Certamente egli si adoperò con la massima dedizione per beneficiare il proprio luogo natìo, giacché la corrispondenza libaniana fu esplicita ed estremamente precisa nell’indicazione delle origini di P. Soprattutto in almeno due lettere commendaticie redatte agli inizi del 393 in favore del figlio del curiale, di nome Macedonius 3, fu espressamente menzionata la città originaria di P. e la condizione di declino in cui versava nel secolo IV4, allo scopo di sollecitare gli alti funzionari imperiali a un intervento di riqualificazione.
Nella prima missiva Libanius si rivolse a Aristaenetus5, prefetto al pretorio a Constantinopolis: Τὸν Πελαγίου παῖδα […] δόξεις μὲν οὖν ἄνδρα εὖ ποιεῖν ἕνα, εὖ δὲ ποιήσεις πόλιν ὅλην Κύρον τὴν νῦν μὲν μικράν, πρότερον δὲ μεγάλην, ἴσως δὲ πάλιν ἐσομένην μεγάλην σοῦ βοηθοῦντος (Lib. ep. 1071)6. In chiusura il sofista amplificò quindi intenzionalmente la portata di un eventuale intervento del prefetto: il beneficio che avrebbe destinato a una sola persona sarebbe ricaduto sull’intera città di Cyrrus, ora piccola, ma che prima fu grande e che avrebbe potuto tornare a divenire grande grazie all’aiuto di Aristaenetus.
Un’altra epistola nello stesso anno fu mandata a Brasidas, avvocato concittadino di Pelagius, influente presso la corte orientale7; ancor più evidente fu l’accentuazione posta sulla crisi economica che stava attraversando la Cirrestica: Κύρῳ τῇ πόλει τὰ μὲν ἄλλα πέπτωκέ τε καὶ κεῖται, πύργος δὲ οὑτὸς λείπεται μόνος χρηστοῦ πατρὸς παῖς τὰ μὲν οὐ χείρων, τὰ δὲ καὶ βελτίων ἔχων γάρ, εἴπερ ἐβούλετο, μὴ βουλεύειν, βουλεύει τε καὶ δαπανᾷ κατέρπεται δαπανώμενος. […] πάλαι γὰρ δὴ σὺ τοὺς σαυτοῦ πολίτας ἀνέχεις (Lib. ep. 1074,1.2).
Esordio fortemente letterario di questa lettera, ma senz’altro descrittivo di una situazione quasi del tutto realistica; in Cyrrus tutto crollava e giaceva a terra, Macedonius fu presentato come baluardo, figlio di nobile padre, ma per alcuni aspetti addirittura superiore al padre, disposto infatti a spendere del proprio, mentre il padre probabilmente si avvalse di esenzioni dai munera curialia in virtù della propria categoria professionale8.
P., forse anche per i natali eufratensi, fu scelto per governare la Syria negli anni 382-3839, un’altra epistola libaniana appartenente al gruppo delle missive scritte per raccomandare Macedonius e diretta a Anatolius, senatore costantinopolitano10, lo sottolineò in modo estremamente ridondante: Πελαγίῳ χάριτας ὀφείλεις ἄρξαντι Σύρων Σύρος ὤν· γνώμῃ γὰρ ἐχρήσατο πατρὸς ἐκεῖνος, ἡνίκα ἦρχε Σύρων. Εἰ δὲ Σύρος γε σύ, καὶ τοῦτο οὐκ ἂν ἀρνήσαιο, μετὰ τῶν ἄλλων εὖ παθὼν καὶ χάριτας μετὰ τῶν ἄλλων ὀφείλεις (Lib. ep. 1073,1).
L’attribuzione di una patria siriaca ad Anatolius fu probabilmente un artificio retorico di Libanius, che con il termine etnico volle esprimere quasi certamente un ampio coronimo anziché l’identificazione con l’effettiva divisione amministrativa; l’uso generico di Σύρος servì infatti a rafforzare la solidarietà tra l’alto funzionario e il figlio di P.11, anch’egli originario di una provincia confinante con la Syria, l’Euphratensis. Anatolius, come ben sapeva Libanius che in altra occasione non mancò di segnalarlo, fu nativo infatti della Cilicia 12 (Lib. epp. 966,1023,1073).
Il frammento epistolare sopra riportato ci informa anche del fatto che agli inizi del 393, periodo di datazione della lettera13, P. era già morto14, giacché Macedonius è presentato come erede dell’atteggiamento tenuto dal funzionario quando governava i Siri; l’uso del tempo passato (ἦρχε) esprime chiaramente il concetto.
1 Della città che nei primi secoli imperiali fu un importante centro della provincia dell’Euphratensis, oggi esistono soltanto le rovine, situate una settantina di chilometri a nord-ovest della siriaca Aleppo e soli ventiquattro chilometri a sud della Turchia. Si veda anche il glossario storico-geografico introduttivo alla prosopografia, nella sezione relativa a una breve storia della provincia Euphratensis, I, G Or. 19, pp. 62 s.
2 Durante l’Impero di Valente (364-378) Libanius fu ostacolato nella sua attività oratoria, implicato anche in alcuni processi intentati da suoi oppositori, subì diverse restrizioni, fra cui l’impossibilità di ricevere visite di funzionari, aspetto di cui si lamentò nella sua prima orazione, accennando anche ai frequenti incontri avvenuti in precedenza con Pelagius di Cyrrus fra gli altri: ἐπεὶ καὶ τοῦ νόμου κατεβόα μὴ διδόντος οἱ βαδίζειν οἴκαδε ὡς ἐμέ· ᾧ πολλῷ μὲν ἐχρῆτο ὁ Ἠπειρώτης ἐκεῖνος, πλείονι δὲ ἢ ἐκεῖνος ὁ ἐκ Κύρου· τῷ μὲν ὄνομα Πελάγιος, Μαρκελλῖνος δὲ τῷ προτέρῳ (Lib. or. I 211).
3 PLRE I, s.v. Macedonius 4, pp. 526 s. Macedonius fu anche allievo di Libanius – cfr. P. Petit, Les Étudiants de Libanius, Parigi 1956, 57, 108, 178.
4 Per un’analisi ampia riguardo alla trasformazione urbanistica avvenuta nel Vicino Oriente, a partire dal secolo IV si veda J.H.W.G. Liebeschütz, Decline and Fall of the Roman City, Oxford 2001, 295-303 (part. attenzione al contesto siriaco-mesopotamico).
5 PLRE I, s.v. Aristaenetus 2, pp. 104 s.
6 Altro breve cenno sull’origine eufratense di Pelagius in Lib. ep. 95.4: Πελάγιος ὅτι μὲν γένους τε ἕνεκα καὶ τῆς ἄλλης λαμπρότητος εἰς τὰ πρῶτα τελεῖ τῶν περὶ τὸν Εὐφράτην […].
7 PLRE I, s.v. Brasidas, pp. 164 s.
8 Cfr. R. Delmaire, Cités et fiscalité au Bas-Empire. À propos du rôle des curiales dans la levée des impôts, in C. Lepelley, La fin de la cité antique et le début de la cité médiévale: de la fin du III ͤ siècle à l’avènement, Bari 1996, 59-70. L’esenzione fiscale fu riconosciuta a insegnanti, medici e funzionari municipali e imperiali, era detta ἀτέλεια – cfr. L. De Salvo, I munera curialia nel IV secolo: considerazioni su alcuni aspetti sociali, in AA. VV., X Convegno Internazionale in onore di Arnaldo Biscardi: Atti dell’Accademia Romanistica Costantiniana. Perugia-Gubbio, 7-10 ottobre 1991, Napoli 1995, 291-318. In merito a una richiesta di ἀτέλεια da parte di Pelagius cfr. anche Lib. ep. 1200,3: […] Πελάγιος δὲ οὑτοσὶ πάντας ἡμᾶς ἐξαψάμενος ἔχει τῇ τῶν ἠθῶν ἁρμονίᾳ καὶ οὐχ ἡμᾶς γε μόνον, ἀλλὰ καὶ πάντας οἷς ἐπέμιξεν. ἦλθε γὰρ δὴ μέχρι τῆς Ἰταλίας, ἡνίκα ἐπρέσβευε, καὶ οὐδεὶς οὕτως οὔτε λίθινος οὔτε σκληρός, ὅς οὐκ εὐθὺς εἴχετο. Si vedano anche Lib. epp. 1201,1202 (Petit, Les Fonctionnaires, 195).
9 La data dell’assunzione dell’incarico è stata suggerita da G. Downey, A study of the comites Orientis and the consulares Syriae, Princeton 1937, 17.
10 PLRE I, s.v. Anatolius 9, pp. 61 s.
11 Cfr. Pellizzari, Maestro di retorica, maestro di vita, 407.
12 Anche alla storia delle province di Syria e di Cilicia è riservata un’apposita scheda nel glossario storico-geografico introduttivo al primo tomo della prosopografia, I, GG Or. 8,22, pp. 48 s., 66-68.
13 Cfr. Petit, Les Fonctionnaires, 194.
14 Difficile l’identificazione di Pelagius con un comes Orientis ancora attivo nel 385, come proposto in S. Olszaniec, Comites consistoriani w wieku IV: studium prosopograficzne elity dworskiej Cesarstwa Rzymskiego 320-395 n.e., Torún 2007, 590.
Gli ambasciatori, in occasioni come questa, erano tenuti a portare anche una corona d’oro (aurum coronarium) in dono all’imperatore e venivano scelti dal governatore della provincia di competenza4.
Il viaggio di P. è tracciabile ancora attraverso la corrispondenza che Libanius gli affidò; prima giunse via terra in Bithynia 5, con un’epistola destinata a Aristaenetus, governatore della provincia pontica6 (Lib. ep. 562,4: […]Πελάγιον δὲ τουτονὶ γνοὺς ἐγνωκὼς ἔσῃ τὸν ἡμερώτατον Σύροις […]), poi risalì il territorio balcanico e fece tappa a Sirmium, per lasciare un’altra missiva di Libanius destinata a Anatolius (II), governatore della Syria nel 349 e praefectus praetorio Illyrici tra il 357 e il 360, contenente una richiesta di aiuto per altri amici del sofista (Lib. ep. 563,5: ἀλλ᾽ εἰς νὲν τοῦτο συμβούλων οὐδέν σοι δεῖ, Πελάγιον δὲ τοῦτον οἶσθά του· Σύρων γὰρ τοὺς ἀγαθοὺς οὐκ ἀγνοεῖς).
L’ultima lettera che P. dovette consegnare, prima di terminare il viaggio nell’antica capitale, dove l’imperatore infine attendeva tutti gli ambasciatori7, fu per un certo Crescens, verosimilmente Atilius Crescens, un tabularius palatii ovvero uno dei responsabili dell’archivio della corte imperiale8, che molto probabilmente si trovava ancora a Mediolanum (Lib. ep. 564,3: εἶτ᾽ εὐθὺς ἡ Τύχη με παραμυθεῖται πρεσβευτὴν ἕτερον δοῦσα καὶ χρηστὸν ὥσπερ ἐκεῖνον καὶ φίλον ἀμφοῖν. […]).
P. fu forse destinatario di un’unica epistola indirizzata espressamente a lui da Libanius, nel 365, quando l’oratore lo consolò per la perdita della moglie (Lib. ep. 1325,1: Πελαγίῳ. Εὐρών σε ἐν τοῖς εἰωθόσι τὴν ἑορτὴν μάλα ἥσθην σύμβολον τοῦτο ποιούμενος τοῦ νενικῆσθαι τὴν λύπην. […] ὃ γυναικὸς μέν ἐστιν οὐδὲ ταύτης σπουδαίας, ἀνδρὸς δὲ οὐδαμόθεν). Nello stesso anno ancora si rese disponibile per consegnare una missiva dell’amico antiocheno al suo concittadino Evanthius, funzionario alla corte dell’imperatore Giuliano (361-363) e proprietario terriero a Cyrrus 9 (Lib. ep. 1334,3: Πελαγίῳ. […] γνωρίζεις οἷς εἶπον τὸν ἄνδρα‧ δῆλον γὰρ ὡς ἐδέξατο καὶ Κύρος Εὐανθίου τὸ κλέος).
1 Cenno al suo operato in quanto ambasciatore anche in Lib. ep. 95,5: καὶ δῆτα αὐτῷ συνηυξήθη τὸ τῆς ἐπιεικείας, ἥν οὐχ ἧττον Σύρων ἐγνώκασι πάντες δι᾽ὅσων ἦλθεν, ἦλθε δὲ διὰ πλείστων, ἡνίκα ἐπρέσβευσε καὶ κατεσκεύασε τοῖς αὑτοῦ τρόποις δόξαν τὴν ἀμείνω τῷ γένει.
2 Cfr. Liebeschütz, Antioch: city and imperial administration, 266.
3 Cfr. Petit, Libanius et la vie municipale, 416.
4 Cfr. Cl. Ando, Imperial Ideology and Provincial Loyalty in the Roman Empire, Berkeley-Los Angeles-Londra 2000, 175-190.
5 Alla storia romana e tardo antica della provincia di Bithynia è riservata un’apposita scehda nel glossario storico-geografico introduttivo al primo tomo della prosopografia, I, G Or. 5, pp. 46 s.
6 PLRE I, s.v. Aristaenetus 1, p. 104.
7 Per una dettagliata disamina di tutti gli spostamenti compiuti dall’imperatore Costanzo II nell’anno 357 e comunque per la sua predilizione e necessità della residenza di corte in Mediolanum cfr. M. Pavan, Milano capitale dell’Impero, StudRom, XXVI/1.2 (1988), 1-12.
8 PLRE I, s.v. Atilius Crescens 2, p. 230.
9 Ivi, s.v. Evanthius 3, p. 287.
Index nominum – Index rerum sacrarum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Ἀνατόλιος (II) | Lib. ep. 563; |
Ἀνατόλιος (III) | Id. ep. 1073; |
Ἀρισταίνετος (I) | Id. ep. 357; |
Ἀρισταίνετος (II) | Id. ep. 1071; |
Βρασίδας | Id. ep. 1074; |
Κρήσκης | Id. ep. 564; |
Δομετιανός | Id. ep. 1200; |
Εὐάνθιος | Id. ep. 1334,3; |
Εὐέθιος | Id. ep. 1201; |
Λητόϊος | Id. ep. 1202; |
Μαρκελλῖνος | Id. or. I 211; |
Παννύχιος | Id. ep. 95; |
Πελάγιος | Id. epp. 95, 562-4, 1071, 1073-4, 1200-2, 1325, 1334, Or. I 211. |
Index rerum sacrarum
Τύχη | Lib. ep. 564,3. |
Index geographicus
Κύρρος | Lib. epp. 1071-4, Or. I 211; |
Ἠπειρώτης (<Ἤπειρος) | Id. Or. I 211; |
Εὐφράτης (<Εὐφρατήνσις) | Id. ep. 95,4; |
Ἰταλία | Id. ep. 1200,3; |
Σύρος (<Συρία) | Id. epp. 95,5, 562,4, 563,5, 1073,1. |
Index rerum notabilium
ἀνήρ | Lib. epp. 1071, 1325,1, 1334,3; |
χάρις | Id. ep. 1073,1; |
κλέος | Id. ep. 1334,3; |
δόξα | Id. ep. 95,5; |
ἐπιείkεια | Ivi; |
γένος | Lib. ep. 95,4.5; |
γνώμη | Id. ep. 1073,1; |
γυνή | Id. ep. 1325,1; |
νόμος | Id. or. I 211; |
ὄνομα | Ivi; |
παῖς | Lib. epp. 1071, 1074,1; |
πατήρ | Id. epp. 1073,1, 1074,1; |
φίλος | Id. ep. 564,3; |
πόλις, πολίτης | Id. epp. 1071, 1074,1.2; |
πρεσβευτής | Id. ep. 564,3; |
πύργος | Id. ep. 1074,1; |
σύμβουλος | Id. ep. 563,5; |
τροπή | Id. ep. 95,5. |
Delmaire 1996 = Roland Delmaire, Cités et fiscalité au Bas-Empire. À propos du rôle des curiales dans la levée des impôts, in C. Lepelley (ed.), La fin de la cité antique et le début de la cité médiévale: de la fin du IIIe siècle à l’avènement, Bari 1996, 59-70.
Downey 1937 = Glanville Downey, A study of the comites Orientis and the consulares Syriae, Princeton 1937, 17.
Liebeschütz 1972 = John Hugo Wolfgang Gideon Liebeschütz, Antioch: city and imperial administration in the later Roman Empire, Oxford 1972, 266.
Liebeschütz 2001 = John Hugo Wolfgang Gideon Liebeschütz, Decline and Fall of the Roman City, Oxford 2001, 295-303.
Norman 1992 = Albert Francis Norman, Autobiography and selected letters, II, Cambridge 1992.
Olszaniec 2007 = Szymon Olszaniec, Comites consistoriani w wieku IV: studium prosopograficzne elity dworskiej Cesarstwa Rzymskiego 320-395 n.e., Torún 2007, 590.
Pellizzari 2017 = Andrea Pellizzari, Maestro di retorica, maestro di vita: le lettere Teodosiane di Libanio di Antiochia, Roma 2017, 405-410.
Petit 1955 = Paul Petit, Libanius et la vie municipale à Antioche au IVᵉ siècle après Jésus-Christ, Parigi 1955, 416.
Petit 1956 = Paul Petit, Les Étudiants de Libanius, Parigi 1956, 57, 108, 178.
Petit 1994 = Paul Petit, Les Fonctionnaires dans l’oeuvre de Libanius: analyse prosopographie, Parigi 1994, 194-6.
Seeck 1906 = Otto Seeck, Die Briefe des Libanius, Lipsia 1906, 234.