Nel secolo II il vicus raggiunse il suo picco demografico e a questo stesso periodo sono fatti risalire alcuni reperti archeologici; una grotta nella prima età imperiale ospitò un mitreo contenente come ex-voto il basamento di una piccola statua di Cautopates, ovvero del portatore di fiaccola a fianco di Mitra2. L’attestazione della pratica di tali culti rafforzò l’ipotesi di una consistente presenza di militari di provenienza orientale in loco 3.
Tra le sedi battesimali più antiche dell’intero territorio pavese e varesino si potrebbe inoltre annoverare quella angerese, che fu dedicata ai santi Sisinnius, Martirius e Alexander, martirizzati nel 397. Nel contesto ecclesiastico angerese furono infatti ritrovate iscrizioni paleocristiane databili ai secoli IV/V, fra cui quella del siriano Maraotes, composta in lingua greca, a prova di una precoce cristianizzazione del territorio.
1 Cfr. P. Baldacci, Il territorio del Verbano orientale in età celtica e romana, in AA.VV., Angera e il Verbano orientale nell’antichità. Atti della giornata di studio Rocca di Angera, 11 settembre 1982, Milano 1983, pp. 139-147.
2 Cfr. U. Tocchetti Pollini, La produzione scultorea di Angera in età romana, in AA.VV., Angera e il Verbano orientale. Op. cit., pp. 149-181. Per i reperti archeologici rinvenuti, la loro conservazione e la valorizzazione del locale museo cittadino si veda F.M. Gambari, C. Miedico (a c. di), Gli dei degli altri: culti non latini nella Lombardia romana, Gravellona Toce 2016.
3 Cfr. A. Rognoni, Il territorio varesino, in Id. (a c. di), Geostoria della civiltà lombarda. Op. cit., p. 25.