Quando si impose il controllo romano sul territorio, agli inizi dell’impero augusteo, in Galatia e Lycaonia vigeva ancora una strutturazione amministrativa cantonale, di predominanti cultura e lingua celtica, con sostrato frigio1. La Galatia divenne provincia romana nel 25 a.C., inizialmente delimitata entro i confini del territorio governato dal suo ultimo sovrano ellenistico, Amyntas, che riuscì ad espandere il proprio dominio sopra la Galatia, la Pamphylia, la Pisidia, la Phrygia orientale, la Lycaonia, l’Isauria e la Cilicia Tracheia, ovvero sull’intero settore anatolico centro-meridionale (Strabo XII 6,34.35, XIV 6,1; Dio Cass. XLIX 32,3).
La neonata provincia fu amministrata da un legato imperiale, di rango pretorio. Durante l’impero di Augusto (27 a.C.-14) il territorio galata mutò più volte i propri confini, ampliando comunque progressivamente la sua estensione2.
Tra il 49 e il 51 sono datate anche le tre missioni dell’apostolo Paulus, che avviarono il processo di cristianizzazione del territorio e sono testimoniate nelle Sacre Scritture (Act. App. 18,23, ep. ad Galatas)3.
Una nuova fase espansionistica si ebbe in epoca neroniana, durante cui avvenne una profonda trasformazione dell’organizzazione delle province anatoliche, il governo della Galatia fu delegato al governatore della provincia di Cappadocia (procurator Cappadociae), al capo anche di quattro legioni. La rilevanza della presenza militare nella provincia galata si manifestò in particolare durante il periodo augusteo, ma contraddistinse anche l’intera epoca flavia, l’impero di Nerva e di Traiano (98-117).
Nel secolo II la separazione amministrativa della Galatia dalla Cappadocia, voluta da Traiano, comportò invece una riduzione nell’estensione della provincia e della sua importanza militare strategica, la Galatia rimase una provincia imperiale pretoriana senza milizie stazionate nel territorio, mentre la Cappadocia conservò lo statuto di provincia imperiale consolare, difesa da due legioni. La separazione delle due aree fu dettata probabilmente da ragioni prevalentemente politico-amministrative; tuttavia è evidente che le due regioni si trovassero in una condizione molto diversa l’una dall’altra: la Galatia fu profondamente romanizzata e naturalmente distante dalle zone di confine con i Parti, la Cappadocia invece prospiciente al limes divenne il punto di partenza delle principali spedizioni militari.
In considerazione del suddetto nuovo assetto il governo della Galatia fu affidato a un legatus Augusti pro praetore Galatiae 4.
Al termine dell’impero di Traiano anche i due sbocchi a nord sul Pontus Euxinus (od. Mar Nero), ovvero le province di Pontus Galaticus e Pontus Polemoniacus, furono tolte dalla giurisdizione galata per passare all’inclusione nella provincia cappadoce; di nuovo in funzione di rafforzamento delle difese verso l’Armenia settentrionale e il Caucasus meridionale.
La conformazione della provincia tuttavia cambiò ancora poco dopo, durante l’impero di Antonino Pio (138-161) fu costituito un nuovo spazio coloniale, formato dall’Isauria, dalla Cilicia e dalla parte meridionale della Lycaonia, conosciuto con la denominazione di Tres eparchiae e sottoposto al governo della Galatia.
Nella seconda metà del secolo III la gestione del settore anatolico per i Romani divenne sempre più critica; a partire infatti dal 253 alla minaccia partica si aggiunse anche quella gota, giacché la popolazione germanica cominciò a compiere sempre più frequenti incursioni nell’area sia cappadoce sia galata. L’epigrafia attesta a questo periodo la formazione quindi di un’ulteriore entità amministrativa: la provincia di Galatia-Pontus-Paphlagonia (CIL III 14184, 25), di rango senatorio.
Se i confini e l’amministrazione mutarono e le realtà urbane subirono danni in conseguenza del transito sempre più ingente di popolazioni straniere, altrettanto non avvenne nel contesto rurale galata, che sviluppò forme di resilienza e approfittò sempre della fertilità dei propri terreni per mantenere in attivo un’economia fondata sulla coltivazione del grano e l’allevamento ovino e caprino.
Alla riforma amministrativa e territoriale di epoca dioclezianea si dovette la ricostituzione della provincia entro i confini stabiliti prima del secolo III (Laterc. Veron. II 4), ma nell’arco di nemmeno un secolo, probabilmente nel 399 (Claud. In Eutr. 2, v. 203), si ebbe la scissione della provincia di Galatia in due parti: la Galatia I, con fulcro nella metropoli di Ancyra (od. Ankara, capitale della Turchia) e corrispondente alla parte settentrionale e orientale della provincia romana di Galatia, e la Galatia II o Salutaris, con il suo centro principale nella metropoli di Pessinous (in età tardo antica: Iustinianoupolis, od. Ballıhisar, in Turchia).
Ancyra, metropoli politica ed ecclesiastica, fu anche la sede del governatore provinciale (consularis; in Galatia Salutaris: hegemon) di età tardo antica, del metropolita, del magister militum per Orientem e verosimilmente anche del vicarius della dioecesis Pontica, diocesi entro cui fu inclusa la provincia di Galatia I5.
L’autore della prima raccolta di aneddoti biografici relativi ad asceti e monaci orientali fu un cittadino di Ancyra, il monaco Palladius, che compilò la Historia Lausiaca circa nel 420. Dai racconti contenuti nell’opera emerge un quadro anche del monachesimo galata tardo antico e nel complesso della situazione religiosa della provincia, vi furono numerosi evergeti e predicatori e la maggior parte dei numerosi eretici presenti nel territorio furono convertiti all’ortodossia, soprattutto nelle aree rurali (Pall. hist. Laus. 66).
Risulta evidente dalle narrazioni anche il fatto che non ci furono rilevanti contrasti né tra i campioni dell’ascetismo né tra i vescovi delle diverse comunità, benché ciò non significasse che mancassero gli endemici attriti entro la Chiesa orientale tra monaci e le gerarchie ecclesiastiche diocesane.
In termini quantitativi lo scritto di Palladius non trascurò di mettere a disposizione dei lettori un dato interessante, la presenza di duemila parthenoi, ovvero vergini, in Ancyra (Pall. hist. Laus. 67,1). Germia, una cittadina situata nella Galatia Salutaris 6, divenne un importante centro di pellegrinaggio galata, celebre perché avrebbe preservato un frammento della tunica in cui fu avvolto il corpo di Cristo, che fu visitato anche dall’imperatore Giustiniano I (527-565) poco prima della sua morte (Vita Theod. Syk. 3).
Giustiniano I intervenne inoltre sulla vita politica della provincia, nel 535 affidò il governo della Galatia a un comes, con poteri civili e militari per contrastare in modo più deciso specialmente il brigantaggio, in quel periodo molto diffuso nell’area. Tale provvedimento ebbe comunque una durata limitata, già nel 548 cessò di essere necessario.
1 Tribù celtiche invasero il territorio anatolico centrale nel primo quarto del secolo III a.C. e si insediarono prevalentemente nella parte settentrionale della Galatia (Plin. nat. hist. V 146).
2 In questo periodo furono dedotte almeno nove colonie: Colonia Caesarea/Antiochia, Colonia Iulia Felix Gemina/Lystra, Colonia Iulia Augusta Felix/Cremna, Comana, Colonia Iulia Augusta/Olbasa, Colonia Iulia Augusta Hadriana/Parlais, Iulia Augusta Felix Germia, Iulia Augusta Felix Ninica nella Cilicia Tracheia e il noto sito di Iconium (od. Konya, in Turchia) ; oltre ad altri quattro insediamenti coloniali: Attaleia sulla costa panfilica, Isaura (od. Zengibar Kalesi, nella Turchia meridionale), Neapolis e Apollonia – cfr. St. Mitchell, Population and the Land in Roman Galatia, in ANRW II 7.2, Berlino-New York 1980, p. 1067.
3 Per un apposito contributo si veda K. Löning, Der Galaterbrief und die Anfänge des Christentums in Galatien, in E. Schwertheim, Forschungen in Galatien, Bonn 1994, pp. 131-156.
4 Per un esempio tratto da questa prosopografia si veda la scheda di Lucius Fulvius Rusticus Aemilianus.
5 La metropoli fu anche la residenza estiva per gli imperatori romani dall’epoca di Arcadio (395-408) in avanti. La Galatia I, a partire dalla sua istituzione alla fine del secolo IV, incluse nel complesso del suo territorio sette città (Ancyra, Aspona, Iulioupolis, Tabia, Kinna, Lagania/Anastasioupolis, Mnizos) che furono anche sede di episcopati dipendenti dalla metropoli diocesana di Ancyra (Hier. Synekd. 696,4-697,2).
6 La Galatia Salutaris incluse invece le città di Pessinous, Amorium, Klaneos, Eudoxias, Myrikion/Therma, Germia, Petinissus, Trocnades (Hier. Synekd. 697,3-698,4).