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I Romani oltre il Po e l'Oriente

Database prosopografico tra l'oriente e l'occidente

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Homeinter Transpadanam et OrientemDatabaseBITHYNIA ET PONTVS

BITHYNIA ET PONTVS

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Barrington Atlas M52-3,84-7; DGRG I, pp. 404-6; TIB13: Bithynia-Hellespontus (in fase di realizzazione); Pontus (in fase di realizzazione); Suppl. TIB7: Byzanz als Raum
L’antica provincia era una divisione dell’ampia regione geografica dell’Asia Minor1, si estendeva sulla parte orientale della costa della Propontis (od. Mar di Marmara), la costa orientale del Bosphorus (od. stretto del Bosforo) e su ampia parte della costa del Pontus Euxinus (od. Mar Nero).

La Bithynia divenne romana dopo la morte del re di Bithynia, Nicomede IV Filopatore, nel 74 a.C. (Appian. Mithrid. 71), il regno fu ceduto in condizione di pace. Tuttavia fin dalla morte del  predecessore, Nicomede III (94 a.C.), i Romani resero la Bithynia una provincia (Liv. 93) e dopo la scomparsa nel 63 a.C. del re del Pontus (ampio territorio nel nord est dell’Asia Minor, lungo la costa meridionale del Pontus Euxinus da cui prende il nome), Mitridate Eupatore, fu inglobata nella provincia anche la parte occidentale del regno del Pontus.

Pompeo Magno (106-48 a.C.) suddivise il territorio in undici municipia (Dio XXXVIII 10-12). Con l’imperatore Augusto (27 a.C.-14) si ebbe un’ulteriore espansione della provincia verso est, includendo ormai interamente l’ex regno di Mitridate.

La corrispondenza di Plinius con l’imperatore Traiano (98-117) conferma l’estensione massima raggiunta dai Romani, menzionando tra le città bitiniche Sinope (od. Sinop, in Turchia – Plin. Ep. X 91), estremo sito orientale della provincia. Lo scrittore del resto denominò in più occasioni la zona come Bithynae et Ponticae civitates.

Nella divisione augustea in province la Bithynia et Pontus fu provincia senatoria, ma con Traiano furono inviati a governarla in via eccezionale legati Augusti pro praetore, invece che governatori; allora la Bithynia venne suddivisa in dodici municipia e il Pontus in undici.

La città principale fu Nicomedia (od. Izmit, nel nord della Turchia), sostituita nel suo primato durante l’impero di Valentiniano I (364-375) da Nicaea (od. Iznik). Byzantium (od. Istanbul), benché geograficamente appartenesse alla zona trace, dal punto di vista amministrativo venne inclusa nella Bithynia (Plin. Epp. X 57).

L’assetto viario romano, di collegamento tra le principali città, fu costituito essenzialmente da un’unica strada, attestata nell’Itinerarium Antonini (139-143) e nell’Itinerarium Burdigalense (571-575): Chalcedon–Nicomedia–Nicaea–Ancyra (od. Ankara). La Tabula Peutingeriana (IX 2-3) presentò una situazione più articolata, probabilmente denotante anche un’evoluzione dell’assetto tra periodo tardo imperiale e tarda antichità: una strada proveniva da Hadrianoutherae (od. villaggio di Trikala, in Tessaglia) e attraversava Prusias ad Mare-Prusa ad Olympum (od. Bursa) e si spingeva a sud fino al porto di Cyzicus (od. Belkiz, sulla Propontide meridionale), un’altra via dall’Anatolia attraversava Nicaea e continuava a nord fino al golfo di Nicomedia, una terza infine, con provenienza da Amisus, conduceva attraverso Nicomedia fino a Chalcedon.

Durante l’amministrazione di Plinius prese avvio anche una prima fase di inchieste riguardanti la diffusione del cristianesimo nella provincia (Plin. Epp. X 97,98).

Soltanto dopo l’impero di Adriano (118-131) fu concessa alla provincia la celebrazione del culto per Roma e l’imperatore, con la costruzione di appositi templi, inizialmente nella città di Nicomedia, ma poco dopo anche in Nicaea, città che sotto i Severi preservò anche il permesso di bandire giochi in onore dell’imperatore e dei successori.

Durante la dinastia dei Severi i due luoghi suddetti, ovvero le due principali città bitiniche, rifiorirono anche dal punto di vista urbanistico; dal secolo IV Nicomedia divenne la quinta città più grande dell’Impero (Liban. Or. 8).

La seconda metà del secolo III fu contraddistinta anche dalle incursioni gote attraverso i Balcani, che comportarono estese imprese di fortificazione delle città bitiniche.

L’imperatore Costantino (307-336) scelse come propria residenza e nuova capitale dell’Impero Byzantium, che da lui fu denominata Constantinopolis, ufficialmente inaugurata nel maggio del 330. Nicomedia rimase sede del vicarius dioecesis Ponticae e, benché si trovasse a un giorno di viaggio di distanza dalla nuova capitale, condivise la condizione prestigiosa con altre città in ascesa, tra cui di nuovo Nicaea. Al proposito, in ambito religioso in età tardo antica, Nicomedia sarà definitivamente sostituita da Nicaea, sede del primo concilio ecumenico (325).

Per tutto il secolo IV entrambe le città rifiorirono tuttavia anche su un piano culturale, godendo della vicinanza alla nuova capitale imperiale, che affermerà a pieno il suo totale primato nei due secoli successivi, nelle epoche teodosiana e giustinianea.


1 Comprendente Thracia, Byzantium, Bosphorus, Epirus, Thessalia-Boeotia, Pergamum, Mare Aegaeum, Peloponnesus, Attica, Creta, Ephesus, Phrygia, Ancyra, Caesarea-Metilene, Lycia-Pisidia, Taurus, secondo la suddivisione in distretti geografici naturali, non amministrativi, proposta in Barrington Atlas I:ii. Tutti i territori elencati sono estesi tra le attuali Grecia e Turchia.
Constantinopolis, S. Salvatore in Chora (foto dell'autore)Al centro della cupola nell'ala sud del nartece interno: Gesù il Pantocratore
Constantinopolis, Prigione di Anemas c/o Palazzo delle Blacherne (foto dell'autore)-
Constantinopolis, Palazzo delle Blacherne (foto dell'autore)
Constantinopolis, tracce dell'acquedotto (foto dell'autore)
Constantinopolis, Obelisco di Teodosio - Ippodromo (foto dell'autore)
Constantinopolis, Basilica della 'Hagia Sophia' (foto dell'autore)
Constantinopolis, Basilica della 'Hagia Sophia' (foto dell'autore)
Constantinopolis, mosaico di Maria Vergine con Gesù Bambino, in Hagia Sophia (foto dell'autore)Mosaico interno alla semicupola dell'abside (del IX secolo)
Constantinopolis, Chiesa dei SS. Sergio e Bacco (foto dell'autore)'Piccola Santa Sofia'
L. Vitucci, Il regno di Bitinia, Roma 1953; A.H.M. Jones, The cities of Eastern Roman Provinces, Oxford 1971; B.F. Harris, Bithynia. Roman sovereignity and the survival of hellenism, in ANRW II, 7/2, pp. 856-901: P.N. Langer, Power and Propaganda: Relations between Roma and Bithynia under Empire, 27 b.C.-260 a.D., Michigan diss. 1987; B. Remy, Les fastes senatoriaux des provinces d’Anatolie au Haut-Empire, Parigi 1988; T. Bekker-Nielsen, Urban life and local politics in Roman Bithynia: the small world of Dion Chrysostomos, Aarhus 2008.

 

20 Marzo 2016
Elena
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