Il primo romano ad avanzare nel territorio fu Caius Scribonius Curio, proconsole di Macedonia, che nel 75 a.C. vinse una locale battaglia contro i Moesi (Eutr. VI,2), ma colui che impose la dominazione romana fu il comandante e nipote del celebre Crassus, uno dei protagonisti del primo “triumvirato”, ovvero l’omonimo Marcus Licinius Crassus 1, che nel 29 a.C. sconfisse le locali popolazioni di stirpe trace e impose il governo romano sulla Moesia (Dio Cass. LI 23,2-27,3)
Nel primo periodo augusteo il suddetto territorio fu incluso amministrativamente nella provincia imperiale di Macedonia e governato da un legato imperiale di rango consolare (praefectus), tuttavia entro la prima metà del secolo I d.C., verosimilmente già nel primo biennio dell’imperio di Tiberio (14-37) fu istituita la provincia di Moesia.
Quando l’imperatore Domiziano (81-96) decise di intraprendere una campagna bellica in area dacica, tra l’85 e l’89, decise anche di dividere la Moesia in una parte Superior (I), corrispondente al settore più occidentale, e in una parte Inferior (II), rispettivamente indicativa della zona orientale; la linea di demarcazione venne fissata sul flumen Ciabrus (od. Tsibritsa, che attraversa la Bulgaria).
Durante l’impero di Traiano (98-117) e la sua progressiva avanzata per la conquista del territorio dacico, la Moesia, in quanto provincia di frontiera, divenne la base di stanziamento per ampi contingenti legionarî2. Furono dedotte le ultime colonie romane composte da militari lungo il flumen Danubius, da cui sorsero i maggiori centri urbani delle due province, fra questi una delle più grandi città della Moesia Superior: Singidunum (od. Belgrado, capitale della Serbia)3.
Le Moesiae si trovarono ad essere un naturale centro di scambi commerciali, grazie alla loro posizione geografica strategica tra il Pontus Euxinus (od. Mar Nero) e le terre alto danubiane, Germania, Noricum, Pannoniae; nell’area centrale delle due province si sviluppò una fiorente produzione agricola, che portò a sbocchi commerciali attraverso l’intero settore illirico, inoltre le Moesiae sfruttarono a pieno la ricchezza mineraria della catena montuosa balcanica.
Trascorse più di un secolo di prosperità e pace, fino a quando, nella seconda metà del secolo III ripetute scorrerie di popolazioni germaniche, in prevalenza Goti e Gepidi, costrinsero l’imperatore Aureliano (270-275), nel 275, a spostare la maggior parte della popolazione dacica in una regione intermedia tra le due Moesiae, lungo il Danubius (Prisc. Pan. frg. 1).
Tra il 294 e il 299 la frontiera danubiana settentrionale si trovò in costante assedio e di nuovo un ingente quantità di milizie fu acquartierata in particolare presso la Moesia Superior.
Diocleziano (284-305), promuovendo la riorganizzazione politico-amministrativa dell’Impero, intervenne segmentando ulteriormente le due Moesiae, la Moesia Superior venne divisa in Moesia superior Margensis (o Moesia I) e nella nuova provincia di Dardania, entro cui sorse come principale municipium, poi civitas, Naissus (od. Niš, in Serbia), luogo nativo del futuro imperatore Costantino I (306-337) e anche scenario di una celebre battaglia campale condotta dall’imperatore Claudio (268-270), detto il Gotico proprio perché vittorioso sui Goti che furono quasi totalmente sterminati (Eutr. IX 11).
La Moesia Inferior fu scissa in una parte che mantenne la denominazione originaria (Moesia Inferior o II) e nella Scythia Minor. Le quattro province così composte furono affidate al governo di praesides e furono incluse, nel caso del primo binomio (Moesia I / Dardania), nella diocesi civile ed ecclesiastica dell’Illyricum (Not. dign. orient. I 122,124), nell’altro caso nella diocesi della Thracia (Not. dign. orient. I 115 s.).
Costantino I, divenuto imperatore, agì immediatamente in funzione difensiva nei confronti del suo territorio nativo, fece dunque erigere fortificazioni e grandi ponti in pietra ad attraversamento dei principali corsi d’acqua, sia tra la cittadella trace di Oescus e il forte di Sucidava, in prossimità del Pontus Euxinus, parimenti e poco distante tra Transmarica e la cittadella fortificata di Daphne, a nord del flumen Istrum (AÉ 1939,19, 1949,204, 1950,75, 1976,582)4.
L’intero territorio tra le Moesiae fu tuttavia continuamente percorso e depredato da popolazioni straniere fino alla massiccia invasione dell’esercito dell’unno Attila nel 447; Naissus riuscì a reagire divenendo un centro di scambi commerciali con la popolazione unna.
Le province di Moesia rimasero anche per questo essenzialmente composte da piccoli centri urbani con prevalente funzionalità di supporto militare, fondate su un’economia in massima parte agricola.
Anche l’imperatore Giustiniano I (527-565) nacque in quest’area basso-illirica, precisamente nel villaggio trace di Tauresium (vicino a Scupi, od. Skopje, capitale della Repubblica di Macedonia), si impegnò nel potenziamento delle strutture difensive dell’intera area basso danubiana, ma non riuscì a proteggere le Moesiae da nuove e sempre più gravi invasioni unniche nella prima metà del secolo VI, seguite dalle devastazioni di Bulgari e Slavi nella seconda parte dello stesso secolo.
1 PIR² L 186, p. 36.
2 Cfr. A. Mócsy, Pannonia and Upper Moesia: A History of the Middle Danube Provinces of the Roman Empire, New York 1974, p. 119.
3 Tuttavia l’area che si dimostrò maggiormente urbanizzata, fin dal secolo I a.C., fu la Moesia Inferior. Già nel primissimo periodo della conquista romana in essa esistevano già le colonie di Odessus (od. Varna, sul Mar Nero), Nicopolis ad Istrum (od. Veliko Tărnovo, in Bulgaria) e Durostorum (od. Silistra, in Bulgaria).
4 Cfr. C. Witthaker, Frontiers of the Roman Empire. A social and economic study, Londra 1997, p. 185.