettica politica fra l’imperatore e la sua corte nelle ‘Res gestae’ di Ammiano Marcellino, Koinonia, 40 (2016), 107-130 (per lo specifico episodio che vide contrapposti Marcellus e Eutherius, cfr. 111 s.).
7 PLRE I, s.v. Severus 8, p. 832.
Index nominum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Κωνστάντιος | Eun. frg. 17; |
Eutherius | Amm. XVI 7,3; |
Iulianus / Ἰουλιανός | Amm. XVI 7,2; Eun. frg. 8b; |
Marcellus / Μάρκελλος | Amm. XVI 2,8, 4,3, 7,2.3, 8,1, 10,20.21, XXII, 11,2; Eun. frgg. 8b, 17; Zos. III 2,2; |
Σαλούστιος | Zos. III 2,2; |
Severus | Amm. XVI 10,21; |
Ursicinus | Id. XVI 2,8, 10,21. |
Index geographicus
Illyricum | Amm. XVI 10,20; |
Mediolanum | Id. XVI 7,2; |
Serdica | Id. XVI 8,1; |
Tridentum | Id. XVI 10,20. |
Index rerum notabilium
ἀρχή | Iul. Imp. ad Ath. 278B; Eun. frg. 8b; |
bellum | Amm. XVI 10,21; |
Caesar / Καῖσαρ | Amm. XVI 4,3; Zos. III 2,2; |
χειμάδιον | Iul. Imp. ad Ath. 278B; |
κίνδυνος | Ivi; |
consistorium | Amm. XVI 7,2; |
κύριος τῶν πραγμάτων (κύριος) | Iul. Imp. ad Ath. 278B; Eun. frg. 8b; |
δίκη | Id. frg. 17; |
διοίκησις | Zos. III 2,2; |
ἐπικουρία | Iul. Imp. ad Ath. 278B; |
exercitus | Amm. XVI 2,8; |
expeditio | Ivi; |
filius / παῖς | Amm. XXII 11,2; Eun. frg. 17; |
finis | Amm. XVI 2,8; |
imperator, imperium | Id. XVI 10,20, XXII 11,2; |
indignitas | Id. XVI 4,3; |
iter | Id. XVI 10,20; |
locus | Id. XVI 2,8, 10,21; |
magister equitum (et peditum) / στρατηγός, στρατοπέδων ἀρχή | Amm. XVI 4,3, XXII 11,2; Lib. Or. XVIII 48; Iul. Imp. ad Ath. 278B; |
maturitas | Amm. XVI 10,21; |
mendacium | Id. XVI 7,3; |
mors publica | Id. XXII 11,2; |
νεανίσκος | Eun. frg. 17; |
οἰκεῖος | Lib. Or. XVIII 48; |
ὄνομα | Eun. frg. 8b; |
φιλία | Id. frg. 17; |
φύσις | Zos. III 2,2; |
πολέμιος | Lib. Or. XVIII 48; |
πόλις | Iul. Imp. ad Ath. 278B; |
praeceptus | Amm. XVI 2,8; |
praesentia | Ivi; |
σχήμα | Eun. frg. 8b; |
στρατόπεδον | Iul. Imp. ad Ath. 278B; |
statio | Amm. XVI 4,3; |
successor | Id. XVI 2,8; |
suppetiae | Id. XVI 4,3; |
veritas | Id. XVI 7,3. |
Neri 2016 = Valerio Neri, La dialettica politica fra l’imperatore e la sua corte nelle ‘Res gestae’ di Ammiano Marcellino, Koinonia, 40 (2016), 111 s.