patricius (552-559)
Nell’elenco di magistri militum o duces, in massima parte reclutati tra foederati barbari2, fu incluso anche Valerianus; di alcuni fu precisata anche l’origine, per gli altri, fra cui il protagonista di questa scheda, lo storiografo si limitò a segnalare che quasi tutti provennero dalla Thracia:
[…] καὶ Κυπριανὸς καὶ Βαλεριανὸς καὶ Μαρτῖνος καὶ Ἀλθίας καὶ Ἰωάννης καὶ Μάρκελλος καὶ Κύριλλος […] τούτων ἀπάντων Σολόμων μὲν ἑῷος ἐτύγχανεν ὢν ἐκ τῆς Ῥωμαίων ἐσχατιᾶς αὐτῆς, οὗ νῦν πόλις οἰκεῖται Δάρας, Ἀιγὰν δὲ ἦν Μασσαγέτης γένος, οὓς νῦν Οὔννους καλοῦσιν‧ οἱ δὲ λοιποὶ σχεδόν τι ἅπαντες τὰ ἐπὶ τῆς Θρᾴκης χωρία ᾤκουν (Proc. Bella III 11,6,9-11).
Procopio ricordò dunque che fra tutti costoro Solomon veniva da un luogo a est (ἑῷος), all’estremità del territorio dei Romani, dalla città allora corrispondente al piccolo villaggio di Dara o Kara-dara3, e Aigan era per nascita della stirpe dei Massageti, già allora chiamati Unni; i restanti invece erano quasi tutti abitanti della terra di Thracia.
Poco altro si conosce riguardo al contesto familiare originario di V., nell’opera procopiana si trovano soltanto altri due cenni in merito a un Damianus 4, un doryphorus 5 del quale non fu precisata l’origine, altresì la parentela, nipote di V. 6: […] καὶ οἱ τῶν τε Βαλεριανῷ ἑπομένων τετρακοσίους ξυνέπεμψεν, ὧν Δαμιανὸς ὁ Βαλεριανοῦ ἀδελφιδοῦς ἦρχε […] (Proc. Bella VI 7,26)7.
1 PLRE IIIA, s.v. Fl. Belisarius 1, pp. 181-224.
2 Cfr. D.A. Parnell, Justinian’s men: The ethnic and regional origins of Byzantine officers and officials, 518-610, St. Louis University 2010, 80-85; Id., Justinian’s men 2017, 56-58.
3 All’estremo confine meridionale dell’antica provincia di Armenia, distante circa cinque chilometri dal regno Sasanide.
4 PLRE IIIA, Damianus 2, p. 385.
5 Cfr. Mundilas, “Titolo” n. 1.
6 Spesso i doryphori furono arruolati fra i familiari del generale stesso – cfr. Parnell, Justinian’s men 2010, 64, n. 23.
7 Il legame di parentela è confermato in Proc. Bella VIII 33,2: […] χρήμασι μεγάλοις αὐτοὺς δεξιοσάμενος ἐς τὰ πάτρια ἤθη ἀφῆκεν ἰέναι, Βαλεριανόν τε καὶ Δαμιανόν, τὸν αὑτοῦ ἀδελφιδοῦν […]. In Pelag. I ep. 52,3: Pelagius (papa) Valeriano patricio. […] Sic per omnia divisionis suae mala etiam hoc eos ausos fuisse comperimus, ut fratrem vestrum, virum excellentissimum, dominum patricium Iohannem quasi excommunicare temtaverint; […] ma l’indicazione di Valerianus come fratello di Ioannes (PLRE IIIA, s.v. Ioannes 71, pp. 669 s.) sembra riflettere esclusivamente un’espressione di fraternità pari a quella esistente fra i religiosi e non un’effettiva parentela – cfr. Stein, Histoire du Bas-Empire, II, 615, n. 1.
Nel 533 V. partì dunque insieme a un ampio contingente verso l’Africa, dove forse per un triennio, al rientro di Belisarius e Solomon 3 nella capitale l’anno seguente, rimase anche al comando della sezione dell’esercito bizantino stanziata in Numidia; Procopius descrisse con precisione il viaggio da Constantinopolis, passando per il Peloponneso, fino alla costa africana4.
Agli inizi dell’anno 537 V., insieme all’altro magister militum foederatorum, Martinus 5, fu inviato dall’imperatore nella penisola italica in soccorso a Belisarius 6, in quel momento impegnato nella difesa di Roma nel conflitto contro i Goti. Di nuovo il momento di sbarco dalla Graecia e le difficoltà incontrate prima della partenza furono descritte da Procopius, con breve cenno relativo ai protagonisti e alle loro cariche, ripreso anche nella tradizione posteriore dal cronachista Marcellinus comes: Τοσαῦτα μὲν Βελισάριος ἔγραψε. Βασιλεὺς δὲ λίαν ξυνταραχθεὶς στράτευμά τε καὶ ναῦς σπουδῇ ἤγειρε καὶ τοῖς ἀμφὶ Βαλεριανόν τε καὶ Μαρτῖνον ἐπέστελλε κατὰ τάχος ἰέναι. Σταλέντες γὰρ ξὺν στρατεύματι ἄλλῳ ἀμφὶ τὰς χειμερινὰς τροπὰς ἔτυχον, ἐφ᾽ᾧ πλεύσουσιν ἐς Ἰταλίαν (Proc. Bella V 24,18-20)7.
Venti giorni dopo che i Goti conquistarono Portus, verisimilmente nell’aprile del 5378, V. e Martinus raggiunsero Roma 9 alla testa di mille e seicento unità di cavalleria10, in massima parte Unni11 e Sclaveni: […] ἡμέραις δὲ ὕστερον εἴκοσιν ἢ ὁ Πόρτος ἥ τε πόλις καὶ ὁ λιμὴν ἑάλω, Μαρτῖνός τε καὶ Βαλεριανὸς ἧκον, ἑξακοσίους τε καὶ χιλίους στρατιώτας ἱππεῖς ἐπαγομένω […] (Proc. Bella V 27,1-2).
V. rimase con Belisarius fino alla riconquista bizantina di Ravenna nel 540, poi nell’estate dello stesso anno rientrò a Constantinopolis insieme al generale in trionfo e ad altri tre comandanti12 (Proc. Bella VII 1,1: Οὕτω μὲν Βελισάριος, ἔτι τῶν πραγμάτων ᾐωρημένων, ξύν τε Οὐιττίγιδι καὶ Γότθων τοῖς δοκίμοις καὶ τοῖς Ἰλδιβάδου παισὶ τὰ χρήματα πάντα ἐπαγόμενος ἐς Βυζάντιον ἧκε, καί οἱ Ἴλδιγέρ τε καὶ Βαλεριανὸς καὶ Μαρτῖνος ξὺν Ἡρωδιανῷ εἵποντο μόνοι); per essere quindi impegnato come magister militum per Armeniam sul fronte orientale, tra il 541 e il 547 (Proc. Bella II 14,8: Βελισάριος […] ἔπεμψεν ἄρχοντάς τε τοὺς ἐξ Ἰταλίας ξὺν αὐτῷ ἥκοντας, ὧν δὴ ἕνα Βαλεριανὸν ἡγεῖσθαι τῶν ἐν Ἀρμενίοις καταλόγων ἐκέλευε)13.
Verso la fine dell’anno 547 l’imperatore Giustiniano ordinò a V. di raggiungere di nuovo l’Italia, a capo di oltre un migliaio di guardie; ancora rimasero tracce della nuova missione nella storiografia, Procopius scrisse:
Βασιλεὺς δὲ Ἰουστιανιανὸς στράτευμα πέμπειν ἄλλο ἐπὶ Γότθους καὶ Τουτίλαν ἔγνω […] μετὰ δὲ Βῆρόν τε ξὺν Ἐρούλοις τριακοσίοις καὶ Οὐαράζην Ἀρμένιον γένος ξὺν ὀκτακοσίοις Ἀρμενίοις στέλλει, Βαλεριανόν τε τὸν τῶν Ἀρμενίων στρατηγὸν ἐνθένδε ἀναστήσας ξὺν τοῖς ἑπομένοις δορυφόροις τε καὶ ὑπαπισταῖς πλέον ἢ χιλίοις οὖσιν ἐς Ἰταλίαν ἐκέλευεν ἰέναι (Proc. Bella VII 27,3)14.
Giustiniano decise quindi di mandare un altro esercito contro i Goti e Totila, a Verus con trecento Eruli e a Varazes, l’armeno, con ottocento uomini, a V., il magister militum per Armeniam, insieme alle guardie del corpo del suo seguito che erano più di mille, ordinò di andare in Italia.
Sostarono sullo Ionium, lungo la costa ellenica, dove, giunti a metà dicembre, decisero di rimanere per l’inverno, fino a quando, nella primavera del 548, l’imperatore ordinò loro di raggiungere Hydruntum per ricongiungersi a Belisarius: ἤδη δὲ καὶ Βαλεριανὸς ἄγχιστα κόλπου τοῦ Ἰονίου ἥκων διαπορθμεύσασθαι μὲν ᾤετό οἱ ἔν γε τῷ παρόντι ἀξύμφορον εἶναι […] βασιλεὺς δὲ Ἰουστιανιανὸς […] ἔπεμψεν καὶ Βαλεριανὸν οὐδεμιᾷ μελλήσει παρὰ Βελισάριον ἐκέλευεν ἰέναι (Proc. Bella VII 27,13, 30,1-2).
In seguito V. si mostrò molto refrattario nell’effettiva esecuzione degli ordini; si unì alle milizie di Iohannes 15 nel Picenum, un altro comandante che in questi ultimi anni del conflitto si dimostrò più incline ad assecondare le direttive dell’eunuco Narses, investito dell’incarico di massima autorità militare dall’imperatore nel 551.
Tra il 550 e il 551 V. fu comunque soprattutto operativo a Ravenna e nei dintorni delle antiche Ancona e Sena Gallica, dove affiancò spesso Iohannes contro i Goti16.
Nel 552 V. fu per la prima volta coinvolto in questioni di politica ecclesiastica, giacché, a fronte di scorrerie dei Goti, guidati dal sovrano Totila (541-552), e di Franchi nel territorio della provincia di Venetia et Histria 17, rifiutò il permesso alla consacrazione di un nuovo vescovo a Mediolanum, successore di Datius (535/6-552). L’episodio fu riferito nell’epistolario del futuro pontefice romano, Pelagio I (556-561), che non trascurò di segnalare che V. condusse il neo-vescovo, Vitalis (552-555)18, e colui che lo avrebbe consacrato a Ravenna 19. Si legge in una missiva datata al 559:
Pelagius (papa) Valeriano patricio. […] recolere enim debet, celsitudo vestra, quid Deus per vos fecerit tempore illo, quo et Hystriam et Venetias tyranno Totila possidente, Francis etiam cuncta vastantibus, non ante tamen Mediolanensem episcopum fieri permisistis, nisi ad clementissimus principem exinde retulissetis, et quid fieri debuisset eius iterum scriptis cognovissetis, et inter ubique ferventes hostes Ravennam tamen et is qui ordinabatur et is qui ordinaturus erat providentia culminis vestri deducti sunt […] (Pelag. I ep. 52,15).
V. si riavvicinò all’antico territorio transpadano in seguito alla morte di Totila, quando subentrò Theia (552-553) a capo dei Goti; Narses gli diede ordine di sorvegliare i dintorni del flumen Padus, giacché un discreto numero di forze gote si erano riorganizzate presso Ticinum. Si legge in Procopius: […] ταῦτα ὁ Ναρσῆς ἀκούσας Βαλεριανὸν μὲν ἐκέλευσε πᾶσι τοῖς ἑπομένοις ἀμφὶ Πάδον ποταμὸν φυλακὴν ἔχειν […] (Proc. Bella VIII 33,8)20.
Ancora, nella primavera del 559, V. fu chiamato a intervenire nelle controversie in àmbito ecclesiastico, papa Pelagio I lo esortò a utilizzare la sua autorità per contrastare i vescovi scismatici a seguito della controversia dei ‘Tre Capitoli’, riguardante i teologi Theodoretus di Mopsuestia, Theodoretus di Cyrrhus e Ibas di Edessa e le loro opere21. L’imperatore Giustiniano I (527-565) compose un trattato teologico accusando i tre religiosi di filo-nestorianesimo e impose la loro condanna attraverso un editto.
La sentenza, che fu accettata quasi all’unanimità nella parte orientale dell’Impero, creò tumulto tra i religiosi occidentali; in particolare Paulinus, vescovo di Aquileia e Auxanus, vescovo di Mediolanum 22 continuarono a rimanere distanti dalle posizioni imperiali, accettate dal pontificato romano. Pelagio I si rivolse per questo a V. con le parole seguenti: Pelagius (papa) Valeriano patricio. […] Magis autem ipsi praefato glorioso viro scripsimus, ut gratias Deo agat, quare per quamcumque occasionem liberatus est a contagione scismaticorum […] (Pelag. I ep. 59,2-3).
Come si può cogliere dalle numerose imprese belliche compiute e dal ruolo rilevante rivestito anche in questi ultimi anni del conflitto nella penisola italica, V. visse fino a età avanzata; da un altro epistolario papale, quello gregoriano, ricaviamo informazioni anche riguardo ai suoi ultimi anni di vita, alla sua morte e alla sepoltura nell’antica Brixia; dove fu deposto in un sepolcro ordinato dal locale vescovo nella chiesa dedicata a S. Faustino:
De Valeriani patricii sepultura. Ioannes quoque vir magnificus, in hac urbe locum praefectorum servans, cuius gravitatis atque veritatis sit novimus: qui mihi testatus est Valerianum patricium in civitate quae Brixia dicitur fuisse defunctum. Cui eiusdem civitatis episcopus, accepto pretio, locum in ecclesia praebuit, in quo sepeliri debuisset. Qui videlicet Valerianus usque ad aetatem decrepitam levis ac lubricus exstitit, modumque suis pravitatibus ponere contempsit. Eadem vero nocte qua sepultus est, beatus Faustinus martyr, in cuius ecclesia corpus illius fuerat humatum, custodi suo apparuit […] (Greg. I dial. IV,52).
1 Per quasi l’intero secolo VI vi furono quattro grandi raggruppamenti di milizie romane dislocati in quattro settori strategici, Illyricum, Thracia, Mesopotamia e Armenia, al comando di ognuno di questi furono posti dei magistri militum (cfr. Jones, The later Roman Empire, I, 655). A seguito delle riconquiste dell’Africa e dell’Italia furono istituiti anche raggruppamenti su scala regionale, con a capo sempre magistri militum – cfr. W. Treadgold, Byzantium and its army: 284-1081, Stanford 1995, 15-17.
2 Il termine ἄρχων è frequentissimo nell’opera di Procopius e lo storiografo lo impiegò per identificare personalità sia Romane sia ‘non Romane’, con riferimento a magistri e duces. L’usus scribendi di Procopius rispose infatti sempre a una finalizzazione espressiva come si è già indicato (cfr. tomo I, s.v. Ennas, L I.33, p. 202, n. 411). La storiografia del secolo VI tuttavia indicò il grado massimo degli ufficiali nell’esercito sempre con la carica di magister militum, mentre dux rimase a indicare una funzione di comando indifferenziata, propria di forze campali, ma spesso senza l’attribuzione di un preciso territorio da presiedere (si veda soprattutto l’analisi di G. Ravegnani, I Bizantini e la guerra, Roma 2004, 45-47). In riferimento a Valerianus, Procopius utilizzò in tutte le occasioni il termine ἄρχων – si veda anche Proc. Bella III 11,5-6: ἄρχοντες δὲ ἦσαν φοιδεράτων μὲν […] καὶ Κυπριανὸς καὶ Βαλεριανὸς καὶ Μαρτῖνος καὶ Ἀλθίας καὶ Ἰωάννης καὶ Μάρκελλος καὶ Κύριλλος […], Id., Bella IV 3,4: κέρας μὲν τὸ ἀριστερὸν Μαρτῖνός τε καὶ Βαλεριανὸς καὶ Ἰωάννης καὶ Κυπριανός τε καὶ Ἀλθίας καὶ Μάρκελλος εἶχον καὶ ὅσοι ἄλλοι φοιδεράτων ἄρχοντες ἦσαν […]. Il termine φοιδερᾶτος in questo preciso contesto stette a indicare gruppi privati di milizie sotto la guida di un comandante, che deteneva il titolo di magister militum e riceveva dall’Impero un contributo in denaro per il mantenimento di queste milizie.
3 PLRE IIIB, Solomon 1, p. 1167.
4 Proc. Bella III 11,24: […] βασιλεὺς δὲ Ἰουστινιανὸς Βαλεριανόν τε καὶ Μαρτῖνον προτέρους ἔστελλεν, ἐφ᾽ ᾧ προσδέξονται τὴν ἄλλην στρατιὰν ἐς τὰ ἐν Πελοποννήσῳ χωρία καὶ ἐπειδὴ ἐν ταῖς ναυσὶν ἄμφω ἐγενέσθην […] (si veda anche la menzione dell’antica località ellenica di Methone, dove Martinus e Valerianus si ricongiunsero con il contingente guidato da Belisarius – Proc. Bella III 13,9), Id., Bella IV 14,40: […] αὐτίκα Σολόμων ἐκέλευε Μαρτῖνον ἐς Νουμιδίαν παρὰ Βαλεριανόν τε καὶ τῶν ξυναρχόντων τοὺς ἄλλους ἰέναι […]. La posizione di Valerianus esplicitata in quest’ultimo rigo (παρὰ Βαλεριανόν) sembra suggerire che a un tratto egli si trovasse da solo al comando in Numidia. Seguendo la narrazione di Procopius peraltro si ritrova anche che, forse sul finire dell’anno 533, pure Martinus e Valerianus furono richiamati a Constantinopolis – Proc. Bella IV 19,2: Μαρτῖνος καὶ Βαλεριανὸς ἤδη πρότερον ἐς Βυζάντιον μετάπεμπτοι ἦλθον.
5 PLRE IIIB, Martinus 2, pp. 839-848.
6 Procopius racconterà anche un episodio in cui Valerianus salvò la vita al ‘generalissimo’: il gran scudiere dell’imperatore, Constantinus, forse giacché ostile a Antonina, moglie di Belisarius, trovò la morte per ordine del generale, ma Procopius narrò invece come fosse scoppiato un dissidio tra i due per la mancata restituzione di due pugnali da parte di Constantinus, il quale era insorto contro il ‘generalissimo’ e fermato da Valerianus prima dell’irreparabile gesto (Proc. Bella VI 8,14,16: ἀλλὰ Κωνσταντῖνος τεθνήξεσθαι παραυτίκα οἰόμενος δρᾶσαί τι μέγα, πρίν τι αὐτὸς πάθοι, ἐβούλετο. διὸ δὴ τὸ ξιφίδιον εἷλκεν ὅπερ οἱ πρὸς τῷ μηρῷ ἀπεκρέματο, ἄφνω τε αὐτὸ ἐπὶ τὴν Βελισαρίου γαστέρα ὦσεν. […] Κωνσταντῖνος μὲν οὖν, ἔτι τῷ θυμῷ ζέων, ἐπῄει, κατιδόντες δὲ Ἰλδίγερ τε καὶ Βαλεριανὸς τὸ ποιούμενον ὁ μὲν τῆς δεξιᾶς, ὁ δὲ τῆς ἑτέρας αὐτοῦ χειρὸς λαμβανόμενος ὀπίσω ἀνθεῖλκον).
7 Marcell. com. Addit. s.a. 537: Temporeque longo Romam obsidente Vitigis Belisarius intus inedia vigiliisque laborans auxilium ab imperatore deposcit. Cui directi sunt Martinus et Valerianus uterque magister militiae: nec si tamen Vitigis obsidionem relinquit.
8 Cfr. Mundilas,“Destionazione” n. 7.
9 Durante l’assedio all’antica capitale più volte Belisarius coinvolse Martinus e Valerianus in interventi strategici a danno dei Goti; e in momenti diversi si trovarono anche in seria difficoltà – cfr. Proc. Bella VI 2,8: ὀλίγῳ δὲ ὕστερον Μαρτῖνον μὲν καὶ Βαλεριανὸν ξὺν τοῖς ἑπομένοις ἐς Νέρωνος πεδίον Βελισάριος ἔπεμψε […], Id. Bella VI 2,19-21,24: οἵ τε ἀμφὶ Βαλεριανὸν καὶ Μαρτῖνον, πλήθει πολλῷ πολεμίων μαχόμενοι, καρτερῶς μὲν ὑφίσταντο, ἔπασχον δὲ τὰ δεινότατα, καὶ κινδύνου ἐς μέγα τι ἀφίκοντο χρῆμα […] Βαλεριανὸς δὲ καὶ Μαρτῖνος τὰ ποιούμενα κατεῖδόν τε καί οἱ ἐπιβεβοηθηκότες ὡς τάχιστα ἔτρεψάν τε τοὺς πολεμίους […], Id. Bella VI 4,11: ἐν τούτῳ δὲ τῷ χωρίῳ Βαλεριανόν, τοὺς Οὔννους ἅπαντας ἀπαγαγόντα, χαράκωμα παρὰ τοῦ Τιβέριδος τὴν ὄχθην ἐκέλευε ποιεῖσθαι […].
10 I numeri di militari a disposizione dei magistri militium, indicati spesso da Procopius nella narrazione (cfr. anche Proc. Bella V 27,22-23: οὓς ἐπειδὴ Βελισάριος ἐγγυτέρω ἥκοντας εἶδε, πεντακοσίους τε καὶ χιλίους καὶ ἄρχοντας Μαρτῖνόν τε καὶ Βαλεριανὸν ἐπ᾽ αὐτοὺς ἔστελλεν), potrebbero non discostarsi troppo dal vero; giacché si stima che al servizio ad esempio del magister militum per Illyricum e del magister militum per Thraciam vi fossero rispettivamente un totale di 17.500 e 23.500 unità, molti dei quali non coinvolti nelle operazioni belliche in Italia – cfr. per le stime J.F. Haldon, Byzantium in the Seventh Century: the transformation of a culture, Cambridge 1990, 251 s.; W.E. Kaegi, The capability of the Byzantine army, in A. Carile (ed.), Teoderico e i Goti tra Oriente e Occidente, Ravenna 1995, 89 s.
11 Oltre a quanto si può leggere nel proseguimento di questo brano, più avanti Procopius precisò i nominativi di due doryphori che accompagnavano Belisarius e Valerianus; rispettivamente un trace e un unno massageta: […] ὧν ὁ μὲν Βελισαρίου δορυφόρος ἦν ἐκ Θρᾴκης, Οὐλιμοὺθ ὄνομα, ὁ δὲ Βαλεριανοῦ, Γουβουλγουδοῦ, Μασσαγέτης γένος (Proc. Bella VI 13,14).
12 Cfr. Maraval, Giustiniano, 255. Un cenno in Iordanis relativo al fatto che, subito dopo la presa di Ravenna, Belisarius si congiunse con Iohannes e Valerianus in Epirus sembra cronologicamente erroneo, mentre è verisimile che ciò si fosse verificato tra il 547 e il 548 quando, finite le azioni belliche contro i Persiani, l’esercito romano orientale si apprestò a ritornare in Italia (Iord. Rom. 380: et ideo postquam Ravenna ingressus est nec cum quibus ei obviaret invenit, remensoque Adriatico mare Epiro revertitur, ubi Iohannes et Valerianus ei coniuncti, dum in contiones et iurgia concertant, Totila qui Baduila hostile opus in Italia peragit) – cfr. Stein, Histoire du Bas-Empire, II, 580, n. 1.
13 Si vedano altri frammenti di brano nei quali è considerato l’incarico di Valerianus contro i Persiani. In particolare, già nell’autunno del 541, risulta che il re persiano Cosroe facesse marcia indietro quando apprese che Valerianus, magister militum per Armeniam, era riuscito a sconfiggere nell’Armenia romana un esercito di Unni che era stato inviato contro di lui. Belisarius era di conseguenza riuscito a riprendere le offensive in Mesopotamia. Procopius narrò l’episodio in due occorrenze, nel Bellum Persicum e negli Anecdota, ma soltanto nel secondo caso esplicitò che si trattò di una vittoria su un contingente di Unni (P. Maraval, Procope. Histoire secrète, Parigi 1990, 153). Proc. Bella II 24,6: διὸ δὴ Ναβέδης τηνικαῦτα ἐν Περσαρμενίοις τὴν στρατηγίδα ἔχων ἀρχὴν τὸν ἐν Δούβιος τῶν χριστιανῶν ἱερέα βασιλέως ἐπαγγείλαντος παρὰ Βαλεριανὸν τὸν ἐν Ἀρμενίοις στρατηγὸν ἔπεμψεν […], Id. Anecd. II 29,30: ἐτύγχανε δὲ καὶ στράτευμα Οὔννων ἐπὶ Ἀρμενίους τοὺς Ῥωμαίων κατηκόους ὁ Χοσρόης στείλας […] τούτους τε τοὺς βαρβάρους ἀπήγγελον ἕτεροι Βαλεριανῷ καὶ Ῥωμαίοις ὑπαντιάσασιν ἐς χεῖρας ἐλθόντας παρά τε πολὺ αὐτῶν ἡσσηθέντας τῇ μάχῃ ἐκ τοῦ ἐπὶ πλεῖστον ἀπολωλέναι. Cfr. anche Maraval, Giustiniano, 269. Per Valerianus nel ruolo di magister militum per Armeniam: […] Βαλεριανόν τε τὸν τῶν Ἀρμενίων στρατηγὸν […] (Proc. Bella VII 27,3), Βαλεριανῷ γὰρ τότε στρατηγοῦντι ἐν Ἀρμενίοις […] (Proc. Bella VIII 8,22). Altri cenni riguardo a imprese compiute da Valerianus contro i Persiani in Proc. Bella II 24,19, 25,17, IV 15,8-9. Valerianus peraltro ritornò sul fronte orientale agli inizi dell’anno 556, come documentato in Agath. hist. III 20,10: τὸ δὲ λοιπὸν ἅπαν τοῦ τείχους καὶ πρὸς ἀπηλιώτην ἄνεμον ἀπολῆγον τοῖς ἑῴοις τάγμασιν ἐπεφρόντιστο, ὑπὸ Βαλεριανῷ στρατηγῷ ταττομένοις (cfr. anche Agath. hist. III, 21,5).
14 Marcell. com. Addit. s.a. 548: Verus quoque magister militum et ipse in parte alia Calabriae infestum sustinuit Totilan et Valerianus ab imperatore in eorum solacia […].
15 PLRE IIIA, s.v. Ioannes 46, pp. 652-661. Cfr. Proc. Bella VI 30,9,15-18.
16 Proc. Bella VIII 23,4,8-9,29-42: Ἅπερ ἐπεὶ Βαλεριανὸς ἔμαθεν, ἐπὶ Ῥαβέννης διατριβὴν ἔχων, ἀμύνειν τε κατὰ μόνας τοῖς ἐν τῷ Ἀγκῶνι Ῥωμαίοις οὐχ οἰός τε ὤν, πέμψας πρὸς Ἰωάννην τὸν Βιταλιανοῦ ἀδελφιδοῦν […] οὗ δὴ καὶ Βαλεριανὸς ξὺν ναυσὶ δώδεκα οὐκ ἐς μακρὰν ἦλθεν. […] καὶ Βαλεριανὸς μὲν ἐπὶ Ῥαβέννης ἐχώρησεν, Ἰωάννης δὲ ἐς Σάλωνας ἀνέστρεψεν […].
17 Venetia et Histria fu un’indicazione geografica soggetta a numerose variazioni di significato, la realtà geografica così denominata assunse diverse valenze anche in uno stesso periodo storico. Per convenzione si considera che la provincia occupasse lo spazio tra il flumen Adua e le Pannoniae, come descritto in Paul. Diac. hist. Lang. II 14: a Pannoniae finibus usque Adduam fluvium – cfr. S. Mazzarino, Il concetto storico-geografico dell’unità veneta, in G. Arnaldi, G. Folena (eds), Storia della cultura veneta. Dalle origini al Trecento, I, Vicenza 1976, 1-28; P. Basso, A.N. Rigoni, La ‘devota Venetia’: i miliari a servizio dell’imperatore, / L’ambito territoriale della ‘Venetia’ tra Altomedioevo e Medioevo nella ‘Cosmographia’ dell’Anonimo Ravennate, in M. Pavan (ed.), La ‘Venetia’ nell’area padano-danubiana. Convegno Internazionale, Venezia 6-10 aprile 1988, Padova 1988, 130-151. Per il coinvolgimento di Valerianus nelle questioni anche di controllo amministrativo ecclesiastico sul territorio settentrionale della penisola italica, per conto dell’imperatore, si veda Stein, Histoire, 609-11, 672.
18 PCBE II/2, s.v. Vitalis 10, pp. 2330 s.
19 Da Ravenna poi Valerianus si spostò per condurre l’esercito verso Ariminum (Proc. Bella VIII 28,1: Τοῖς δὲ ἀμφὶ Ναρσῆν ἀφικομένοις ἐς Ῥάβενναν πόλιν ἀνεμίγνυντο Βαλεριανὸς καὶ Ἰουστῖνος οἱ στρατηγοὶ […]). Egli si distinse ancora nelle battaglie decisive dell’ultimo biennio del conflitto ‘greco-gotico’, presso la località di Busta Gallorum comandò l’ala destra dell’esercito romano insieme a Iohannes Phagas (Proc. Bella VIII 31,4: κατὰ δὲ δεξιὸν Βαλεριανός τε καὶ Ἰωάννης ὁ Φαγᾶς σὺν τῷ Δαγισθαίῳ καὶ οἱ κατάλοιποι Ῥωμαῖοι ἐτάξαντο πάντες). Successivamente contribuì anche alla conquista di Petra Pertusa (Proc. Bella VIII 34,24: […] καὶ Βαλεριανὸν ἄρτι Πέτραν ἐξαιροῦντα τὴν Περτοῦσαν καλουμένην μετεκάλει ξὺν ἑπομένοις […]). Per le azioni militari compiute da Valerianus tra il 553 e il 554 si legge in Agath. hist. II 8,3: Ἐπὶ θάτερα δὲ οἱ ἀμφὶ Βαλεριανόν τε καὶ Ἀρταβάνην, προστεταγμένον αὐτοῖς ὑποκρύπτεσθαι πρὸς βραχὺ ἀνὰ τὰ λάσια τῆς νάπης […]
20 Cfr. Agath. hist. I 11,3-4: […] καὶ πρός γε Βαλεριανῷ καὶ Ἀρταβάνῃ, καὶ μὲν δὴ καὶ ἄλλοις στρατηγοῖς καὶ ταξιάρχοις, ξὺν τῷ πλείονι καὶ ἀλκιμωτάτῳ στρατῷ, τὰς Ἄλπεις τὸ ὅρος περιελθόντας, ὅ δὴ ἐν μέσῳ Τουσκίας τε τῆς χώρα καὶ Αἰμιλίας ἀνέχει, ἀμφὶ τὸν Πάδον ἱκέσθαι τὸν ποταμόν […].
21 Cfr. Constantius, “Origine” n. 11.
22 PCBE II/1.2, s.vv. Auxanus/ Paulus 34, pp. 237 s., 1680.
Index nominum – Index rerum sacrarum – Index geographicus – Index rerum notabilium
Index nominum
Ἀιγάν | Proc. Bella III 11,10; |
Ἀλθίας | Id. Bella III 11,6, IV, 3,4; |
Ἀρτάβανη | Agath. hist. I 11,3, II 8,3; |
Βελισάριος/ Belisarius | Proc. Bella II 14,8, V 24,18, 27,22, VI 2,8, 8,14, 13,14, VII 1,1, 27,32; Marcell. com. Addit. s.a. 537; |
Χοσρόη | Proc. Anecd. II 29; |
Κωνσταντῖνος | Id. Bella VI 8,14,16; |
Κυπριανός | Id. Bella III 11,6, IV 3,4; |
Κύριλλος | Id. Bella III 11,6; |
Δαγισθαῖος | Id. Bella VIII 31,4; |
Δαμιανός | Id. Bella VI 7,26, VIII 33,2; |
Faustinus (beatus, martyr) | Greg. I dial. IV,52; |
Γουβουλγουδοῦ | Proc. Bella VI 13,14; |
Ἡρωδιανός | Id. Bella II 14,8; |
Ἰλδιβάδος | Id. Bella VII 1,1; |
Ἰλδιγέρ | Ivi; |
Ἰωάννης | Id. Bella III 11,6, IV, 3,4, VIII 23,4,42; |
Ἰωάννης ὁ Φαγᾶς | Id. Bella VIII 31,4; |
Ioannes, Iohannes (vir magnificus, excellentissimus) | Greg. I dial. IV,52; Pelag. I ep. 52,3; |
Ἰουστινιανός (βασιλεύς) | Proc. Bella III 11,24, VII, 27,3, 30,1; |
Ἰουστῖνος | Id. Bella VIII 28,1; |
Μάρκελλος | Id. Bella III 11,6, IV, 3,4; |
Μαρτῖνος / Martinus | Proc. Bella III 11,6,24, 14,40, IV 19,2, V 24,20, 27,1,23, VI 2,8,29,24, VII 1,1; Marcell. com. Addit. s.a. 537; |
Ναβέδης | Proc. Bella II 24,6; |
Ναρσῆς | Id. Bella VIII 28,1, 33,8; |
Paulinus | Pelag. I ep. 59,3; |
Pelagius (papa) | Id. I epp. 52, 59; |
Σολόμων | Proc. Bella III 11,9, 14,40; |
Totila (qui Baduila) (tyrannus) | Pelag. I ep. 52,15; Iord. Rom. 380; |
Οὐλιμούθ | Proc. Bella VI 13,14; |
Βαλεριανός / Valerianus | Proc. Bella II 14,8, 24,6-12,19, 25,17, III 11,5-6,10,24, 13,9, IV 3,4, 14,40, 19,2, V 24,18-20, 27,1-2,22-23, VI 2,8,19-21,24, 4,11, 7,26, 8,16, 13,14, VII 1,1, 27,3,13, 30,1-2,9-10,15-18, VIII 8,22, 15,8-9, 23,4,8-9,29-42, 28,1, 31,4, 33,2-8, 34,24, Anecd. II 29,30; Agath. hist. I 11,3-4, II 8,3, III 20,10, 21,5, Pelag. I epp. 52,59; Iord. Rom. 380; Greg. I dial. IV,52; Marcell. com. Addit. s.a. 537,548; |
Βῆρος / Verus | Proc. Bella VII 27,3; Marcell. com. Addit. s.a. 548; |
Βιταλιανός | Proc. Bella VIII 23,4; |
Οὐίττιγις / Vitiges | Proc. Bella VII 1,1; Marcell. com. Addit. s.a. 537. |
Index rerum sacrarum
χριστιανός | Proc. Bella II 24,6; |
Deus | Pelag. I epp. 52,15, 59,2; |
ecclesia (universalis) | Pelag. I ep. 59,2; Greg. I dial. IV,52; |
episcopus (pseudo) | Pelag. I epp. 52,15, 59,3; Greg. I dial. IV,52; |
scismaticus | Pelag. I ep. 59,2; |
sedes apostolica | Id. ep. 59,2; |
sepultura | Greg. I dial. IV,52. |
Index geographicus
Adriaticus (maris) | Iord. Rom. 380; |
Ἄλπεις | Agath. hist. I 11,3; |
Ἀγkών | Proc. Bella VIII 23,4; |
Aquileiensis (< Aquileia) | Pelag. I ep. 59,3; |
Ἀρμένιος (< Ἀρμενία) | Id. Bella II 14,8, 24,6, VII 27,3, VIII, 22,3, Anecd. II 29; |
Brixia (civitas) | Greg. I dial. IV,52; |
Βυζάντιον | Proc. Bella IV 19,2, VII 1,1; |
Calabria | Marcell. com. Addit. s.a. 548; |
Δάρας | Proc. Bella III 11,9; |
Αἰμιλία | Agath. hist. I 11,4; |
Epirus | Iord. Rom. 380; |
Ἔρουλοι | Proc. Bella VII 27,3; |
Franci | Pelag. I ep. 52,15; |
Γότθοι | Proc. Bella VII 1,1, 27,3; |
ἑῷος | Id. Bella III 11,9; |
Hystria et Venetia | Pelag. I ep. 52,15; |
Ἰονίος (κόλπος) | Proc. Bella VII 27,13; |
Ἰταλία / Italia | Proc. Bella II, 14,8, V 24,20, VII, 27,3; Iord. Rom. 380; |
Mediolanensis (< Mediolanum) | Pelag. I epp. 52,15, 59,3; |
Νουμίδια | Proc. Bella III 14,40; |
Πάδος (< ποταμός) | Proc. Bella VIII 33,8; Agath. hist. I 11,4; |
Πελοπόννησος (< χωρίον) | Proc. Bella III 11,24; |
Περσαρμένιος (< Περσαρμενία) | Id. Bella II 24,6; |
Πέτρα Περτοῦσα | Id. Bella VIII 34,24; |
Πόρτος | Id. Bella V 27,1; |
Ῥαβέννη / Ravenna | Proc. Bella VIII 23,4,42; Pelag. I ep. 52,15; Iord. Rom. 380; |
Ῥωμαῖος (< Ῥώμη), Roma
< Νέρωνος πεδίον < Τίβερις |
Proc. Bella III 11,9, VI 2,8, 4,11, VIII 23,4, 31,4, Anecd. II 29,30; Marcell. com. Addit. s.a. 537; |
Σαλώνα | Proc. Bella VIII 23,42; |
Θρᾷκιον (< χωρίον) (<Θρᾴκη) | Id. Bella III 11,6,11, VI 13,14; |
Τουσκία | Agath. hist. I 11,4; |
Οὖννοι, Μασσαγέτης (< γένος) | Proc. Bella III 11,6,10, VI, 13,14, Anecd. II 29. |
Index rerum notabilium
ἀδελφιδοῦς | Proc. Bella VI 7,26, VIII 23,4, 33,2; |
ἄνεμος | Agath. hist. III 20,10; |
ἀρχή, ἄρχων (φοιδεράτων) / magister militiae, magister militum | Proc. Bella II 24,6, III 11,5, IV 3,4; Marcell. com. Addit. s.a. 537,548; |
auxilium | Marcell. com. Addit. s.a. 537; |
βάρβαρος | Proc. Anecd. II 30; |
βασιλεύς, imperator, princeps | Proc. Bella II 24,6, III 11,24, V 24,18, VII 27,3, 30,1; Pelag. I epp. 52,15, 59,3; Marcell. com. Addit. s.a. 537,548; |
χείρ | Proc. Bella VI 8,16, Anecd. II 30; |
χωρίον | Id. Bella III 11,6,11,24, VI 13,14; |
χρῆμα | Id. Bella VI 2,19, VII 1,1, VIII 33,2; |
κίνδυνος | Id. Bella II 2,21; |
contagio | Pelag. I ep. 59,2; |
contio | Iord. Rom. 380; |
corpus | Greg. I dial. IV,52; |
custos, custodia | Pelag. I ep. 59,3; Greg. I dial. IV,52; |
διατριβή | Proc. Bella VIII 23,4; |
divisio | Pelag. I ep. 52,3; |
dominus | Ivi; |
δορυφόρος | Proc. Bella VI 13,14, VII 27,3; |
ἐσχατία | Id. Bella III 11,9; |
frater | Pelag. I ep. 52,3; |
γαστήρ | Proc. Bella VI 8,14; |
ἱππεύς | Id. Bella V 27,2; |
hostis | Pelag. I ep. 52,15; |
ὑπασπιστής | Proc. Bella VII 27,3; |
inedia | Marcell. com. Addit. s.a. 537; |
iurgium | Iord. Rom. 380; |
λιμήν | Proc. Bella V 27,1; |
locus | Greg. I dial. IV,52; |
μάχη | Proc. Anecd. II 30; |
νάπη | Agath. hist. II 8,3; |
ναῦς | Proc. Bella III 11,24; |
obsidio | Marcell. com. Addit. s.a. 537; |
ὄχθη | Proc. Bella VI 4,11; |
ὄνομα | Id. Bella VI 13,14; |
opus | Iord. Rom. 380; |
παῖς | Proc. Bella VII 1,1; |
πάτρια | Id. Bella VIII 33,2; |
patricius | Pelag. I epp. 52,3,59; Greg. I dial. IV,52; |
φυλακή | Proc. Bella VIII 33,8; |
πολέμιος | Id. Bella VI 2,19,24; |
πόλις | Proc. Bella III 11,9, V 27,1; |
πράγμα | Id. Bella VII 1,1; |
pravitas | Greg. I dial. IV,52; |
praefectus | Ivi; |
pretium | Ivi; |
πρότερος | Proc. Bella IV 19,2; |
providentia | Pelag. I ep. 52,15; |
solacium | Marcell. com. Addit. s.a. 548; |
σπουδή | Proc. Bella V 24,18; |
στρατήγιον, στρατηγίς | Id. Bella II 24,6; |
στρατηγός | Proc. Bella VII 27,3, VIII 28,1; Agath. hist. I 11,3-4, III 20,10; |
στράτευμα, στρατιά | Proc. Bella III 11,24, V 24,20; |
στρατιώτης | Id. Bella V 27,2; |
τάγμα | Agath. hist. III 20,10; |
ταξίαρχος | Id. hist. I 11,3; |
τεῖχος | Id. hist. III 20,10; |
θυμός | Proc. Bella VI 8,16; |
τροπή | Id. Bella V 24,20; |
veritas | Greg. I dial. IV,52; |
vigiliae | Marcell. com. Addit. s.a. 537; |
ξιφίδιον | Proc. Bella VI 8,14. |
Maraval 2017 = Pierre Maraval, Giustiniano. Il sogno di un impero cristiano e universale, L. Visonà (trad. it. a c. di), Palermo 2017, 249, 255, 269, 272, 296, 299.
Parnell 2010 = David Alan Parnell, Justinian’s men: The ethnic and regional origins of Byzantine officers and officials, 518-610, St. Louis University 2010, 64, 80-85.
Parnell 2017 = David Alan Parnell, Justinian’s Men: carrers and relationships of Byzantine army officers, 518-610, Londra 2017, 56-58.
Stein 1949 = Ernst Stein, Histoire du Bas-Empire, II, Parigi 1949, 580, 609-611, 672.